Scorpius avvicinò il binocolo magico al viso, e in un secondo vide con chiarezza la rossa fare una piroetta con la scopa lanciando la pluffa dritta nell'anello centrale, con disappunto di Lysander Scamander.
Rose sorrise, le guance arrossate dal vento e dallo sforzo, gli occhi azzurri scintillanti e i capelli color fragola scompigliati.
Quel binocolo era stato decisamente un ottimo acquisto.
Vide James volarle vicino e darle il cinque, dopodiché la rossa scese in picchiata schivando per un soffio un bolide, e cercando di acciuffare la pluffa all'altro cercatore dei Grifondoro.
La rossa ci riuscì, e Scorpius trattenne il fiato vedendola sollevarsi in piedi sulla scopa.
La stava usando come una tavola da surf, mantenendosi in un equilibrio perfetto e volando a zig zag tra i suoi compagni di squadra. Segnò di nuovo.
-Hey, tu- disse una voce vicino a lui. Scorpius sobbalzò togliendo il binocolo dagli occhi, e si voltò vedendo James Potter in piedi accanto a lui.
Doveva essere atterrato con la scopa sulle gradinate, il biondo non lo aveva nemmeno sentito.
James gli si sedette accanto, posando la scopa ai suoi piedi e spostandosi in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia e incrociando le mani.
-Non puoi stare qui- gli disse senza voltarsi, e tenendo gli occhi verde chiaro fissi sul campo dove la sua squadra si stava ancora allenando -Il Quidditch ha delle regole non scritte. Una di queste è non spiare gli allenamenti altrui, dovresti saperlo-
Scorpius si voltò a sua volta a guardare il campo, stringendo le labbra.
-Non sto spiando le vostre tattiche di gioco, se è questo che pensi- rispose, poggiando i gomiti sulle ginocchia come James, e rigirandosi tra le mani il cannocchiale d'ottone.
Non gli era mai andato a genio James Potter. Era completamente diverso da Albus: troppo esibizionista, troppo pieno di sé, troppo perfetto in ogni materia o disciplina.
-Ah, no?- gli chiese James voltandosi verso di lui e inarcando un sopracciglio scuro.
Scorpius serrò la mascella, tirandosi su e appoggiando la schiena alla gradinata dietro di lui.
-Volevo solo... ah, lasciamo stare.- non gli avrebbe detto la verità, cioè che era lì solo per guardare Rose volare. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, figuriamoci a James.
-Per stavolta resta, gli allenamenti sono praticamente finiti. Ma se ti rivedo qui ti faccio spedire fuori a mazzate da Harmond e Blake, i miei battitori- chiarì James.
Scorpius sorrise, immaginandosi la scena.
-È fenomenale, vero?- disse il moro dopo qualche secondo di silenzio. Rizzò la schiena voltando la testa verso Scorpius.
Il biondo sbuffò, piegando un angolo della bocca in un sorriso.
-Mai visto qualcuno volare così... anzi forse solo Dobrovich, ai mondiali tra Russia e Svezia dell'anno scorso- disse Scorpius.
James sorrise -Li ho visti anche io, mio padre ci ha portato me e Albus-
-In che fila eravate?- chiese Scorpius.
-Trentaquattresima, ottima vista. Tu?-
-Dodicesima, sono uscito da lì con il collo incriccato a forza di guardare in su- rispose Scorpius, ridacchiando al ricordo e James si unì a lui.
Il moro si appoggiò coi gomiti alla gradinata dietro, guardando il campo con un sorriso.
-Non avete speranze di vincere- disse James con un ghigno.
-Negherò fino alla morte di averlo detto ma...- Scorpius fece una pausa, il suo sguardo venne di nuovo catturato dalla chioma rosso fuoco di Rose -...hai ragione. Sarà una bella batosta per Albus-
James sorrise soddisfatto -Sai stavo pensando... mia madre ha giocato nelle Holyhead Harpies, potrei chiederle di procurare a Rose un provino. Ha un futuro nel Quidditch, è più brava di me. È più brava di chiunque abbia mai visto. Odio dirlo ma quest'anno vinceremo solo grazie a lei- ammise James, passandosi una mano tra i riccioli castano scuro.
Scorpius inarcò un sopracciglio dalla sopresa, non aveva mai sentito James parlare così... in modo umile, umano.
-Sì, è fantastica- concordò il biondo girando la testa per seguire la traiettoria di Rose sulla scopa.
-Attento a cosa fai con lei, è pur sempre mia cugina. Spezzale il cuore, e io ti spezzerò un braccio... o una gamba- lo avvertì James.
Scorpius sollevò le sopracciglia voltando la testa verso di lui, ma il moro si era già rimesso a cavallo della sua scopa tornando in campo.
Soffiò nel fischietto che portava al collo, segnando la fine degli allenamenti.
Scorpius sorrise alzandosi dagli spalti e iniziando a scendere le gradinate in legno.
Una volta sul campo, si appoggiò con spalla a una delle torrette che preisdiaviano il bordocampo, decorata con i colori di Tassorosso.
La squadra era scesa e Rose rideva con Lysander dandogli una spallata e cercando di colpirlo con la scopa.
Scorpius strinse i pugni, sentendo un moto di irritazione guastargli l'umore.
Sapeva che era stupido essere geloso di Scamander, Rose amava lui e non avrebbe mai potuto...
Il biondo prese un respiro, chiudendo gli occhi seccato.
Rose non lo amava, però. Non glielo aveva detto... non quando Scorpius si era lasciato sfuggire in infermeria ciò che provava per lei.
Si sentiva terribilmente frustrato a essere così insicuro... e se la rossa non provava ciò che provava lui, e decideva di lasciarlo?
E se si prendeva una cotta per Scamander? Dopotutto quel fanatico di Nargilli era già cotto di lei.
Già, come dargli torto? Lei era così bella, così perfetta, così forte e fiera... inafferrabile come a cavallo di una scopa.
-Hey-
Scorpius riaprì gli occhi trovandosi Rose davanti, e non riuscì a non sorridere nonostante il putiferio che aveva in testa.
-Che ci fai qui?- chiese la rossa passandosi una mano tra i capelli, e spostandoli su una spalla.
Scorpius osservò l'arco pallido del suo collo e il modo in cui la divisa rossiccia le fasciava le spalle. Sentì improvvisamente la bocca asciutta.
-Spio le vostre strategie di gioco, ovviamente- rispose Scorpius tornando a guardarla negli occhi, con un sorriso.
Fu un errore. Il suo cervello andò in pappa, i suoi occhi erano così...
Diamine, possibile che non ci fosse qualcosa di lei che non trovava attraente?
-Ovviamente- rispose Rose roteando gli occhi -Vinceremo noi la finale, lo sai- gli ricordò lei, iniziando a incamminarsi piano verso gli spogliatoi.
Scorpius la seguì.
-Continua a crederci- le rispose con un ghigno.
Non avrebbe mai ammesso davanti a lei ciò che aveva detto a James poco prima... quella ragazza non doveva sapere quanto il biondo fosse pazzo di lei.
Non senza avere prima la certezza che anche lei lo amasse.
Scorpius si accorse che un piccolo gufo bruno si stava avvicinando a loro planando, con una lettera rossastra nel becco.
Atterrò sulla spalla di Rose, e la ragazza gli accarezzò le piume del petto prima di sfilare la busta dal suo becco e aprirla.
Scorpius la vide piegare le labbra in un broncio, sospirando.
-La McGranitt ci vuole nel suo ufficio, adesso. Ha qualcosa di cui parlarci riguardo al torneo... Merlino! Io devo ancora farmi una doccia e cambiarmi e truccarmi...-
Scorpius non riuscì a trattenere una risata, guadagnandosi un'occhiataccia dalla rossa.
-Truccarti? Non hai assolutamente motivo di farlo- le disse, mentre si incamminavano fuori dal campo.
Il biondo si sentiva lusingato che Rose volesse farsi bella per il loro appuntamento, ma se solo lei avesse saputo che era già perfetta...
-Chissà quanto ci terrà la McGranitt nel suo ufficio... non avrò tempo di fare nulla...- borbottò Rose -...non mi vuoi ancora dire dove mi porti? È a Hogsmeade, no?-
Scorpius guardò dritto davanti a sè, trattenendo un sorriso -Tanto non te lo dico-
Rose sospirò -Ci ho provato-
Raggiunsero il terzo piano, Rose camminava con la scopa in spalla muovendosi perfettamente a suo agio nella divisa da Quiddich.
Scorpius osservò solo di sfuggita il modo in cui portava quei semplici vestiti, affinché lei non lo beccasse a fissarla. Se si fosse soffermato troppo a lungo sulle sue curve, non aveva la certezza di riuscire poi a distogliere lo sguardo.
-Dedalo- disse Rose, una volta che furono davanti ai due gargoyle che presidiavano la scalinata a chiocciola.
Una volta entrati nell'ufficio trovarono la preside seduta dietro la scrivania, e la raggiunsero sedendosi sulle sedie in velluto davanti a essa.
-Bene- disse l'anziana strega togliendosi gli occhiali da lettura dal naso, e appoggiandoli sulla scrivania. Quel giorno indossava un completo viola scuro, con un cappello nero a bombetta.
-Ora che sono arrivati i duellanti delle altre scuole... ci sono un paio di cose che vorrei dirvi- chiarì lei, incrociando le dita grinzose e scrutandoli seriamente.
-Non fateci amicizia-
Scorpius sollevò un sopracciglio, e Rose si sporse in avanti appoggiando i gomiti sui bracioli della poltrona.
-Cosa? Perché?- chiese lei con un'espressione confusa.
-I tornei come questo sono molto importanti. Avrete gli occhi del mondo puntati addosso, e vincere... vincere è l'obbiettivo...- iniziò la preside guardando fisso un punto nel vuoto, senza battere le palpebre -...vedete, qui i campioni sono stati scelti a sorte per non favoreggiare nessuno. Tuttavia le altre scuole hanno selezionato i loro studenti migliori. Prendono la competizione molto seriamente-
-Lo facciamo anche noi!- sbottò la rossa -La stiamo prendendo sul serio, e vogliamo vincere tanto quanto loro!-
Scorpius non aveva ancora nemmeno pensato alla vittoria, ma quando gli venne in mente la faccia di quel bellimbusto brasiliano sentì improvvisamente la voglia di umiliarlo e rispedirlo a Castelobruxo a suon di schiantesimi.
-Non lo metto in dubbio, Weasley... va bene, eviterò i giri di parole e metterò le cose in chiaro- disse decisa la preside, guardandoli a turno con fermezza.
-Non posso escludere che gli altri partecipanti possano servirsi di ogni mezzo per vincere... anche eliminare i loro avversari prima ancora di sfidarli. Sì, signorina Weasley, non mi guardi così. Ha capito benissimo cosa intendo. Dovete stare molto attenti, non fateci amicizia e soprattutto non dovete stare mai da soli in loro compagnia. È facile commettere un omicidio facendolo passare per un incidente... ho paura per la vostra incolumità. E anche voi dovreste averne-
Scorpius si sentì gelare sulla poltrona, trattenendo il fiato e sgranando gli occhi.
Si voltò verso Rose, trovandola seria e rigida come la morte, e si rese conto che rossa correva quel rischio molto più di lui.
La duellante di Ilvermorny la voleva morta per vendicare la morte di suo fratello, Thomas. Se c'era già qualcuno intenzionato a farla fuori sul serio, quella era Teresa Wickman.
Inoltre c'erano anche i bulgari... avevano uno sguardo così freddo e minaccioso, più pungente di un coltello.
Scorpius ebbe d'un tratto la certezza che fossero pericolosi.
Non si fidava nemmeno dei due giapponesi, aveva sentito dire che nella scuola di Mahoutokoro si insegnasse agli studenti a muoversi rapidi e veloci come dei ninja.
E se quell'idiota di Castelobruxo, non fosse dopotutto un idiota? E se stesse cercando di sedurre Rose solo per ucciderla?
Mille scenari apparvero nella mente di Scorpius, l'avvertimento della preside lo aveva scosso facendo serpeggiare una biscia di inquietudine nel suo stomaco.
-Scorpius? Vieni?- il biondo alzò la testa, notando che Rose era in piedi vicino alla sua sedia e lo guardava in attesa.
-Sì, andiamo- mormorò lui, alzandosi a sua volta e salutando la preside.
-Che c'è?- gli chiese Rose, dopo un po' che camminavano in silenzio nei corridoi del castello.
-Niente... pensavo-
-Non preoccuparti, eccetto Teresa nessuno ha in programma di ucciderci. O meglio, di uccidermi- disse Rose con una risatina.
Era esattamente questo ciò che turbava Scorpius di più.
-Ti sembra una cosa divertente?- le chiese Scorpius sconcertato, fermandosi insieme a lei davanti al ritratto della Signora Grassa.
-Dai, non preoccuparti- mormorò Rose. La ragazza poggiò la scopa vicino al ritratto e si avvicinò a Scorpius mettendogli le mani sulle spalle.
Il biondo la tenne per i fianchi, sentendo lo stomaco improvvisamente in subbuglio per la sua vicinanza.
Il profumo di fragole di lei gli fece venire l'acquolina in bocca.
-Non pensiamo a questo ora... siamo una semplice coppia che sta per uscire per un appuntamento. Okay?- gli chiese avvicinando il viso al suo, e sollevando le ciglia per guardarlo fisso con i suoi occhi chiari.
Il cuore di Scorpius mancò un battito, e la sua testa si svuotò di nuovo. La rossa aveva l'incredibile potere di mandargli il cervello in fumo, e in un lampo le preoccupazioni del biondo sparirono.
Le mise una mano sulla guancia, accarezzandole la tempia con il pollice, e si chinò facendo combaciare le loro labbra.
Baciare Rose era la cosa più sconvolgente che avesse mai provato in vita sua. Meglio dell'alcool, meglio del sesso, meglio dei migliori stupefacenti sul mercato.
Il modo in cui la rossa piegava la testa di lato muovendo le labbra sulle sue, il modo in cui gli toccava il collo giocherellando con i suoi capelli, il profumo di lei che lo avvolgeva come un bozzolo, l'elettricità che gli percorreva la pelle...
Era indescrivibile, Scorpius non aveva mai provato nulla di simile.
Provò l'istinto di baciarla con più foga e avvicinarsi di più a lei, ma si trattenne.
Non voleva che le cose gli sfuggissero di mano come in corridoio quella mattina... non voleva correre con lei, o metterle pressioni.
Non lo avrebbe mai ammesso ma aveva paura di fare un errore con Rose, un passo falso, qualcosa che facesse allontanare quella ragazza irreale da lui.
-Ci vediamo davanti alla Sala Grande tra meno di un'ora, giusto?- gli chiese Rose, a un soffio dalle sue labbra.
-Giusto- sussurrò Scorpius riaprendo gli occhi. Le spostò una ciocca di capelli dietro a un orecchio, e le diede un altro rapido bacio prima di voltarsi.
Mentre si dirigeva verso i sotterranei con un sorriso ebete stampato in faccia, Scorpius pensò che era decisamente fottuto.
Rose Weasley gli aveva fritto il cervello, era ufficiale.
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أدب الهواةRosalie Minerva Weasley è tante cose. È molto bella, con i suoi ricci color rubino e gli occhi azzurro cielo. È una giocatrice eccezionale di Quidditch, ex capitano della sua squadra a Ilvermorny, e ora Cacciatrice in quella di Grifondoro. È una...