57. Vuoi giocare con il fuoco?

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Primrose Hill a Regent's Park.
Un immensa distesa di prato naturale si estendeva davanti a noi che ne rimanevamo stupiti.
I colori del tramonto coloravano di rosso il cielo e il panorama che incanteva i visitatori.

Quando si abita in una città immensa si dà per scontato la sua bellezza e non ne godiamo quel che ci dona.
Tra impegni e doveri non mi rilassavo mai, quindi avevo optato una giornata diversa per stare insieme per il bene di mio fratello principalmente.

Era felice, anche se non me lo dimostrava.
Aveva bisogno anche lui di pace, fuori dalla scuola e nel gruppetto di compagnie sbagliate che aveva incontrato.
Gli adolescenti avevano quella fragilità dei bambini ma a volte erano più forti di certi adulti.
Sono proprio loro che, mentre aprono gli occhi, li aprono anche noi riscoprendo cose che avevamo date per perse.

Chase preparò un plaid al suolo, in attesa che io e Fred ci sedessimo.
Rappresentava un labrador di piccola taglia, ancora cucciolo, con gli occhioni in cerca di attenzioni.

«Ti devono proprio piacere i cani, Hayra», constatò il biondo sorridendomi.

«A dir la verità preferisco di gran lunga i gatti», un brivido mi pervase.

«Come fai ad amare quei felini antipatici pronti a gtaffiarti e attaccati alla casa?», si era aperto un dibattito in classe.

«Non sono solo un ammasso di peli, artigli e baffi. Sono animali esattamente con gli altri, che hanno bisogno di amore come chiunque altro. Se tu mostri il loro affetto, loro sanno ricambiarti con comprensione, attenzione, amicizia e tanto di quell'amore che non immaginate nemmeno. Dovreste aprire la vostra mente piuttosto di giudicarmi per stupidiggini. E poi parlate di amore tra coppie quando non fate altro che disprezzare altri pareri? E voi avete il coraggio di tirarvela per strada sfoggiando i vostri perizomi e magliette scollate con "ho tredici anni"? Tredici anni sono pochi, okay? Non siete grandi, e la grandezza non si misura in questo. Potete indossare quel che volete, ma dovete farvi una fetta di cazzi vostri».

«A me comunque piace di più il cane», entrò infantilmente Ash, mostrato sempre più indietro intellettualmente rispetto agli altri.
Ignorai del tutto il suo parere, confermando la teoria di quanto fossimo opposti.
Due parti separati di cuori che avrebbero dovuto completarsi, ma che erano in continuo contrasto.

Fred sgranacchiò qualche snack sul momento, mentre io contemplavo la maestosità del luogo.
Avevo portato nostro padre in una clinica specifica, solo per amore di mio fratello e per prendere tutti una pausa da tutto.

Avevo il senso di amarezza della sera precedente al primo giorno di scuola, ma i buoni propositi di chi si perdeva negli scaffali delle cartolerie.

Tirai fuori nuovamente le Malboro e lasciai ancora una volta che i miei polmoni si riempissero della merda che mi sparavo dentro.
Con la sigaretta tra le dita, i capelli legati, una felpa per coprirmi sulle spalle, guardo sorridente Fred che appoggia la testa sulle mie gambe.
Alza lo sguardo su di me e mi prega con la sua faccia da cane bastonato.

«Uno», sentenziai.

«Tre».

«Due e non si discute», contrattai con una fossetta.

«Andata», gli passai l'accendino che accese verso il mio volto.
Venni sovrastata dal fumo che si nascondeva tra la mia chioma e il mio outfit casual.

Jane mi affiancò, servendo la pizza fra noi.
Con le forbici tagliai in fette triangolari la mia, per poi passarla agli altri.
Mi sorrideva di continuo, mi sussurrava battutine che per quanto stupide mi facevano ridere.

Con le birre innalzate, gli altri consumavano la bottiglia a turno.
Tutti, eccetto Ash.

Mi sorrise venerico, in un occhiolino mi causò una fitta allo stomaco inspiegabile.
Una parte di me confidava nella sua bontà, autogiustificandolo che mi avrebbe fatto compagnia.
Invece, svelò della Vodka liscia, del vino rosso, dello Champagne.

«Hai fatto rifornimento, amico?», gli battè il cinque mio fratello.

«Non sarei io altrimenti», alzò le spalle, facendo cin cin innalzando il bicchiere verso di me.

Spostai lo sguardo nuovamente, soffermandomi sugli altri gruppetti di quattro-cinque-venti persone sparse ovunque.

«Fermi, fermi, fermi. Questa ve la devo raccontare: mi sono fatto una tipa nel locale qua dietro quando avevo sedici anni. Poi sono sparito. Lei mi ha cercata, ma io sono stato schivo e le ho detto che non volevo niente di serio», se ne vantò Chase e continuai a chiedermi cosa gli fosse successo.
Lo sguardo fiero non era lo stesso che avevo notato quel giorno a scuola.

«Tra un anno quindi posso-», iniziò Fredrick, il quale fu ammutolito all'istante dalla mia migliore amica che ringraziai.

Lei seguì lo sguardo di lui verso una rossa tinta con un piercing sul naso e qualche tatuaggio ovunque. Aveva il rossetto rosso acceso, lo smalto bianco, dei tacchi vertiginosi e delle calze a rete. Un top nero in autunno insolito, ma comunque le stava bene.

«Prenderei quel bel faccino tra le mie calde manine per farti un applauso».

«Grazie», sorrise alla mia corvina e cercò conferma nel suo fratellastro.

«Con due mattoni», concluse tranquilla Jane.
«Ah, comunque ti sta calando della bava proprio qui», gli indicò un punto della bocca.

In uno scatto, le sue gambe incrociate si sciolsero per stabilire equilibrio al mio coetaneo.
Non disse niente, riparò le mani dentro la tasca e si allontanò quiete.

Non lo rincorsi, non era nel mio business.
Non gli dovevo niente, tanto meno a quel specie di diavolo che si divertiva con me.
Usufruiva dei miei punti deboli per segnare il goal della sua vita, e bene, non sarei stata buona come lo ero di solito.
Non sarei stata la protagonista al centro della telenovela a rincorrerlo su una spiaggia, fermarlo e baciarlo.

Era diverso, eravamo diversi.

«Che c'è? Che ho detto?», Chase sbuffò per la mancanza di ironia da parte della sua "comitiva".

A bracce incrociate contrariata roteai gli occhi e feci cenno a Fred di raggiungere il suo amichetto sbruffone.

A giocare con il fuoco, ci si scotta.
Io però ero ghiaccio che non si scioglie.
Lui era un incrocio tra i due, come tali incompatibili.

LA FIGLIA DEL CAOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora