Allora Evans,
Come puoi notare, non sono bravo a iniziare le lettere (nemmeno a concluderle, ma sono particolari). Ci tenevo a salutarti, visto che a scuola non siamo riusciti a parlarci, e ti giuro che era tutto ciò che desideravo fare.
Sono stato davvero bene con te, al ballo, prima di iniziare a sparare cazzate sulle stelle e prima di salvare quell'ingrato di Sirius (che ora sta tentando di abbattere la porta di camera mia per controllare cosa sto facendo). Sei una persona fantastica, divertente e...boh, non so nemmeno che cosa dire, perché tu, tutte queste cose, le sai già. E poi, se ti va, potremmo vederci ancora (sono proprio Mr. banalità, siamo nella stessa scuola per nove mesi all'anno, ci rivedremo per forza, ma immagino che tu abbia capito cosa intendo).
Spero, sinceramente che tu ti sia trovata bene con me quanto io con te, improbabile. Ti auguro di passare un buon Natale.
Tuo, James
PS non so nemmeno perché, ma spero anche di rivederti combattere, eri bellissima (il premio per i complimenti originali di oggi va a... James Potter "il cretino") e vorrei anche avere un'altra occasione con te.
Ciao Potter,
Come si passano le vacanze nelle case dei maghi? Dal poco che ho capito, Sirius è da te, immagino non ci sia da annoiarsi. Volevo ringraziarti, di cuore, per la sera del ballo. Non credo di essermi mai sentita così tanto a mio agio con qualcuno in tutta la mia vita. Riesaminando quanto è successo ne ho concluso che con te non ci si annoia mai, ma non è la tua qualità migliore.
Non so neppure perché continuo a scrivere, tu ti starai divertendo da matti e io...scusa (si nota che non ci so proprio fare con le lettere, vero?). Spero di non averti disturbato, pensavo solo che, dopo il ballo, ci servisse parlarne un po'. Ma a scuola non c'è stato tempo...
Spero di rivederti presto (non solo in ambito scolastico, si intende).
Buon Natale, Lily
PS penso di averti rivalutato completamente, non so perché tu agissi da bullo, ma ora riesco a vedere che non lo sei.Queste due lettere furono inviate contemporaneamente la mattina del 25 dicembre 1976. I due destinatari furono sommersi da una gioia enorme nel leggerle e iniziarono a scriversi regolarmente, ma non sapevano ancora cosa stesse per succedere.
***
Remus era in mezzo alla strada e stava per morire di freddo. Come al solito, suo padre l'aveva fatto arrivare in anticipo, ma Remus era ancora troppo scosso per lamentarsi. Erano le sei di mattina, poteva solo immaginare il battibecco fra James e Sirius. Quest'ultimo era, sicuramente, la causa del loro ritardo. Era il 26 dicembre e i ragazzi avrebbero iniziato a controllare una cittadina nei pressi di Gloucester, dove era avvenuto un attacco un mese prima. Potevano guardare in giro, cercare prove sfuggite agli adulti e, soprattutto, fare congetture sulla prossima mossa dei seguaci del Signore Oscuro. Lord Voldemort era un pazzo, comparso da qualche parte in Albania, che predicava la purezza del sangue e, coi suoi seguaci, aveva dato inizio a una guerra contro al Ministero. Voleva che fossero sterminati i nati babbani, voleva che i babbani stessi diventassero schiavi dei maghi. Era un uomo orribile, ma un abile stratega, il Ministero da solo non riusciva più a contrastarlo. Il mondo magico stava piombando nel terrore, l'ultima guerra magica era stata contro Grindelwald e si era conclusa nel 1945, ora, nessuna sapeva che sarebbe successo. La paura dilagava, e ciò non faceva che accrescere il numero di seguaci al seguito di Voldemort. Pure gli auror brancolavano nel buio, anche se Malocchio Moody (a capo dell'ufficio auror al ministero) sembrava avere sempre un idea nuova, e funzionante, in testa.
I pazzi non mancavano neanche al ministero, c'erano stati tanti di quei processi ingiusti... ma Remus capiva bene la paura. Voldemort stava arrivando all'apice del suo potere, e i mangiamorte con lui. Il gruppetto esclusivo, elitario, purosangue e Serpeverde era nato ad Hogwarts, negli anni Quaranta del Novecento, e poi il club si era ingrandito e aveva prosperato nel tempo. I mangiamorte fuori da Hogwarts (come la famiglia Black, o i Lestrange, i Bulstrode) erano sostenitori di Voldemort, ma il Ministero non trovava prove per dimostrarlo, mentre quelli dentro ad Hogwarts avrebbero presto seguito la strada dei loro predecessori.
Tutti potevano fare la differenza, per questo motivo, il ministero aveva accettato che anche i ragazzi appena maggiorenni facessero la loro parte. Tra loro, solo Sirius aveva già compiuto 17 anni, quindi Remus e James avevano le mani legate, non potevano fare magie. Avrebbero fatto sopralluoghi in zone a rischio, cercando tracce, o meglio prove, della presenza dei mangiamorte. Erano nelle zone meno pericolose, però ciò aiutava l'ufficio auror. Erano sovraccarichi di lavoro, quindi lasciavano che i civili avessero questi compiti importanti, ma meno pericolosi, mentre loro studiavano la prossima mossa.
Il filone di pensieri di Remus fu interrotto da un CRACK e da una risata sghemba. Sirius e James erano arrivati.
"E dai, pa', non provare a ripetermi ciò che ci ha già detto SETTE VOLTE mamma. Attenzione, vigilanza, se succede qualcosa, Sirius ci invia un patronus. L'HO CAPITO E..." James che protestava, Remus sorrise, benvenuta normalità.
"No zitti, ENTRAMBI" Rispose la voce calma, profonda e sicura del Signor Potter. "verranno degli auror a trasferirvi tra una zona e l'altra. Fate attenzione" e poi si smaterializzò. Remus, intanto, aveva svoltato l'angolo, James e Sirius gli corsero incontro e lo abbracciarono, il freddo se ne era andato. Il sole era basso sull'orizzonte, la cittadina era piccola, in campagna, e la brina si stava sgelando sui campi ghiacciati, dando vita a una nebbia fine che sovrastava ogni cosa. Era quasi una scena pittoresca.
"Scusa il ritardo, davvero, è tutta colpa di Sirius" disse James, prendendoli a braccetto entrambi e trascinandoli verso il paese.
"Colpa, mia!" urlò Sirius, indignato. Fu subito zittito, mica potevano svegliare tutto il paese.
"Si tua, zuccone. È stato 20 minuti in bagno! VENTI. E sai perché? Per i suoi stupidi capelli!" Disse James. Quando il suo sguardo e quello di Remus si incrociarono, non riuscirono più a trattenere le risate. Sirius si sganciò dalla stretta e corse in avanti, offeso. Gli altri due gli risero dietro per mezza mattina. Chiacchierarono di molte cose, le lettere tra James e Lily (Sirius continuava a dare segni di insofferenza, arrivando a mimare tentativi di suicidio quando James proruppe nel sesto sospiro sognante). Parlarono del Natale, a loro era andato tutto bene. Ed era normale, dai Potter ci si sentiva sempre come i benvenuti, si era a casa. Sirius era preoccupato per suo fratello, ma gli altri due riuscirono a distrarlo. Remus raccontò qualcosa del suo pranzo nel terrore di un nuovo litigio, e i ragazzi passarono il resto del tempo raccogliendo i loro pensieri, e cercando di capire cosa potessero fare per aiutare il loro Lunastorta.
Almeno, fino a quando James non si fermò a fissare il muro di una casa. Era una catapecchia, sporca e semidistrutta. Sirius e Remus si scambiarono un'occhiata e si avvicinarono.
"Bello il muro, vero? Che ci hai visto d'interessante? Vuoi stamparci sopra una gigantografia di Lily?" Chiese Sirius ridacchiando. Remus rise con lui e poi, vide ciò che aveva attratto lo sguardo di James. Un piccolo e sibilante marchio nero si contorceva sul muro. Era il simbolo dei seguaci di Lord Voldemort, un teschio dalla cui bocca fuiriusciva un serpente. Quelli se lo tatuavano pure sull'avambraccio, per sentire quando il loro Signore li stava chiamando, come un mezzo di comunicazione. Che ci faceva su un muro? James fece segno a Sirius di stare zitto, ma anche il loro amico l'aveva visto. I tre si scambiarono un'occhiata. James fece per entrare, ma fu bloccato da Remus, il quale zittì anche Sirius con un segno della mano e li trascinò sul lato opposto della strada.
"Lunastorta, sei impazzito, là..." sussurrò Sirius, fissandolo negli occhi. Remus si prese un momento per studiare la sua espressione, decisa quanto sorpresa, e i suoi bellissimi occhi argentei.
"Là potrebbero esserci dei mangiamorte, potrebbe essere il covo di una creatura al seguito di Voldemort, potrebbe essere solo un magazzino o potrebbe non esserci nulla." Spiegò Remus, controllando nervosamente che nessuno li stesse guardando, ma le strade erano ancora vuote. Era il 26 dicembre, le famiglie babbane festeggiavano ancora, in casa. Faceva freddo e le nuvole si stavano addensando in cielo, a breve avrebbe nevicato.
"Una ragione in più per entrare a controllare" esclamò James. I due gli pestarono i piedi: erano in incognito! Non potevano fare casino.
"No, Ramoso, io e te siamo minorenni, solo Sirius potrebbe fare magie. Dobbiamo chiamare gli auror"
I due proruppero in una serie di proteste, stavano per riuscire a convincere Remus ad entrare lo stesso, quando James cambiò idea.
"Mi sono appena ricordato una cosa. Se gli auror ci beccano là dentro, senza averli avvertiti prima, poi potremmo essere creduti sostenitori dei mangiamorte, vero?" Chiese James. Remus annuì. Sirius esplose.
"Ma è ridicolo..."
"No Sirius è vero. I genitori di James e i miei hanno la responsabilità su di noi. I Potter sono impeccabili, ma io...Noi tre non siamo affidabili, lo dimostrano tutte le punizioni che abbiamo preso ad Hogwarts. Tutti vedono James come il nostro leader, chi darebbe ascolto a un minorenne? Quanto ci metteranno a scoprire che sono un lupo mannaro? Passerei automaticamente dalla parte del torto e lo sapete. E tu, Sirius? Tu sei un Black, è ingiusto, ma non ti crederanno." I tre discussero ancora un po'. Quanto gli mancava Peter, pensò Remus. In quelle situazioni lui riusciva sempre a mostrarsi spaventato e a convincere James, che, tanto, non era più sicuro di voler entrare. Alla fine, anche Sirius cadde, e di malavoglia, sussurrò: "Expecto patronum"
Un grande cane argenteo fuoriuscì dalla sua bacchetta. Sirius gli riferì il messaggio da portare agli auror e poi lo spedì al Ministero. Quello annuì e balzò via, in uno sbuffo di nebbia chiara.
"è così bello che i nostri patronus siano uguali al nostro Animagus" sorrise James, per sviare Sirius dalle sue idee malsane. Remus gliene era grato.
"bah, io lo odio" Rispose, pensando al lupo che fuoriusciva dalla sua bacchetta. Mannaro una volta, mannaro per sempre.
"Dai Remus., in una qualche tribù americana il lupo è simbolo di saggezza" affermò Sirius, per sollevargli il morale. Inutile.
"Nella maggior parte delle fiabe è il mostro" Spiegò Remus, intristito. Uffa, doveva smettere di pensarci. Per il 7 avrebbero avuto un piano...
In quel momento, un altro CRACK lo distrasse, e, nel campo retrostante, comparve un uomo. Era ancora piuttosto giovane, ma i segni della battaglie combattute negli anni si notavano. Aveva il volto pieno di cicatrici, due, intelligenti, occhi castani. I suoi capelli scuri si muovevano come una criniera, nel vento. Indossava un lungo cappotto scuro e camminava a passi pesanti nel campo, avvicinandosi ai ragazzi. Aveva le mani in tasca e lo sguardo fiero, ma non tranquillo. Era sull'attenti, come un segugio pronto a fiutare la preda. Alastor Moody era sempre sospettoso, e i genitori di Remus lo conoscevano da tanto tempo. Remus non si era mai sentito a suo agio con lui, ma sentiva, e sapeva, che dietro quella facciata c'era una brava persona.
"Allora, voi tre dovete essere Potter, Lupin e Black, non è vero?" Chiese, guardandoli dritti negli occhi. Remus rabbrividì, ma Sirius rispose spavaldo.
"Piacere di conoscerla signor Moody, io sono..."
"Sirius Balck, colui che riuscì a fuggire vivo da Walburga Black. Si le assomigli..." Disse quello, severo e tagliente, spostando poi il suo sguardo su James.
"E tu devi essere James Potter. Hai lo stesso naso di Fleamont e lo sguardo indomito di tua madre" Disse Moody, come se lo stesse scannerizzando, e infine passò a Remus.
"Ho visto tuo padre in ufficio, gli ho promesso che sarei venuto personalmente a controllare, qualora voi aveste mandato un messaggio. Non sembrate troppo stupidi, che avete trovato?" Chiese, guardandolo come se potesse oltrepassarlo e leggergli nel pensiero, ma, a dir la verità, Remus si era abituato a questi "attacchi".
"James ha visto il Marchio Nero inciso sul muro, laggiù" Rispose Remus, indicando la catapecchia. "Volevamo entrare, ma siamo minorenni..."
"E poi, se ci avessero beccati, io sarei passato dalla parte del torto seduta stante" Aggiunse Sirius, sprezzante. Moody gli rivolse un'altra occhiata enigmatica.
"Bene, fuori le bacchette. Mi hanno detto che non siete malaccio in Trasfigurazione, e nemmeno in Difesa Contro le Arti Oscure. Potrebbe essere un covo di mangiamorte, o un magazzino. Tu..." Esclamò, sempre puntato su Sirius "Andrai per primo e dovrai mettere su un bluff convincente, mai ci fosse qualche mangiamorte. Io sarò dietro di te, non sarai solo. Voi due sarete disillusi, così..."
"Non sarebbe meglio se noi potessimo renderci invisibili, ma non ai nostri stessi occhi?" Chiese James, con quel ghigno furbo in faccia che significava solo: Ho un piano.
"Senti ragazzo, a meno che tu non abbia un Mantello dell'Invisibilità..."
"E io ce l'ho" Disse, sicuro, James.
"PERCHÈ NON L'HAI DETTO SUBITO?" Gli urlò contro Sirius. "Potevamo entrare e..."
"Farci ammazzare o arrestare, si bella idea." Concluse James.
"Signor Moody, credo che lei dovrebbe nascondersi qui sotto, mai ci fosse qualcuno. Io e Remus possiamo disilluderci, ma siamo minorenni, quindi..."
"Al diavolo la traccia, siete con me. Siete più intelligenti di quanto diate a vedere." Disse, definitivo, Moody. Fece un incantesimo su James e Remus, che divennero come dei camaleonti, capaci di fondersi col paesaggio, poi fece cenno a Sirius di entrare e, infine, scomparve sotto al mantello.
Remus aveva il cuore in gola. Non aveva paura per sé, ma Sirius era davanti...da solo...capace di fare qualsiasi cazzata. Sentì che qualcosa gli sfiorava la mano. James lo teneva stretto, e Remus sapeva che, se avesse potuto vederlo, lui gli avrebbe rivolto un'occhiata tranquillizzante. James era tranquillo, si fidava e sembrava credere che, al loro Sirius, non sarebbe successo nulla di male. Nel momento in cui Sirius aprì la porta della capanna, una voce da dentro disse: "Chi va là?"

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I Malandrini & Co.
FanfictionL'anno scolastico 1976-1977 alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è appena cominciato, e i suoi studenti non possono che giurare solennemente di non avere buone intenzioni. Gli equilibri instabili nelle relazioni dei ragazzi hanno iniziato...