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La porta si richiuse alle sue spalle, e Scorpius strabuzzò gli occhi.
La stanza si era trasformata in un'ampia collina innevata, così bianca da diventare accecante.
L'unica macchia di colore proveniva da una grossa quercia, ai cui piedi sorgeva un enorme masso grigiastro.
In men che non si dica, Scorpius si ritrovò a tremare ed espirare una nuvoletta di vapore dalla bocca.
La rossa aveva continuato a camminare nella neve, lasciando una scia di impronte dietro di lei, e si era fermata di fronte alla grande quercia.
Scorpius, affiancandola, la vide tremare di freddo nella sottile camicia da notte.
-Hey- disse piano, prendendola per una spalla e scuotendola leggermente.
Nulla.
La ragazza continuava a guardare il vuoto con occhi vacui, senza dare segno di averlo sentito.
-Hey!- sbottò Scorpius, scuotendola più forte.
Capì che non avrebbe dovuto svegliare un sonnambulo di soprassalto, perché ne subì le conseguenze sulla propria pelle.
Rose si era voltata di scatto e aveva afferrato il braccio di Scorpius che le teneva la spalla.
Dopodiché aveva fatto una rapida piroetta su se stessa ed era finita alle spalle del ragazzo, torcendogli il braccio dietro la schiena e facendogli cadere la bacchetta di mano.
Ma che accidenti?
Scorpius emise un gemito di dolore, piegandosi in avanti, e gli parve di sentire la ragazza dietro di lui sussultare.
-Oh Merlino- mormorò Rose lasciando la presa sul suo braccio.
Scorpius se lo portò al petto, ossevandolo per accertarsi di non avere qualcosa di rotto, e si voltò verso la ragazza.
Rose lo guardava a bocca aperta, gli occhi azzurri erano spalancati e impauriti.
-Quindi se ti svegliano da sonnambula... passi in modalità ninja?- borbottò Scorpius, chinandosi a raccogliere la bacchetta che era finita in mezzo alla neve.
-Dove siamo... sto ancora sognando...- mormorò Rose corrugando le sopracciglia e guardandosi attorno.
-Il tuo sogno ha creato la stanza- spiegò Scorpius,  mentre la ragazza faceva qualche passo nella neve guardandosi attorno -Stavi sognando questo... ha un'aria familiare- mormorò Scorpius, osservando per bene il luogo in cui si trovavano.
C'era qualcosa nella forma delle colline, o nella quercia, che gli solleticava la memoria come una piuma.
-È casa Weasley- spiegò Rose, voltandosi verso di lui -Quest'anno aveva nevicato molto, le colline erano esattamente così e questo albero... c'è sempre stato- spiegò lei, indicandolo con il dito.
-Oh!- mormorò Scorpius, e quel luogo gli fu immediatamente più familiare.
Si era arrampicato con Albus su quell'albero, due anni prima, e Scorpius era caduto rompendosi un polso.
Notò Rose stringersi le braccia attorno al petto, prendendosi i gomiti tra le mani mentre tremava.
Ora che la osservava bene poteva vedere innumerevoli bende fasciarle le gambe e le braccia nude, e dei segni di sotura sulla testa.
-Usciamo da qui- disse Scorpius.
-Aspetta-
Scorpius aggrottò le sopracciglia abbassando il viso verso di lei.
Il labbro inferiore le tremava dal freddo, eppure lei continuava a guardare la quercia davanti a sé.
La fissava con una tale nostalgia che scatenò la curiosità di Scorpius.
-Cosa stavi sognando, per creare questo?- le chiese piano.
Rose sbattè le palpebre, riscuotendosi, e abbassò gli occhi.
-Era un ricordo, stavo sognando il giorno di Natale...- disse lei in un sussurro.
Scorpius lo ricordava solo vagamente. Sapeva che aveva cenato dai Weasley, che aveva passato le vacanze lì, ma era come se conoscesse solo la metà di un grosso libro. C'era tutta una parte ancora ignota, misteriosa.
- Cos'è successo quel giorno?- chiese Scorpius in un sussurro.
-Era il mio compleanno- rispose Rose, tra i brividi di freddo -È stato uno dei migliori-
Scorpius vide la ragazza stringere gli occhi, come se la vista della neve la ferissa, dopodiché si voltò e si diresse quasi di corsa verso l'uscita della stanza.
Scorpius la raggiunse, e richiuse il portone alle loro spalle con un suono secco.
-Andiamo, ti accompagno in infermeria- disse lui evocando Lumos e affiancandola.
Rose tremava ancora, e guardava il pavimento facendo sì che i riccioli rossi le coprissero il viso.
-Posso andarci da sola- disse lei in un sussurro, con la voce stranamente roca.
-Ti procurerai una punizione-
-Non importa- disse subito Rose.
Scorpius la vide passarsi frettolosamente le mani sul viso, e si sentì stringere lo stomaco in una morsa di disagio.
-Andiamo- disse lui facendole strada, e lasciando che la ragazza lo seguisse di un paio di passi indietro.
A metà strada, circa al terzo piano, Rose si decise ad affiancarlo.
Scorpius non la guardò. Non sarebbe riuscito a vederla soffrire, non quando lui non sentiva niente...
Era tutto tremendamente ingiusto.
Una volta raggiunto il primo piano però, passando davanti alla Sala Grande, Scorpius sentì che doveva togliersi un peso... doveva dirle ciò che lo turbava.
-Aspetta- disse prendendola per un polso, e la ragazza sussultò di dolore portandoselo al petto. Scorpius non si era accorto che aveva una fasciatura.
-Scusa- mormorò distrattamente, distogliendo lo sguardo.
L'immagine di Rose che si stringeva le braccia al petto, in quella camicia da notte, gli faceva uno strano effetto.
Come se fosse fragile, sì, ma anche come se... come se...
Scorpius non voleva materializzare quel pensiero nella sua mente, ma avvenne ugualmente.
Come se dovesse abbracciarla.
Come se dovesse dirle che sarebbe andato tutto bene.
-Ti volevo ringraziare per avermi sistemato la gamba... sono in debito con te-
Sentì Rose, contro ogni aspettativa, ridere.
Scorpius tornò a guardarla e vide che non era affatto divertita -Tu non sei in debito con me-
-Beh, mi hai salvato la vita. Quindi lo sono-
Rose scosse caparbiamente la testa, sollevando il mento e guardandolo con fermezza -Anche tu mi hai salvato la vita, ma non te lo ricordi. Quindi no, non sei affatto in debito-
Scorpius sollevò le sopracciglia sorpreso -Davvero?- chiese.
-Sì, davvero- rispose lei piano.
Scorpius strinse la bacchetta nel pugno, in conflitto con sé stesso.
Avrebbe dovuto lasciar perdere, girare i tacchi e andarsene, eppure la curiosità ebbe la meglio.
-Raccontamelo- disse lui avvicinandosele di un paio di passi.
Rose sembrò stupita da quella frase, e anche Scorpius lo era.
Tuttavia una parte di lui voleva sapere. Una parte di lui voleva trovare un modo per colmare quella mancanza che lo attanagliava.
-È stata una situazione simile a stasera... solo che, da sonnambula, ero salita sulla Torre di Astronomia. Tu eri di ronda e mi hai seguita... mi hai afferrata in tempo prima che cadessi di sotto- disse lei, abbozzando un sorriso.
Scorpius sbattè le palpebre guardandola.
Non riusciva ancora a ricordarlo, ma ora un paio di piccole stranezze avevano un senso.
Come il dejavu di vederla camminare per il castello in camicia da notte, o la sensazione che aveva avuto sulla Torre di Astronomia poco prima.
Come se ci fosse già stato, ma senza ricordare quando o perché.
-Accidenti- mormorò Scorpius -Sarebbe stato un bel volo-
Avrebbe voluto prendersi a schiaffi da solo per quella frase. Non riusciva a capacitarsi di non aver trovato qualcosa di meglio con cui rispondere.
-Già- mormorò Rose -Sarebbe stato un bel volo-
A Scorpius parve di vedere i suoi occhi luccicare di lacrime, ma non poté esserne sicuro.
La rossa si voltò svelta e corse verso l'entrata dell'infermeria senza più guardarsi indietro.
Scorpius si rese conto, mentre la guardava sparire oltre la porta, che non le aveva ancora ridato la sua bacchetta.

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