58. Usare il cervello è un optional come farsi gli affari propri

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Le classiche domande le conosciamo tutti.

"Il fidanzatino?"
"Cosa farai dopo la scuola?"
"Il figlio a quando?"
"Il matrimonio?"

L'unica ragazzina impacciata che negava ero io.
Avevo una visuale totalmente diversa, come del resto su altre cose.
Mi ero fermata nuovamente al cimitero, dopo di che ero andata a pregare.
Non ero una cristiana ferrea, ma ogni tanto mi piaceva avere l'idea di credere ancora in qualcuno.

Presi posto in un punto in fondo alla piccola chiesa e, in silenzio, guardai prima le panche nere e scomode e poi il crocifisso.
I giovani avevano perso la fede e confesso che, per rabbia, facevo parte di quella statistica.

Mi sentii come Meredith di Grey's Anatomy.
Quando avevo iniziato la serie ero piena di speranze, poi una morte o un uscita di scena mi rendeva piena di rabbia o di tristezza.
Ero stata investita da quella forza di guardare avanti, ma non riuscivo a ricucire ogni pezzo di quel ieri che mi aveva dato tanto da ricordare.

Stavo parlando come lei con il mio Derek.

Kevin aveva dei sogni, degli obbiettivi, di cui mi aveva parlato.
Tra questi c'era quello di diventare meccanico.
Un lavoro umile, tuttavia non male.
Avevo studiato qualcosina per caso quando lo aiutavo con l'università, quando ero in cerca di lavoro e mi aveva catturato qualche particolare.
Non stavamo ancora insieme, ma ero già felice.

Ash, al contrario, mi rendeva lunatica.
Non era quello che cercavo, in realtà non volevo amore da nessuno.
Dopo Kevin, mi ero promessa di non amare nessun'uomo sulla faccia della Terra.

«Non puoi o non vuoi amare qualcuno?», mi aveva chiesto la mia ex psicologa.

Con più tempo il mio essere Merida si era evoluto in un Elsa.
L'Elsa che raccontavo a mia nonna mentre le portavo le medicine.
Quella indipendente, che non aveva bisogno d'amore per vivere.
Si stava meglio quando l'unico parere e necessità proveniva da te stessa, non da qualcun'altro che devi saper prendere per com'è.
Accettare sé stessi e un altra persona in aggiunta non è da sottovalutare come sforzo.

Eppure, un buco al petto mi premeva e mi faceva capire che mancava qualcosa.
O meglio, qualcuno.

Stavo dimenticando il volto di Kevin, la voce, la sua risata, quanto fosse comodo il suo petto, ma non era lui.
Era la consapevolezza che un sentimento non totalmente nuovo ma distinto si stava ampliando nel mio cuore.

Evitai per settimane Ash, ignorandolo persino in casa.
Ogni qual volta, però, che posava quei suoi occhi profondi su di me, tremavo.

Ero frustata dall'effetto che soltanto lui mi stava dando e non riuscivo a mettermi il cuore in pace.
Non accettavo il fatto che, fra tutti, il mio cuore stesse scegliendo quell'essere spregevole.

Probabilmente era frutto della mia testa, era una fase passeggera che avrei superato.
Dopotutto, avevo imparato a ballare sotto la pioggia.
Potevo benissimo affrontare un fulmine a ciel sereno.

Mi avvolsi nel mio asciugamano profumato, attendendo che il mio corpo si fosse asciugato.
Con i capelli raccolti da una pinza, indossai un reggiseno di pizzo nero classico a sorreggere la mia terza, mentre cercavo qualcosa da indossare.

Avevo sentito al telegiornale dell'ennesima vicenda di stupro.
Non potei fare a meno di chiedermi perché fosse solo al femminile, e di quanto le vittime maschili fossero esclusi.

Sì dovrebbe parlare di violenza, protestarne, non generalizzarne.
E soprattutto, perché i ragazzi fischiano perché non sanno controllarli mentre le ragazze sanno farlo?
Ci sono ragazze lesbiche che negli spogliatoi si sentono a disagio, addirittura.
Generalizzando... a qualcuno dà fastidio, eh?
Ci avrei scommesso.

Trattai questo argomento più volte quella settimana sui social che avevo e ricevetti messaggi di solidarietà.
Eccetto tranne uno, di un ragazzo di diciannove anni che votava già da un anno e più.

-Troppi discorsi da femministe.
Penso che la stai a fa troppo lunga non voglio fare la persona incazzata ne tanto meno mancarti di rispetto ma capisci che è una cosa allucinante l'argomento che stai affrontando ormai da settimane quando metti gli screen con le tue amiche si vede che sono palesemente storie inventate e scusa se mi permetto ma fava te che ci credi pure poi mi sale il nervoso perche sempre a puntare il dito sugli uomini sembra quasi che quelle sessiste come te abbino la coda di paglia o il culo torto tutte le volte allora che cazzo rintanati in casa o continua a lamentarti su un argomento che tanto non interessa a un cazzo di nessuno perche obbiettivamente parlando hai quanto, ventidue anni? I tuoi follower avranno la tua età non sanno manco cosa sono queste cose e secondo me non lo sai neanche te poi sta cosa che punti sempre il dito sugli uomini e forse non hai manco un idea di quanti uomini sono vittima delle donne.
Detto questo non intendo insultarti ne dirti che la tua opinione è sbagliata tuttavia tiChiedo di informarti di più e di non pensare sempre al genere femminile perche fidati c'è molto di peggio di un "ciao bella" o ti un "ciao amore"-.

Un senso di vomito mi colpì, così digitai accanita in fretta nonostante avessi le mani bagnate.
Sapevo bene che non sarei riuscita a togliere degli ideali da lui fondati che non sarebbero mai cambiati, ma la mia voce non l'avrebbe spenta e se la sarebbe ricordata in un modo o nell'altro.

-Io accetto ogni parere anche perché sono consapevole di averlo pubblicato nelle stories e che quindi posso ricevere critiche o altro. Però mi ha ferito il fatto che tu pensi che sia inventato anche una sola chat quando non è così. Seriamente, già è rivoltante la situazione che non riguarda solo me, e pensare che tu la veda come una cosa "da poco" mi fa arrabbiare non sai quanto. Comunque sia, ognuno ha appunto il tuo parere e sei libero di pensarla come ti pare. Il cat calling, in caso tu non lo sappia, è considerato come molestie sessuali e (niente contro di te) ma un ragazzo o uomo non potrà mai capire su questi episodi. Se ti rompe leggere queste "cose" puoi benissimo scorrere. Posto quello che voglio 💁🏻‍♀️.
Guarda caso sei l'unico ragazzo ad aver "attaccato". Molti altri tuoi coetanei e non hanno appoggiato in difesa (ripeto: non solo mia ma proprio in generale perché non riguarda una sola persona ma un genere intero).fidati, non vengono ritenuti complimenti o "in cerca di attenzioni" non sono piacevoli ogni singolo giorno. Ma non continuo oltre perché il tuo pensiero rimarrà sempre lo stesso.
Hey, comunque stavo pensando a quello che mi avevi scritto tempo fa.
Volevo sottolineare che, solo perché parlo al femminile, non significa che io non sappia che ci sia anche il sesso maschile che non soffra. Parlo al femminile perché sono ragazze, perché tra ragazze parliamo, magari i ragazzi invece restano in silenzio perchè non ne vogliono parlare o per non so quale altra ragione. Le molestie sessuali purtroppo esistono, se al femminile o al maschile, fanno schifo lo stesso. Ah, anche il fatto che io abbia sedici, più o meno anni non significa niente. L'età non conta nulla, potevo averne anche 30, ma solo io so cosa mi è successo e cos'ho visto. Non condivido esattamente tutto, ma solo la parte più "leggera" perché metterla su un social simile non me la sento. Non ti sto andando contro eh, ti sto solo dicendo che non hai il diritto di dirmi quello che ho passato o addirittura darmi della bugiarda. Ripeto: mi fa piacere che tu abbia detto la tua, hai la massima libertà di espressione, è solo per mettere le cose in chiaro. Mi è tornato in testa l'argomento a causa di cose che non sto a dirti e quindi ti ho voluto rispondere di nuovo.
Detto questo, domanda più importante: come stai? Perché, sai, io male. Pensa a una tua futura figlia, a come si sentirebbe. Buona vita eh, non ti auguro il male che c'è la fuori💕-.

Rileggendo il messaggio, mi resi conto del nostro che stavo diventando.
Una persona dalla mentalità chiusa non avrebbe di certo cambiato opinione con un mio messaggio kilometrico.
Sarebbe rimasto dei suoi ideali, sarebbe stato inutile far sentire la mia voce.
In fondo non ero cambiata tanto.
Perennemente logorroica solo con le persone a cui tengo, diffidente, insicura, testarda, ansiosa, gentile, preoccupata, ma ancora con tanto su cui lavorare.
Non era timidezza la mia, era paura di ferire.
Gli lasciai così la soddisfazione delle spunte blu, tenendo per me il mio commento.

Salutai mio fratello rientrato quando io ero fuori, rivolsi un cenno a Chase, dopo di che mi rintanai in camera mia a leggere senza parlare con nessun'altro.

LA FIGLIA DEL CAOSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora