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Rose si svegliò con un sospiro, come da un lungo letargo, e restò con gli occhi chiusi valutando l'idea di riaddormentarsi.
Prendendo consapevolezza del suo corpo, però, si ricordò di non essere sola.
C'erano delle gambe intrecciate alle sue, due braccia l'avvolgevano come una coperta e Rose sentì delle dita fredde contro la pelle nuda della schiena, lasciata scoperta dal profondo spacco del vestito.
Aprì con cautela gli occhi, e trovò il viso di Julian poggiato sul cuscino, vicinissimo al suo, così vicino che Rose sentiva il respiro lento e regolare del ragazzo sulle proprie labbra.
Sgranò gli occhi, e sentì improvvisamente caldo.
In un lampo le apparvero ricordi confusi e sfocati della festa; flash di un bacio con Scorpius, della delusione e del dolore, di Julian che la prendeva tra le braccia mentre la stanza le girava attorno.
E, infine, ricordò come lo aveva preso per un polso, chiedendogli di restare con lei.
Il calore le salì sul viso, facendola arrossire, e Rose si chiese come diamine le fosse venuto in mente di invitare Julian a dormire nel suo letto.
Il suo profumo tropicale e speziato la avvolgeva, facendole venire l'acquolina in bocca, e la ragazza restò per qualche secondo ad osservare il suo viso.
Le folte ciglia nere aperte a ventaglio sugli zigomi tremolavano nel sonno, le labbra rosee e carnose erano leggermente dischiuse, e i suoi lineamenti rilassati.
I folti e ribelli capelli color sciroppo d'acero gli circondavano il viso bronzeo.
Rose non poté non fare il paragone, e nella sua mente pensò che Julian fosse l'esatto opposto di Scorpius.
Aveva i colori caldi dell'autunno sulla pelle e suoi capelli, il verde delle foglie negli occhi, e le labbra del colore delle ciliegie non ancora del tutto mature; sul naso, una spruzzata di lentiggini color cappuccino.
Scorpius invece le ricordava l'inverno; il pallore della sua pelle, i capelli di un biondo chiarissimo, gli occhi del colore dell'acciaio, le ciglia dorate che si arricciavano sulle punte...
Rose si sforzò di seppellire il ricordo di Scorpius, prima che le facesse venire di nuovo le lacrime, e si concentrò sul presente.
Doveva trovare un modo per liberarsi dalla presa di Julian e alzarsi, senza svegliarlo. Era certa che sarebbe morta dall'imbarazzo se avesse dovuto affrontarlo appena sveglia.
Inoltre si sentiva la bocca asciutta e secca, e percepiva ancora l'odore di whisky addosso, che le fece tornare la nausea. Aveva decisamente bisogno di una doccia.
Alzò la testa, lentamente, e si tirò su poggiandosi su un gomito.
Cercò di liberare le gambe intrecciate tra quelle di Julian, più piano che poté, e fece il possibile per non far sobbalzare il materasso nel mentre.
Gli tolse il braccio avvolto attorno alla sua vita, e lo appoggiò con cautela sul letto, guardando il ragazzo per verificare che non si fosse svegliato.
Quando si fu liberata, Rose si tirò indietro raggiungendo il bordo del materasso e, con tutta la delicatezza di cui era capace, si alzò pian piano in ginocchio, portando una gamba fuori e sentendo la durezza del tappeto sotto la pianta del piede.
Era quasi riuscita ad alzarsi con l'agilità e il silenzio di un ninja, e sorrise trionfante mentre si tirava su.
Peccato che, nel fare il primo passo, l'altra gamba le restò incastrata nelle coperte, sbilanciandola e facendola ricadere a terra come un sacco di patate, con un tonfo.
-Porco Salazar...- mormorò lei sottovoce, alzando la testa da terra e guardando con odio il piede che le era rimasto nella trappola delle lenzuola.
Si tirò su per un braccio, mettendosi a sedere, e sussultò sentendo una mano fredda afferrarle la caviglia.
Sgranò gli occhi, e vide che Julian si era tirato su e stava sbrogliando le lenzuola attorcigliate attorno al suo piede, liberandolo.
Rose si tirò indietro di scatto, inginocchiandosi sul tappeto, mentre Julian spostava lo sguardo color smeraldo su di lei, e un sorriso gli incurvava le labbra rosee e piene.
-Vai da qualche parte, querida?- chiese lui, con la voce roca dal sonno.
Rose inghiottì a vuoto, sbattendo le palpebre sbigottita.
Non era la prima volta che si svegliava con un ragazzo, del resto aveva dormito innumerevoli volte con Thomas, ma l'immagine di Julian appena sveglio la colpì come uno schiaffo.
Le piacque vederlo così, con la camicia spiegazzata, i capelli scompigliati dal cuscino e gli occhi socchiusi dalla stanchezza.
Rose avrebbe avuto mille risposte da dargli.
Poteva dirgli che non erano affari suoi dove stava andando, o limitarsi a non rispondere, ma per qualche ragione le scappò di bocca la verità.
-A fare una doccia- disse lei, schiarendosi poi la gola.
Julian si appoggiò con un gomito sul materasso, guardandola divertito mentre si passava una mano tra i capelli, arruffandoli ancora di più.
-Vuoi compagnia?- le chiese, facendole un occhiolino.
Rose spalancò la bocca dall'indignazione, sentendosi arrossire e cercando di cancellare dalla mente l'immagine che per un secondo le si era creata.
Si alzò di scatto dal tappeto e tirò un manorovescio sulla testa di Julian, facendo scoppiare il ragazzo a ridere.
-Scherzavo, scherzavo!- disse lui alzando le mani in segno di resa.
Dopodiché si lasciò cadere sulla schiena, affondando la testa tra i cuscini, e guardando il soffitto mentre ancora sorrideva.
Rose guardò gli altri letti a baldacchino della stanza, chiedendosi per quale motivo fossero tutti vuoti e rifatti alla perfezione, e dove fossero Alice, Lily e Dominique.
Decise di non pensarci, e prese l'uniforme scolastica dal baule vicino al letto, per poi rinchiudersi in bagno.
Non si diede nemmeno un'occhiata quando passò accanto allo specchio sopra al lavandino, e s'infilò sotto la doccia, cercando di starci per più tempo possibile.
Si lavò poi i denti due volte, per togliersi il saporaccio di whisky, e si asciugò i capelli che tornarono ad arricciarsi di nuovo, ora che l'effetto della pozione lisciariccio era svanito.
Quando tornò in camera, con addosso la camicia e gonna scolastica, la trovò vuota.
Julian era sparito, e Rose notò con un sorriso che il suo letto era stato rifatto da lui.
Prese il borsone con i libri, lo infilò a tracolla, e uscì dal dormitorio scendendo la scalinata che portava in sala comune.
Lanciò un urlo sussultando quando si scontrò con Julian, ai piedi delle scale.
Il ragazzo si era cambiato, indossando l'uniforme di Grifondoro, e Rose notò che aveva i capelli ancora bagnati per la doccia.
-Sai per caso dove sono finiti tutti quanti?- chiese lei arrossendo e stringendo la spallina della borsa a tracolla, mentre osservava la sala comune vuota e il camino spento.
Gli occhi verdi di Julian brillarono divertiti -Penso proprio che siano in Sala Grande a pranzare, visto che è mezzogiorno passato-
Rose spalancò la bocca sgranando gli occhi, e Julian ridacchiò vedendo la sua espressione.
-Come?!- chiese lei incredula -Significa che ho perso tutte le lezioni stamattina... ma perché accidenti non mi hai svegliata!?- chiese lei prendendo a camminare avanti e indietro, e mettendosi le mani nei capelli.
Significava che aveva saltato la prova di Trasfigurazione di quella mattina, e che la McGranitt le aveva messo un Troll per via dell'assenza.
-Non ho avuto il cuore di svegliarti, dormivi così serena- rispose Julian con un sorriso, incrociando le braccia al petto e staccando le spalle dalla parete, mentre le si avvicinava.
-Vieni, andiamo a mangiare. Devo essere in forze per il duello contro Ilvermorny di oggi pomeriggio- le fece un cenno con la testa mentre le passava accanto, lasciando dietro di sé una scia del suo buonissimo profumo, e Rose lo seguì.
Mentre scendevano i corridoi deserti del castello, dirigendosi verso il primo piano, Rose prese un profondo respiro decidendosi ad aprire il discorso, e pensando che, finché non lo avrebbe fatto, l'ansia le avrebbe mordicchiato lo stomaco.
-Senti, volevo chiederti scusa per ieri sera... mi dispiace davvero tantissimo!- disse lei voltandosi verso Julian mentre camminavano.
Il brasiliano la guardò con la coda dell'occhio, inarcando un sopracciglio -Per cosa ti staresti scusando, esattamente?-
Rose arrossì -Beh per essermi ubriacata, per averti smollato addosso i miei drammi, per essermi resa ridicola, per averti rovinato la festa e... Merlino! Non mi ricordo gran parte delle cose che ho detto o fatto...- Rose seppellì il viso nei palmi delle mani, sentendosi arrossire dall'imbarazzo.
-Beh...- disse Julian, e Rose lo vide sorridere mentre camminava guardando dritto davanti a sé -Praticamente ti sei auto definita una stupida e un'imbecille, varie volte; poi mi hai annusato e hai detto che sono il tuo cavaliere dell'armatura lucente, e che la mia camicia brillava; infine, guardandomi con i tuoi occhioni, mi hai convinto a dormire con te e mi hai chiesto di non andarmene-
-Oh santissimo Godric!- esclamò Rose sgranando gli occhi.
Spalancò la bocca fermandosi in mezzo al corridoio, poco distante dalla Sala Grande, e Julian si fermò a sua volta girandosi a guardarla.
Rose si voltò a fissare il muro, desiderando che la terra si aprisse in un crepaccio sotto i suoi piedi, e la ingoiasse.
-Sei rossa come un pomodoro...- le fece notare Julian avvicinandosele -...non ti preoccupare; eri ubriaca, quindi non ho creduto a niente di ciò che hai detto-
Rose si voltò, guardandolo sorpresa, e fece un piccolo sorriso -Scusami ancora... mi vergogno da morire! Ti ho rovinato la festa e...-
-No- la interruppe Julian abbassando il viso verso il suo -In realtà me l'hai migliorata- un sorriso gli increspò le labbra, illuminandogli di una scintilla gli occhi verdi.
-E poi non avevo mai dormito con una ragazza prima... cioè ecco, certo, sono stato con delle ragazze, ma non ho mai dormito letteralmente con nessuna. Credo mi sia piaciuto più di quanto sia lecito-
Rose prese un respiro, stringendo con forza la spallina a della borsa a tracolla, e, per correttezza, si costrinse a non distogliere lo sguardo da quello di Julian.
-Questo non va bene- disse lei, con fermezza -Non avrei dovuto chiederti di restare, non dovevo complicare il nostro rapporto...- sussurrò lei, sentendo lo stomaco annodarsi dall'ansia.
Julian la guardò per un paio di secondi, durante i quali Rose ebbe paura di sentire la sua risposta.
-Perché dovrebbe essersi complicato il nostro rapporto?- chiese lui abbozzando un sorriso, che sembrò forzato -Non è successo niente tra noi-
Rose abbassò la testa, stringendo le labbra -Julian, ma quello che hai detto...-
-Querida...- disse lui alzandole il mento con una mano, e facendo aggrovigliare lo stomaco di Rose ancora di più -...non è successo nulla tra noi due. Abbiamo solo dormito, okay? È tutto come prima- le assicurò lui abbassando la testa verso la sua, e guardandola fisso negli occhi.
Rose trattenne il fiato, irrigidendosi, e provando il desiderio di scostarsi dalla sua delicata presa e tirarsi indietro.
Si sentiva strana quella mattina, dopo aver dormito con Julian; ora si rendeva conto della sua vicinanza molto più di prima, più di quanto avesse mai fatto.
"È tutto come prima"
-Okay- disse lei in un soffio.
Forse non era davvero tutto come prima, ma, se lo era per Julian, allora lo  sarebbe stato anche per lei.
Quella nuova rigidezza e tensione sarebbe sparita a breve, ne era sicura.
-Andiamo, ho fame- disse lui tirandosi indietro, e Rose lo seguì fino al portone della Sala Grande.
Quando entrarono, tutte le facce delle quattro tavolate si voltarono verso di loro.
-Ci guardano tutti- gli sussurrò Rose, sentendosi arrossire dall'imbarazzo.
Julian abbozzò un sorriso, e si piegò verso di lei per risponderle.
-Già. E ci sta fissando anche quel coglione di Malfoy, che avrà notato che abbiamo saltato le lezioni entrambi stamani, perciò ora starà pensando che abbiamo fatto Merlino sa cosa. Potrei quasi pensare che tu mi stia usando per farlo ingelosire- disse Julian facendole un occhiolino.
Rose gli diede uno schiaffo sul braccio -Scemo!- esclamò lei, con un sorriso, mentre raggiungevano la tavolata di Grifondoro.
-La McGranitt ti ha messo un Troll a Trasfigurazione- la informò Dominique, appena si sedette.
Rose notò che lanciò uno sguardo obliquo a Julian con gli occhi neri, che poi riabbassò sul proprio piatto con un broncio.
-Lo immaginavo...- rispose Rose con un sospiro, riempiendosi il piatto di purè e pollo, mentre Julian faceva altrettanto.
-Dormito bene?- chiese Elvira, seduta davanti a loro, con un sorrisetto sulle labbra.
Rose sgranò gli occhi e si affrettò ad abbassare la testa verso il tavolo, iniziando a mangiare.
-Bagman ci vuole all'arena alle quattro- disse poi Elvira.
Rose alzò la testa di scatto, ricordandosi solo in quel momento della cosa più importante che doveva dire a Julian, e della quale si era completamente dimenticata.
-Tu duellerai contro Trevor, ed Elvira contro Teresa. Giusto?- chiese al brasiliano, e lui annuì.
-Io li conosco, siccome ho studiato a Ilvermorny, e Trevor era nella cerchia di amici che avevamo io e Thomas...  conosco il suo punto debole- disse Rose con un sorriso, prendendo una forchettata di purè.
Julian riabbassò il proprio bicchiere, inarcando un sopracciglio mentre la guardava.
-Trevor ha la fobia dei corvi-
-Dei corvi?- chiese Julian con una risatina -E sarebbe un punto debole?-
Rose aggrottò le sopracciglia dalla confusione -Julian, ti basterà usare l'incantesimo Avis. Vincerai il duello in un lampo!- sussurrò lei, sorridendo eccitata.
Il ragazzo però smise di sorridere, rabbuiandosi, e scambiò uno sguardo con sua sorella.
-Che succede?- chiese Rose facendo correre gli occhi tra di loro.
-Purtroppo non conosco quell'incantesimo, non lo so fare- disse Julian sospirando, e rigirando la forchetta nel piatto.
-Tu cosa? Ma è un incantesimo che si insegna al terzo anno!- protestò Rose.
Julian fece spallucce -A Castelobruxo era un incantesimo facoltativo, e ho pensato che non mi sarebbe servito a niente saper evocare degli uccelli. Era ridicolo, perciò...-
Rose restò a guardarlo, senza riuscire a credere alle sue orecchie.
-Sbrigati a finire di mangiare- disse poi lei, con fermezza -Abbiamo solo tre ore scarse per farti imparare quell'incantesimo in tempo per il Torneo-

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