Alice si portò il bicchiere di punch alle labbra, sorridendo.
Il ballo era iniziato da più di un'ora ormai, e lei era in compagnia di Lucien, Lily e Lysander, giocando a Spara Schiocco seduti a un tavolino rotondo.
Laddove era stata situata la tavolata dei professori, c'era invece un palco su cui i Silver Fangs, la band di vampiri più famosa di quel secolo, stava suonando un lento un po' rock.
-Ahia!- esclamò Lily, tirando indietro la mano di scatto dal mazzo di carte -Oh, ma perché tutte a me!-
Mise su un broncio e Lysander, seduto affianco a lei, le diede un buffetto sotto il mento guardandola con un sorriso amorevole.
-Andrà meglio al prossimo giro, tesoro- le disse con un sorriso, mentre Lily si voltava a guardarlo con gli occhi verdi scintillanti di adorazione.
Alice abbassò lo sguardo sulle carte che teneva in mano; l'amore che c'era tra quei due era palpabile, e la mora non riusciva a guardarli senza sentire una fitta di dolore al petto.
Avrebbe voluto avere qualcuno che l'amasse così, come Lysander amava Lily, ma sapeva anche che non le sarebbe bastato.
No, perché lei voleva che Albus la amasse così, come lei amava ancora lui.
Alice si ricordò che seduto accanto a lei c'era Lucien, e che era un Legilimens, perciò scosse la testa allontanando quei pensieri.
-Scusami- mormorò voltandosi verso di lui.
Il ragazzo abbozzò un sorriso, scrollando le spalle, e allungò una mano per pescare una carta dal mazzo.
-Non ti preoccupare, non mi danno fastidio i tuoi pensieri- disse lui mettendo la carta tra quelle che teneva in mano.
-Forse dovresti parlare con lui- aggiunse Lucien poggiando i gomiti sul tavolino, e ruotando il busto verso di lei.
Lily e Lysander erano presi da un'attiva sessione di baci, e Alice fu lieta che non stessero prestando loro attenzione.
-Non lo so...- mormorò Alice con un sospiro.
-Non riesci a perdonarlo, vero? È comprensibile, si è comportato in modo spregevole con te-
Alice gli lanciò un rapido sguardo, e si spostò a disagio sulla sedia, abbassando le carte a testa in giù.
-La verità è che l'ho già perdonato- mormorò Alice, sentendosi arrossire dall'imbarazzo.
Erano vere le parole che aveva detto ad Albus a casa Weasley, il giorno di Natale: lei gli avrebbe perdonato tutto.
Lucien sussultò e Alice lo vide guardarla sorpreso.
-Forse mi riterrai una stupida, e forse lo sono ma... non posso essere arrabbiata con lui per sempre. Io l'ho già perdonato, anche se forse non avrei dovuto-
-Ma?- chiese Lucien, inarcando un sopracciglio e invitandola a continuare.
C'era di più.
-Ma lui non mi ama, quindi non c'è futuro per noi due- ammise Alice con rammarico, battendo in fretta le palpebre per scacciare le lacrime.
Cercò di ributtare giù il magone che sentiva in gola; non poteva permettersi di scoppiare a piangere nel bel mezzo del ballo.
-Tu vuoi solo questo- mormorò Lucien -Vuoi solo che Albus ti ami, come tu ami già lui-
Alice annuì, prendendo un gran respiro. Lucien aveva ragione, Alice non voleva niente di più. Si chiese se prima o poi pensare ad Albus le avrebbe fatto meno male... si chiese quanto tempo servisse a un cuore per guarire. Settimane? Mesi? Non lo sapeva. Il suo, di cuore, non si era mai spezzato prima.
-Beh, tocca a me pescare- disse Alice raddrizzando la schiena e abbozzando un sorriso.
Allungò una mano verso il mazzo di carte, ma un rumore acuto e squillante la fece fermare.
Si portò le mani alle orecchie, mentre lo stridìo di un microfono si diffondeva in tutta la Sala Grande facendo salire un mormorio di lamenti.
La musica si era fermata, e Alice vide qualcuno sul palco, davanti al microfono. E no, non era il famoso Vincent Blunt, il cantante vampiro della band, ma bensì Albus.
-Ops, scusate- disse mettendo le mani a coppa sul microfono, appena smise di fischiare.
Indossava uno smoking nero, con una cravatta verde e, con un sussulto di sorpresa, Alice vide che in testa portava il cappello di lana blu che lei gli aveva regalato.
-Salve a tutti gente, io sono Albus Potter ma credo che questo lo sappiate già. Quello che non sapete è che non sono salito su questo palco per cantare una canzone- disse Albus con un sorriso alla folla -Però diciamo che sono in vena di fare un discorso. L'avete capita?- chiese poi voltandosi verso la band di vampiri dietro di lui.
Si levò qualche risata tra gli studenti, ma i vampiri invece restarono pallidi e seri, mentre squadravano Albus come se progettassero di spaccargli una chitarra in testa.
-Comunque- disse Albus tornando a guardare gli studenti -Ho qualcosa da dire. Perché dovreste ascoltarmi? Beh, per Salazar, perché io sono Albus Potter e sono il capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, oltre a essere un gran fico- qualche altra risata si levò nella Sala, e Alice abbozzò a sua volta un sorriso.
-Okay, basta scherzare. Ora che ho la vostra attenzione, vorrei parlare di una cosa seria. Voglio raccontarvi una storia e, come ogni storia che si rispetti, parla anche d'amore. Tuttavia non è una storia come nelle fiabe... no, perché lui... anzi, perché io, non sono il principe azzurro. Chi mi conosce sa che sono un idiota, un menefreghista, un dongiovanni e un esibizionista. I miei fratelli possono confermare che sono così, sì... ma poi è arrivata una ragazza. Come in ogni storia che si rispetti, giusto? Il punto è che io l'ho sempre guardata da lontano, per anni. Può sembrare insensato, ma l'ho fatto perché lei era troppo pura e troppo dolce per essere trascinata nella vita. Perché avvicinarla sarebbe stato come prendere una colomba e buttarla in un lago di catrame. Tuttavia, essendo io un idiota egoista, l'ho fatto lo stesso. Ho raccolto il coraggio, ho messo da parte l'orgoglio, e l'ho conquistata. Fin qui tutto bene, no? Potreste pensare che vissero tutti felici e contenti... ma in realtà non fu così. Perché, come ho già detto, io sono Albus Potter e sono un idiota.
E ho fatto soffrire la ragazza, la mia colomba, e l'ho buttata davvero in un lago di catrame... non pensiate che lei sia debole, e che non abbia lottato. Lei è straordinariamente forte, ma si è innamorata di me e ha lasciato che io la gettassi in quel lago. Perché si fidava di me. Ha riposto la sua fiducia nella persona sbagliata, nel cattivo della storia, in me. E Merlino solo sa quanto non si meritava che io le spezzassi il cuore... ma l'ho fatto. E ora sono qui, davanti a questo microfono, affinché tutti mi sentano. Affinché tutti sappiamo che sì, Albus Potter è davvero un idiota, ma è un idiota a pezzi.
Non ho saputo mettere da parte l'orgoglio, per troppo tempo, ma ora sono pronto a farlo.
Alice...- il ragazzo spostò gli occhi blu mare su di lei, e decine di facce si voltarono a guardarla. Tuttavia la mora aveva occhi solo per Albus.
-...Alice Paciock sono stato un verme, uno stronzo, e Merlino solo sa quanto io sia una persona orribile ma... ti prego di darmi un'altra possibilità. Perché non voglio più essere così. Voglio essere il principe azzurro della nostra storia, voglio essere una persona migliore, una persona migliore per te, e con te. Tu mi hai lasciato sì, e avevi un ottimo motivo per farlo, ma c'è una cosa che devi sapere e voglio che tutti me la sentano dire.
Quella sera, nella Stanza delle Necessità, non sono riuscito a dirtelo perché ero confuso, perché non sapevo ancora quanto tu fossi fondamentale nella mia vita. Ma ora ho le idee chiare, ora so ciò che provo.
La verità è che io ti amo, Alice Paciock, e non ho mai amato nessuno in vita mia se non te. E mi manchi, mi manchi da morire ogni singolo giorno. Mi manca il tuo profumo, mi manca il tuo sorriso e i tuoi incisivi troppo grandi; mi mancano i tuoi occhi, i tuoi capelli, mi manca il tuo modo di gesticolare quando parli... mi manca tutto di te.
Perdonami, Alice. Ti prego perdonami perché non riesco a stare un altro giorno senza di te, perché ho bisogno di te, perché ti amo.-
Albus si allontanò di un passo dal microfono, guardando fisso nella direzione di Alice.
La mora aveva il respiro mozzato, e le lacrime avevano ormai rotto gli argini degli occhi.
Vide Albus fare un paio di passi, e percorrere i piccoli gradini per scendere dal palco.
Alice si ritrovò in piedi quasi senza rendersene conto, a camminare verso Albus sentendo le gambe instabili.
Ben presto, dopo qualche passo, si mise a correre verso di lui e Albus fece altrettanto.
Si fermò tra le sue braccia, stringendolo a sé con forza e affondando il viso nella sua spalla mentre i singhiozzi la scuotevano.
Albus la abbracciò, e Alice inspirò il suo profumo di valeriana e pino che tanto le era mancato.
-Ti amo, Alice- sussurrò Albus al suo orecchio, facendola rabbrividire.
La mora si tirò un poco indietro, per guardarlo negli occhi, e lo baciò.
Un coro di applausi si levò nella Sala Grande, mentre Alice e Albus si baciavano, e i Silver Fangs prendevano a suonare una cover rock di All of me.
La pista da ballo si riempì di coppie, mentre Alice e Albus si tenevano ancora stretti.
Stavano ad occhi chiusi, i visi vicini e un sorriso sulle labbra, nella loro piccola bolla.

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