<Mamma... mamma... dove sei? Mamma...>
Nessuna risposta.
<Izuku! Stai giù!>
Alcuni ricordi riaffiorano alla mente, vedo case e palazzi bruciare, alzo gli occhi al cielo color cremisi e sento il vento graffiarmi il viso, come a chiedermi di andarmene. L'unica cosa che sento, sono urla... pianti strozzati e grida strazianti attraversano l'aria invernale, ormai irrespirabile e ricolma di sangue ... e...e...
Prima che io riesca a ricordare altro, un suono fastidioso comincia a martellarmi le meningi, svegliandomi di soprassalto dal mio sonno e interrompendo il sogno o, per meglio dire, incubo che stavo facendo.
<...zuku... Izuku... Izuku!>
Apro gli occhi di soprassalto, un raggio di sottile luce mattutina, penetra attraverso la persiana semi chiusa, ricordandomi dove mi trovo: sono in camera mia, anzi, nostra, visto che ho un compagno di stanza.
Il pesante orologio in metallo continua a trillare incessantemente, procurandomi un accenno d'emicrania. Allungo una mano tremolante per il freddo e lo spengo, tirando un lungo sospiro.
<Hey, ben svegliato principino!> mi schernisce lui, con la sua solita voce pimpante, tirandomi il suo cuscino dritto in faccia.
<Ehy! Mi sono appena svegliato Denki... che hai da essere così allegro di prima mattina?> gli rispondo io, alquanto irritato da questo suo gesto.
<Ma come Izu... non ti ricordi? Oggi è il tuo diciassettesimo compleanno! Dovresti essere contento, dato che da oggi potrai uscire dall'istituto! Sai, il nostro insegnante ha detto che è pieno di creature strane... per esempio, potresti incontrare una lucertola, o un lupo... oppure un bel micio! > risponde lui, alzando le mani ai lati del viso e mimando un gattino.
<E quelle sarebbero creature bizzarre?>
<No, ma sono impossibili da trovare all'interno dell'istituto, quindi sono rare!>
<Non riesco comunque a capire come mai sei così contento, Denki. Mica è il tuo compleanno oggi.> sorrido nella sua direzione.
<È vero, hai ragione, il li compio il prossimo mese... tuttavia oggi sono contento per te! Dai, ora vestiti, se farai tardi si arrabbieranno con te.>
<Mmmh...> sbuffo alzandomi dal letto e andando verso lo specchio; lo spettacolo pietoso che mi ritrovo davanti è lo stesso di tutte le mattine.
Resto per un paio di minuti a fissare il mio riflesso, vedo un ragazzo esile, debole, pieno di bendaggi e garze varie, dovute al mio essere sempre maldestro e distratto.
Lo odio. Non sopporto il non potermi difendere. Non sopporto il fargli credere di avere ragione.
A causa della mia natura vengo trattato come se fossi di vetro; un oggetto intoccabile, che potrebbe andare in frantumi con un piccolo e leggerissimo tocco.
Un Omega.
In se, non sarebbe una brutta cosa, ma è davvero così strano trovare un ragazzo di questo genere? È davvero così importante? Perchè agli altri dovrebbe interessare, perchè si comportano come se io fossi fatto di un cristallo talmente sottile che il più lieve alito di vento potrebbe benissimo riuscire a polverizzarmi? Io... non lo capisco...
Le camerate del dormitorio sono divise per genere, quindi fortunatamente sono in stanza con qualcuno simile a me, che non pensa io sia particolare o strano, sono come lui.
Mi guardo un po' in torno, e noto che la camera è davvero conciata male; dalla mia parte, in realtà è tutto piuttosto in ordine... non posso dire lo stesso per quanto riguarda la parte del mio amico; il suo letto non si può più considerare tale, il piumone è, ormai, caduto sul pavimento in legno scuro, disseminato di libri e cartacce varie.
<Si può sapere cosa combini mentre dormi? Il tuo letto è un casino... è per caso scoppiata una bomba mentre dormivo?> ridacchio io, mentre cerco di sistemare in parte tutto il disordine che c'è in terra.
<Ma cosa stai facendo? Ti devi vestire! Mmh... vediamo... ah! Trovato! Metti questo!>
Mi giro verso di lui e lo trovo davanti al mio armadio spalancato, che tira fuori una camicia a maniche lunghe bianca e una gilet color del prato.
<E poi... ecco si! Metti questi pantaloni marroni! Credo che ci stiano abbastanza bene... su, su, muoviti.>
Detto fatto, prendo i vestiti che Denki mi ha preso e vado a cambiarmi; dopo circa dieci minuti, sono pronto giusto in tempo, sento qualcuno bussare alla porta, mi dirigo verso di essa e la apro.
<Signorino è lei Midoriya Izuku?> mi chiede una donna alta e robusta, vestita con l'uniforme dell'istituto... non l'ho mai vista in realtà, quindi suppongo che non sia un'insegnante... forse è una cameriera? Mah, può essere...
<Si, sono io> rispondo.
<Bene allora, mi segua. Oggi per lei è un gran giorno.>
<Buona fortuna Izuku! Ci vediamo più tardi! Raccontami ogni dettaglio poi!> mi grida il biondo, mentre mi incammino per i corridoi seguendo la donna.
A dire il vero, mi sento in colpa. È da anni che Denki brama per uscire dalle grigie mura di questo posto, ed ora ci sono io al posto suo.
Ma non è un problema, giusto? Anche lui compirà diciassette anni. Basta solo aspettare tre settimane circa.
Sono nervoso.
~~~ANGOLO ME~~~
Sorpresa!
So che non è un AU troppo originale, ma mi piace un sacco e quindi avevo voglia di scrivere qualcosa del genere.
E si٫ sono fissata con le Omegaverse٫ ho problemi.
Spero vi piaccia❤️ Ciauuuuuu!😘
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Non senza di te - Bakudeku Omegaverse
FanfictionIN ELABORAZIONE IL CONTINUO : "Non senza di me", potete trovarlo sul mio profilo :) Questa storia è una Fantasy AU. Midoriya, un ragazzino di 17 anni, vive in un istituto per bambini rimasti orfani al confine del bosco. Bakugo, un testardo e irasci...