Julian osservò la chioma color fuoco di Rose Weasley rimbalzarle sulla schiena, mentre la ragazza si dirigeva verso la porta.
Si fermò con una mano sulla maniglia; Bagman le aveva appena dato della codarda e Julian si aspettò di vederla voltarsi e incenerirlo con i suoi occhi color cielo.
Tuttavia rimase sorpreso quando la vide uscire e basta dalla cabina, sbattendosi la porta alle spalle.
Era interessante come, ogni volta che pensava di aver capito com'era fatta quella ragazza, lei continuasse a sorprenderlo.
Julian sapeva di avere un interesse anormale per lei. Certo, era bellissima, e quei grandi occhi turchesi non passavano inosservati... ma c'era di più.
Il rosso dei suoi capelli gli riportava alla mente tempi lontani e passati, ricordi che pensava di aver perduto per sempre.
Il suono cristallino di una risata, un sorriso dolce, un viso abbronzato contornato da capelli color fuoco.
La donna che allungava le braccia per prendere Julian tra di esse, dicendo qualcosa di dolce in spagnolo che il bambino non riusciva a capire.
Era certo che fossero ricordi di sua madre, decise che avrebbe chiesto a Elvira se lei si ricordava qualcosa di simile...
-Ehi, tu, seduto- la voce di Bagman riportò Julian alla realtà, facendogli sbattere le palpebre per mettere a fuoco la cabina del treno in cui si trovava.
Si rese conto che il ragazzo biondo, di cui non ricordava il nome, si era alzato in piedi. Probabilmente per correre dietro a Rose.
Julian strinse le labbra e sentì la propria espressione indurirsi mentre lo guardava.
Non gli piaceva per niente quel tipo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma era geloso dei suoi capelli color grano maturo e della pelle pallida che Julian, lo sapeva, non avrebbe mai avuto.
Gli sarebbe sempre piaciuto poter indossare qualcosa di nero, ma il nero stonava con la sua carnagione color caramello.
- Scorpius Malfoy, dico bene? Seduto, non abbiamo ancora finito qui- disse Bagman duramente, stringendo gli occhi scuri mentre lo guardava.
Julian vide Scorpius contrarre i pugni dalla rabbia e sedersi di nuovo sulla poltrona, rigido come un'asse di legno.
Era evidente che moriva dalla voglia di correre dietro a Rose, e che non stava ascoltando una parola di ciò che Bagman diceva.
Nemmeno Julian lo stava ascoltando, ora che ci faceva caso, e si costrinse a riportare l'attenzione su quell'uomo che gli stava antipatico a pelle.
Sembrava aver finito la parte tecnica, e stava blaterando qualcosa sulla fama e sui giornali magici che avrebbero seguito e recensito il Torneo.
Fama.
Julian contrasse le labbra in una smorfia.
A lui della fama non importava un accidenti. No, lui voleva vincere quel torneo a tutti i costi, ma per un altro motivo.
Il premio di mille galeoni a testa, per lui e sua sorella Elvira, avrebbe permesso loro di lasciare l'orfanotrofio di Carablanca.
Julian si immaginava già in una piccola casa in campagna, tutta loro, circondata dagli alberi e con un fiume dove pescare.
Si immaginava gli gnomi che infestavano il giardino, e sua sorella che dava di matto rincorrendoli attorno alla casa con una scopa in mano.
-Bene! Ci aggiorneremo meglio una volta arrivati al castello di Hogwarts!- disse Bagman battendo le mani; quel suono fece sussultare Julian riportandolo di nuovo alla realtà.
Elvira lo rimproverava spesso per il fatto che aveva la testa più tra le nuvole che per terra, e che prestava più attenzione agli altri che a lei.
Elvira non osservava mai nessuno, come se le persone fossero trasparenti.
Julian invece non poteva farne a meno, e la sua attenzione veniva sempre catturata dai gesti di chiunque avesse davanti.
Come in quel caso.
Vide Aline, la duellante di Beauxbatons, afferrare per un braccio Scorpius.
Julian si accorse subito del sorriso accattivante che la ragazza aveva dipinto in faccia.
Il genere di sorriso che avrebbe fatto cadere ai suoi piedi qualunque ragazzo, Julian compreso.
Perché la francesina, doveva ammetterlo, era bella, con quei suoi grandi occhi chiari e i capelli lucenti come piume di corvo che contornavano il viso dalla pelle di porcellana.
-Non ci siamo ancora presentati di persona...- disse lei passandosi una mano tra i capelli e spostandoli su una spalla, mettendo in evidenza l'arco del collo da cigno -...Je suis Aline- arricciò le labbra con fare seducente mentre pronunciava quella frase in francese, e sbattè le folte ciglia corvine.
-Lo so già chi sei- rispose Scorpius dandole a malapena un'occhiata e voltandosi per precipitarsi fuori dalla cabina.
Julian dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
L'espressione di Aline, di pure terrore e sorpresa misti insieme, era esilarante.
Evidentemente nessun ragazzo l'aveva mai snobbata così prima. Innaspettatamente Julian provò un moto di solidarietà per Scorpius, solo per non aver ceduto agli occhi dolci di quella francesina, ma fu solo per un momento.
Non lo sopportava, che fosse ben chiaro.
-¡Vale!- esclamò Elvira con le mani poggiate sui fianchi, esasperata -Vieni o no?-
Julian annuì e la seguì insieme agli altri ragazzi che stavano uscendo dalla cabina.
Percorsero il corridoio affollato e stretto.
Elvira continuava a parlargli di quanto trovasse pomposo Bagman, e che sperava che stavolta al banchetto avrebbe trovato le tortillas.
-Oh! ¡La dama de azúcar!- esclamò d'un tratto Elvira, gli occhi color cioccolato le si illuminarono e, prima che Julian potesse aprire bocca, la sorella corse via nella direzione opposta del corridoio, rincorrendo la vecchietta che portava il carrello dei dolciumi.
Alzò gli occhi al cielo e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni violetti della divisa, continuando a camminare da solo.
Si fermò vicino a una delle uscite e la sua attenzione venne catturata dalla chioma rossa di Rose.
La ragazza stava con la schiena appoggiata a un lato del corridoio, e in parte contro Scorpius che la abbracciava tenendole le mani sui fianchi e abbassando il viso per guardarla e sussurrarle qualcosa.
Non poteva sentire cosa si dicevano, ma Julian avvertì ugualmente quanto fossero intimi.
Come se vivessero in una bolla che li isolava dal resto del mondo.
Si guardavano l'un l'altro esattamente come ogni coppia innamorata: con adorazione.
Come se stessero guardando il finale di un bel film, come se osservassero un diamante splendere al sole.
-Bastarda- mormorò una voce accanto a Julian.
Il ragazzo abbassò la testa e si accorse che affianco a lui c'era Teresa, la duellante di Ilvermorny; guardava verso la coppia con gli occhi chiari stretti a due fessure.
Aveva le braccia incrociate sotto al seno, con i pugni serrati dalla rabbia.
-Sembra proprio che la odi, eh?- le chiese Julian divertito.
Teresa lo guardò e Julian la vide arrossire e sgranare gli occhi, la reazione che avevano avuto innumerevoli ragazze prima di lei.
Julian sorrise compiaciuto, mentre Teresa tornavava a guardare i due, paonozza.
-Non ho mai odiato nessuno così tanto in vita mia- disse lei stringendo i pugni tanto forte da far diventare le nocche delle dita bianche.
-Da come la guardi, sembrerebbe quasi che vuoi ucciderla, chica- le disse Julian ridacchiando.
La sua risata però si spense ben presto, notando che Teresa era rimasta seria e impassibile come una statua.
-Certo che lo voglio- sussurrò lei, il suo sguardo restò su Rose e Scorpius ma i suoi occhi azzurro chiaro si persero nel vuoto guardando come attraverso di loro.
-La ucciderò. Oh si, lo farò. Ma non subito. Ci sono cose ben peggiori della morte...- il suo tono fece rabbrividire Julian, che indietreggiò istintivamente di un passo.
Quella ragazza era forse pazza? Che torto poteva averle mai fatto Rose per meritarsi tanto odio?
-Ci sono cose peggiori- continuò Teresa, lugubre -Voglio prima farle provare ciò che ho provato io. Voglio prima portarle via ciò che ama di più- un sorriso incurvò le labbra della ragazza, e Julian poté giurare di aver visto un fuoco incendiarle le iridi -Voglio che senta sulla sua pelle cosa si prova a perdere la persona che ami di più al mondo. E solo dopo questo, la ucciderò-
Julian sentì lo stomaco contorcersi dal disagio.
Non lo pensava possibile, ma quella ragazza gli stava mettendo paura.
Portò lo sguardo su Rose, che sorrideva guardando la sua mano e quella di Scorpius intrecciate insieme.
Julian si chiese se quella ragazza sapesse di avere praticamente un bersaglio sulla testa.
-Dovremmo uscire insieme qualche volta- Julian sollevò le sopracciglia sorpreso; Teresa lo guardava, sempre con le guance rosse dall'imbarazzo, ma cercando di ostentare sicurezza.
-Sai, potremmo bere qualcosa o...-
Julian si sentì contorcere lo stomaco dal disgusto, e guardò quella ragazza chiedendosi se avesse davvero qualche rotella fuori posto.
Prima gli parlava di come stava premeditando un omicidio, e poi gli chiedeva un appuntamento?
-Te lo puoi scordare- disse Julian guardandola con rabbia mista a ribrezzo.
Non lo aveva mai fatto prima. Di solito rifiutava le avance delle ragazze con gentilezza e fascino, non era mai stato così maleducato e duro con nessuna prima.
Teresa Wickham tuttavia era riuscita a guadagnarsi il suo odio nell'arco di soli tre minuti, e non era cosa da poco.
Julian vide solo di sfuggita la sua espressione ferita, perché si stava già voltando e percorrendo il corridoio alla ricerca di sua sorella.
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FanfictionRosalie Minerva Weasley è tante cose. È molto bella, con i suoi ricci color rubino e gli occhi azzurro cielo. È una giocatrice eccezionale di Quidditch, ex capitano della sua squadra a Ilvermorny, e ora Cacciatrice in quella di Grifondoro. È una...