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Rose strinse la spallina della borsa a tracolla, e con un salto superò gli ultimi tre gradini della scalinata in pietra.
La borsa le rimbalzò sul fianco, e Rose ricominciò a correre.
Non sapeva ancora come aveva fatto, dopo che Alice l'aveva svegliata, a ricadere a dormire.
La cosa peggiore era che quella mattina sarebbero arrivati i campioni delle altre scuole, e Rose non poteva trovare momento peggiore per essere in ritardo.
Corse più veloce che poté, lieta che gli studenti fossero a lezione e lei avesse i corridoi liberi in cui sfrecciare.
Già immaginava la faccia contrariata della McGranitt e del professor Vitious... avrebbe di sicuro coperto Hogwarts di ridicolo...
Si immaginava di entrare nell'ufficio della preside, e vedere una dozzina di facce voltarsi verso di lei e guardarla frustrati dal suo ritardo.
Modo stupendo di iniziare una conoscenza.
Rose svoltò l'angolo, senza rallentare la corsa che le stava facendo bruciare le gambe dallo sforzo.
Era arrivata finalmente, solo un paio di metri e...
Andò a sbattere con violenza contro qualcosa, la velocità della corsa rese l'impatto più doloroso.
Rose si rese conto di star cadendo a terra, e si aggrappò a ciò che aveva urtato... se non fosse che, si rese conto mentre cadeva, aveva urtato una persona.
La quale stava cadendo insieme a lei.
Precipitarono sul pavimento, Rose sentì un dolore incendiarle il ginocchio e non riuscì a trattenere un piccolo grido di dolore.
Per fortuna il resto del suo corpo atterrò sul morbido.
Rose si tirò su tenendosi per le braccia, e notando che era volata sopra un ragazzo.
-Oh Godric- esclamò sentendosi arrossire -Mi dispiace tantissimo! Stai bene?- gli chiese scostandosi e sedendosi per terra, mentre il ragazzo si tirava a sedere massaggiandosi la testa.
La prima cosa che colpì Rose, fu quanto quel ragazzo sembrasse fuori posto in quel corridoio.
Si passava una mano tra i capelli di un castano rossiccio, che incorniciavano un viso magro e dai lineamenti marcati e attraenti.
Le palpebre abbassate mostravano ciglia lunghe e nere, che si piegavano sugli zigomi come due ventagli aperti.
La sua pelle era di un color caramello intenso, come se avesse passato intere giornate a prendere il sole su una spiaggia caraibica.
Aprì gli occhi guardandola, e Rose, per qualche ragione, non si stupì di incontrare degli occhi di un verde foglia.
Le labbra carnose si piegarono in un sorriso, mostrando una fila di denti bianchi e perfetti.
-¡Oh Dios mío!- esclamò lui -¿Estas bien?-
Rose sgranò gli occhi. Non capiva. Lo aveva travolto in pieno facendolo cadere, e lui chiedeva a lei se stava bene?
Sbattè un paio di volte le palpebre, chiedendosi da dove accidenti fosse spuntato un ragazzo spagnolo a Hogwarts.
Il sorriso di lui non vacillò, e le indicò con un cenno di guardare in basso.
Rose notò solo in quel momento il suo ginocchio: spuntava da sotto l'orlo della gonna scolastica, rosso e chiazzato di sangue.
-Oh cavolo!- esclamò Rose sgranando gli occhi.
-Hai preso una brutta botta- disse il ragazzo, mantenendo però uno spiccato accento spagnolo.
Si alzò inginocchiandosi accanto a lei, e tirò fuori la bacchetta dalla tunica.
Sono in quel momento Rose si rese conto che indossava un'uniforme viola scuro formata da sobri pantaloni e giacca dai bottoni gialli e verdi.
"Brasile" le sussurrò un angolo della sua mente. Doveva essere uno studente di Castelobruxo.
-Ferula- disse il ragazzo, e Rose tornò alla realtà notando che dalla punta della sua bacchetta era appena uscita una benda biancastra, che si arrotolò sul ginocchio della ragazza chiudendosi con un bel fiocco.
Rose sussultò di dolore, mordendosi un labbro.
-Grazie- disse lei portando l'altra gamba sotto di sé e facendo leva su un braccio per alzarsi.
Appena poggiò la gamba fasciata però, il ginocchio le cedette e Rose raschiò di ricadere di nuovo a terra.
Il ragazzo la afferrò al volo, stringendola per un fianco, e Rose si sentì andare il viso a fuoco fino alla punta dei capelli.
Era una situazione decisamente irreale.
-Scusa, ti assicuro che non mi capitano mai queste cose... accidenti... ehm tu sicuro di stare bene? Non ti sei fatto male?- le chiese lei poggiando tutto il peso sulla gamba buona, mentre il ragazzo la lasciava e si chinava a raccogliere la sua borsa da terra.
Rose avrebbe voluto sotterrarsi per l'imbarazzo, specialmente quando il ragazzo le posò la borsa a tracolla sulla spalla. Aveva un profumo tropicale, come di un fiore esotico.
-Eres tan dulce- disse il ragazzo con una risata -Dovresti preoccuparti di come stai tu. Potresti avere una fractura al ginocchio. Ti accompagno in infermeria, se mi dici dov'è- disse lui cortese, guardandola con un sorriso.
Rose notò che aveva gli occhi leggermente a mandorla, oltre che contornati da ciglia foltissime.
Ma da dove era uscito? Da un romanzo?
-Cosa? Oh no, no!- si affrettò a rispondere, distogliendo lo sguardo -Io dovrei essere già nell'ufficio della preside, sono in ritardo- disse Rose indicando con un cenno i gargoyle dietro di loro.
Il ragazzo sgranò gli occhi verdi, guardandola rapidamente dalla testa ai piedi -Duellante di Hogwarts?- le chiese con un sorriso abbagliante.
-Sì... e tu di Castelobuxo?- chiese lei.
-Exsactamente- rispose lui -Purtroppo ero in ritardo, Elvira non mi ha aspettato e sono rimasto chiuso fuori...-
Rose rise -Oh bene! È un sollievo sapere che non sono l'unica ad essere in ritardo! Vieni, conosco la parola d'ordine- disse lei girandosi verso le statue.
Appena poggiò la gamba ferita, però, il ginocchio tremolò pericolosamente facendole quasi perdere di nuovo l'equilibrio.
Rose gridò di dolore, sentendo mille coltelli invisibili conficcarsi nella ferita.
-¡Querida!- esclamò lui affiancandola in un attimo e afferrandola per la braccia -Devi andare in infermeria, quel ginocchio...-
-No- disse Rose raddrizzando la schiena -Non posso mancare, io e Scorpius rappresentiamo Hogwarts-
Pensò al biondo, che probabilmente era già nell'ufficio della preside, e saltellò su una gamba sola fino ai due gargoyle.
-Dedalo- enunciò, e le due statue si inchinarono di fronte a lei spostandosi di lato, e aprendo la via a una scala a chiocciola di marmo.
-Oh- mormorò Rose delusa.
Si era completamente dimenticata della scala... pensò che sarebbe riuscita a farcela, saltando un gradino alla volta su una gamba.
Poggiò una mano alla colonna su cui la scala si attorcigliava e prese un respiro.
Le sembrò di sentir dire al ragazzo alle sue spalle qualcosa che somigliava a Loca, ma non ne fu sicura.
Prese a saltare su una gamba sola, e al quarto gradito la punta della scarpa le sbattè sulla pietra sbilanciandola in avanti.
Attutitì la caduta sui palmi delle mani, evitando per un soffio di sbattere il ginocchio fasciato.
-Permettimi- disse il ragazzo apparendo di fianco a lei, mentre si rialzava.
Le mise una mano sulla schiena, e una sotto le ginocchia sollevandola di scatto da terra.
Rose trattenne un gridolino per la sopresa, e guardò il ragazzo allarmata.
-Hey! Ce la facevo... non mi sembra assolutamente il caso di...- il ragazzo però aveva già preso a salire la scalinata con Rose in braccio, un sorriso ribelle gli incurvò la linea delle labbra.
-Io mi chiamo Julian- disse lui, ignorando le proteste della rossa -E tu?-
Rose aveva la bocca spalancata dallo sconcerto.
-Bello, ti sembra che io abbia scritto "damigella in pericolo" in fronte?- chiese Rose indicandosi la testa con l'indice, e guardandolo truce.
Julian rise -Voi ragazze inglesi avete tutte questo caratterino?-
Rose sbuffò incrociando le braccia al petto e guardando altrove.
Ormai erano arrivati in cima alla scalinata, e Julian aprì con un gomito la porticina in legno dello studio della preside.
Una decina di facce si voltarono verso di loro, e Rose pensò che quello era decisamente peggio di un semplice ritardo.
Arrivare tra le braccia di un ragazzo, come una sposa.
Non riusciva ancora a capire com'era potuto succedere.
Specialmente perché, appena entrarono, Rose non vide la faccia di nessuno degli studenti nuovi.
Incontrò invece lo sguardo di Scorpius, il biondo era impallidito guardandola a bocca aperta.
Rose voleva sprofondare.
-¡No puedo creerlo!- una ragazza dalla pelle dorata come quella di Julian li raggiunse a falcate, guardando il ragazzo con gli occhi neri brucianti d'ira - ¡Cabeza de choto! Sei incorreggibile!-
Rose provò il desiderio di indietreggiare di fronte alla furia della ragazza.
-Mettimi giù!- sibilò dando un colpetto sulla spalla di Julian.
Il ragazzo sospirò alzando gli occhi verdi al cielo, e fece scendere la rossa facendole poggiare il peso sulla gamba sana.
La ragazza dai capelli castano rossicci, identici a quelli di Julian, prese a esibirsi in frasi frettolose e spagnoleggianti.
Rose era certa che più della metà di esse contenessero parolacce.
-¡Vale!- esclamò Julian roteando gli occhi, mentre Elvira lo seguiva alzando le braccia al cielo e sbraitando imprecazioni in spagnolo.
-Weasley! Che ti è successo?- chiese la preside venendole incontro.
La raggiunse anche Scorpius, e Rose abbassò lo sguardo in imbarazzo.
-Sono... sono caduta- spiegò lei a testa bassa.
Rialzò la testa a trovò Julian, dall'altro lato della stanza, a fissarla.
Le fece un occhiolino.
Rose distolse in fretta lo sguardo puntandolo sulla preside.
-Vitious, puoi far venire qui Madama Chips con un po' di Ossofast?- chiese la McGranitt abbassando il viso verso il professore di incantesimi.
Il mezzo goblin annuì e sparì dietro la porticina in legno da cui era entrata Rose.
-Venite- disse la preside voltandosi verso il gruppo di studenti al centro della stanza.
-Chi accidenti è quello?- le chiese Scorpius in un sussurro assottigliando gli occhi grigi, appena la preside si voltò.
-Non lo so!- bisbigliò Rose di rimando.
-Non lo sai? Ti fai portare in braccio da sconosciuti?- sbottò Scorpius seccato.
-Guarda che non ho avuto molta scelta! È stato lui a...-
La preside si schiarì la gola, interrompendo la discussione tra Rose e Scorpius, e la ragazza saltellò su una gamba sola verso gli altri studenti, guardando imbronciata Scorpius che le camminava affianco.
-Eccoci! Purtroppo mancano ancora i due duellanti di Ilvermorny. La preside Scottsdale mi ha appena mandato un patronus informandomi che hanno avuto difficoltà con la loro passaporta. Intanto direi di passare alle presentazioni!- esclamò contenta la preside, battendo le mani con un sorriso gioioso nel viso pieno di rughe.
Dal gruppo di ragazzi emerse una coppia che la affiancò.
Rose notò che erano un ragazzo e una ragazza: indossavano tuniche bianche dai riflessi rosati, e i lineamenti asiatici presagivano già le loro origini.
-Akira- disse la ragazza, dai lunghi capelli neri dritti come spaghetti.
-Hizaki. Scuola di Mahoutokoro - continuò il ragazzo.
Fecero un perfetto inchino sincronizzato.
Partirono dei timidi saluti dal gruppo e i due si spostarono, lasciando spazio a Julian e Elvira.
-Julian-
-Elvira. Scuola di Castelobruxo- disse la ragazza.
Julian sorrise carismatico alla folla, come se non gli dispicesse per niente avere gli occhi di tutti puntati addosso.
Fu poi la volta degli studenti di Durmstrang.
Indossavano pellicce marroncine e scarponi invernali, i loro tratti erano duri e marcati e il loro sguardo glaciale.
-Dimitri e Elena. Durmstrang- disse semplicemente il ragazzo, facendo correre lo sguardo freddo sulla folla.
Si ritirarono come due soldati, lasciando il posto alla coppia successiva.
Rose riconobbe le loro uniformi azzurre e i cappelli eleganti.
-Io sono Aline, e questo è Lucien. Veniamo da Beaubatonx- disse la ragazza allegramente.
Aveva luminosi capelli color corvo, che facevano un piacevole contrasto con la pelle d'avorio. Il ragazzo accanto a lei era castano, e sorrise timidamente.
La preside fece un cenno con gli occhi verso Rose, e la ragazza si sentì arrossire mentre zoppicava in avanti.
Scorpius le camminò affianco alla sua stessa velocità, senza fare commenti.
-Rose- disse alzando la testa e guardando i visi poco familiari che la fissavano.
Cercò di non dare peso alla figuraccia di essere entrata in braccio a Julian, e mantenne uno sguardo fermo e deciso.
-E io sono Scorpius. Siamo di Hogwarts- finì il biondo, con un sorriso accattivante.
Rose non poté fare a meno di notare che Aline, la bambolina francese, se lo mangiava con gli occhi.
-Bene! La coppia di Ilvermorny arriverà tra circa mezz'ora. Se volete seguirmi, nel frattempo che li aspettiamo, abbiamo organizzato un piccolo banchetto di benvenuto in Sala Grande- disse la preside.
Dopodiché scortò il gruppo verso l'uscita.
Rose zoppicò fino a una bassa cassapanca, e vi si sedette distendendo il ginocchio fasciato e dolorante. Le bende erano macchiate di rosso al centro.
-Querida, vuoi un altro passaggio?- chiese Julian spuntando di fronte a lei.
Rose notò che Elvira lo fulminava con lo sguardo, probabilmente per essersi staccato dal gruppo.
-No, non lo vuole- disse subito Scorpius accanto a lei, avanzando di un passo e guardando duramente Julian.
Il ragazzo alzò le mani al cielo ridacchiando.
-Oh, e ci tenevo a farti sapere- aggiunse Julian piegandosi verso Rose e abbassando la voce -Che Elvira es mi hermana. Mia sorella.- dopodiché le fece un altro occhiolino e se ne andò di fretta raggiungendo Elvira e sparendo dietro la porta di legno.
La rossa era rimasta a bocca aperta, e quando incrociò lo sguardo furioso di Scorpius la richiuse di scatto.
Incrociò le braccia al petto guardando dritto davanti a sè -Vai pure con gli altri, non perderti il banchetto- disse Rose.
-Perché quell'idiota ci sta provando con te?- le chiese invece Scorpius.
Rose sollevò le sopracciglia -E io che ne so!- esclamò sollevando le spalle -Nemmeno lo conosco!-
-Ma ti piacerebbe, scommetto- ribatté duramente Scorpius.
Rose boccheggiò senza emettere un suono, guardando sbalordita il biondo.
-Scorpius, ma che stai dicendo?- chiese Rose.
Il ragazzo le voltò le spalle sbuffando.
La rossa non poté fare a meno di sorridere, realizzando cosa stava succedendo.
Si alzò dalla cassapanca stando in equilibrio su una gamba e fece un saltello verso Scorpius.
Gli mise le mani sulle spalle, e si avvicinò al suo orecchio.
-Sei geloso, per caso?- sussurrò Rose con un sorrisetto.
Scorpius si voltò di scatto verso di lei, la rossa rischiò di perdere l'equilibrio ma Scorpius le mise le mani sui fianchi sorreggendola e lei si aggrappò alle sue spalle.
-E se anche fosse?- le chiese Scorpius a un soffio dalle sue labbra.
Il cuore di Rose prese a martellarle nelle orecchie, e lo stomaco le si aggrovigliò.
-Non ne hai motivo- sussurrò Rose.
Fece correre una mano sul collo di Scorpius, fino ai capelli che gli si attorcigliavano sopra le orecchie.
Scorpius sorrise, e il cuore di Rose fece una capriola quando il ragazzo si piegò in avanti baciandola.
Rose ricambiò il bacio con passione, sollevandosi sulle punte per essere alla sua stessa altezza.
E per Merlino, Scorpius baciava divinamente. La baciava come se Rose fosse la sua acqua, e lui stesse vagando da giorni nel deserto.
La rossa di sentiva leggera come una piuma, e allo stesso tempo un fuoco le divampava nel petto facendole stringere il ragazzo a sé.
-Ragazzini! Vi sembra il posto per fare certe cose, questo?- sbottò uno dei presidi nei ritratti appesi al muro.
Scorpius si scostò ed entrambi ridacchiarono appoggiandosi uno all'altra.
Gli occhi grigi di Scorpius luccicarono di felicità, e Rose pensò che niente avrebbe potuto rovinare quel momento perfetto.
Il crack di una smaterializzazione li fece sobbalzare.
In mezzo alla stanza circolare apparvero due studenti, che reggevano in mano un vecchio stivale.
Rose riconobbe le uniformi di Ilvermorny.
Si scostò da Scorpius, curiosa di sapere chi fossero e se li conosceva, quando la ragazza della coppia alzò la testa.
Una chioma di ondulati capelli color cioccolato al latte incorniciava un viso giovane e bello.
Occhi di un azzurro tanto chiaro da sembrare bianchi si fissarono in quelli di Rose.
La rossa impietrì, spalancando la bocca dalla sorpresa.
-Tu!- gridò Teresa Wickham puntandole un dito contro.
Le si avvicinò con due rapidi passi, e Rose non poté evitare lo schiaffo che la colpì in pieno viso.
-Sei morta!- urlò Teresa, mentre il ragazzo che era con lei la teneva per le braccia cercando di tirarla indietro.
Scorpius guardava Rose allarmato, la bocca spalancata dalla sopresa.
-Ti presento Teresa Wickham. La sorella di Thomas- disse Rose in un soffio.
Chiuse gli occhi, sperando che quello fosse solo un brutto incubo.

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