MAGO

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Lily tremava dall'ansia. Avevano appena fatto colazione, e ora erano stipati, insieme al resto del settimo, nell'entrata, in attesa di cominciare gli esami. Penne, pergamene e inchiostro sarebbero stati forniti dagli insegnanti. I GUFO erano finiti il venerdì precedente, ora toccava a loro.
"Andrà bene" Le sussurrò James. La ragazza sbuffò.
"Sta zitto" Mormorò, cercando di non pensare al fatto che tutta la sua vita dipendeva da quegli esami, e se...
"Davvero gente, mi ricordate..." Stava cercando di sdrammatizzare Sirius, ma Peter gli si appese addosso terrorizzato.
"Sirius come funzionano le trasfigurazioni infraspecie?" Chiese.
"Peter, sei un cazzo di animagus..." Ringhiò Sirius fra i denti. James sorrise.
"Oh, merda, secondo te chiedono..." Fece Remus, da dietro a James.
"Ragazzi, plachiamoci, non è nulla di impossibile" Li fermò tutti lui, allontanandoli.
"Potter vuoi esser mollato con urla e pianti ora davanti a tutti o chiuderai la bocca?" Sibilò Lily. Uffa, stava ripassando qualcosa, ma cosa? Era fondamentale? Sicuramente.
"Grazie, amore. Si, amore, e no, non starò zitto perché qualunque persona sana di mente sa che tu potresti prendere una O anche solo respirando, perché sei brava. Ora inspira, espira, guardami negli occhi. Che facciamo sabato?" Le chiese. Lily riusciva a scorgere la tensione dietro quella facciata spensierata, ma era, comunque, troppo poca. Avevano un esame e lui si metteva a pensare a che fare sabato?
"mancano esattamente sei giorni e otto esami a sabato, James che cazzo di problemi hai?" Gli chiese. Per poi pentirsene amaramente. Certo, era tesa, ma non era colpa sua...
"Non vuole pensare all'esame. È la sua "tecnica", lo fa sempre" Lo prese in giro Remus.
"E poi muore d'ansia quando gli consegnano il testo della verifica. Funzionale direi..." Rise Sirius.
"Black, non ti preoccupi mai?" Mormorò Lily, alzando gli occhi al cielo.
"Su Trasfigurazione no...risparmio le energie per Pozioni questo pomeriggio" Disse Sirius, mimando un'espressione di disgusto. James impallidì.
"CAMBIAMO ARGOMENTO PER FAVORE?" Gridò. Metà della gente si voltò a fissarli e Lily divenne del colore dei suoi capelli.
"Ma James..." Protestò Sirius, presto interrotto.
"Silenzio" Disse, tranquilla, la Professoressa McGranitt, emergendo dalla porta, ora aperta. "Molto bene, la Sala è pronta. I banchi sono assegnati, così come penne, pergamene e inchiostri anti-copiatura. Prendete pure posto, ordine alfabetico, da qui in poi vi guideranno gli esaminatori." Li salutò e si costò per lasciarli entrare. I Malandrini e Lily si salutarono, mentre lei e Sirius si dirigevano verso i primi banchi. Le fortune di essere all'inizio di tutti gli elenchi alfabetici...
Lily si sedette e premette le mani sul banco, sperando che la sua solidità la calmasse.
"Buongiorno ragazzi. Tutti pronti? Avete...un'ora e mezza da...ora" Fece l'esaminatore, un ometto tarchiato, ma accondiscendente. Il materiale apparve sui banchi all'improvviso. Lily fece un ultimo respiro profondo, poi cominciò ad esaminare le domande e a rispondere.
***

La prima giornata degli esami passò. Alla fin fine, pur essendosi lamentata tutto il giorno, Lily si rese conto che forse erano andati bene, soprattutto pozioni. ma non c'era tempo per prestarci attenzione, perché l'indomani avrebbero avuto altre domande, altri problemi, altri fogli di esaminazione e lei si sentiva già soffocare.
Quella settimana in generale fu strana, piena di cose da fare, ma senza vere rivelazioni. Divenne quasi una routine: sveglia, colazione, crampi d'ansia, esame, pranzo, ripasso, esame, cena, ripasso, a dormire. C'era sempre qualcosa da ripassare, un'informazione da chiedere in giro, un chiarimento da dare o qualcosa con cui confrontarsi. E, nei pochi minuti senza paura e senza studio, c'erano altri spaventati da consolare o crisi da risolvere.
Nemmeno il fine settimana li rallegrò o tirò loro su il morale, in quanto, la settimana dopo, c'erano gli esami pratici e gli orali. E allora volavano oggetti, si trasformavano. C'erano animaletti che correvano, libri che danzavano in aria, gente con la ridarella, volontari per testare gli ultimi incantesimi e, in generale, tutti i momenti liberi erano occupati dal ripassare ogni incantesimo possibile. Lily si addormentava ripetendo, sempre più distrattamente, la lista delle pozioni indicate da Lumacorno e i loro ingredienti. Remus solcava la Sala Comune a lunghi passi, ripercorrendo a mezza voce tutti i passaggi che doveva seguire per svolgere quella o quell'altra fattura. James continuava a trasformare in rospi tutto ciò che gli si parava davanti (dalle tazze di colazione a una ciocca dei capelli di Sirius) e poter piagnucolava disperato dai divani. Sirius, invece, passava le giornate spiaccicato sui divani, risvegliandosi, ogni tanto, all'improvviso, per chiedere chiarimenti sugli argomenti più disparati.
La seconda settimana dei MAGO iniziò e si concluse decisamente troppo in fretta, e, allo stesso tempo, troppo lentamente. Le ore passate a fare incanti, o a rimestare pozioni, Duravano anni, e i momenti di libertà era attimi fugaci.
E finirono così bruscamente che venerdì sera, il settimo anno di Grifondoro, occupò il solito banco per ripassare per poi scoprire di non aver nulla da fare.
"Quanto siamo coglioni?" Chiese Sirius, corrugando le sopracciglia.
"Troppo" Rispose James, con una risata pronta.
"No, merda, ho cacciato un gruppetto di quattordicenni per questo, e ora mi dite che è inutile?" Si lamentò Dorcas. Sirius era a capotavola, con James alla sua destra e Remus, che ridacchiava senza ritegno, alla sua sinistra.
"Penso di non avere più il cervello" Sospirò Marlene, sedendosi tra Peter, che era a fianco a Remus, e Dorcas.
"Nemmeno io" Sbadigliò quello.
"Alla fine Trasfigurazione era..." Stava discutendo Alice, di fronte a Dorcas, con Emmeline alla sua sinistra.
"STOP" Urlò Lily, posizionandosi nell'ultimo posto vuoto, alla destra di James. "Non parleremo di esami, potrei non sopravvivere" Spiegò, poi, agli sguardi stupiti attorno a lei. e poi un pensiero la travolse, tanto che, se non fosse stata sulla sedia, sarebbe di certo inciampata a terra. "Oh...è finita"
"Cosa?" Le chiese Sirius, sorprese.
"Lily? Stai per morire?" Le chiese Remus, appoggiando un gomito sul tavolo e sostenendosi la testa con la mano. Aveva quel suo solito sguardo intelligente e indagatore che riservava ai suoi amici quando era palese che stavano mentendo.
"No, cretino solo...e ora?" Rispose la ragazza, arrossendo lievemente.
"Ora la vita andrà avanti, ne parliamo da mesi" Commentò James, sorridendo piano, forse con un po' di nostalgia. Mise il suo braccio sullo schienale della sedia di Lily, come e lo usò come perno per voltarsi a guardarla negli occhi.
"Si, ma non era mai sembrato così reale" Spiegò la ragazza, perdendosi in quegli specchi di sincerità che erano le iridi del suo ragazzo. James annuì, ma non smise di sorriderle, e la cosa, in qualche modo, le fece bene. La ragazza aveva come un peso sul cuore, e, forse, la persona giusta con cui confidarsi era proprio James...si preparò a parlare, ma poi...
"Già..." Mormorò Emmeline, spezzando il momento. Lily e James tornarono di scattò a voltarsi verso i loro opposti, come se si fossero resi conto solo in quel momento che erano seduti a un tavolo pieno di persone, e non in una bolla solo loro.
"Mi sento vuota" Disse Alice, con una punta di tristezza, spostando un po' la sedia per vedere bene anche la gente dall'altro capo della tavolata.
"Come se stessi per perdere qualcosa di magico" Annuì Marlene. Sirius rise.
2Stiamo per perdere il Castello, no? È la cosa più magica che io abbia mai visto, credo..." Disse, storcendo il naso. Remus alzò gli occhi al cielo e lanciò un'occhiata disperata a Lily, la quale alzò le spalle e sorrise in risposta.
"Che ne sarà di noi là fuori?" Chiese Dorcas, drizzandosi a sedere. L'attenzione generale si spostò subito su di lei.
"In che senso?" Chiese Remus, interessato. Lily sapeva che non intendeva mettere la ragazza sotto esame, ma Dorcas arrossì lo stesso, annaspando per spiegare il sentimento che la animava. E Lily ci si riconobbe. Erano come delfini cresciuti in un acquario, ma pronti per essere liberati in mare. Ma sarebbero sopravvissuti agli squali?
"Nulla, siamo nove inutili ragazzi contro un mondo in guerra" Disse, leggermente sardonica, Dorcas. La fora dell'affermazione si ripercosse su tutti i volti e in tutti gli animi raccolti in Sala Comune.
"Cazzo" Commentò Sirius.
"Non mi era mai sembrato così reale..." Disse Peter, leggermente spaventato. Remus si mosse, gli circondò le spalle con un braccio e gli disse qualche parola di conforto. Sirius pareva incantato a fissare la scena, sorrideva come un'ebete. Lily non sapeva se ridere o piangere. Era davvero un mondo in guerra? E allora perché loro erano lì? A ridere di un ragazzo innamorato perso nei gesti calmi di un altro?
"Mi sento inutile ora..." Borbottò Emmeline, come delusa.
"Perché non è così. Noi non siamo inutili. Possiamo cambiare il mondo" Affermò James, tranquillo e sicuro di sé come solo lui sapeva essere. Era come una luce di speranza sul mondo, ma lo faceva in modo disinteressato, senza accorgersene. Forse era il suo maggior pregio, ma non se ne rendeva nemmeno conto. Lily scosse il capo. Stava diventando peggio di Sirius, doveva darsi un contegno. Ora gli sguardi erano puntati su James.
"E come?" Chiese, scettica. Poi un senso di tristezza la avvolse. Ma significava davvero questo crescere? Perdere l'incanto della speranza? Lei non voleva essere così.
"Non ne ho idea ma...ma a volte basta fare la cosa giusta" Rispose James, arrossendo.
"Bello, e la cosa giusta sarebbe?" Chiese Dorcas, sarcastica.
"Io..." Mormorò James, preso in contropiede.
"Ciò che ferisce meno persone, o ciò che può cambiare il mondo" Rispose Alice, pensierosa.
"E perché non entrambe?" Chiese Remus, concentrato.
"Perché non siamo abbastanza" Rispose Marlene, delusa.
"Che dici, possiamo fare tutto quello che vogliamo, basta crederci" Esclamò, invece James. Sirius si mise le mani sotto al mento e poggiò i gomiti sul tavolo.
"Non è così semplice" Borbottò, lanciando un'occhiataccia a James. Poi si perse nei suoi pensieri.
"Invece si." Fece l'altro, piccato. Peter fece scattare lo sguardo dal un all'altro, mentre Remus si appoggiava allo schienale e fissava attento la scena.
"Non esattamente. Bastava fare quattro passi per uscire da Grimmauld Place, quella notte. Ma era come se ognuno fosse una voragine" Disse Sirius. Non c'erano emozioni nella sua voce.
"Beh, l'hai fatto lo stesso" Lo lodò Remus, con un tono dolce nella voce.
"Non puoi ridurre così le azioni! Non è facile sapere cosa fare, non ti basta dire: perché posso" Rispose Sirius, scattando di nuovo a sedere composto e dardeggiando la stanza coi suoi occhi in tempesta.
"Già. Anche perché i tuoi perché posso possono essere la limitazione di qualcun altro" Rispose James. Non ci fu bisogno di ulteriori sguardi, scuse o spiegazioni, perché Lily comprendesse, con una punta di amore misto a risentimento, che James parlava di quel brutto pomeriggio al lago, dopo il GUFO di Difesa contro le Arti Oscure, due anni prima. Merlino, in due anni siamo cambiati così? Pensò Lily, lanciando occhiate sorprese a tutti i presenti.
"Beh, voglio fare qualcosa lo stesso" Esclamò Dorcas, finalmente risoluta.
"Continueremo a vederci?" Chiese, timidamente, Alice. Un moto di affetto dilagò nel cuore di Lily.
"Ovvio" Le disse, sorridendole. Alice rispose al suo sguardo. Forse non si faceva sentire spesso, ma le sue domande smovevano gli altri più di tutto il discorso in sé.
"Davvero?!" Fece Marlene, sorpresa e...spaventata?
"Già, perché no" Disse James, voltandosi a guardarla.
"E come?" Chiese la ragazza, arrossendo.
"Mettendo la testa fuori di casa e trovandoci in giro no?" Fece Sirius, scuotendo la testa con fare di disapprovazione.
"A Diagon Alley sta chiudendo tutto..." Mormorò Emmeline. Una nuova morsa di pura strinse le membra di Lily. Già, forse era troppo tardi...
"E allora andiamoci solo per far riaprire i negozi" Fece Sirius, come se fosse stato ovvio. Una serie di bocche aperte e occhi strabuzzati di catalizzò su di lui. James rise.
"Ecco, era questo che intendevo. La nostra vita cambierà, sta già cambiando, e non sol perché stiamo crescendo. Dobbiamo dare un segno a quei mostri là fuori che noi possiamo essere comunque ciò che vogliamo. Stiamo per uscire da scuola, con il titolo di un esame importante alle spalle. Andremo a festeggiarlo in barba a tutto e tutti, solo per dimostrare che i loro stupidi tentativi non servono a nulla" Un altro sguardo intercorse tra James e Lily, e lui le sorrise di nuovo, con quel ghigno di affetto e solidarietà che, ormai, riservava solo a lei. forse era troppo timorosa per poterlo amare, come poteva lui credere che fosse così facile?
"è pericoloso" Tremò Peter.
"Nessuno sta dicendo che sia semplice" Ribatté James, irremovibile.
"Forse è questo. Crescere. Sapersi battere per i propri diritti" Mormorò Remus. La speranza si riaccese nel cuore di Lily, forte come una fiaccola. Ecco perché quei quattro, anzi, l'intero gruppo del settimo anno, era straordinario, rifletté. La speranza è in ciò che facciamo, in chi ci spinge a essere coraggiosi e a fare un passo dopo l'altro. Con loro al mio fianco, sento che...potrei andare in capo al mondo e uscirne viva.
"Non funzionerà mai, a chi vuoi che importi?" Replicò, scettica, Emmeline.
"Se non ci proviamo nemmeno non lo sapremo mai però" disse Alice. James le allungò un palmo e lei gli batté il cinque, ridendo.
"Mi mancherà comunque il castello" Sospirò Dorcas.
"Non è un buon motivo per trasformarlo in un ricordo triste e nostalgico." Fece Remus.
"Non piangere perché è finita, ma gioisci perché c'è stato?" Chiese Sirius, facendo ridacchiare tutta la tavolata. Remus gli scoccò un'occhiataccia, poi fece un movimento con la bacchetta e mandò uno dei cuscini sui divani a spiaccicarsi sulla faccia del suo ragazzo.
"Esatto" Rise James.
"Mi manca già" Sussurrò Lily, che ora comprendeva anche quel vuoto all'altezza del cuore. Possibile che fosse già struggente nostalgia?
"Oh, tesoro vieni qui" Le disse lui, spostando la sedia e cingendole i fianchi con un braccio. Lily gli si appoggiò contro. Era così bello avere qualcuno pronto a preoccuparsi per te...ragionò, grata a quel pazzo del suo James.
"Hogwarts sarà nei nostri cuori per sempre. Perché, dopo aver passato una lezione di Trasfigurazione a compiangermi, mi sono reso conto di due cose" Disse, energico, scoccando occhiate accattivanti in giro.
"Non fare pause ad effetto, perché nessuno ti incoraggerà con sospiri sognanti. Nemmeno Lily, vero Lily?" Lo canzonò Sirius. James gli fece il dito medio e Lily rise.
"Accetto"
"Andate affanculo. Punto numero uno: Hogwarts è un castello. Può mancarci finché vogliamo, ma è un posto e rimane qui. Potremo andare a Hogsmeade tutte le volte che vorremo, e il castello rimarrà. Può mancarci, ma non è una perdita troppo grave. Punto numero due: amiamo questo posto per le persone e gli amici che ci abbiamo trovato. Non dimenticherò mai il primo viaggio sull'Hogwarts Express e gli amici che ci ho trovato. Hogwarts sarà sempre nel nostro cuore e negli occhi delle persone che abbiamo conosciuto fra le sue mura." Concluse, sorridendo.
"Stai bene?" Fece Remus, strabuzzando gli occhi. Una serie di sguardi ed esclamazioni preoccupate percorse la tavolata.
"Perché?" Chiese James, sorpreso.
"James sei sicuro di essere davvero tu?" Continuòl Remus, ora palesemente sarcastico. Lily scoppiò a ridere.
"Lily, non l'hai mai beccato a riflettere sul senso della vita alle due di notte, quindi non puoi fare commenti" Decretò Sirius, serio. Remus lo guardò con un'accesa accusa nello sguardo.
"Non parlarne come se tu non ti fossi unito con gioia alla discussione" Lo rimproverò. Risero di nuovo tutti insieme.
"Io volevo solo dormire" Fece Peter, sconsolato.
"Io volevo solo degli amici sani di mente...ma forse era chiedere troppo perfino di avere degli amici..." Completò Remus, sorridendo. Il parapiglia che seguì fu memorabile. James, Sirius scattarono all'unisono gridando frasi sconclusionate sulla stupidità di Remus e sulla sua vana convinzione di non meritare amore. Remus tentò di fuggire, ma Peter lo placcò in tempo e i quattro riuscirono, chissà come, a ribaltare il tavolo, mandando tutti a gambe all'aria. Lily rise fino alle lacrime, e il settimo anno andò a dormire con la triste convinzione che il mondo, per come lo conoscevano, stava cambiando, e la rinnovata gioia data dal fatto che, per lo meno, l'avrebbero affrontato insieme.

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