Era lunedì mattina, era passata una settimana dalla nottataccia di Remus e Lily, e la situazione non era ancora risolta. Lily e Remus si erano incontrati spesso in giro, avevano chiacchierato un po', c'era stato un nuovo pattugliamento senza particolari problemi, ma non avevano più affrontato argomenti come l'attacco a Piton o l'affettività di Remus, e il ragazzo era ancora a disagio. Oltretutto, non ne aveva ancora parlato con i suoi amici. Come poteva spiegare tutta la situazione, soprattutto senza far sentire Sirius in colpa e senza parlare a nessuno dei suoi sogni?
Sirius Orion Black, completamente ignaro delle pene del suo amico, anche se aveva notato un cambiamento nel suo umore, si svegliò alle 6.45 di mattina, ed era un fatto anomalo. Sirius si addormentava tardi e a fatica, poi dormiva di sasso fino alla tarda mattinata e i malandrini erano, costantemente, in ritardo a causa sua. Quella mattina, però, aveva degli impegni importanti, e NON POTEVA ESSERE IN RITARDO. Avrebbe spiegato dopo agli altri, ora doveva andare. Si mise già addosso l'uniforme e "prese gentilmente in prestito senza permesso" il mantello dell'invisibilità di James, glielo avrebbe reso dopo. Uscì dalla stanza e si fermò sulla porta, inspirando profondamente, non poteva fare cazzate.
Dieci minuti dopo era di fronte alla stanza dei trofei, ci aveva messo tanto, doveva fare attenzione a non farsi sentire. Era in anticipo, ma il tempo è prezioso quando puoi vedere una delle persone a cui tieni di più al mondo per mezz'ora alla settimana, solo a scuola. La porta si aprì, e una voce chiara, ma ancora infantile, sussurrò "Ehi, pazzoide?"
"Ciao, santerellino" Mormorò Sirius in risposta, entrando. Nascosto dietro alla porta c'era un ragazzino, 15 anni al massimo, ancora gracile, ma con un'espressione risoluta suo volto affilato. Aveva i capelli neri, corti e curati, le labbra sottili e due incredibili occhi grigi, come le nuvole nella tempesta. Sirius si tolse il mantello, lui e Regulus erano due facce della stessa medaglia. Si poteva riconoscere benissimo, in quella stanza all'alba, che erano fratelli. Avevano lo stesso profilo, lo stesso portamento e, soprattutto, lo stesso sguardo fiero negli occhi. Regulus era più giovane di Sirius ed era sempre stato il preferito in casa. Lui non faceva pasticci, non rispondeva male, non era polemico, non era ironico. Sapeva ascoltare Walburga Black senza contraddirla, non maltrattava mai nessuno, credeva nella nobile casata dei Black ed era la gioia dei genitori, a differenza del loro primogenito. Ma amava suo fratello.
Sirius non si era mai sentito a posto a casa, lui era quello diverso, con idee differenti, lui era un Grifondoro, non un Serpeverde. Sirius aveva fatto di tutto per mantenere il distacco, e aveva vissuto per anni sul filo di un coltello. Durante l'estate era scappato di casa, aveva abbandonato il fratellino, ed era andato a vivere dai Potter, a cui sarebbe stato grato a vita. Stava, comunque, tentando di non perdere l'ultimo legame con la sua famiglia. Erano incredibili visti assieme, così simili e diversi. La criniera di ricci di Sirius contro i capelli lisci e curati di Regulus; un uniforme sbarazzina, la camicia fuori dai pantaloni, in contrasto con l'impeccabile contegno di Reg. e due paia di occhi argentati persi gli uni negli altri. Sirius fece un paso avanti e abbracciò il suo fratellino, l'altro gli diede una pacca di ringraziamento, di rimando.
"Come stai?" era rarissimo udire un tono serio dalla sua voce, e Sirius lo sapeva bene, ma aveva così tanta paura, non osava immaginare cosa avrebbe dovuto passare il piccoletto se li avessero scoperti.
"Bene, tu?" il tono di Regulus era, se possibile, pure più affranto.
"Che dire, stiamo organizzando un attacco alla cucina che..." Provò a dire Sirius, per sdrammatizzare
"Sirius!" esclamò il fratellino, con un sorriso sollevato sulle labbra, così diverso dalle smorfie del fratello, eppure simile. Fu come se un peso fosse volato via dallo stomaco di Sirius. Ce ne era voluto di tempo, quasi un mese, prima che riuscisse a spiegarsi. Aveva inseguito Regulus per mesi, cacciato dalle cugine e da altri Serpeverde, e poi James, la parte migliore di lui, la sua salvezza, aveva proposto quegli incontri mattutini. Regulus aveva accettato, anche perché mandare Remus in avanscoperta assicurava una probabilità davvero alta di successo...ah, il suo Remus.
"Senti ragazzino, io non torno a Natale" Annunciò Sirius.
"Davvero?! Ti aspettavo per il cenone, lo sai che madre aveva già una buona idea per cucinarti? La deluderai!" Rispose Regulus, tentando di dissimulare la delusione.
"mmhhh era l'aspetto che speravo" Concluse Sirius, dispiaciuto dal tono del fratellino. Entrambi sapevano che non avrebbe potuto fare diversamente, nemmneo volendo.
Si guardarono e sorrisero. "Reg, scappa appena puoi" Era l'avvertimento che Sirius gli dava sempre, e puntualmente...
"Non posso, e lo sai...no Sirius, io non me ne andrò..." Regulus era, se possibile, più convinto che mai. Amava ancora la sua famiglia, dopotutto, e Sirius aveva imparato a non fargliene una colpa, non più di tento...
"Ma ti stanno già costringendo a fare cose che non ti vanno, e non mi dire che appoggi i mangiamorte!" Era Sirius Orion Black, avrebbe provato a salvarlo fino a che la morte non li avesse separati.
"No, ma...non cambierò idea, e tu lo sai" Disse Regulus, in tono conclusivo.
"Beh, non provarci era un'occasione sprecata" Si spiegò Sirius, ma lo sapevano già tutti e due.
Gli mancava da morire il piccoletto, era stata la sua unica gioia a Grimmauld Place, e stare lontano da lui era come sentirsi trafiggere da milioni di pugnali. Era ciò che sua madre sperava e aveva avuto.
"Senti, non abbiamo più molto tempo, non farti mettere i piedi in testa, e se arrivi al limite scrivimi, troverò il modo di fare qualcosa. Ti basta sopravvivere alle vacanze, poi ci rivedremo." Sirius, in realtà, non poteva fare molto, ma il suo tono rimaneva saldo come una roccia.
"Va bene, grazie. Tranquillo ce la farò..." cominciò Reguilus, alzando gli occhi al cielo.
"Lo so, sei più forte di quanto dai a vedere" Ammise Sirius, di malavoglia.
"Immagino che saremo costretti a vederci al ballo" Continuò il piccolo, sarcastico. Odiava ballare.
"Ci vai?" Chiese, sorpreso, Sirius.
"La sorella di Yaxley aveva bisogno di un accompagnatore...tu?" Domandò, stupito dal suo stesso tono di speranza.
"E chi potrebbe mai venirci con me?" Chiese Sirius, volutamente preoccupato.
"Oh, tutte le ragazze di tutti gli anni e anche di più. Ma non credo che ti interessino..." Lo provocò Regulus. Lo stile era, quasi, di famiglia, ma Sirius non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
Il piccoletto era anche l'unico a sapere del suo "piccolo problema maschile". Doveva ancora trovare un modo per dirlo a James. Non l'avrebbe mai escluso, ma non si sarebbe salvato dalle battutine e poi...non era mai stato bravo a parlare di sé, e James aveva già fatto tanto, troppo, per uno come lui.
Ridacchiarono ancora. Sirius stava trattenendo le lacrime con tutto sé stesso, come poteva perdere quella nota positiva, che l'aveva quasi salvato negli anni a "casa". Era incredibile come tutte le sue facciate crollassero al suolo con Regulus. Gli capitava anche con altre persone, Remus e James in primis, ma con il suo fratellino sparivano pure i veli di sarcasmo. Non sapeva che avrebbe fatto, se mai l'avesse perso, e temeva che sua madre, e i mangiamorte, riuscissero a portaglielo via. Per ora aveva solo 15 anni, aveva ancora tempo per vivere da ragazzino, forse non sarebbe successo proprio nulla, ma...Sirius aveva un brutto presentimento. Ci aveva messo mesi a parlargli, a fargli ritrovare la fiducia in lui, e non era sicuramente pronto a vedere infranto il suo ultimo legame con la nobile e antichissima casata dei Black. Sirius disprezzava i genitori, le cugine, a parte Meda, ma Andromeda era sempre stata particolare. Tutta la sua famiglia predicava la purezza del sangue, maltrattava gli inferiori e appoggiava le idee di quel potente mago oscuro che stava dando il via a una guerra. Sirius era diverso, era sé stesso e lo era sempre stato. Non contava più i castighi, i maltrattamenti, le violenze subite da bambino. Hogwarts era stato il suo raggio di luce, il suo punto di sfogo. Era stato più difficile per lui, che per gli altri, far cadere la facciata da bullo. Ora era esposto, messo a nudo davanti agli altri. Prima, dopotutto, lui era un Black, e bullizzare ragazzini era ciò che tutti si aspettavano da lui. Non che la sua coscienza fosse pulita, ma almeno aveva una valvola di sfogo contro il mondo. Quando James aveva chiuso, di netto, quel canale, aveva sentito morire parte di sé, una delle sue maschere. Chi era Sirius Black se non uno scappato di casa? Il pazzo? Come poteva cambiare? Ovviamente, Remus era riuscito a fargli capire che non era solo questo. Lui era capace di essere gentile, e il suo Lunastorta lo sapeva bene, dopo tutti quei pleniluni, passati l'uno a fianco all'altro nella Stamberga Strillante, aspettando che la luna sorgesse, calasse e facesse il suo corso. Sirus doveva a Remus molto di più, rispetto a quanto immaginasse. James era stato il suo primo amico, Remus il primo a fare breccia davvero nella barriera, e si erano sempre divisi equamente il suo cuore. Poi c'era Peter, il piccolo e dolce Peter, che, senza nemmeno accorgersene, dava ogni giorno delle piccole spinte all'autostima di Sirius. C'era sempre, pronto a dirgli:" Sai va bene, mi piace ciò che stai facendo" e contava, forse troppo, per tutti loro.
Quei tre e Regulus erano le persone più importanti che avesse, sarebbe morto per loro, pur di proteggerli.
Ma la cosa più bella di Regulus era che con lui non c'era bisogno di parlare. Spesso, quando abitavano ancora sotto lo stesso tetto, passavano interi pomeriggi in silenzio, l'uno accanto all'altro. Il grande che consolava il piccolo. Quello forte e quello diviso in due. Era un ragazzino teso, sballottolato da una parte e dall'altra, che faceva fatica a capire che fare del suo destino. Sirius sentiva anche che in lui c'era una forza, devastante, che quando avesse trovato lo spazio di venire fuori avrebbe cambiato la sua situazione. Ma per ora il piccoletto era ancora nelle mani di Walburga Black, e ciò lo faceva impazzire.
I due si allontanarono, si sorrisero un ultima volta. Sirius sparì sotto al mantello e Regulus sgusciò via dalla porta. Il sole ormai era sorto, Sirius doveva tornare indietro.
Nel frattempo, nel dormitorio del sesto anno sulla torre di Grifondoro, James Potter stava andando a cercare il suo amico. Si era svegliato poco dopo Sirius, all'alba come suo solito, e, dopo aver messo a posto la sua roba ed essersi vestito, si era reso conto che qualcosa non quadrava. Ormai da anni, lui era il primo a svegliarsi e la sveglia umana del loro Sirius. Non appena si era reso conto che il suo amico doveva essersi già alzato, si era fermato a riflettere. Non era da lui, quindi dove poteva essere andato? Poi si era ricordato: lunedì, Regulus. Aveva aspettato ancora un po' e poi si era deciso. Aveva sceso le scale e si stava dirigendo in Sala Grande, quando aveva notato un Serpeverde mingherlino che usciva da una classe vuota. Avrebbe scommesso qualunque cosa che Sirius si trovava ancora là dentro.
"Hey, Black, avvertire?" chiese entrando. Sirius non si vedeva da nessuna parte, ma probabilmente aveva addosso il mantello dell'invisibilità, tendeva a "prenderlo in prestito" troppo spesso, per i gusti di James. Come previsto, la sua voce si levò da uno degli angoli della stanza "'Giorno, Jaime"
"NON MI CHIAMO JAIME" sibilò James avvicinandosi alla fonte di quella beffa. "Dovresti saperlo ormai, no?" aggiunse allungando una mano e facendo crollare l'illusione. Si era ripreso il mantello, e Sirius era comparso dal nulla, col suo solito ghigno ridente sulle labbra. "Tutto bene?"
"Si, Regulus sta bene. Non vuole ancora andarsene, ma sta bene. Per Natale tornerà a..." Continuava a fargli male riferirsi a Grimmauld Place, aveva odiato tanto quel posto.
"all'Inferno" Completò James per lui. Faceva male vedere Sirius ridotto così, non era da lui. E allo stesso tempo, James ci si stava abituando, e ciò non gli andava bene, per nulla. I due si sorrisero e uscirono dalla stanza.
"Allora, James, che abbiamo di bello oggi?" Chiese, assonnato Sirius. Gli incontri all'alba continuavano a convincerlo che la mattina era fattta per dormire. E non per "essere produttivi" come il caro James Potter tentava di sostenere. Era come parlare al vento.
"Doppia ora di trasfigurazione, aspettiamocene delle belle" Sirius gli rivolse uno sguardo interrogativo. "Trasfigurazione umana, forse dirà qualche curiosità sugli animagus, chissà, ne vedremo cervamente delle belle" disse James compiaciuto.
"Non puoi averlo detto davvero, è una battuta da cani" Rispose Sirius sdegnato. I due continuarono a scherzare ed entrarono nella sala grande. Si sedettero a tavola per fare colazione, il cibo stava iniziando a comparire sulle lunghe tavolate, ancora semi-deserte. Pure i primi gufi scendevano dalle finestrelle in alto, sulle pareti, planavano sui tavoli e lasciavano ricadere le loro lettere. James e Sirius si sedettero e si servirono di gusto, aspettando Peter e Remus. Intanto, un grosso allocco della Lapponia sorvolava le tavolate e, non appena li scorse, si buttò in picchiata su di loro.
"Aramis, che si dice?" era il gufo di casa Lupin. Remus aveva passato un periodo in fissa coi poemi babbani, da lì il nome. Il rapace aveva imparato a riconoscere gli amici, e aspettava con loro il suo padrone.
"Ah, se non fosse Remus, gli direi che ha scelto un nome terribile per questo coso" Disse Sirius indicando il gufo. Tra l'allocco e Sirius c'erano anni d'odio e antipatia. Il primo anno, il giorno della loro conoscenza, il primo si era seduto in testa a Sirius, rovinandogli i capelli (sbaglio imperdonabile) e, poche ore dopo, l'altro gli aveva lanciato un libro addosso per sbaglio, fratturandogli un'ala. Sirius e Remus non si erano rivolti la parola per un mese.
"Fossi io scusa?" Gli fece il verso James.
"Ti riderei in faccia dandoti del cretino, ovviamente" declamò Sirius, alzando gli occhi al cielo. Sirius poteva sentire il cervello di James ronzare, stava pensando a qualcosa e non sapeva ancora che aspettarsi. Era davvero strano essere i soli al tavolo. James si voltò di scatto: Lily era entrata in Sala Grande.
"Ho i capelli a posto vero?" Bisbigliò questo a Sirius
"Certo che no, se tu avessi i capelli a posto io vivrei ancora a Grimmauld Place. HEY EVANS, TI UNISCI A NOI?" urlò, letteralmente dall' altro lato della sala. Lily, che stava leggendo, alzò di scatto lo sguardo dal libro e lo fissò su di loro, ma Sirius non ci fece caso, lui stava guardando James. Sembrava che qualcuno gli avesse dato una martellata in testa. Erano due settimane che James evitava Lily e cercava di non rovinare quel momento perfetto che era stato l'invito al ballo. Per Sirius era stato abbastanza. Era quasi esilarante vedere i sentimenti che si aggrovigliavano sul volto del suo amico, rabbia, gioia, euforia, paura. James era un caleidoscopio, ma Sirius sentiva che era la cosa giusta da fare. Lily, intanto, gli si era avvicinata.
"Buongiorno" Disse tranquilla, sedendosi di fronte a James. Il ragazzo la salutò di rimando, mentre James cercava di soffocarsi col porridge.
"Da quando voi due siete mattinieri?" Chiese lei incuriosita, servendosi di uova e bacon, e guardando interessata l'allocco, che non accennava ad andarsene.
"Oh, io non lo sono MAI, ma come al solito è colpa di Ramoso, potesse si sveglierebbe al canto del gallo, non è vero, caro?" Rispose Sirius sorridente e radioso, se ne prospettavano delle belle. Intanto, James gli stava mandando degli sguardi assassini, avesse potuto gli avrebbe tagliato la testa di netto.
"Oh, umph, si, tendo a svegliarmi, la mattina" Disse James, che stava arrossendo vigorosamente. Poteva fare coppietta con lo stemma di Grifondoro sul muro.
Lily sorrise. Sirius stava facendo di tutto per non perdersi la scena e per non esplodere in una risata., Adorava il suo James, da imbarazzato diventava ovvio ed esilarante.
"Allora Evans, che leggi di bello?" Le chiese per sviare il discorso e salvare Jaime.
"Non ti deve interessare, è per Lumacorno..." Disse lei evasiva.
"Incredibile, pretende pure che sappiamo leggere? Non ci credo! Come ha fatto a non aver ancora bocciato i Carrow?" Chiese serio Sirius, osservando attentamente il gruppetto di Serpeverde che entrava in sala. Regulus rideva, chissà se per suo fratello era davvero così difficile tenere la facciata. James sputò il succo di zucca dalle risate e Lily lo guardò sorpresa e divertita. Sirius si beccò un calcio sotto al tavolo.
"Come tuo solito, Black, non hai capito nulla, è per la ricerca di pozioni..." Continuò Lily, guardando comprensiva il Povero James Potter, impegnato a risistemare un po' il disastro e, se possibile, ancora più rosso.
"Non credo serva" Aggiunse Sirius. Oh, sì, ne poteva fare di belle e si sarebbe pure divertito da matti. James, probabilmente, poi lo avrebbe ucciso, ma ne sarebbe valsa la pena.
"Che intendi?" Gli disse lei, più confusa che davvero interessata.
"Beh, con tutta l'esperienza..." Cominciò a dire Sirius, ma venne interrotto da un potentissima gomitata nelle costole. James era sempre stato un pochino manesco, quando serviva. "Il carissimo Sirius intendeva dire che sono SEMPRE stato interessato TEORICAMENTE agli animagus" James era anche bravo a salvare la situazione. Anche se il migliore era sempre stato Remus, almeno sulle brevi conversazioni. Probabilmente stava ancora dormendo. Era così tenero mentre dormiva, tutto carino, coccoloso, capelli sparsi in giro e mani aggrappate alle coperte. Era ancora meglio quando non aveva incubi, ma capitava pochissime volte. Si lasciò trasportare dalla sua fantasia, senza curare più la coppietta, avviata a una qualche conversazione più divertente e coinvolgente. Aveva svolto il suo compito, finalmente James l'avrebbe ringraziato. Era ancora preoccupato da Regulus, che ora stava mangiando al tavolo di Serpeverde, con la Sala Grande si stava riempiendo, e pareva tranquillo. Era strano essere così diviso su una sola persona. In quel momento, un'altra persona entrò in Sala, come una furia, distraendo Sirius. Remus riusciva a catalizzare l'attenzione di Sirius su di sè, come nessun altro prima.
"VOI DUE" Urlò, appena arrivato al tavolo, livido di preoccupazione.
"Che si dice Lunastorta, dormito bene?" Chiese Sirius, lasciandosi distrarre per un attimo dallo sguardo nervoso di Remus. James era il cuore dei malandrini, ma Remus era la loro coscienza.
"Da quando ti alzi prima delle nove?" Gli chiese Remus, con il disappunto stampato in faccia. Solo lui poteva spaventarsi non trovando i suoi amici in camera. Doveva essersi alzato in frtta, aveva ancora il segno del cuscino sui capelli
"E dai, Lupin, non ti sarai spaventato" Gli rise accanto James. Sirius scambiò con lui un'occhiata divertita.
"Avrebbe anche fatto bene, conoscendovi..." Aggiunse Lily a sorpresa, facendo per alzarsi e lasciare il suo posto a Remus.
James si strozzò di nuovo, aveva la cattiva abitudine di ficcarsi un boccone in bocca SEMPRE al momento sbagliato. "Oh, ciao Lily, resta pure" Disse Remus, abbassando gli occhi al suolo. Da quando Remus Lupin si vergognava a parlare con Lily? Si conoscevano più di quanto James fosse pronto a sopportare, e Sirius lo sapeva bene, ma era strano da parte di Remus essere così a disagio. Chissà che era successo, cos'era quel non detto tra Lily e Remus che li stava logorando. Sirius era sempre stato bravo a leggere i sentimenti in faccia alle persone, a interpretarli un po' meno. Remus si sedette di fianco alla ragazza, di fronte a Sirius, e solo allora si rese conto di Aramis, che aspettava, ancora calmo, sul tavolo.
"Che succede?" chiese Remus mentre si sedeva. Il gufo gli lasciò cadere una lettera in grembo e si alzò in volo. Remus la aprì, affrettato, e la lesse con attenzione.
Iniziò subito a riassumerla per gli altri: "Sono i miei genitori. Dicono che stanno bene, che va bene se ci troviamo nelle vacanze, accettano l'idea di James e..." Remus si fermò e si concentrò di più nella lettura. Era una lettera lunga, chissà che era successo, si chiedeva Sirius. Era sempre stato curioso. Lasciò vagare di nuovo il suo sguardo per la sala. Nessuno avrebbe mai detto che Sirius Black, il pazzo, lo scappato di casa, adorava dare l'impressione di fregarsene del mondo, per poi sfruttare la libertà e osservare coloro a cui teneva. Lanciò un occhiata a James. Anche il suo amico si era reso conto delle stranezze di Remus, ma era molto occupato nel rivolgere occhiatine sognanti a Lily. Quasi con nonchalance, la controllava con la coda dell'occhio, era teso, ma solo chi lo conosceva bene avrebbe potuto dirlo, e continuava a scompigliarsi spudoratamente i capelli. Probabilmente erano il suo punto di forza. Lily era a disagio, ma era brava a dissimularlo, punto a suo favore. Aveva le labbra distese e sorridenti, ma strette, severe, allo stesso tempo. Sembrava star facendo del suo meglio per restare con loro, ed era strano da parte della ragazza che li aveva contrastati per anni. A meno che James Potter non stesse facendo breccia nel suo cuore. La sua curiosità per il contenuto della lettera era palpabile, ma lei faceva attenzione a non lasciarsi distrarre troppo. Ci teneva a Remus, altro punto a favore. Dopotutto, chi poteva non essere intenerito dal loro lupo? E in tutto questo, lei contribuiva al gioco di sguardi con James. Si sarebbero messi insieme per la fine dell'anno, Sirius ci avrebbe scommesso qualunque cosa.
E poi c'era Remus, ora era teso, doveva essere successo qualcosa. Sirius sperava con tutto sé stesso che non fosse un altro attacco, non avrebbe saputo tenere la calma. La luce del mattino entrava dalle finestre e si rifletteva negli occhi ambrati di Remus, rendendoli color del miele. Era sempre stato il peggiore a mascherare i suoi sentimenti, e la preoccupazione lo stava inondando, riflettendosi in ombre scure dentro ai suoi occhi chiari. Era così ingiusto, Remus non si rendeva nemmeno conto di essere così bello, nella sua semplicità, raro come l'oro.
Anche Peter arrivò in Sala, e fu zittito subito da un occhiata di Sirius, dopo gli avrebbero spiegato tutto. Prese posto alla destra di Remus.
"C'è stato un nuovo attacco" Annunciò Lunastorta, sollevando lo sguardo e incrociando quello di Sirius. Era come se tutti si fossero riscossi, gli tenevano gli occhi puntati addosso.
"Mio padre ha sentito una conversazione in ufficio...Gli auror sono allo stremo, dicono che Malocchio Moody non torni a casa nemmeno per dormire, vive al Ministero. Per papà è il motore dell'ufficio, dovrebbero smetterla di dargli del pazzo. Alla corte suprema Crouch ha incarcerato due nuovi presunti mangiamorte. La litigata che ne è seguita tra i due si è sentita in tutto il Ministero, serve più metodo, si stanno accanendo con degli innocenti...Nulla di nuovo ma..." Remus si interruppe "Hanno tentato di entrare in una casa di babbani e una strega del posto li ha protetti, nessun ferito, ma altri babbani potrebbero aver visto qualcosa" Il suo tono era più cupo che mai.
"Dov'è avvenuto l'attacco?" Chiese James con tono neutro e venato di tristezza.
"A Spinner's End nel..." Iniziò a dire Lupin, ma fu interrotto da un suono di porcellana infranta. Lily aveva fatto cadere una tazza, si era alzata in piedi di scatto e aveva una maschera di terrore sul volto. I quattro si voltarono a fissarla, ma prima che potessero dire qualcosa, lei intervenne "Remus, sai...qualcosa...dei nomi, io..." Stava diventando pallida come un cencio.
"Non è successo nulla a nessuno, la strega si chiama Eileen Prince, ma non..." Un ombra passò sul volto di Lily, che si voltò e corse via senza spiegazioni.
"Ma che diavolo..." Sembrava che qualcuno avesse spaccato un piatto in testa a James, stupito dalla reazione della ragazza.
"POTTER SEI STUPIDO O COSA" Esplose Remus. "Seguila no?" Mr Ovvio aveva parlato, e aveva assolutamente ragione.
James gli rivolse uno sguardo stupito e poi si decise, si alzò in piedi e le corse dietro.
"Dovremmo spargere in giro dei cartelli con i sottotitoli alle azioni altrui, almeno James capirebbe che fare, non trovate?" Disse Sirius sarcastico.
"Ti sembra il momento! Una ragazza ha rischiato di morire" Esclamò Remus in tono di rimprovero.
"Era da tuo padre?" Chiese, nel frattempo, Peter "Andrà tutto bene Remus..." Peter era sempre la spalla, quello che diceva cose ovvie, si, ma al momento giusto. Senza di lui, probabilmente, nessuno sarebbe stato capace di posare i piedi per terra e calmarsi.
"Grazie, ma...devo andare a rispondere" Si congedò Lupin, dirigendosi verso la porta. Era troppo scosso, c'era qualcosa che puzzava di marcio, e Sirius l'avrebbe scoperto a breve.
"Peter non ti dispiace se lo seguo vero?" Chiese Sirius, sentendosi un pochino in colpa, stavano per lasciare Peter di nuovo da solo.
"Figurati, recupero i vostri libri e vi aspetto con James in classe" Rispose lui, addentando, finalmente, la sua colazione.
Sirius gli diede una pacca di ringraziamento su una spalla e seguì Remus. Solo un attacco andato a buon fine non POTEVA averlo ridotto così a pezzi.

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I Malandrini & Co.
FanficL'anno scolastico 1976-1977 alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è appena cominciato, e i suoi studenti non possono che giurare solennemente di non avere buone intenzioni. Gli equilibri instabili nelle relazioni dei ragazzi hanno iniziato...