Riflessioni a lezione

815 47 2
                                    

James si svegliò, quella domenica mattina, con uno dei mal di testa più forti e assurdi che l'avessero mai afflitto. Levò il capo dalla spalla di Sirius, dove era collassato la sera prima, e il suo sguardo sperso incrociò due occhi color ambra, divertiti ed esasperati allo stesso tempo.
"Madonna santa, mi sento come se non avessi dormito affatto" Brontolò Sirus, riscuotendosi e scacciando Peter, che gli dormiva ancora addosso. James stava ancora guardando Remus negli occhi. Teoricamente, lui e Sirius avevano litigato. Non era sicuro di ricordare bene, ma presumeva che nessuno gli avesse spiegato i dettagli, la sera prima. Sirius balzò in piedi non appena vide Remus. Fece per parlare, ma Lunastorta lo aveva preceduto.
"Va bene, sto preparando la lettera. Sabato prossimo andiamo ad Hogsmeade...solo, non..." Sirius aveva iniziato a baciarlo prima che potesse finire la frase.
"Santo Godric, Black, non gli devi mica mangiare la faccia" Commentò James ridendo, mentre i due si dividevano e si guardavano negli occhi, sorridendo come ebeti.
"James-sono una testa di cazzo- Potter, sta zitto" Lo apostrofò Sirius, voltandosi a guardarlo.
"Hai fatto qualche casino?" Chiese Remus, con un sopracciglio alzato e un espressione di contrita esasperazione in volto.
"Ovvio che no..." Tentò, invano, James.
"È stato invitato a Hogsmeade da Marlene e ha accettato" Sirius, la spia fetente.
"JAMES!" Esclamò Remus, sorpreso, fissandolo negli occhi.
"Mi aiuterà a passare oltre..." Provò a dire James, facendo finta di essere un ragazzo vissuto e spigliato che vive le relazioni come distrazioni.
"Non ho parole" Commentò Remus. il suo sguardo stava sbriciolando tutte le certezze di James, che, quindi, si affrettò ad alzarsi.
"Nemmeno io, ma sento di avere bisogno di una doccia" Concluse Sirius, facendo per risalire in dormitorio.
"Nemmeno morto, il turno è mio" Esplose James.
"Ah, davvero?" Rispose Black sprezzante, iniziando a correre su per la scala a chiocciola.

***
Sirius afferrò James all'ultimo e lo placcò contro il muro, di fianco alla porta del bagno.
"Non ci pensare nemmeno" Lo minacciò, tenendolo stretto. L'aveva superato mentre salivano le scale e Sirius era riuscito a tenergli testa quasi per caso.
"Allora, tutto a posto con Luna?" Disse quello, noncurante, benché fosse spiaccicato contro un muro.
"Si" Rispose secco Sirius. Era felice, da morire, esplodeva di felicità da tutti i pori. Non era un appuntamento, perché avrebbero fatto in modo che non lo fosse, ma era comunque un passo avanti. E a piccoli passi si può conquistare il mondo.
"E?" Chiese ancora James.
"Lo avevo invitato a Hogsmeade e mi aveva detto di no, ma ora ha cambiato idea...e ha scritto la lettera per suo padre" Spiegò Sirius, breve, coinciso e fiero di sé. James si liberò dalla stretta e si voltò a fissarlo negli occhi
"PER SUO PADRE?" Urlò sorpreso. I suoi occhi nocciola riflettevano tutte le sue emozioni, e Sirius ci si perse, ricordando tutti i felici momenti in cui ci aveva visto risplendere solo la gioia dell'avventura.
"Si" Rispose Sirius, piuttosto compiaciuto.
"Grande Sirius, quasi non me lo aspettavo da te..." Commentò James, Sirius si accigliò e non capì. "Nel senso, tu sei sempre quello sconsiderato, che fa tutto all'ultimo, un po' pazzo, invece con Remus usi tutta la calma su questo mondo. Ti fa bene sai" Sirius si gonfiò di stupore e gioia per quel complimento, e colse l'espressione malandrina di James solo all'ultimo. Il bastardo si chiuse la porta del bagno alle spalle chiudendola a chiave.

***
La domenica passò tranquilla e indolore, e Lily non trovò il tempo di andare da Remus. Era sempre con i suoi amici, come un branco, e lei non poteva andare da lui. A parte il fatto che non poteva vedere James, figurarsi avvicinarlo, la sola idea di parlare con Remus vicino a Sirius, dopo l'imbarazzate danza sul tavolo, la terrorizzava. Ma solo lei sapeva fare figure del genere? Il lunedì, invece, fu piuttosto doloroso. Gli era stato assegnato una verifica di Astronomia per la settimana successiva. Marlene spese tutto il giorno a lamentarsi e Lily avrebbe tanto voluto appenderla per i piedi al cornicione della finestra. Tanto per farle provare il suo senso di sconforto e vuoto sotto ai piedi, come quello che provava lei alla sola idea che James si fosse rifatto una vita. Si sentiva stupida, impulsiva, e continuava a non capire. Durante un'ora di Difesa contro le arti oscure (la vecchia professoressa Bole non aveva ancora perso il posto come i quattro insegnanti che si erano succeduti nei loro sette anni ad Hogwarts. Bravissima nella parte pratica, noiosa come una lumaca nei momenti di teoria) particolarmente noiosa, ripercorse tutto il decorso della sua relazione con James. Si era innamorata di lui quella prima sera in Sala comune, a inizio sesto anno. Le aveva fatto voltare pagina con Severus e chi aveva parlato civilmente. Chissà cosa l'aveva aiutato a crescere così tanto in una sola estate... E poi i fantasmi, le risate nel progetto di pozioni... ma lei lo amava già. Il ballo, i baci, le lettera a Natale, tutti i ricordi erano lame gelate e lei ci si stava disperatamente ferendo. Poi le risate dei Malandrini ruppero la calma e un sospiro di Marlene la riportò alla realtà.
Si chiese come fosse stato possibile, come mai era stata così stupida da innamorarsi? E dire che Severus gliel'aveva detto... ma lui era sempre stato il più attento tra di loro. L'aveva amato, ne era certa. Se ne era resa conto ad amicizia finita, aveva fatto così male, quel tradimento, perché lei, da lui, si aspettava tutt'altro. Ce ne aveva messo di tempo a rendersi conto che il dolore e la nettezza del distacco erano stati causati proprio dal suo cuore infranto. Ed era stato James a rimetterla in piedi. E ora, senza Potter, a chi poteva appoggiarsi? A sé stessa, da sola. Petunia gliel'aveva sempre detto che sarebbe rimasta, inevitabilmente, sola. É proprio vero che la conoscenza apre gli occhi, rifletté ancora Lily. Ora che capiva di aver, in qualche modo, amato Severus, la perdita di James faceva ancora più male. Perché se Sev era stato un acqua chiara in cui specchiarsi e ritrovare sé stessa, James era stato un fuoco bruciante, un turbine di emozioni. E, se le cose non fossero andate come erano andate, lei non avrebbe saputo chi scegliere. Ma ora non le serviva nemmeno, chiedersi chi scegliere. Chi per ripicca, chi per orgoglio, li aveva persi. Si riscosse, con la netta sensazione di essere osservata, e si voltò. Lo smeraldo dei suoi occhi quasi si rifletté in quelli arancio miele di Remus. La guardava con fare interrogativo, con intelligenza e dispiacere. Lily si voltò nuovamente, in fretta. Aveva bisogno di parlare a qualcuno che la conoscesse, e che, soprattutto, conoscesse James. Ma la luna piena era giovedì notte e Remus era già pallido, innaturale, non poteva sopprimerlo con le sue ansie proprio in quel momento, proprio quando doveva essere lui ad avere bisogno di lei.
Fu, finalmente, estratta dal turbine dei suoi pensieri, dalle ultime frasi della professoressa:
"...quindi, anche se so che alcuni di voi li hanno già studiati con qualche altro professore, la prossima settimana inizieremo coi Patronus. Mi aspetto quel tema sui Dissennatori puntuale e dettagliato, arrivederci"
"Arrivederci" Grugnì la classe in risposta. I Patronus, rifletté Lily, come i due combinati suo e di James...ma non significava nulla, si obbligò a constatare, per poi seguire le sue amiche in Sala Comune.

I Malandrini & Co.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora