-Capisci?- chiese Rose camminando avanti e indietro, senza riuscire a stare ferma.
Si sentiva così felice che avrebbe potuto mettersi a saltare in cerchio.
Julian, seduto a gambe incrociate sul suo letto, la guardava andare avanti e indietro nel piccolo dormitorio.
Lily, Dominique e Alice non c'erano, e Rose aveva trascinato Julian di sopra per parlargli in privato, siccome la sala comune era piena zeppa di studenti.
-Querida... non lo so...- mormorò Julian poggiando i gomiti sulle ginocchia.
Rose si immobilizzò voltandosi verso di lui, e vedendogli un'espressione meditambola in visto.
-Hai detto che c'è una possibilità su cento che funzioni... se non funzionasse?-
Rose sbattè le palpebre sorpresa, non aveva considerato nemmeno per un secondo quell'idea.
-Ma funzionerà!- disse lei, con determinazione.
Si sedette di fronte a Julian, guardandolo con le sopracciglia aggrottate.
Appena gli aveva comunicato la notizia, si era aspettata di vederlo felice per lei, entusiasta almeno un terzo di quanto lo era Rose.
Invece, al contrario, il ragazzo sembrava pensieroso e cupo.
-Julian- disse prendendolo per una spalla, e lui alzò il viso verso di lei -È questo ciò che mi serviva. Ora ho un motivo per lottare e non lasciarmi consumare dalla tristezza. Come avevi detto tu, no?-
Julian piegò le labbra carnose in una smorfia, e distolse lo sguardo.
-Non pensavo che ti saresti aggrappata a questo- disse lui, stringendo la mascella e facendo comparire una piccola vena sulla tempia.
-Che stai dicendo...- mormorò Rose, senza capire dove il ragazzo volesse arrivare.
-Pensavo che avresti fatto la cosa giusta! Che avresti lasciato perdere quel ragazzo e saresti andata avanti con la tua vita! Invece tu...- Julian tornò a guardarla, gli occhi verde foglia scintillavano di rabbia -...tu ti butti a capofitto sulla prima possibilità che ti si offre di farti ancora più male!-
-Farmi del male?- chiese Rose raddrizzando la schiena e aggrottando le sopracciglia.
-Sì! Continuerai a inseguire quel biondino, a cercare di fargli tornare i ricordi, non importa quanto la cosa possa ferirti o quanto... o quanto ti distruggerà se dovessi fallire. Non riesci a vedere qual è la cosa migliore per te stessa?- chiese Julian alzando le braccia al cielo per poi lasciarle ricadere sulle gambe incrociate, facendo sobbalzare il materasso sotto di loro.
Rose strinse le labbra -Perché non me lo dici tu, allora! Avanti, dimmi tu qual è la cosa migliore per me stessa, visto che sei convinto che io non possa capirlo da sola!- strinse i pugni, sussultando appena le ferite alle nocche della mano destra si riaprirono.
-Tu devi dimenticarti di Scorpius Malfoy!- gridò Julian, furioso -Lui non c'è più! Non è più il ragazzo che ti amava, e non puoi cambiarlo! Dovresti andare avanti e lasciartelo alle spalle, come ha fatto lui con te!-
Rose si alzò di scatto scendendo giù dal letto con un balzo, e guardò Julian come se l'avesse tradita, come se le avesse tirato uno schiaffo.
-Lui non ha scelto di dimenticarmi. Lo hanno costretto- disse Rose cercando di moderare la voce, che le tremava dalla rabbia -E pensavo che tu fossi mio amico. Pensavo che volessi aiutarmi a trovare qualcosa in grado di farmi stare meglio....- la voce le si ruppe, e Rose si accorse solo in quel momento di quanto si sentisse delusa da Julian.
Era riuscito a far scoppiare la bolla di felicità nel petto di Rose, con una facilità disarmante.
Qualcosa mutò nella sua espressione, Rose non riuscì a leggergli l'emozione che gli corse sul volto, ma Julian si alzò e la raggiunse prendendola per le spalle.
Rose, sebbene fosse alta, dovette alzare la testa per guardarlo in faccia.
-Hai ragione, querida- disse Julian piano -Dovrei mettere il tuo benessere sopra il mio egoismo. Un buon amico farebbe così-
Rose fece per chiedergli cosa intendesse, ma Julian la abbracciò senza darle la possibilità di replicare.
-Se c'è qualcuno in grado di realizzare l'impossibile, quella sei tu- le sussurrò con una guancia posata sulla sua testa, e Rose sorrise stringendogli le braccia attorno al busto.
La porta del dormitorio si aprì di scatto, tanto forte da farla andare a sbattere contro il muro, e Rose vide apparire sulla soglia Elvira.
La ragazza sgranò gli occhi scuri guardandoli, e strinse le labbra carnose in un'espressione che a Rose parve di disapprovazione.
-Bagman ci vuole all'arena, la valutazioni stanno per iniziare- disse guardando suo fratello, mentre scioglieva l'abbraccio in cui stava stringendo Rose.
Gli occhi di Elvira si abbassarono su Rose, non più ostili ma solo... freddi.
-Dovresti venire anche tu, ci vuole tutti per spiegarci le regole-
Rose annuì e si voltò verso Julian.
-Mi devo cambiare, voi andate pure- disse rendendosi conto che aveva ancora la divisa da Quidditch addosso.
-Ti aspettiamo di sotto, fa' in fretta però- le disse Julian, dopodiché uscì insieme a sue sorella richiudendo la porta del dormitorio.
Rose si cambiò alla velocità della luce, infilando i collant e la gonna scolastica, la camicia e cravatta dei Grifondoro, e saltellò per la stanza cercando di infilare le scarpe nere e lucide della divisa, che ormai le venivano un po' strette.
Prese la bacchetta e la tunica nera sottobraccio, e scese di sotto, rallentando mentre scendeva le scale appena sentì la voce infuriata di Elvira.
-¡Eres un idiota! ¿Che vas a hacer? Estás jugando con el fuego y te vas a quemar-
Rose sentì il sospiro frustrato di Julian.
-¡Vale, Elvira! Yo se quidar mi mismo. ¿Me crees stupido?-
Elvira emise una risata lugubre -Ella te hará sufrir¿Estás ciego, no puedes verlo?-
Rose si sentì in colpa ad ascoltare il loro litigio, sebbene non capisse gran che di cosa dicevano.
Finì di scendere la scalinata e li trovò uno di fronte all'altro, a guardarsi duramente.
Elvira era così bassa e Julian così alto che era difficile pensare che avessero la stessa età.
-Voi andate pure, non voglio creare problemi... io cercherò Scorpius- disse lei, distogliendo lo sguardo appena i due voltarono la testa verso di lei.
-No puedes- disse Elvira -Ho visto Scorpius insieme a Lucien e Aline, sarà già all'arena-
Rose schiuse le labbra dalla sorpresa.
Aline.
La ragazza di Beauxbatons bella come una bambola, che aveva adocchiato Scorpius nell'ufficio della McGranitt.
Rose pensò subito che non avrebbe dovuto preoccuparsene, perché Scorpius non lo avrebbe mai fatto, ma dovette ricredersi.
Come giustamente le aveva fatto notare Julian, lui non era più il suo Scorpius e non l'amava più.
-Andiamo- disse Julian prendendole una mano, e Rose si riscosse rendendosi conto che si era bloccata a guardare il vuoto.
Annuì e seguì i due fratelli fuori dalla sala comune.
Mentre percorrevano le varie colline che li separavano dall'arena, Rose intravide in lontananza i duellanti di Durmstrang; si voltò e distinse quelli di Mahoutokoro qualche metro dietro di loro, ma di Scorpius non c'era traccia.
Rose vide stagliarsi contro il cielo nuvoloso la figura dello stadio.
Era una costruzione in legno nerastro, circolare e delle sembianze del Colosseo romano.
Poco fuori da essa c'era un gruppo di persone.
Mentre si avvicinava con Julian e Elvira vide che si trattava della coppia di Durmstrang, Trevor e Teresa di Ilvermorny, Lucien e Aline.. insieme a Scorpius.
La ragazza rideva per qualcosa che Scorpius aveva detto, e si passava le mani tra i capelli neri e lucenti.
Il biondo la guardava con un sorriso seducente, chinandosi sopra di lei e sussurrandole qualcos'altro all'orecchio.
Rose distolse subito lo sguardo da quella scena, sentendo lo stomaco rivoltarsi e il cuore stringersi nel petto.
Si impose di guardare dritto davanti a sé e non piangere.
Sentì la mano di Julian stringere più forte la sua, e, alzando il viso verso di lui, vide nella sua espressione che aveva capito ciò che la rossa stava passando.
-Non guardarli e basta, okay?- le sussurrò piegandosi verso di lei.
Rose annuì, e si concentrò sulla figura di Bagman che presidiava il piccolo gruppo.
-Oh eccovi, sbrigatevi la dietro!- gridò verso la coppia di Mahoutokoro, a qualche metro dietro Rose, Julian e Elvira.
Appena ci furono tutti, Bagman batté qualche volta i palmi delle mani per richiamare il silenzio.
I suoi occhi neri scrutavano il gruppo con serietà, e i capelli biondi spuntavano in ciocche disordinate da sotto il cappello di lana viola che gli copriva la testa.
-Darò inizio alla valutazione individuale- disse, guardando a turno ciascuno di loro - Valuterò le vostre abilità e darò un voto, perciò vedete di impegnarvi!-
Una ragazza dai capelli neri e dritti come spaghetti, con la divisa di Tassorosso, alzò in aria una mano pallida e leggermente giallognola.
-Sì signorina...?- Bagman aggrottò le sopracciglia.
-Akira- disse lei -Scuola di Mahoutokoro. Chi dovremo affrontare?-
Bagman parve compiaciuto di quella domanda -Non affronterete una persona... ci sono tre regole!- disse poi alzando la voce e tornando a guardare i ragazzi, senza rispondere davvero alla domanda di Akira.
-La prima... non potrete smaterializzarvi all'interno dell'arena. Non oggi almeno. La seconda... è ovviamente proibito utilizzare le tre maledizioni senza perdono! E la terza è che potrete usare solo la bacchetta per difendervi, nient'altro!-
Rose strinse nel pugno la propria, sentendo lo stomaco aggrovigliarsi dalla tensione.
-Inizierà la scuola di Durmstrang, dopodiché entrerà Ilvermorny, Beauxbatons, Mahoutokoro, Castelobruxo e infine Hogwarts. Si entra uno alla volta, e per nessuna ragione si interrompono la sfide in corso. Io vi aspetterò dentro. Signorino Dimitri, quando è pronto...- lasciò in sospeso la frase, guardando il ragazzo alto e robusto di Durmstrang.
Bagman entrò nell'arena da una piccola porticina nera, richiudendosela alle spalle.
Rose vide Dimitri prendere per le spalle Elena, la sua compagna, e dirle qualcosa in una lingua dura e tagliente, di cui Rose non capì una parola.
Elena annuì, guardandolo seriamente con gli occhi neri, e Dimitri strinse la bacchetta nel pugno dirigendosi verso la porta da cui era entrato Bagman.
-Secondo te cosa affronterà?- chiese Rose voltandosi verso Julian.
Il ragazzo era serio come la morte e guardava l'arena con gli occhi verdi cupi, e le sopracciglia aggrottate.
-Nulla di piacevole- mormorò distrattamente.
Dopo qualche secondo di silenzio si sentì il rumore di un'esplosione, che fece sobbalzare tutti i presenti.
Presero a parlottare tra loro, e Rose si scambiò un'occhiata preoccupata con Elvira e Julian.
Notò che Aline si era stretta al braccio di Scorpius, ma distolse subito lo sguardo da quella scena cercando di ignorare la fitta di gelosia che la colpì.
I rumori all'interno dell'arena si fecero sempre più forti, e Rose vide sbuffi di fumo salire dalla cima di essa e innalzarsi verso il cielo violetto illuminato dal crepuscolo.
Quando la porticina nera si aprì, e spuntò Dimitri, Rose trattenne il fiato.
Il bulgaro aveva una ferita alla testa che sanguinava copiosamente imbrattandogli la guancia fino al mento; zoppicava e parte della sua uniforme nera era bruciacchiata e ancora fumante.
Elena corse verso di lui, e, nello stesso momento, sopra l'arena si alzò una scritta scintillante in cielo.
"Dimitri Dotorov: 7"
Rose sussultò. Un sette? Dimitri si era ridotto così male per un voto simile...
-È alto- disse Julian accanto a lei -Se consideriamo che il massimo è dieci, direi che Dimitri se l'è cavata davvero bene-
Rose rabbrividì. Cavarsela bene, per lei, non equivaleva a sangue e ferite.
Dimitri zoppicò iniziando a scendere la collina, probabilmente per tornare al castello e andare in infermeria.
Rose vide Elena prendere un gran respiro e stringere la bacchetta nella mano tremante, dopodiché entrò dalla porticina nera.
Stavolta Rose, oltre ai botti, sentì anche le grida di dolore della ragazza.
Quando uscì, Rose trovò che non fosse messa tanto meglio di Dimitri.
"Elena Vasiklov: 6" fu questa la scritta dorata che apparve in cielo, mentre Elena passava attraverso il gruppo di ragazzi, reggendosi con la mano una spalla che pendeva in modo innaturale.
La guardarono tutti mentre percorreva la strada fatta da Dimitri, e l'ansia crebbe nel gruppo, Rose riuscì a percepirlo.
Fu la volta di Ilvermorny.
Prima entrò Trevor, e, dieci minuti dopo, quando uscì, fu la volta di Teresa.
-Di questo passo ci valuterà tutti oggi- mormorò Rose, sentendo la paura salirle dalla bocca dello stomaco fino in gola.
Trevor ottenne un sei, e Teresa un sette.
Quando uscirono però, Rose notò che avevano meno ferite rispetto a Dimitri ed Elena.
Si incamminarono comunque verso il castello, stanchi e bianchi in viso dallo shock.
Fu la volta di Beauxbatons, ed entrò Lucien per primo.
Rose sapeva che era un amico stretto di Alice, e la mora le aveva assicurato che Lucien fosse un duellante eccezionale.
Stavolta si sentì un ruggito da dentro l'arena, il suono più raccapricciante che Rose avesse mai sentito.
Il suono dell'acciaio che gratta su una lavagna.
Sembrava il verso di un mostro enorme, e rieccheggiò per le colline in un eco che andò a disperdersi.
-Cos'è stato?- chiese Rose sobbalzando.
Lanciò un'occhiata a Julian e lo vide deglutire nervosamente e chiudere le mani a pugno.
Lucien uscì dalla porta, zoppicante e con un taglio che sanguinava sull'avambraccio, ma tutto sommato bene.
"Lucien Laurent: 8"
-Cavolo- commentò Rose impressionata, guardando Lucien dirigersi verso Aline e sussurrarle qualcosa.
La mora annuì seriamente e lo superò per entrare nell'arena.
-Il migliore, fin'ora- commentò Julian osservando Lucien e vedendo che si era fermato vicino a Scorpius; probabilmente aspettava che Aline finisse.
Lo squadravano anche i due di Mahoutokoro, con gli occhi a mandorla scuri e taglienti.
Il grido di Aline rieccheggiò nell'arena, e Rose sentì la morsa di paura stringerle lo stomaco ancora di più.
Osservò la porta, aspettandosi di vedere la ragazza uscire, ma invece comparve solo la scritta dorata in cielo.
"Aline Belletrand: N.C."
-Che significa?- chiese subito Rose.
-Non classificato. Deve esserle successo qualcosa...- rispose Julian.
Proprio in quel momento la porta di legno si spalancò, e spuntò Bagman reggendo tra le braccia l'esile figura di Aline.
La ragazza sembrava svenuta, la cascata di capelli neri ondeggiava verso il suolo e la braccia ricadevano abbandonate lungo i fianchi.
Lucien corse subito verso di loro, e Bagman trasferì Aline tra le sue braccia.
-La prova più patetica che io abbia mai visto- commentò Bagman in modo acido, dopodiché rientrò nell'arena.
Lucien passò accanto a Rose e Julian, trasportando Aline tra le braccia e dirigendosi verso il castello.
Rose notò che la pelle pallida del viso di Aline era chiazzata di rosso e sanguinante.
-Ho sentito dire delle cose su di loro- disse Julian seguendo con lo sguardo Hizaki mentre si richiudeva la porta di legno alle spalle.
-Si dice che in Giappone li addestrino... a muoversi rapidi come dei ninja-
Rose sbuffò -È ridicolo. Sono maghi, mica guerrieri-
Tuttavia, quando Hizaki uscì dopo dieci minuti, con solo qualche lembo del mantello bruciacchiato, Rose dovette ricredersi.
"Hizaki Sanjiko: 8"
La ragazza, Akira, entrò dopo di lui con passo svelto, come se non avesse paura di niente al mondo.
Impiegò poco più di Hizaki a uscire, ma parve aver risentito di più dello scontro: zoppicava e un taglio sulla guancia le correva dal sopracciglio al mento, facendole colare il sangue sul collo.
"Akira Sanjiko: 7"
Hizaki (ora Rose sapeva che era suo fratello) la affiancò e si diressero insieme verso il castello.
Restarono solo Rose, Julian, Elvira e Scorpius.
Quest'ultimo li raggiunse, fermandosi accanto a Elvira.
-Che accidenti ci sarà in quell'arena?- chiese Scorpius. Rose poteva vedere la ruga di preoccupazione che gli si era creata in mezzo alle sopracciglia, mentre guardava la maestosa costruzione in legno davanti a lui.
-No te procupes- disse Julian mettendosi davanti a sua sorella e accarezzandole la testa dai folti capelli castano rossicci.
Il suo tono doveva essere rassicurante, ma l'espressione grave di Elvira rimase immutabile.
Julian spostò lo sguardo su Rose, e sul viso color caramello gli comparve un sorriso dolce.
-Non guardarmi così, querida. Non mi succederà nulla-
Rose annuì, sentendosi i lineamenti del viso contratti dalla preoccupazione.
Julian si voltò, e si diresse verso l'arena, sparendo dietro la porta di legno.
Rose prese un gran respiro, rigirandosi la bacchetta tra le mani sudate.
-Esci con il brasiliano, quindi? Lo sai che stai fraternizzando con il nemico?- chiese Scorpius.
Rose si voltò vedendo che la guardava con le labbra piegate in una smorfia, e gli occhi grigi contrariati.
-Rose può uscire con chi le pare. Non sarebbe in alcun caso affar tuo, imbecil- rispose Elvira, scoccandogli un'occhiata omicida e affiancando Rose.
La rossa sbattè le palpebre sorpresa: non si era aspettata di sentire Elvira difenderla.
Scorpius alzò le mani al cielo, con un mezzo sorriso -Dico solo che è poco saggio uscire con gli avversari del Torneo-
-Disse colui che pende dalle labbra della francesina- sbottò Rose, senza riuscire a trattenersi.
Scorpius scoppiò a ridere -Oh è lei a pendere dalle mie, te l'assicuro- il sorriso compiaciuto che si era dipinto sul suo viso fece venir voglia a Rose di prenderlo a schiaffi.
I minuti passarono più lentamente che mai. Rose sentiva che Elvira, accanto a lei, condivideva la sua stessa ansia.
Quando Julian uscì dall'arena, la sorella corse verso di lui.
"Julian Menendez: 7"
Fu quella la scritta dorata che apparve in cielo, illuminandolo a giorno.
Rose vide Julian abbassarsi verso la sorella e parlarle velocemente in spagnolo.
Dopodiché Elvira annuì, ed entrò nell'arena da dove Julian era uscito.
Il ragazzo camminò piano verso Rose, reggendosi un fianco con la mano e con un'espressione di dolore dipinta in volto.
-Stai bene?- chiese Rose raggiungendolo a metà strada.
Julian sembrava scosso, da vicino Rose poté vedere che aveva un taglio sulla fronte e una bruciatura sulla mano che impugnava la bacchetta.
-Rose- disse Julian abbassando la testa verso di lei.
Nella semi oscurità i suoi occhi verdi parvero neri, e la ragazza li vide pieni paura.
-È un drago, querida, un drago- disse Julian.
Rose spalancò la bocca dal terrore, trattenendo il fiato.
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ספרות חובביםRosalie Minerva Weasley è tante cose. È molto bella, con i suoi ricci color rubino e gli occhi azzurro cielo. È una giocatrice eccezionale di Quidditch, ex capitano della sua squadra a Ilvermorny, e ora Cacciatrice in quella di Grifondoro. È una...