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-Mi manca solo un dollaro!- esclamò Rose guardando incredula l'uomo grassoccio dietro al bancone degli hot dog.
-Spiacente ragazzina, torna quando avrai un dollaro in più- disse lui sbrigativo, e guardò il cliente dietro a Rose nella fila.
-Il prossimo- disse scoccando uno sguardo truce alla rossa, che non sembrava intenzionata a togliersi di mezzo.
-Babbani- mormorò lei stringendo i pugni, e facendo per voltarsi e andarsene via furiosa.
Un braccio si infilò nel suo campo visivo, e la ragazza vide che stava tendendo un dollaro all'uomo.
-Oh bene- disse lui afferrandolo e porgendo a Rose il suo hot dog.
Si voltò e notò che era stato un ragazzo a dare il dollaro.
Doveva essere più grande di lei, di certo a quindici anni non sarebbe potuto essere cosi alto e atletico.
Uscì dalla fila e il ragazzo la seguì.
Aveva luminosi capelli color cioccolato al latte, che producevano riflessi dorati laddove il sole ne colpiva le punte, e occhi di un azzurro tanto chiaro da sembrare bianchi.
-Qui in America li chiamiamo No-Mag...- disse lui esibendo un luminoso sorriso, e Rose sbattè le palpebre cercando di non fissarlo.
-Oh... ehm... grazie- disse arrossendo e guardando l'hot dog che reggeva in mano.
Si sentiva terribilmente in imbarazzo.
-Ti devo un dollaro- disse dondolando sui talloni e guardandosi attorno, lanciando di tanto in tanto uno sguardo al ragazzo, che invece non aveva ancora staccato gli occhi da lei.
-Puoi sdebitarti in un altro modo- disse lui continuando a sorridere.
Rose si sentì avvampare ancora di più.
-C..come scusa?- chiese cercando di non balbettare.
-Devo fare un salto in un negozio di dischi su Baker Street. Puoi tenermi compagnia se ti va... oppure se non vuoi puoi ridarmi il dollaro un altro giorno- disse lui passandosi una mano tra i capelli e infilando l'altra nella tasca dei jeans.
Rose sbattè un paio di volte le palpebre restando in silenzio.
Non riusciva a capire come mai un ragazzo così bello le stesse chiedendo di uscire senza nemmeno conoscerla.
Perché lei lo sapeva, con il suo metro e cinquanta non poteva essere considerata bella, specialmente con un viso piccolo e pieno di lentiggini.
Poteva essere carina, ma non di certo bella.
E non di certo abbastanza carina per un ragazzo del genere... che sembrava appena uscito da un meeting di modelli di Abercrombie.
-Forse sono stato troppo sfacciato... ti chiedo scusa...- disse lui smettendo di sorridere e Rose si riscosse dalla trance.
-No! No... no... è che insomma, non so nemmeno come ti chiami...- disse lei.
-Sono Thomas- le porse una mano -Thomas Wickham- disse incatenando gli occhi azzurrini ai suoi.
Rose ricambiò la sua stretta di mano anche se un po' in imbarazzo.
-Rose Weasley-
Appena le loro mani si toccarono, una scarica di elettricità la fece sussultare e ritrarsi di colpo.
-Facciamo scintille, vedo- commentò Thomas ridacchiando.
Rose non seppe che rispondere, e così chiese -Non vuoi più prendere l'hot dog?-
Tra tutte le cose che avrebbe potuto chiedergli, proprio quella... sperava solo che il calore che le inondava la faccia si affievolisse.
Thomas lanciò un'occhiata dietro di sé -Dovrei fare la fila di nuovo, non mi va- disse facendo spallucce.
-Beh l'hai saltata per me... possiamo dividere il mio mentre andiamo verso il negozio di dischi- Rose abbassò lo sguardo e spezzò a metà il suo hot dog. Si sentì incredibilmente stupida a porgergli un pezzo, mentre Thomas la guardava con le sopracciglia alzate, ma poi il ragazzo lo accettò e si incamminarono.
-Non ti ho mai vista a Ilvermorny- disse lui mentre passeggiavano lungo il viale che costeggiava la spiaggia.
-Sì... in realtà inizierò ad andarci a Settembre. Mi sono appena traferita, da una settimana circa, dall'Inghilterra- spiegò Rose dando un morso al suo panino, e portandosi dietro a un orecchio i capelli smossi dal vento.
-E com'è Hogwarts? Qui è molto famosa, vorrebbero andarci tutti- disse Thomas con un sorriso smagliante.
-È molto bella, e gli insegnanti sono fantastici ed è pieno di fantasmi in giro per il castello (uno ha la testa mezza staccata dal corpo) e c'è anche un poltergaist, un platano picchiatore e un calamaro gigante abita il lago...- raccontò Rose, pensando con un sorriso a quel luogo colmo di magia.
-Perché ti sei traferita, se la amavi così tanto?- chiese Thomas.
Il sorriso le morì sulle labbra -Beh... i miei genitori sono Auror, i migliori, e il nostro Ministero li ha mandati qui per catturare un criminale... perciò eccomi qua, non so per quanto... spero di tornare presto in Inghilterra, lì piove spesso. Mi piace la pioggia- spiegò Rose facendo spallucce e rendendosi conto che aveva parlato a vanvera, dicendo più di quanto aveva voluto.
-Io spero che resti qui ancora un po'- disse lui dopo qualche minuto che camminavano -Mi piacerebbe conoscerti meglio- aggiunse guardandola con la coda dell'occhio.
Rose guardò dritto davanti a sé, cercando di non far vedere quanto fosse in imbarazzo in realtà -Non sono una persona così interessante- disse lei con una risata nervosa.
-Ti piace la pioggia. Questo ti rende più interessante della media- disse Thomas con un sorriso.
-Eccolo- aggiunse indicando la facciata di un negozio, e risparmiando a Rose un momento di grande imbarazzo.
-Vieni, ti voglio far sentire un po' di musica-
Dopodiché l'aveva presa per mano, e avevano corso per attraversare la strada rischiando di farsi investire da un ciclista, per poi fermarsi davanti alla porta del negozio e riderci sopra.

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