Esplosioni fortuite

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Settembre passò a una velocità incredibile, tanto che ai ragazzi non sembrava vero. James sopravvisse alle ronde con Lily. Avevano creato una specie di tacito patto, secondo il quale nelle ronde si comportavano come persone normali. Con molta difficoltà da parte di entrambi, intavolavano conversazioni come se nulla fosse, mentre Lily poneva tutte le domande su Remus e sulle lune piene che non osava fare al licantropo in persona. Era come entrare in un mondo a parte, in cui non importava se si erano lasciati, potevano, comunque, essere amici. E ci erano riusciti così bene da essersi autoconvinti di non essere mai stati nulla di più, di non essersi mai amati. Remus scuoteva la testa in silenzio tutte le volte che sentiva le teorie di James. Sirius, direttamente, ignorava la questione. Remus desiderava con tutto sé stesso che Sirius convincesse James di quanto male si stava facendo, ma il giovane Black era convinto che fosse meglio così. Internamente, non aveva ancora digerito il fatto che Lily l'avesse visto a Grimmauld Place. Non l'aveva ancora detto a nessuno, ma quando si era reso conto delle condizioni pietose in cui lei, un'estranea, l'aveva visto e confortato...non ci voleva nemmeno pensare tanta era la vergogna. Intanto, tutti e quattro arrancavano coi compiti. Peter si era dimostrato particolarmente capace in Erbologia e aveva dato ripetizioni a tutti, in una gloriosa settimana, prima dei primi test. Trasfigurazione aveva mandato in tilt tutto il settimo anno, a parte James, e Remus era ormai sommerso dalle richieste di copiature e rifiniture in compiti e verifiche da parte dei suoi amici. La scuola era partita a spron battuto e, finalmente, i quattro si erano abituati ai ritmi incessanti del loro ultimo anno. Peter aveva ricominciato a mangiarsi le unghie, tanta era l'ansia che i professori stavano lanciando loro addosso parlando degli esami. Sirius rideva, sinceramente indifferente, e James, terrorizzato a morte, faceva finta di essere sicuro come l'altro. Remus faceva almeno una sfuriata quotidiana sull'importanza della costanza, e gli altri tre lo ignoravano, come era sempre stato normale. Lily stava, pian piano, riuscendo a estorcere a Remus anche gli ultimi segreti, ma non sapeva ancora del litigio con Lyall Lupin, Remus non ce la faceva ancora a raccontarlo a parole. Così come non era ancora riuscito a scrivere a casa. Gli erano arrivate milioni di lettere, bagnate spesso dalle lacrime di sua madre, e lui aveva risposto solo a lei, solo per non farla stare in pensiero. Suo padre non meritava quella fortuna. Prima che se ne rendessero conto appieno, era arrivato il 28 settembre, e con lui la luna piena.
Remus si svegliò con un mal di testa martellante.
"Buongiorno, Remmie Rem, come stai?" Gli chiese Sirius, aiutandolo a mettersi in piedi.
"Bene" Mentì Remus, obbligando le sue gambe a non mollarlo per terra.
"Bugiardo, ti portiamo in infermeria" Affermò James. E dopo dieci minuti di alte discussioni, Remus fu vestito, lavato e trascinato giù dalle scale dai suoi tre zelanti amici. Si salutarono davanti alla porta dell'infermeria, con Madame Pomfrey che li ringraziava, mai era successo nei sei anni precedenti. Preoccupati per il loro amico, i quattro se ne andarono a lezione. La strada per i sotterranei non gli era mai sembrata più lugubre. Perfino Sirius era in silenzio, preoccupato per Remus. I tre si sedettero ai loro soliti banchi di fondo classe, per nulla pronti alla giornata scolastica in procinto di cominciare. Lumacorno iniziò a dividerli, dovevano preparare a coppie una qualche pozione della quale James non aveva capito nemmeno il nome, ma che sarebbe stata fondamentale agli esami. Così Lily lo colse completamente di sorpresa sedendoglisi a fianco. James la guardò come un baccalà per due minuti buoni, prima che lei si decidesse a parlare.
"Forza, Potter, svegliati. Dobbiamo studiare qualcosa per stasera" disse lei, leggermente irritata, sistemandosi i capelli sfuggenti e sciolti dietro alle orecchie.
"Stasera?" disse James, sentendosi un po' tardo.
"Certo! Remus ha bisogno dei suoi amici no? È in infermeria?" Chiese Lily, preoccupata, e James si ricordò delle ronde. Era mercoledì, quella notte lui avrebbe dovuto essere con Lily, non con Remus. gli si spezzò in due il cuore, ma la ragazza lo guardava divertita. Che avesse avuto un'idea?
"Si" Rispose James, con un po' di ritardo incredulo.
"Perfetto, la mia idea è questa..." E Lily iniziò a spiegargli uno dei piani migliori che James avesse mai sentito.

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