Non sarò solo...

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Lily arrivò, con un ultimo doloroso scatto, sulla cima degli spalti del campo da Quidditch. C'era una marea di gente, da quando i Grifondoro erano così tanti? Si diede un'occhiata attorno, alla ricerca di un posto, ma era inutile, era arrivata in ritardo. Non che le importasse più di tanto della partita, ma era l'ultima di James, la sua occasione di vincere. Lei doveva esserci. Poi un braccio emerse dalla folla e prese a salutarla. Lily scivolò, a fatica, fra la ressa e si trovò a fianco a Remus.
"Com'è la situazione?" Chiese, scrutando il campo ancora vuoto.
"Tutto a posto, non so come possa andare la partita. Devono vincere con un buon vantaggio, almeno 200 punti, per vincere il campionato, oppure..." Spiegò Remus, trattenendo Peter dal volare addosso alla fina davanti.
"...Saranno secondi per il sesto anno di fila" Completò Lily, sospirando.
"Esatto... ed è da quando è entrato in squadra che James disidera vincere" Rispose Remus.
"Ce la faranno, volavano benissimo" Rise Peter, portando una ventata di felicità.
"Lo so, ma..." Tentò di ribattere Remus, ma fu Sirius a non dargli il tempo.
"ECCO GLI SFIDANTI: TASSOROSSO" Esplose la sua voce, dall'alto della tribuna degli insegnanti.
Era cominciata.
***

James si voltò all'ultimo, sulla porta degli spogliatoi, a guardare i suoi compagni.
"Bene, gente. Non ho nulla da dire, perché VINCEREMO" Gridò, mettendosi la scopa sottobraccio e allungando le mani. Ridacchiarono nervosamente, ma non mancarono di battergli il cinque.
"Potter" Gli fece Dorcas, fermandosi di fronte a lui. Erano gli ultimi due rimasti della squadra fenomenale che si era formata al terzo anno. Con Kingsley come Capitano. Gli mancava, sicuramente era stato meglio di lui.
"Meadows" Mormorò, sorridendo debolmente. Il cuore gli batteva d'ansia e di paura. Era la sua ultima occasione.
"è l'ultima partita...vedi di non farti ammazzare" Rise la ragazza.
"E tu vedi di fare un record di punti" La esortò James, scuotendo la testa.
"Sì, signor Capitano" James rise, ed uscì dallo spogliatoio.
la curva oro-vermiglia stava accogliendo con calore i suoi giocatori, e James non poté che sorridere, godendosi il caldo sole di maggio. Era l'ultima, dovevano dare il massimo.
"Allora, signore e signori, studenti, professori, unicorni e demonietti, vi rendete conto del fatto che è l'ultima partita che commenterò? La nostra cara insegnate di Trasfigurazione darà una festa, subito dopo, ma ecco i GRIFNDORO. TART, SMITH, JONES, FUDGE, FLETCHER...MEADOWS E POTTER. È la vostra ultima partita, ragazzi, la sentite la tensione?" Lo stadio gioì e James scosse il capo. Era la prima volta da sei anni che Sirius non lo prendeva in giro in qualche modo all'entrata in campo. Sorrise al capitano avversario e gli strinse la mano, poi si misero in posizione e si librarono in volo.
L'aria lo abbracciava e sferzava, incostante e inclemente. James era felice, era a casa. Dopo un cenno d'intesa col portiere, voltò la scopa e salì in verticale verso il cielo. Il sole era più potente che mai, né un bene né un male. sarebbe stato difficile per il portiere vedere bene la pluffa, dati i riverberi della luce, e per i cacciatori ricevere bene, col sole negli occhi. Ma per lui sarebbe stato semplice vedere il boccino, sfolgorante come la luce di un faro. Non doveva fare altro che prestare attenzione e scattare. La Cacciatrice avversaria gli fu addosso in un secondo, ma James non aveva intenzione di farsi distrarre, o di cadere in fallo.
Poi Tassorosso segnò.
Vedeva bene la partita, da lassù. Lo schieramento a volo d'anatra dei suoi era impeccabile, ma un bolide avversario riuscì a romperlo di nuovo.
"20 a zero per i Tassi, FORZA GRIFONIII" Sirius non stava disperando, ma a lui serviva un margine di cinquanta punti per prendere il boccino.
La Pluffa era di nuovo in possesso di Grifondoro, che, stavolta, non si fece distrarre da un bolide. E solo quando Dorcas fece passare la palla nell'anello centrale, in barba allo scarto a destra che aveva fatto spostare il portiere, James esultò.
Potevano farcela.
Riprese a scandagliare il terreno, non c'era traccia del Boccino. Iniziò a percorrere il campo dall'alto, con cerchi ampi e lenti. La Cercatrice studiava la zona opposta alla sua. Erano tesi come corde di violino. Un bolide salì a massima velocità e poi invertì per tornare al solo. Con una Finta all'Aria, Jackie aveva disarcionato un Cacciatore. Poi James si obbligò a non prestare più attenzione a partita e commento. Bastava un'occhiata ogni tanto per capire quando schizzare dal Boccino, ma ne mancavano ancora un po' di punti.
E poi lo vide, luccicante a terra, a centro campo. Erano ormai quaranta a venti per Grifondoro, ma il distacco non bastava ancora, e non poteva correre il rischio che l'altra Cercatrice lo notasse e vincesse, così James si buttò giù verso il lato opposto del campo. Come aveva sperato, lei gli andò dietro senza pensarci due volte.
Sirius urlava impazzito nel megafono, lo stadio si era calmato, tutti avevano il fiato sospeso, James fece una mezza curva per schivare il suolo e finse di doversi tendere per prendere il boccino. L'altra era alle sue spalle, quasi gli ansimava sul collo, ma non poteva ancora vedere che era tutta una finta. Si sentiva in ansia lo stesso, come se fosse davvero una picchiata per la vittoria. Passò vicino a Ollie, ferma con la pluffa in mano, e le lanciò un'occhiataccia. Fortunatamente lei capì. E segnò.
Lo stadio parve risvegliarsi, fra urla canti e fischi. I gialli neri erano ancora distratti, e Mike segnò il secondo goal di fila. James frenò all'improvviso, e l'altra lo superò. Fece un giro su sé stesso. Il Boccino era svanito. Sorrise, maligno, alla ragazza, e lei comprese con orrore la sua mossa. E così anche Sirius e i tifosi, un ondata di grida di giubilo gli sollevarono l'umore. Un goal, e non avrebbe dovuto fare altro che cercare il Boccino.
Era ancora troppo gongolante e sicuro di sé, questo fu il suo errore fatale, diede un'occhiata molle al campo sotto di lui, e non prestò attenzione ai lati. Vide distintamente il goal di Dorcas che segnava i 50 punti di distacco, levò un pugno in cielo e gridò. Poi si voltò ed ebbe solo una fugace immagine del disastro imminente. C'era un bolide che volava verso di lui ai 100 all'ora, e ormai era troppo vicino perché lui potesse riprendere il controllo della scopa e spostarsi.
Ci sono istanti che durano anni, e quello fu così. La paura dell'impatto immobilizzò completamente il Cercatore. E, in quell'istante, una mazza da battitore e il braccio che la reggeva entrarono a tutta velocità nella sua visuale. La mossa del suo miglior battitore mal raggiunse l'esito sperato. Fermò, si, il bolide, ma direttamente col suo braccio. Fu più lo schianto delle ossa rotte a risvegliare James, che l'urlo del suo proprietario. Lo prese al volo prima che cadesse e lo fermò sulla scopa. Poi voltò la sua, sventolò una mano per chiedere time-out e trascinò Jackie a terra.
La squadra fece campanello attorno al ferito. L'arbitro scosse la testa. Jackie doveva andare in infermeria. James inorridì e si colmò di senso di colpa, ma il ragazzino scosse il capo e sorrise.
Tornarono in volo. Non sapeva come, ma Jackie gli aveva infuso coraggio. Doveva vincere per lui. Scandagliò il terreno, leggermente ostacolato dal complesso gioco dei cacciatori, e poco attento alle difficoltà di Sarah nel controllare due bolidi contemporaneamente. Ma tutto ciò servì, perché dieci metri sotto di lui, in linea retta, stava l'oggetto dei suoi desideri.
Si buttò in picchiata, udì vagamente l'urlo dell'altra cercatrice che lo seguiva, ma, in due secondi netti, aveva già stretto la mano sulla pallina dorata e fredda e stava frenando con l'altra.
Alzò la mano al cielo, mostrando a tutti la sua preda e scoppiò a ridere.
Avevano vinto.
"ABBIAMO VINTOOO" Urlò Sirius, confermando le gioie di tutti i Grifondoro presenti.
La squadra collise col suo Cercatore, e si strinsero in un unico abbraccio. James si ficcò il boccino in tasca e si lasciò abbracciare.
Planarono a terra, ridendo increduli. E quello stato d'animo sospeso rimase fino a quando non gli fu consegnata la coppa in mano. Poi la tribuna rosso oro esplose del tutto. Fra urla e grida, gente che correva in campo, coriandoli dorati che volavano in cielo e scintille rosse ad animare la folla, James strinse un manico della coppa d'argento per mano, si calibrò sulla scopa con le gambe e tornò in aria.
"FORZA SQUADRA DI SACCHI DI PULCI DI TROLL, QUESTA è VOSTRA" Gridò, spensierato. Sarah aveva le lacrime agli occhi, Chris e Mike ridevano e cantavano a braccetto, Ollie gli volò incontro, ma la prima a raggiungerlo fu Dorcas.
"Grazie, Capitano" rise lei, James l'abbracciò di nuovo, poi tutti glia altri si aggiunsero. Poi i Grifondoro gli gridarono di tornare a terra. Risero tutti, e planarono in linea retta, mentre James scandagliava il terreno per l'ultima volta, ubriaco d'euforia. Scorse all'ultimo la massa di capelli vermigli che cercava e scattò verso di lei. piombò a terra, ancora con la coppa in mano, senza curarsi di dove mollava la scopa. Lily sorrideva radiosa, gli lanciò le braccia al collo e lo baciò. Un coro di fischi accolse quel bacio, ma loro non se ne curarono. E poi qualcuno si intromise. Dieci secondi dopo, i malandrini al completo e Lily erano abbracciati in una stretta indivisibile. Un'amicizia che, almeno così credevano, nessuno poteva corrodere.
***

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