Torti e bugie

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Mezz'ora dopo, Severus Piton aveva, finalmente, scalato tutta la coda di persone fuori dall'infermeria ed era stato curato con un po' di pus di Bobotubero, ma il suo umore era nero come i suoi capelli. Potter non poteva passarla liscia, non dopo ciò che gli aveva fatto.
Erano stati quattro mesi duri per il povero Serpeverde. Dopo il duello durante il Ballo d'Inverno, lui e Lily non si erano più parlati direttamente. E, quando aveva visto lei e Potter mano nella mano, qualche settimana dopo, si era sentito morire. Aveva provato e riprovato a convincersi che lei gli mancava come amica e che stava così male solo perché Potter, il bullo, sarebbe stata una cattiva scelta per lei. Quando li aveva visti baciarsi appassionatamente in Sala Studio, a metà febbraio, aveva compreso che quel sentimento d'odio caldo e di inadeguatezza non era altro se non gelosia. Lui amava Lily, la amava da sempre. Quel tizio viziato non la conosceva come lui e non se la meritava, lei era solo sua. Quello stupido coso non sapeva come viveva lei, come era bella e sconsolata mentre piangeva per qualcosa che quella pazza di sua sorella le aveva detto. Lui non poteva provare lo stesso affetto che scioglieva Severus da dentro. Lui non aveva bisogno che qualcuno lo amasse, aveva già troppe persone vicino, a partire da quei montati dei suoi amici. Severus e Lily si completavano a vicenda, almeno nella sua testa, e lui doveva fare qualcosa. Il problema era capire cosa fare. Non poteva attaccare direttamente Potter, o lei l'avrebbe odiato ancora di più. Così aveva iniziato a fare piccoli gesti, per lei. A passarle gli ingredienti di Pozioni, che lei irrimediabilmente dimenticava (Come poteva comprendere, quello stronzo di James Potter, tutto l'amore che inondava Severus, quando lei giocava coi suoi capelli di fuoco e gli mandava un sorrisino in ringraziamento?).
Molto, molto lentamente, stavano tornando conoscenti. Lui doveva darle tempo, e lo sapeva, la conosceva meglio di chiunque altro. E poi, un lampo di gioia aveva riempito le sue giornate. Per tutto il mese di marzo, lei e Potter erano stati visibilmente più freddi l'una verso l'altro, e se ci fosse stato qualche crepa tra loro, Severus non avrebbe dovuto fare altro che ingrandirla.
Poi, James gli aveva dato lo spunto perfetto, l'aveva colpito alle spalle. Severus sapeva quanto Lily odiasse gli scherzi beffardi. Gli bastava farle credere che Potter avesse esagerato, tirare fuori la storia del lupo mannaro e riempirla di dubbi che quello non le avrebbe risolto, troppo fedele ai suoi amichetti. E loro si sarebbero mollati. Lei sarebbe tornata in lacrime dall'unica persona che la capiva meglio di sé stessa, Severus.

***
Lily stava uscendo dal bagno al sesto piano, quando vide Severus Piton. Il ragazzo aveva la faccia ricoperta di un liquido verdastro che odorava dolorosamente come pus di Bobotubero. Lily si lambiccò cercando di ricordare a cosa servisse, ma non ne aveva la minima idea, e il suo vecchio amico aveva una brutta cera. Lily ebbe l'impulso di confortarlo e di andargli a parlare, come le accadeva sempre più spesso...poi si ricordò perché non poteva.
Era stato un mese strano, lei e James andavano di alti e bassi. C'erano stati giorni idilliaci nei quali si sentiva sciocca per i suoi dubbi e le sue paure, e giorni in cui non poteva fare altro che dubitare di lui.
Poi, Severus...l'aveva incrociato sempre più spesso e le sembrava smunto, solo...aveva quei pazzi dei suoi amici Serpeverde ma lei faceva fatica a vederlo così e a ignorarlo.
Lui era stato il suo primo vero amico, il primo a credere in lei, se non contava i suoi genitori. Era, incredibilmente, stato anche la sua prima cotta, a undici anni circa. Poi il mondo li aveva allontanati. Lei sapeva che lui aveva iniziato a frequentare i Mangiamorte perché erano persone interessanti, che parlavano di tutti gli argomenti, anche quelli proibiti. Poi, l'avevano invischiato nelle loro trame, e lui aveva dimenticato chi fosse...aveva dimenticato quanto Lily fosse fragile agli insulti. Era andato a scusarsi, ma per lei era stata una pugnalata alle spalle inaspettata. Spesso si ritrovava a pensare a quella situazione, a quel giorno, alle colpe di James, alle sue e a quelle di Severus. Ora erano diversi, molto, erano cresciuti e cambiati.
Lui, ultimamente, si era infilato sempre di più nei suoi pensieri. Tutte le volte che dubitava di James si ritrovava a pensare: Mi sentirei così se ci fosse ancora Severus?
E la risposta era sempre no. Però, poi, James si lasciava andare a qualcosa di così assolutamente buono e romantico, che lei non poteva non amarlo. E, allo stesso tempo, non poteva dirgli che lo amava.
I problemi con James erano causati dal fatto che lui non si fidava di lei, e questa cosa le pesava come un macigno. Aveva la netta sensazione che i Malandrini stessero facendo qualcosa di segreto, di illegale, e lui non faceva nulla per ovviare alle sue domande. Le risposte erano dei: "Prima o poi saprai..." o "Non posso dirtelo..." o "Lily ti amo, ma...".
E, quindi, la sua fiducia in lui si stava deteriorando, in fretta. Ormai, bastava una goccia a far traboccare il vaso.
Piton si fermò quando la vide, ma lei continuò a camminare veloce...dopotutto, non è amore se non si riesce a resistere nelle difficoltà...
"Lily, scusa so che non ho il diritto di parlarti, ma è importante" Le disse Sev, fermandola e piantando il suo sguardo in quello della ragazza.
Lily non si fidò subito, ma poi...quegli occhi erano due pozzi senza fondo di dolore. Lei sapeva tutto ciò che lui aveva passato. Aveva uno sguardo struggente, solo, un po' perso e dispiaciuto? Bene, poteva dispiacersi per lei finche voleva, lei non sarebbe mai tornata da chi l'aveva tradita. Lily distolse lo sguardo a fatica e drizzò la testa: "Severus, lasciami andare, ora. Hai ragione: non hai il diritto di parlarmi"
Lui parve abbattersi, incurvarsi e incupirsi. Lily si sentì così in colpa che...Quella era sempre stata una delle doti di Severus: sfruttare le emozioni a suo vantaggio. Lily doveva usare tutto il suo autocontrollo per non accarezzargli una spalla e chiedergli come stava. Poi ricordò tutto il dolore e il tradimento subito dall'insulto e le persone malefiche che lui chiamava amici. Poteva cadere il mondo, ma lei non sarebbe tornata da Severus Piton.
"Lily, ti prego. Mi dispiace sinceramente dirtelo, so quanto tieni a LUI" Severus sputò quel lui come fosse stato un insulto: James. Lily si sforzò di non pensare al bulletto quindicenne, ma al ragazzo dolce di cui si era innamorata. James stava dando il suo massimo, Severus l'aveva rifiutata. "Ma ti farà del male" Concluse il suo vecchio amico.
"Ah, ti prego, è sempre la solita solfa. Adesso sosterrai che ha provato ad ucciderti quella notte l'anno scorso, so che non è vero..." cantilenò Lily, per scacciare i suoi stessi dubbi dalla sua mente. Severus odiava James, avrebbe detto qualunque cosa per dividerli.
"Ah, sì? Te l'ha raccontata?" Lily arrossì e abbassò lo sguardo, giusto in tempo per non notare il trionfo negli occhi di Piton.
"No, ma..." la voce le morì in gola. In quei mesi aveva spesso cercato il momento per chiedere cosa James cosa fosse successo quella notte, ma non ci era mai riuscita.
"Non glielo hai mai chiesto, o si è sempre rifiutato di spiegarti?" Continuò, imperterrito, Severus, obbligandola a fissarlo. Lily sentiva tutto il peso dei dubbi e delle vocine malvagie nella sua testa. E se James le avesse mentito per tutto quel tempo? E se avesse voluto solo prenderla in giro.? Era impossibile, ma Severus pareva avere qualcosa da dire e Lily non poteva andarsene, era incollata al suo sguardo, a quegli occhi che tanto le erano stati amici e che aveva amato. Con un enorme sforzo di autocontrollo, scacciò i dubbi e le paure.
"Perché ti interessa? Non sono fatti tuoi. Una volta per tutte: esci dalla mia vita" disse decisa, ma aveva i piedi incollati al pavimento, non ce la faceva a dirgli addio per la terza volta.
"Lo farò, solo un ultima osservazione... se hai paura a fidarti di lui e non gli chiedi le cose per paura della risposta, beh, forse...le tue paure sono fondate" disse lui, sempre più tronfio. I suoi occhi brillavano e accendevano la curiosità di Lily, ma avevano già fatto quel discorso milioni di volte. Il fatto era che era decisamente più difficile ignorarlo, poiché le vocine dubbiose e infingarde nella testa di Lily le gridavano che lui aveva ragione.
"E che ne sai tu di ciò che temo io?" Rispose la ragazza, con l'ultimo briciolo di autocontrollo.
"Ti conosco da quando avevamo sei anni. Sei...Ti conoscerò sempre meglio di quanto possa fare lui..." Aveva un tono così pieno d'odio, di tradimento e di disperazione. Lily gli aveva voluto bene per tanto, troppo, tempo, non lo poteva abbandonare in quello stato, non ancora.
"Bene, perché io so di non conoscere più te. Sev, che è successo al bimbo che mi consolava sempre? Al ragazzo gentile e coraggioso che viveva in te? Perché hai lasciato che le Arti Oscure lo soffocassero?" era un tentativo misero e sciocco, un po' come Lily, ma lei riusciva a vedere sotto la superficie e sentiva che il suo amico, quello vero, esisteva ancora, era solo annegato un po' più in fondo. Non si possono spegnere i sentimenti. Per quanto lo biasimasse e non lo volesse più accanto, non lo poteva odiare.
"Almeno io non nascondo segreti, lui sì." Ed il tono del giovane Serpeverde era definitivo
"Oh, basta, me ne vado" tentò ancora Lily, ma i suoi muscoli non rispondevano.
"No, non te ne andrai. Perché sai che ho ragione. Dubiti di Potter per le sue sparizioni notturne? Per la sua capacità di comparire ovunque all'improvviso? Beh, se non dubiti di questo, sei certa di poter dubitare del suo "buon cuore""
Aveva un tono maligno, Lily non voleva fidarsi, ma aveva tanti di quei dubbi e di quelle domande che non riusciva a non credergli.
"Sev, non ho tempo per i tuoi giochetti, io..." ma non ce la faceva, non poteva mentire a quegli occhi d'ebano.
"Quel tuo carissimo James- sono cambiato- Potter mi ha appena attaccato in un corridoio, alle spalle. Che maturo, il ragazzo..." Lily provò un lampo di rabbia, ma perché James continuava a fare il bambino? A meno che Severus non avesse avuto, davvero ragione. Le nascondeva qualcosa di grosso su quella notte, e James aveva provato a "minacciarlo". Pareva troppo alle sue stesse orecchie, però non riusciva a non dubitare.
"Lui, io...sono sicura che stava scherzando..." Disse, senza riuscire a convincere nemmeno sé stessa.
"Ah, sì? Sono uscito ora dall'infermeria dopo mezz'ora di cure. Che bello scherzetto innocente..." Era ancora sarcastico, ma a Lily dispiaceva sinceramente per lui.
"Mi dispiace ma anche tu hai le tue colpe" Disse, per sviare l'attenzione e per prendersi del tempo per sé, per ricordare che James non era solo quello. Le persone sono umane, hanno tante sfaccettature, c'era ancora una minima speranza che Piton non avesse ragione.
"è colpa mia se ero piccolo e solo? Avevo solo te, ho solo te...e lui ti ha portava via..." Lily avrebbe voluto ribattere che lei se ne era andata da sola, ma poi Sverus lasciò la bomba "Fidati pure di quei quattro, ma quando ti porteranno sola alla Stamberga Strillante e dovrai salvarti con le tue mani dal mostro non ci sarà più nulla da fare" Il cervello di Lily andò in blackout. La Stamberga Strillante non era sigillata? O infestata? Non voleva credergli, non voleva, ma lui aveva ragione: si conoscevano meglio di chiunque altro al mondo, prima poteva aver mentito finche voleva, ma in quel momento stava venendo fuori la verità.
"Non ti sei salvato da solo, ti ha salvato James" Sussurrò lei, e lui si aggrappò alla sua indecisione come se fosse stata un ancora.
"Bene Lily, se sei tanto sicura del tuo James, chiedigli cos' è successo. Chiedigli perché il suo caro amico Sirius mi ha portato là, legato. Chiedigli perché nessuno ha mosso un dito per salvarmi..." Lily non ce la faceva più, aveva bisogno di risposte e della verità, ed era evidente che Severus voleva solo farla litigare con James. Lo avrebbe chiesto a lui, al suo bellissimo ragazzo, e le risposte sarebbero fioccate, ne era certa.
"Severus è una bugia" disse, ridandosi un contegno.
"Bene Lily, fai ciò che vuoi...ma non ti fidare Lo sostenevo allora e ne sono certo, ma ho giurato di non rivelare il suo nome: uno di loro è un lupo mannaro" Lily era esterrefatta, ma Severus aveva sostenuto la stessa cosa anche l'anno prima...e se avesse avuto ragione?
"Impossibile, Remus mi ha..." La voce le morì in gola, perché la Notte del Fantasmi c'era la luna piena, e loro erano spariti tutti insieme. Lily si sentì come se le avessero tolto il terreno da sotto ai piedi.
"Spariscono per la luna piena, io sono sparito con loro durante la luna piena. Ma Lily, se non ti fidi di me, chiedi al tuo caro Potter." Era ciò che avrebbe fatto, Lily avrebbe chiesto a James, una volta per tutte.  Se le risposte non fossero state soddisfacenti, allora Sev avrebbe avuto ragione.
E Severus scomparve oltre l'angolo del corridoio.
Lily si sentì così persa, abbandonata. Non avrebbe mai richiesto indietro il suo migliore amico, perché era cambiato, cresciuto e non era più colui che lei aveva amato, ma se non si poteva fidare di James, di Remus...
Proprio in quel momento, in tutto il suo splendore, James Potter sbucò in corridoio da un passaggio laterale. Si diresse alla finestra e guardò fuori, nella notte che avanzava sul giorno, fuori dalle finestre, e si passò una mano nei capelli. Una stretta calda sfiorò il cuore di Lily. Non lo voleva perdere, ma aveva bisogno di certezze. Così fece un respiro profondo e immaginò il suo cuore come un blocco di ghiaccio. Se avesse estratto l'amore dalla conversazione, allora sarebbe stata imparziale e avrebbe capito.
"James..." Gli disse, a mezza voce. Lui si voltò.
"Lily, tesoro, ti cercavo da metà serata. Hai visto come..." era così dolce, tutto occhi nocciola e sorrisi. Ma, poi, era pronto ad attaccare un ragazzo indifeso alle spalle.
"...hai ridotto Severus Piton? Sì e non ti fa onore"
James la guardò stupefatto.
"Lily era uno scherzo..." Aveva il suo solito tono noncurante, come faceva a non capire che male faceva agli altri quando non ragionava era un mistero.
"James ti rendi conto? La vita non è fatta solo di scherzi." Era una scusa, un illusione, Lily non sapeva come tirare in ballo l'incidente.
"Non sono solo scherzi. Sai quanti ragazzi, bambini, oggi hanno riso perché è stata una giornata leggera? Spensierata? Sta arrivando una guerra, bisogna godersi i pochi momenti che si hanno a disposizione" A Lily doleva il cuore, altro che una morsa di ghiaccio. James aveva ragione, ma le voci malvagie aizzate Da Severus non ne volevano sapere di andarsene.
"Scusa io...ti devo parlare" James impallidì.
"Che succede? Stai bene? La tua..." Pareva così sincero. Lily voleva credergli con tutta sé stessa, ma non poteva ancora.
"Che è successo la notte del 14 maggio l'anno scorso?" Lily aveva lanciato la domanda come un sasso in uno stagno, e James emanava tristezza e sensi di colpa come cerchi nell'acqua.
"È complicato" disse laconico. All'improvviso era chiuso, nascondeva davvero qualcosa?
"Spiegami, io sono qui." Disse lei, con la massima tranquillità di cui era capace, mentre i dubbi che aveva nella testa si ingigantivano e le urlavano di non fidarsi.
"So che ci sei ma...non posso, fidati di me" Lui si vergognava di qualcosa, si guardava i piedi. Incredibile, non voleva parlarle...
"Come posso fidarmi se tu non ti fidi di me" disse lei, acida.
"Lily è tutta un'altra storia, io..." Che altra storia poteva essere? Un'altra storia di come aveva attaccato un innocente?
"James sono solo scuse, parla." Disse, sempre più ferrea. Ma lui scosse la testa.
"No" Era perentorio, testardo. Altro che una morsa di ghiaccio, il cuore di Lily pulsava di calore, di rabbia e di tradimento.
"Ti prego, io...allora ha ragione, AVETE DAVVERO CERCATO DI UCCIDERLO?" sbottò Lily, terrorizzata e arrabbiata allo stesso tempo. Le lacrime premevano per uscire e irrorarle il volto, ma lei doveva essere forte. Lui le doveva delle risposte, subito.
Lily? Non so di cosa stai parlando..." Sinceramente? Stava sviando il discorso?
"OH, INVECE LO SAI BENE, TU...VOI...spiegami, James, ti prego...per favore." Ormai era una supplica, lei non voleva perderlo, ma lui non le stava dando scelta. Come poteva vivere con lui con il dubbio che avesse provato ad uccidere il suo migliore amico?
"Non dipende da me, non posso, non ho scelta." Ipocrita, tutto dipende da una scelta, e se lui non era in grado di farla, allora lei non era in grado di stargli accanto.
"Non chiamarmi amore, non sono il tuo amore, perché io non ti amo. E mai lo farò, Ho sperato per tutti questi mesi che fosse andata diversamente, che tu fossi cambiato. Invece sei ancora il bambino che crede che gli scherzi siano migliori della realtà" Gli disse, quasi singhiozzando. Anche lui sembrava distrutto, i suoi occhioni nocciola da cerbiatto erano lucidi e tristi.
"Lily che è successo? Chi...Pivellus ti ha raccontato" La rabbia invase Lily e scacciò la comprensione o la tristezza. James non aveva il diritto di insultare Piton. Lei lo aveva, ma lui no.
"No, almeno, in parte. Lui dice che..." Lily si stava arrampicando sugli specchi, e James sembrava più che turbato. Era terrorizzato a morte e rabbioso, come solo un colpevole può essere.
"E tu ti fidi più del ragazzo che ti ha insultato e abbandonato, che di me. Io ti amo e tu non mi credi." Questa era una pugnalata al cuore, e, al sentirlo, quello di Lily andò in mille pezzi.
"Stai rigirando la frittata, il discorso è un altro..." Disse, per trattenere le lacrime.
"Oh, no Lily. Il discorso è proprio questo. Sei una stronza ti ho dato tutto, tutto, in questi mesi e tu...tu mi abbandoni per credere a lui..." James balbettava e pareva sorpreso dalle sue stesse parole.
"MI STAI INSULTANDO?" Oh, no, Lily non avrebbe retto un altro ragazzo a insultarla, non dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per ricucire la ferita che Severus aveva aperto nella sua autostima. James Potter non sarebbe riuscito a farla sentire in colpa per qualcosa che non dipendeva da lei.
"NO, INSULTO CIÒ CHE LUI HA FATTO DI TE. SENTIAMO, CHE ALTRO HA DETTO? CHE HA DETTO DI REMUS..." James era stravolto. Ma Remus non c'entrava nulla, perché nominarlo?
"Remus non c'entra nulla, qui siamo io e te" Disse lei, con la rabbia che traspariva in ogni parola e silenzio.
"Non ti ha detto di Remus?" Chiese James, stupito, poi parve realizzare qualcosa.
"Cosa mi avrebbe dovuto dire?" Chiese Lily. Forse le avrebbe spiegato. Lei non poteva obbligarsi a non amarlo. Lo poteva allontanare e trovare pretesto per odiarlo, ma se c'era anche una sola speranza che le spiegasse, allora l'avrebbe colta e avrebbe accettato le sue scuse.
"Nulla" No, James non collaborava.
"LO STAI FACENDO DI NUOVO? Seriamente? Perché non ti fidi di me?" Chiese lei, con le guance, ormai, rigate dal pianto.
Perché tu non ti fidi di me? Siamo una coppia, non deve esserci un motivo..." Disse lui, tentando di avvicinarsi e asciugarle le guance, ma lei lo respinse. Perché la trattava ancora così? Aveva appena provato che non si fidava di lei, perché fingeva ancora di amarla?
"James, senza risposte non posso stare con te" sussurrò lei, mettendo tre passi buoni di distanza tra lei e il ragazzo, che pareva un cane bastonato.
"Bene, allora vattene. Corri dal tuo Pivellus e digli che se rivelerà, anche solo ad un'altra persona, anche solo parte di ciò che è successo, la pagherà cara." Questa era la prova definitiva, lui stava minacciando Piton, quindi lei non aveva più motivi per amarlo. Anche se il suo cuore ferito a morte non sembrava pensarla alla stessa maniera.
"James? È un ricatto? Allora avete davvero...tu..." Lily realizzò che lei lo avrebbe amato per sempre, ma che non poteva perché lui era un bugiardo. Doveva mettere su la maggiore distanza possibile tra loro "Ti odio James Potter, ti odio e ti disprezzo. Non farti più vivo con me."
Poi si voltò e corse via, su per le scale. Si nascose in uno stanzino e pianse fino a quando non ebbe prosciugato tutte le sue lacrime. Si sentiva pugnalata al cuore, e la colpa era anche di Piton. A mente fredda avrebbe riesaminato quel giorno e sarebbe giunta balla conclusione che non voleva spendersi per nessuno di quei due bugiardi. Perché era certa che entrambi le avevano nascosto qualcosa, e lei non ce la faceva più. Avrebbe tagliato i ponti con tutti, anche con Remus. Solo le sue amiche potevano curare le sue pene d'amore. Ma Lily amava ancora James, nessun professore avrebbe saputo nulla di ciò che era successo, non lo poteva tradire. Era troppo inverosimile. Avrebbe punito la sfiducia in lei, ma non i propositi di quel ragazzo che, in fondo, era tanto buono.

***
Al sentire di quelle parole, James capì che l'aveva persa. Si senti morire, svuotare da dentro. La vide andarsene, su per le scale. Al rallentatore. L'amore della sua vita l'odiava e la colpa era tutta di Severus Piton. Almeno, quel brutto scarafaggio schifoso non aveva tradito Remus. Lily pensava che il mostro fosse lui. James scoppiò a piangere e si lasciò cadere a terra con la schiena contro il muro.
Lily
Lo
Odiava.
E lui non poteva cambiare la situazione.
Nei pochi attimi di coscienza prima della metabolizzazione totale della perdita, giurò a sé stesso che i suoi amici, Remus in particolare, non avrebbero mai dovuto sapere che cosa era successo. O si sarebbero dati la colpa al posto suo, perché James, in fondo al suo cuore, sapeva che, quando succedevano quei casini, la colpa era sempre, immancabilmente, solo sua.

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