Capitolo 42

2.3K 85 2
                                    

Passiamo la mattinata senza rivolgerci la parola e all'ora di pranzo il gruppo di persone che si è iscritta alla gita fa ritorno sull'isola. Ci spostiamo un po' più lontani dal mare e lo staff organizza il pranzo a base di cibi tipici del luogo. Ci fanno provare il Theluli mas, è una frittura a base di tonno pescato mentre venivamo qui e poi propongono il Chichandaa satani. L'aspetto sembra invitante e l'odore anche, quindi Stephan ne prende una piccola porzione e inizia a studiarla. Io passo il turno, ho mangiato abbastanza per oggi.

Ste: Dici che posso mangiarlo? -

Io: Non saprei, cos'è? -

Ste: Non l'hanno detto, ma sembrava buono! Non vorrei stare male e poi dover dire ai medici di Milan Lab che ho mangiato qualcosa che non sapevo cosa fosse -

Io: Non mangiarlo o almeno chiedi cos'è -

Ste: Hanno detto un nome strano -

Mi alzo per chiedere spiegazioni al ragazzo che lavora per l'hotel fornendo come spiegazione il fatto che Stephan è allergico ad alcuni cibi. Inizialmente il ragazzo mi dice che ci diranno cosa abbiamo mangiato alla fine, per valutare realmente il sapore senza farci condizionare dal conoscere cos'è in realtà (e questo mi spaventa parecchio), ma dopo avergli spiegato il problema mi rivela che si tratta di un piatto tipico a base di serpente.

Spalanco gli occhi e sto per vomitare il cenone di Natale 2003. Lo ringrazio e velocemente torno da Stephan per evitare la tragedia.

Io: Cosa hai ipotizzato sia? -

Ste: Pesce credo -

Io: Sbagliato -

Ste: Mi spaventi, hai una faccia abbastanza schifata -

Io: E' serpente, butta quella cosa se non vuoi avere un attacco di mal di pancia tra 5 minuti -

Ste: Che schifo, io odio le cose che strisciano! -

Si alza e con molta disinvoltura fa sparire il contenuto dietro un cespuglio e poi riporta il piatto vuoto al ragazzo dello staff, complimentandosi per il cibo, credo.

Ste: Grazie per avermi salvato lo stomaco -

Io: Di nulla. Comunque ti perdono a patto che oggi pomeriggio vieni con me a vedere i delfini! -

Ste: Sarò ai tuoi ordini piccola -

Non ho motivo di essere arrabbiata con lui. E' stato un momento, è passato ed io ero soltanto spaventata dalla situazione. Capita.

Cioè, non dovrebbe essere normale far cadere la propria fidanzata di proposito nell'oceano indiano, ma se mi fossilizzo su questo non ne usciamo più.

Intanto la barca corre veloce sull'acqua limpida e arriviamo alla baia. A piedi raggiungiamo un lago naturale sopra un'altura e l'istruttore ci spiega come vivono i delfini, le loro abitudini e tutto quello che è necessario conoscere per far sì che tutto vada per il meglio. Guardiamo con ammirazione la prima coppia di neosposini che si immerge nell'acqua e cerchiamo di carpire i loro comportamenti e la reazione dei delfini. Impariamo dai loro minimi errori come il fatto di alzare troppi schizzi o creare delle onde che rendono i grandi animali diffidenti.

Dopo altre tre coppie è il momento mio e di Stephan. Si immerge prima lui rivelando i suoi addominali scolpiti che tutte le ragazze scrutano un po' troppo e poi mi aiuta ad entrare nella piscina naturale senza creare onde o schizzi.

Camminiamo con tranquillità verso il centro del bacino d'acqua come ci è stato spiegato e in breve tempo veniamo accerchiati.

Io: Dio, visti da qui mettono ansia -

Ste: Stai tranquilla amore, loro lo percepiscono se sei tesa. Dammi la mano -

Gli porgo la mano destra e lui si avvicina gentilmente ad un delfino e gli tocca il muso, facendoci posare successivamente la mia mano. E' strano da descrivere, ora che lo sto accarezzando. E' una cosa che ho sempre voluto fare e ora una pelle liscia e gommosa di un cucciolo è sotto il mio tocco. L'animale emette un suono stridulo e l'istruttore ci spiega che vuol dire che non considera me e Stephan pericolosi, al contrario di quanto avevo pensato. Prendiamo un po' di confidenza e dopo una decina di minuti siamo ancora lì a giocare come dei bambini con due delfini contemporaneamente. Riusciamo a scattare alcune fotografie per immortalare il momento magico: oltre ad avere una magnifica compagnia, siamo anche in uno dei posti più belli del mondo. Solo il sole che sta calando ci ricorda che dobbiamo andare. Usciamo dall'acqua, ci asciughiamo velocemente e torniamo sulla barca a vela. Mentre affrontiamo il viaggio di ritorno mi addormento tra le braccia di Stephan, felice.

//

"Le fanfiction non servono a nulla", dicevano. Invece io penso alla vostra cultura e inserisco nella storia dei piatti tipici che esistono davvero (purtroppo direi). Fino al tonno va tutto bene, ma il serpente non lo accetto. E non ho messo le cose peggiori perchè avevo il vomito solo a leggerle su wikipedia.

Forse non vi interessano questi particolari ahahah

Chiedo ancora scusa per l'enorme ritardo, ma lo scambio mi ha impegnata per tutta la settimana. Da oggi riprenderò ad aggiornare tutti i giorni!

xx -G.

Predestined || Stephan El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora