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Scorpius Malfoy si chiese quanto ci avrebbe messo il professor Lumacorno ad accorgersi che la sua compagna di banco dormiva.
Li avevano divisi in coppie miste, per la preparazione della pozione corroborante, e per qualche scherzo cosmico Scorpius era stato assegnato a Rose.
Era assurdo come lei fosse sempre ovunque, come il destino avesse scelto proprio loro due per il Torneo, tra tutti gli studenti di quella scuola...
Scorpius ripensò alla notte precedente, in cui aveva trovato la rossa a vagare per i corridoi nella sua bianca camicia da notte, silenziosa più di un fantasma.
Abbassò lo sguardo su di lei; Rose aveva la testa appoggiata sul palmo di una mano e rivolta verso il calderone.
Si era addormentata guardandolo, dopo che Scorpius le aveva caldamente consigliato di lasciar preparare a lui la pozione.
Sorrise, e mentre si sporgeva e aggiungeva le radici di bubotubero nel calderone, pensò che non aveva mai incontrato qualcuno di così negato in quella materia.
In poco più di mezz'ora la rossa era riuscita a: pestarsi le dita con il mortaio, tagliarsi con il coltellino d'incisione delle sanguisughe, far cadere per terra il barattolo di valeriana secca e rovesciare sul banco tutte le fiale di acqua del fiume Lete.
Lumacorno aveva addirittura paura di avvicinarsele, forse per questo non si era ancora accorto che dormiva.
-I Waffle...- sussurrò Rose in un sospiro, e Scorpius notò che le labbra rosee le si incurvavano in un sorriso -...al cioccolato- aggiunse.
Scorpius trattenne una risata, e si sporse per mescolare la pozione marroncina che ribolliva nel calderone.
-Thomas...- disse Rose, e Scorpius drizzò le orecchie.
Ancora quel nome.
Tornò a guardarla, e vide che la sua espressione nel sonno non era più serena e sorridente.
La rossa stringeva a pugno la mano poggiata sul banco e respirava più in fretta mentre aggrottava le sopracciglia chiare.
-No- disse lei, con i lineamenti contratti dal dolore -Non è vero- aggiunse, stavolta parlando più forte.
Scorpius notò che alcuni studenti attorno a loro la sentirono, e decise che era il caso di svegliarla.
Le posò una mano sulla spalla e prese aria per parlare, ma la ragazza si tirò su con uno scatto.
Scorpius raggelò sul posto: la rossa lo aveva afferrato per la divisa avvicinandolo a lei, e gli stava puntando la bacchetta alla gola.
I suoi grandi occhi celesti erano così colmi di paura che Scorpius restò senza fiato dalla loro vista.
Tuttavia agì in fretta, strappandole la bacchetta di mano e nascondendola nella tunica, proprio un secondo prima che Lumacorno si fermasse davanti al loro banco.
-Che succede qui?- chiese il vecchio professore.
Scorpius si rese conto che la rossa lo stava ancora stringendo a sé, in un modo che dall'esterno era certamente fraintendibile.
Un fruscio di sedie, e più di metà classe ora li guardava bisbigliando tra loro.
-Niente- farfugliò Rose tirandosi indietro e facendo finta di pulire il tagliere.
Scorpius la vide arrossire fino alla punta delle orecchie.
-Molto bene, Malfoy- disse Lumacorno osservando la pozione che ribolliva, e facendo un cenno di assenso.
Lanciò un ultimo sguardo stranito a Rose, prima di allontanarsi dal loro banco.
-Credi di riuscire a mettere questo nell'armadio delle scorte, senza romperlo?- le chiese Scorpius porgendole un piccolo barattolo di artigli di grifone.
La ragazza annuì a testa abbassa, prendendolo senza guardarlo in faccia, e dirigendosi in fretta verso l'armadio a fondo aula.
Seguendola con lo sguardo, Scorpius notò che qualcun altro lo guardava dal centro della classe.
Albus Potter, seduto accanto ad Alice Paciock, lo fulminava con l'espressione piu contrariata che gli riuscisse.
Scorpius alzò gli occhi al cielo e lo ignorò voltandosi verso il suo calderone.
Avrebbe dovuto fargli un bel discorsetto, possibilmente senza urlare o picchiarsi, in cui gli avrebbe chiarito che non prendeva ordini da nessuno.
E avrebbe dovuto anche dirgli che non era colpa sua se era sempre insieme a Rose, per un motivo o per un altro.
Non che gli dispiacesse però, quella ragazza rappresentava un'incognita per Scorpius.
E la cosa lo incuriosiva e affascinava più di quanto fosse disposto ad ammettere.

Alice Paciock odiava Horace Lumacorno con tutte le sue forze.
L'aveva messa in coppia con Albus, ignorando tutte le proteste della ragazza e trattandola con sufficenza.
Tra tutti, proprio lui!
La sua sfortuna stava raggiungendo livelli radioattivi quel giorno.
-Riempi il calderone- disse Alice senza staccare gli occhi dal libro di pozioni.
-Perché non lo fai tu?- ribatté Albus.
"Stai calma, Alice" pensò lei stringendo le labbra.
-Perché io sto cercando di capire il procedimento della pozione- rispose lei, sempre senza guardarlo.
-Anche io sto facendo qualcosa-
Alice alzò la testa dal libro, e vide che effettivamente il Serpeverde stava facendo qualcosa.
Aveva preso un panno biancastro, e posizionato una ventina di ampolle di vetro sul banco.
Stava lucidando le fiale, con una lentezza tale che Alice si domandò se non lo stesse facendo apposta.
-Ti sembra una cosa utile?- chiese lei inarcando un sopracciglio, e alzando lo sguardo dalle sue mani sul suo viso.
I suoi occhi blu mare scintillavano divertiti, e il ghigno sulle sue labbra piene fece capire ad Alice che il Potter era perfettamente consapevole dell'inutilità del suo lavoro.
-Sai una cosa? Quando Lumacorno ti vedrà perdere tempo in questo modo...- iniziò Alice, ma non fece in tempo a finire la frase che si trovarono il panciuto professore davanti al loro banco.
-Oho! Potter! Che bella idea che hai avuto!- disse Lumacorno battendo le mani soddisfatto -Nessuno lucida le fiale da anni, e la polvere guastava sempre i preparati di artemisia. Cinque punti a Serpeverde! Bravo ragazzo!- gli diede addirittura una pacca sulla spalla, prima di andarsene.
Alice fissava la scena sbalordita, chiedendosi se l'universo ce l'avesse davvero con lei quel giorno
-Chiudi la bocca, Paciock, ti entrano le mosche- disse Albus, e la ragazza sbattè le palpebre confusa vedendo il ragazzo più vicino a lei, che le dava un colpetto sotto il mento con due dita.
-Piantala!- sbottò allontanandogli la mano, e guardandolo di sbilenco.
-Su su, torna a studiare il procedimento della pozione- le disse lui beffardo, facendole un occhiolino.
Alice si trattenne dal rispondergli per le rime e riprese a sfogliare il libro di pozioni cercando di ignorare la presenza del ragazzo accanto a lei.
Le fu molto difficile riuscirci, però, dato che Albus prese a fischiettare un pezzo blues di una band di vampiri.
Alice cercò di non farci caso, ma quel suono ritmico le fece venire ben presto mal di testa.
-Ti odio- sibilò furiosa, dopodiché si voltò di scatto verso l'armadio delle scorte, decidendo che si sarebbe attardata almeno una mezz'ora a prendere gli ingredienti che servivano per la pozione.
-Hey, Rose- disse, vedendo la rossa raggiungerla dopo un po' di tempo.
Sembrava piuttosto pensierosa, e alzò la testa di scatto appena Alice la chiamò.
-Perché stringi quel barattolo come se ne dipendesse la tua vita?- le chiese Alice indicando il contenitore che la rossa teneva premuto al petto.
-Ne ho già rotto uno di valeriana- di giustificò lei facendo spallucce, con un mezzo sorriso.
-Come va con Albus?- le chiese Rose, dopo un po' che Alice faceva scorrere le dita sui vari barattoli della mensola.
-Bene- rispose senza guardarla.
Cosa poteva dirle? Che suo cugino si stava comportando peggio di un bambino dell'asilo, e che viveva per tormentarla?
Non sapeva nemmeno perché lo facesse.
C'era stata un tempo in cui Albus non le rivolgeva neanche la parola, anni fa, e Alice altrettanto.
Non esistevano l'uno per l'altra.
Poi di colpo, un anno prima, Albus aveva iniziato a prendersi gioco di lei ogni volta che la incontrava.
Quando si faceva le trecce, il moro si divertiva a tirargliele.
Quando aveva dei libri tra le mani a farglieli cadere, per poi correre via mentre Alice glieli lanciava dietro.
-Alice?- chiese Rose, e la ragazza tornò a guardarla rendendosi conto di essersi incantata.
-Ti serve una mano a portare le cose al banco? Io e Scorpius... beh, Scorpius ha già finito la nostra pozione quindi se vuoi...-
-No, no- si affrettò a rispondere Alice -Ma grazie- aggiunse notando l'espressione delusa dell'amica.
Non voleva doverle spiegare perché aveva intenzione di attardarsi il più possibile di fronte a quell'armadio.
Rose annuì e si voltò tornando dal suo compagno di pozioni.
Alice scoprì ben presto di non poter passare la lezione a perdere tempo, dato che dopo soli cinque minuti venne rimproverata da Lumacorno che la rispedì di nuovo al suo posto.
Alice sbuffò posando gli ingredienti sul banco, e notò di sfuggita che Albus aveva messo via le provette che stava lucidando, e che non fischiettava più.
Non gli disse niente, e puntò la bacchetta verso il calderone enunciando -Aguamenti- e riempiendolo di acqua.
Vide di sfuggita che Albus si era infilato i guanti in pelle di drago, e stava aprendo con cautela il barattolo di polvere di salamandra.
Alice si stupì di vederlo al lavoro, e non commentò per non guastare quel miracoloso momento di pace.
-Andiamo...- mormorò dopo qualche minuto, mentre cercava di accendere lo stoppino della fiamma ossidrica sotto al calderone.
Odiava doverlo fare a mano, quell'aggeggio infernale si inceppava ogni volta, ma Lumacorno si era intestardito sul non voler far usare Incedio nella sua classe, da quando Jonas McMillan aveva dato fuoco alle erbe appese al soffitto.
La fiamma si accese d'un tratto con una vampata che circondò la mano di Alice, e la ragazza saltò all'indietro con un grido.
Andò a sbattere contro Albus, facendolo sbilanciare, e il Potter le afferrò la divisa con il solo risultato di cadere e trascinarla giù con lui.
Alice gli cadde sopra, e una polverina rossiccia finì in faccia ad entrambi.
Gridarono alzandosi in fretta dal pavimento e Alice vide che gli aveva fatto rovesciare la polvere di Salamandra, che stava lasciando una grossa macchia rossastra sulla sua guancia.
Alice si sentiva metà viso andarle a fuoco, e suppose che ne fosse finita anche addosso a lei.
-Paciock! Che ha combinato?- chiese Lumacorno correndo verso di loro e guardandoli allarmato.
-Io?!- esclamò Alice -È colpa di quel marchingegno diabolico!- rispose indicando la fiammella che svolazzava sotto al paiolo.
-Andate da Madama Chips, o quelle irritazioni vi resteranno per settimane- disse loro.
Alice vide Albus togliersi i guanti di drago, e buttarli sul banco con rabbia mentre si voltava.
Dovette quasi correre, per raggiungerlo fuori dall'aula.
-È colpa tua!- sbottò Albus voltandosi di scatto, e Alice rischiò quasi di andare a sbattergli contro.
-Sì, è colpa mia. Quindi?- chiese lei incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio -Mi pare di essermi fatta male anche io, non solo tu- aggiunse, sentendo ancora metà viso pizzicarle per via della polvere di salamandra.
-Ma io ho gli allenamenti di Quidditch oggi! Sai quanto fa male l'aria in faccia, su questa roba?- chiese indicandosi la macchia rossiccia sul viso e guardandola furioso.
Alice non riuscì a trattenere un sorriso -Oh povero piccolo Albus! È terribile!- lo prese in giro lei, parlandogli come faceva con suo fratello più piccolo, Frank -Vuoi un bacetto sulla bua?- gli chiese lei con sorriso, pentendosene all'istante però.
Albus era ammutolito, guardandola con gli occhi sgranati, e Alice voltò in fretta la testa rimettendosi a camminare.
Albus le afferrò il polso, appena Alice gli passò accanto.
-Scommetto che non ne avresti il coraggio- disse lui guardandola dall'alto con un ghigno, e Alice si trattenne dall'indietreggiare.
-Come scusa?- chiese sorpresa.
-Dai, ammettilo. Non hai abbastanza fegato per farlo- insisté lui beffardo.
Ma che accidenti gli prendeva?
-Non voglio farlo, idiota. È diverso- ribatté lei assottigliando lo sguardo. Voleva andare al più presto da Madama Chips, quella conversazione stava prendendo una piega che non le piaceva affatto.
-Ci scommetto il mio gufo...- continuò Albus - ...che non lo faresti mai-
Alice alzò le sopracciglia sorpresa. Stava addirittura arrivando a tanto, quella piccola Serpe? Era così sicuro di vincere da scommettere il suo gufo? La considerava una codarda a tal punto?
Alice sentì un calore salirle in viso e un moto di ribellione farsi largo nel suo petto.
Decise che era solo un bacio sulla guancia, nulla di importante, e che Albus si sarebbe pentito di averla sottovalutata.
Lo fissò negli occhi, di un blu scuro come l'oceano nel suo punto più profondo, e sentì il cuore batterle più forte contro la cassa toracica.
"È solo un bacio sulla guancia" si ripeté, per farsi forza, e si voltò completamente verso Albus avvicinandoglisi di un passo e alzando il viso verso il suo.
Si sollevò sulle punte per essere alla sua stessa altezza, e lo afferrò per le spalle.
Il suo profumo di pino le fece perdere un po' di lucidità, mentre il cuore le galoppava nel petto dall'ansia.
Si avvicinò alla sua guancia arrossata, finché non la sfiorò con la punta del naso.
Ma successe qualcosa che non si era aspettata: all'ultimo secondo, Albus girò la testa verso di lei, e Alice finì per baciarlo sulle labbra.
Sgranò gli occhi e si tirò indietro di scatto barcollando, mentre restava a bocca spalancata dallo stupore.
Il sorriso di Albus, perfido come non mai, si allargava da un orecchio all'altro.
-Tu!- gridò Alice tremando dalla rabbia -Sei morto!- dopodiché scattò in avanti e Albus prese a correre veloce come un lampo, con la ragazza alle calcagna.

Angolo Autore.
Salve! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se c'è più Albice che Scorose per questa volta.
Voglio inoltre dedicare il capitolo alla mia migliore amica Asmodeo_morningstar_ perché oggi è il suo compleanno! 🎂
Tanti Auguriiii❤
A presto!

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