Da fratelli a sconosciuti...

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James incanalò tutte le sue forze nella corsa per raggiungere Sirius. Il suono basso e cadenzato emesso dal battere dei suoi piedi sull'acciottolato lo calmava e lo aiutava a non pensare. Lo aiutava a non avere paura. Perché James aveva paura di tutto: che accadesse davvero qualcosa a Sirius, che Remus stesse male, che qualcuno ferisse i suoi amici, ma, soprattutto, che qualcuno sfiorasse Lily. Faceva di tutto per convincersi che non l'amava, che lei era una stronza, che lo odiava e non meritava il suo amore. L'unico risultato era che lei gli mancava ancora di più.
Con un movimento agile si infilò nel varco aperto tra Lucius e Narcissa Malfoy. Sirius era di fronte a lui, e non lo poteva vedere, era ancora nascosto dal Mantello. James si posizionò alle sue spalle e gli parlò piano per non spaventarlo.
"Non sei solo, Black" Sirius sussultò.
"Se ti vedessi ti starei prendendo a pugni, cosa credete di fare?" Bisbigliò, poi, di rimando. Prestava molta attenzione ai suoi movimenti. Le sette persone attorno a lui non si erano nemmeno rese conto di ciò che stava accadendo. Parlottavano tra loro e stringevano il cerchio. Sempre di più e sempre più piano. Se fosse stato solo, l'ansia avrebbe vinto sui suoi sensi, ragionò James. Ma con Sirius...solo il coraggio rimaneva.
"Ti salviamo la vita, ovviamente" Rispose James, per poi giocarsi il tutto per tutto. Levò il Mantello con un solo movimento fluido e poi scagliò uno Stupeficium dritto davanti a lui. Prese solo di striscio Rodolphus Lestrange, che barcollò appoggiandosi a Bellatrix per reggersi in piedi. Non era molto ma era qualcosa. James afferrò il braccio di Sirius, fece per trascinarlo via sotto l'ala protettiva dell'effetto sorpresa, ma non trovò nulla dietro di sé. Si voltò di scatto. Sirius si era spostato davanti a sua madre.
"Credi ancora che io sia uno sciocco?" Le urlò, mentre lei parava tutti i suoi incantesimi.
Maledizione, Sirius, pensò James. Avevano perso l'attimo, e i Mangiamorte lo sapevano. Walburga Black scoppiò a ridere e con un movimento del polso rispedì Sirius al centro, addosso a James.
"Cosa credevi di fare?" Chiese quest'ultimo. Cercò di non farsi prendere dalla rabbia, dopotutto, Sirius stava perdendo la cosa più importante al mondo: suo fratello.
"Non lo so" Rispose l'amico. Aveva una furia animale negli occhi.  "Dopo, James, dopo. Non dovresti nemmeno essere qui"
"Incredibile, cuginetto, hai proprio ragione" Disse una voce fredda dietro di loro. Bellatrix. In un attimo, James aveva sguainato la bacchetta e le stava di fronte.
"Cosa credi di fare? Sei James Potter, non è vero?" disse quella con una luce di furbizia e malvagità negli occhi.
"Sinceramente, credo di dover porre fine a questa pagliacciata. Davvero gente, chi voi ha insegnato a vestirvi così male" Disse James beffardo. Sirius rise. Erano schiena contro schiena. "Esiste una scuola di moda per Mangiamorte?" continuò sulla cresta dell'onda. Aveva intravisto un bagliore argenteo dietro l'angolo. Bene, Lily e Remus ce la stavano facendo, almeno una cosa stava andando per il verso giusto.
"E chi ti ha detto che siamo tutti Mangiamorte?" Ribatté Bellatrix.
"Simpatico da parte tua, Lestrange. Vi ho procurato un esercito, ricordi?" Disse, con astio, un uomo che James non aveva notato. Non lo conosceva, ma gli metteva paura. Era alto, grande e grosso, con svariate cicatrici che gli ricoprivano il, volto.
"Zitto, Fenrir. Che vuoi che ce ne facciamo di un esercito di mostri"
I mangiamorte non andavano d'accordo tra loro? James diede una gomitata a Sirius. Uno sguardo bastò a capire che fare.
"Che genere di mostri? Sai Bella, sei sempre stata impetuosa, ma bisogna ragionare bene..." Cominciò Sirius, col suo solito tono canzonatorio.
"Giusto, Sirius. Cosa potremmo fare con un esercito di vampiri?" Continuò James. Era incredibile, con Sirius riusciva a sparare cazzate in ogni situazione, pensò. E poi, gli scherzi alleviavano la paura.
"Potter, draghi. Quanto sei stupido? Sono molto più forti" Battibeccò Sirius.
"Ma più incontrollabili" Protestò James, senza togliere lo sguardo dagli scuri occhi dello sconosciuto. Fenrir...ma era un nome o un cognome?
"Scommettiamo?" Chiese Sirius. Avrebbe perso, James lo conosceva troppo bene. Qualunque scommessa facessero, Sirius era una garanzia. Un sorrisetto rilassato gli sorse sul volto.
"Affare fatto. Mi scusi signor Fenrir, cosa crede che vincerebbe?" Concluse James. Quell'uomo era particolare, gli ricordava qualcosa...ma non avrebbe saputo dire cosa.
Bellatrix fumava di collera, le avevano tolto la parola, o almeno così James credeva. Sirius, al suo fianco, si irrigidì. Cosa stava andando storto? Si chiese James. Ah, beh. A parte tutto il mio piano...
"Un lupo mannaro, ovviamente" Rispose quello. Se avesse potuto, James gli avrebbe sputato in faccia. Ma che ne sapeva quel tipo losco di lupi mannari?
E poi Bellatrix rise.
"Davvero, Greyback, credevo che saresti stato utile ma non così tanto..." E fece un movimento con la bacchetta. Come una cupola, un incantesimo ricoprì la piazza e poi divenne trasparente. "Sapevo che eri stupido cuginetto, ma non fino al punto di non pensare di smaterializzarti...O forse è un tratto distintivo dei Grifondoro, non ricordo..."
James si insultò mentalmente. Che razza di salvatore era se non pensava a una cosa così semplice?
"Io sapevo che il tratto distintivo di Grifondoro era il coraggio. Che strano, l'hanno cambiato senza avvertire?" disse una voce alle spalle del cerchio di mangiamorte. Lily.
Bellatrix si voltò, sinceramente sorpresa.
E poi il mondo andò in pezzi. Qualcuno aveva scagliato uno Stupeficium contro Rodolphus Lestrange, che, finalmente, si era accasciato al suolo. Lily era subito saltata di fronte a Bellatrix. Quella ragazza sapeva essere timida e coraggiosa allo stesso tempo, e senza creare una contraddizione. Sirius era scattato di lato, a distrare sua madre e suo fratello e Remus si era fiondato in avanti, ad occupare Fenrir Greyback. A James rimanevano i Malfoy. L'importante non era la mischia, ma il tempo. Forse, se ne avessero preso abbastanza, tutti quei traditori sarebbero stati arrestati. Senza pensarci su nemmeno per un secondo, James si schierò contro la coppia. Lucius gli rise in faccia, ma James riuscì in fretta a distrarlo con un Avis ben piazzato. Uno stormo di uccellini inferociti lo avvolse, e solo un ostacolo lo separava dal correre a dare man forte a Sirius. Narcissa, che, però, era più pericolosa. Dopotutto, era nata Black, e James ne conosceva abbastanza da non sottovalutarla.
***
Lily e Remus si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi lei corse contro il cerchio di Mangiamorte per creare un diversivo e lasciare che Remus ribaltasse la situazione.
Bellatrix Lestrange la terrorizzava a morte, ma era anche l'anello che lei poteva rompere più facilmente. Era una donna testarda e intelligente, ma sarebbe bastato ferire il suo onore per farle perdere la testa. Bellatrix non si era lasciata scomporre e ora la stava fronteggiando. Lily non vedeva James, ma sentiva lui e Sirius urlare incantesimi o insulti, quindi erano vivi.
"Chi credi di essere, ragazzina?" Le chiese, con un ghigno che le ricordava pericolosamente quello di Sirius. Ma certo, era nata Black, e loro erano tutti strettamente imparentati.
"Lily Evans" Rispose, cercando di non tremare. L'altra la guardava come una iena, pronta a saltare sulla sua carcassa, ma Lily era brava a tenere duro.
"Una Sanguemarcio osa sfidarmi?" Chiese ancora l'altra, in tono pericoloso, iniziando a camminarle attorno. Sembrava quasi che ballassero, giravano in tondo senza smettere di guardarsi negli occhi. Lily era decisa a proteggersi e basta, a non cercare nemmeno di attaccare. Era una Grifondoro, sì, ma sapeva riconoscere un avversario al di fuori della sua portata.
"Questa Sanguemarcio oserebbe questo e altro" Dichiarò, sperando di sembrare forte quanto lei, e non solo una ragazzina sciocca e debole. Si drizzò e continuò a sfidarla con gli occhi. Bellatrix rise, sguaiatamente, per poi scagliarle un incantesimo contro.
Lily ebbe il tempo di deviarlo, ma non del tutto. Una spiacevole ferita le si aprì sul braccio...un sectusempra? Probabile. Voleva sfidarla con gli incantesimi del suo primo migliore amico?
"Forza ragazzina, ti direi di scomparire, ma vista la sfortuna avuta con...Sirius" Sputò il nome con un odio tale che Lily rabbrividì "Forse mi solleverebbe il morale giocare con te. Che ne dici di cantare un po'? CRUCIO"
Lily non riuscì a deviarlo. Il dolore di centinaia di coltelli roventi la scosse. Vedeva tutto nero, quasi non respirava. Si accasciò sul suolo, stava per gridare...quando udì la risata della Lestrange. Oh no, non avrebbe lasciato che i suoi piani andassero come dovevano. Si mise una mano in bocca e la morse per soffocare le urla, poi la pena svanì. Lily si rialzò in piedi. Aveva dei segni rossi sulla mano, e il dolore le schiariva le idee...e animava la furia. Scattò di lato e rotolò, fuori dal campo visivo della donna. Si alzò in piedi alle sue spalle, ancora barcollante, ma l'altra era stata veloce a voltarsi.
"Giochiamo a nascondino, bella rossa" rise ancora. Stavolta Lily schivò la maledizione. Non ce l'avrebbe fatta un'altra volta, lo sapeva. Una morsa di terrore le strinse lo stomaco all'idea di un'altra maledizione senza perdono... E poi una luce bianca invase l'area e un CRACK quasi le spezzò un timpano. Era salva?
***
Sirius corse verso la donna che per troppo tempo aveva chiamato madre. Una mischia stava infuriando, ma lui sapeva che Walburga era l'avversario più temibile. E conosceva già parte dei suoi punti deboli.
"Pare che tu non ce l'abbia ancora fatta, Madre. Vuoi uccidermi ora, o lasciare che sia lui a farlo? Come rito di iniziazione..." Gridò puntando un dito contro suo fratello, che quasi si nascondeva dietro alla madre. Walburga rise.
"E perché credi che ti voglia uccidere adesso? Prima dovrai passare tutte le pene dell'Inferno."
Sirius sapeva che quello era un insulto davvero squallido, ma rabbrividì comunque. Era stufo di quella vita. Che genere di figlio temeva la propria madre fino a quel punto? O che genere di madre?
"Sei il figlio peggiore che mi potesse capitare" Disse, forse nel tentativo di ferirlo. Mossa sbagliata, W, pensò Sirius.
"E allora non considerarmi più come tuo figlio. E tu non sei più mio fratello" Disse, ricreando lo sguardo più gelido che poteva, senza smettere di incalzare il suo fratellino. Voleva che parlasse, che ammettesse i suoi errori. E, soprattutto, voleva che scappasse con lui...
"Sei già scappato una volta, Sirius. Tutti hanno bisogno di una famiglia, e ne avevi una delle più rispettate" Disse Walburga, mettendosi davanti al suo secondogenito. O Regulus caro, ti nascondi dietro alle gonne della mamma? Pensò Sirius.
"Si, ma sai com'è, non sono intenzionato a pagarne il prezzo..."
Walburga provò a scagliargli una maledizione, ma Sirius era diventato abile e veloce. La schivò e rispose, senza mirare a lei. Regulus parò appena in tempo. Dannazione, non era capace nemmeno a vendicarsi da solo, pensò Sirius, in preda alla follia.
Le risate di Bellatrix fendevano l'aria, come gli insulti che sua madre gli stava rivolgendo, ma, all'improvviso, non era più importante. Regulus aveva alzato lo sguardo. E Sirius non poteva colpire il fratellino che aveva amato così a lungo e che ancora amava guardandolo così, dritto negli occhi.
"Perché...?" mormorò, ignorando il mondo intorno e parando appena la fattura che la madre gli aveva riservando.
Il tempo si fermò. Esistono istanti che durano ore, e quello, per Sirius, fu così. Regulus scosse la testa, mentre un ondata di gelo gli colmava lo sguardo. Poi, smise di guardarlo e disse: "Anche tu non sei più mio fratello"
Ma prima che Sirius potesse comprendere appieno e rielaborare il dolore in quelle frasi, un ondata bianca gli squarciò il campo visivo. E un CRACK gli segnalò che aveva perso il fratello che conosceva, per sempre.
***
Remus era riuscito a distrarre i Mangiamorte e a schiantarne uno, ma la mischia era scoppiata lo stesso. Era subito sceso in campo di fronte all'unico che pareva fuori posto. Era un uomo alto, con lunghi artigli al posto delle unghie. Remus non le aveva notate subito, ma quando le aveva viste gli avevano risvegliato una paura senza nome. Erano l'uno di fronte all'altro, ma uno sguardo brillante e furbo animava gli occhi del suo nemico. Occhi che Remus era certo di avere già visto.
"E così ci rincontriamo, Lupin" Disse quello. Aveva una voce roca, quasi un ruggito. E conosceva il suo nome.
"Come sai il mio nome" Chiese affrettato, sperando che trasparisse più la sorpresa della paura.
"Io non so il tuo nome, so quello di tuo padre, e devo dire che gli assomigli molto" Rispose quello, con un ghigno sulle labbra. Remus spalancò gli occhi. Perché un mangiamorte conosceva suo padre?
"Conosci mio padre..." ma perché lo sto a sentire? Si chiese poi. Potevano essere tutte bugie per distrarlo.
"Oh, il caro vecchio Lyall. Ha ancora i suoi ideali?" Chiese, ancora, l'uomo, senza smettere di fissare Remus. Era come se lo trapassasse con lo sguardo.
"Sul Bene e sul Male? Puoi starne certo" Rispose Remus, risoluto. Quell'uomo gli risvegliava una sensazione strana. Era come se il lupo dentro di lui lo riconoscesse in qualche modo, ma era impossibile...
"E tu in cosa rientri?" Remus non capì la domanda. Nel bene, ovviamente. Era suo padre, lo amava...
"Sai, Lupin. Di solito abbandono le mie creature, ma tu potresti essere promettente. Vieni con me" Remus non ci vide per un attimo, la bacchetta gli ricadde al fianco, mentre le parole del suo sfidante gli rimbombavano nel cervello. Una delle sue creature, ma allora...
"Oh, non lo sapevi, caro? Io sono Fenrir Grayback e ti ho donato tutto il tuo potere. Io ti ho morso"
No, non era possibile. Aveva sempre creduto che si fosse trattato di un povero sciocco che non si sapeva controllare, non di un vero e proprio mostro. Remus tremò e poi comprese il resto delle frasi. Quell'uomo insinuava che suo padre fosse coinvolto in qualche modo con dei lupi mannari?
"ma come? Il tuo paparino non ti ha raccontato tutta la storia?" Chiese ancora, beffardo.
"Zitto" Mormorò Remus, risollevandosi. Erano bugie, tutte bugie, decise. Quel tizio non sapeva nulla di suo padre.
"Come prego?" Disse, ridacchiando.
"ZITTO MOSTRO" urlò Remus, cercando di non soffermarsi sulle sue parole, ma era troppo tardi. Remus era sempre stato ferito dai dubbi, e ora la paura che suo padre fosse invischiato nella notte in cui era stato morso...
"Era ciò che diceva anche Lyall. Gli assomigli sai? Chissà se ha cambiato idea con te come speravo..." Disse, sornione, Grayback.
"Cosa?" Mormorò Remus, svuotato delle sue forze. Se quell'uomo avesse avuto ragione, allora suo padre avrebbe considerato i licantropi dei mostri...allora suo padre lo considerava un mostro. Il dolore lo invase. Cercava di non crederci, ma aveva troppo senso. Tutti gli sguardi e le parole che Remus, negli anni, aveva scambiato per pena...non erano altro che odio. Suo padre era disgustato da suo figlio...
Ma non ci fu tempo per altre spiegazioni. Remus e Fenrir erano i più lontani dalla mischia e Remus percepì nettamente l'arrivo degli auror. E così anche Fenrir, che si smaterializzò all'istante. Remus tentò di prenderlo, ma era troppo tardi. Alastor Moody si stagliava di fronte al gruppo di auror. Mormorò qualcosa che Remus non capì e poi una luce bianca li avvolse.
***
Sirius rinvenne dio scatto, al suono della voce riarsa di James, che lo scuoteva.
"Sto...sto bene" Sputacchiò, mettendosi a sedere tra le braccia del suo amico. I Mangiamorte erano svaniti.
"Oh, Sirius mi dispiace" Mormorò l'altro. Sirius scosse la testa e scacciò le lacrime. Il ricordo delle ultime parole che suo fratello gli aveva rivolto gli riverberava nel cervello come un gong. Ed era altrettanto stordente. Si guardò intorno. James e Peter erano al suo capezzale. Il ragazzo doveva essersi ritrasformato, ma Sirius l'aveva perso di vista nella mischia. Remus corse loro incontro. Pareva stralunato e stravolto, ma aveva appena smesso di confabulare strettamente con Alastor Moody. Probabilmente gli auror volevano sapere che era successo... Sinceramente, avrebbe voluto saperlo anche lui.
"Gente...ma che è successo?" Chiese Sirius, tentando, ancora una volta, di cacciare via quel groppo che gli gonfiava la gola.
"Moody mi ha detto che il nostro patronus è arrivato subito, ma che nessun auror, oltre a lui, credeva alle nostre informazioni. Poi, all'inizio della mischia, Peter si è smaterializzato al ministero e li ha chiamati. Ci hai messo un po', ma sei stato grande, Pete. Poi, sono venuti qui il prima possibile, ma Greyback li ha sentiti e tutti i Mangiamorte si sono smaterializzati." Spiegò Remus concitatamente, studiandolo con sguardo triste. No, Sirius non voleva compassione. Sapeva già da tempo di non avere più una famiglia, non doveva far poi così male, o sì?
E poi, Remus mandò all'aria tutte le sue maschere e le sue barriere. Come al solito, d'altronde...
"Oh, Sirius, stai bene? Per un attimo temevo...temevo che ti uccidessero" Gli bisbigliò sedendosi per terra di fronte a lui. Sirius volva rispondere a tono, magari ridendo, ma non appena aprì la bocca per parlare, il dolore della perdita fece uscire le parole sbagliate.
"Scusate, non dovevate...è tutta colpa mia...sono un mostro" e un singhiozzo represso lo scosse. O forse era stato James.
"BLACK SEI SCEMO? COSA HAI IN QUEL CERVELLO? PIGNE? COCOMERI? TU...TU" Prese, profondamente, fiato e ricominciò a scuoterlo "Tu sei mio fratello e non potresti mai essere un mostro"
"Cosa?" Mormorò Sirius, non aveva più la forza di urlare.
"James ha ragione. Siete fratelli...come fratelli. Non sarà mai come Regulus, ma Sirius, per favore, non sei solo. Parlaci, sii sincero. Per favore...E poi, capiamoci, da mostro a mostro, tu sei molto più sexy" Disse Remus, chinandosi di fronte a lui. Un ondata d'affetto e amore travolse Sirius, che la scacciò via subito. Erano quasi morti per lui, non voleva che accadesse mai più. Lui non se li meritava degli amici così.
"Siete dei cretini, io...voi...Non provateci mai più. Non vi permetterò mai più di fare una cazzata simile. Me la sarei sbrigata benissimo da solo. Regulus non è poi così importante" e mentre lo diceva, la vista gli si sfuocò. Ma non pianse. Oh, no, Sirius Orion Black non avrebbe pianto per una famiglia che, ormai, odiava.
"Ma ti senti quando parli? Lui è ancora tuo fratello" Disse, decisa, una voce dietro a Remus. I ragazzi si voltarono. Lily Evans stava in piedi dietro di loro. Aveva un braccio insanguinato e le ginocchia sbucciate, ma lo squadrava dall'alto in basso come se niente fosse. Sirius ricordava vagamente di averla vista combattere contro Bellatrix. Ci voleva coraggio e onore, certo...ma non l'avrebbe perdonata per lo sgarro fatto a James così facilmente.
"Evans, che ne sai..." Non ebbe il tempo di finire la frase, che lei gli ricadde a fianco e partì come un fiume in piena.
"Lui è, e sarà sempre, tuo fratello. E lo amerai, sempre e comunque, ed è giusto così. Tutto ciò che è successo oggi non è una pagliacciata da "mostro", come hai osato dire. Tu sei corso fin qui per una persona che ami e hai fatto il possibile. E ciò ti fa onore. Sirius, guardami negli occhi. So di aver detto cose orribili e che non merito di stare a fianco a voi quattro. Siete le persone più gentili e leali che io abbia mai visto, e me ne sono resa conto tardi. Sirius, non è colpa tua. E neppure di Regulus. Avete scelto due strade diverse. Tu non devi accettarlo e non devi fingere. Fa male, ti divide in due, ma devi trovare la forza di amarlo anche se lui non ama più te. Se no, morirai, un giorno, il più lontano possibile, con tutti i rimorsi delle tue azioni. Sirius, lui è tuo fratello, e tutto questo non dipende da te o da lui, ma dagli ideali in cui credete. Dio santo, non puoi biasimati per essere dalla parte dei tuoi amici. Fa male lasciarlo andare, ma devi, se no, ti tirerebbe sul fondo con lui. Hai tre persone meravigliose al tuo fianco, fidati di loro se non di me. E se ti chiedi perché parlo così, cosa ne so io di fratelli...Beh, di fratelli nulla, ma di sorelle sì. Mia sorella mi odia dal giorno in cui ho dimostrato di essere una strega, dal giorno in cui sono entrata ad Hogwarts. E io la amo, io morirei per lei. È mia sorella. Ormai, ci tolleriamo a stento e basta, ma io mi obbligo ad amarla. Perché qualunque cosa succeda e qualunque cosa lei creda di me, io sarò sempre sua sorella" Lily ansimava. Aveva parlato in frette e senza smetterle di guardarlo negli occhi. E lunghe, lente, grosse lacrime di dolore avevano iniziato a bagnare il volto di Sirius. Lei aveva centrato il nocciolo della questione e l'aveva smontato. Lui amava ancora Regulus. E gli mancava già da morire. Non l'avrebbe perdonato, ma lei aveva ragione. Lui l'avrebbe sempre amato.
"E sai un ultima cosa? Piangere fa bene, aiuta a sfogarsi, io...Non so perché voi maschi abbiate questa avversione per le lacrime. Non ti rendono debole, ma complesso. Sfogati e vedrai che starai meglio. Te lo dico per esperienza"
Sirius, incredibilmente, sorrise. E riuscì a scorgere i volti dei suoi amici attorno a lui. Peter pareva sconvolto, James sembrava perso a guardare Lily e Remus, il suo Remus, si era appena girato a guardarlo negli occhi.
"È vero, lasciatelo dire da me. Fa male avere tutto dentro. Non marcire per Regulus, Sirius. Vivi nella speranza che lui ritorni colui che amavi. Puoi odiarlo, ma non estirparlo dal tuo cuore. E piangere aiuta a sfogarsi. Ma ti prego, ti prego Sirius, non mi...ci lasciare, perché c'è gente che ti ama. Perché io ti amo e non posso perderti" Dopo un esitazione, Remus comprese cosa aveva detto, ma non ebbe tempo di tirarsi indietro o di vergognarsi, perché Sirius lo stava già baciando.
"Gente, prendetevi una stanza" disse James non appena si staccarono. Remus stava sprofondando nell'imbarazzo, ma aveva un'espressione risoluta. E Sirius lo amava, lo amava da morire.
"Va all'Inferno, Potter" disse, smettendo, finalmente, di piangere. Oddio, possibile che avessero sempre ragione? Si sentiva davvero meglio, più leggero. Ma forse era colpa del bacio...
"Sai è casa mia, ma tu devi venirci con me." Ridacchiò James, guardandolo negli occhi. Gli occhi erano sempre stati lo specchio dell'anima di James. E brillavano di paura. Lui rideva e bruciava per i suoi amici, per coloro che amava. Stava provando a farlo ridere senza preoccuparsi delle sue stesse pene.
"James..." Mormorò Sirius, incapace di ammettere che anche lui l'aveva sempre considerato come un fratello.
"Non scherzavo, tu sei mio fratello, almeno nel mio cuore" Continuò Potter. Togliendosi gli occhiali, scheggiati, e provando a pulirli.
James e Sirius si abbracciarono stretti. E i poveri occhiali piombarono a terra.
"E poi, Sirius, come faremmo senza di te?" Mormorò Peter. "Credo che avremo davvero bisogno di un tormentatore seriale in dormitorio, se no, ci annoieremmo."
I ragazzi risero e Sirius si ricompose un po'. Lily li guardò di sottecchi e si allontanò piano, scuotendo la testa. James si soffermò a guardarla un secondo più del dovuto, per rivolgere di nuovo tutta la sua attenzione a Sirius. Il ragazzo sapeva di essere fortunato ad avere amici così. Ci avrebbe messo mesi a tornare normale, almeno all'apparenza, ma in quel momento capì appieno che non era solo. E che aveva il dovere di lottare, almeno per loro.

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