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-Rose, non puoi dormire-
La rossa mugugnò rigirandosi nel divano davanti al camino, e seppellì la testa tra i cuscini.
-Rose, Alice ha ragione. Devi andare nell'aula di Incantesimi- disse la voce di Dominique.
-Vi cedo il mio posto nel Torneo, andate voi- borbottò Rose raggomitolandosi nel divanetto rossiccio e stringendo ancora di più le palpebre chiuse.
-Lo sai che non puoi farlo. Alzati- insisté Alice.
Quella parola le fece spalancare gli occhi e mozzare il respiro.

-Rose, tesoro alzati- disse in pena Hermione Granger, posando una mano sulla spalla della figlia -Non puoi restare a letto per sempre- le ricordò.
Perché no? Dopotutto nemmeno Thomas si sarebbe mai alzato, e lui non riposava in un comodo letto né in una fredda cella, ma bensì in una bara.
-Non ce la faccio- mormorò Rose con voce strozzata -Fa troppo male, mamma- aggiunse mentre il nodo in gola aumentava fino a chiudergliela.
Il dolore al petto tornò a ondate di sofferenza, e la rossa si ranicchiò di più su se stessa abbracciandosi le ginocchia e cercando di ricordarsi come si faceva a respirare.
Il fiato le usciva a rantoli, tremava mentre un macigno le schiacciava le costole.
-Ron, io non so più che fare...- udì la voce di sua madre in lontananza, come un lieve sussurro.
-È passata solo una settimana, Mione, lasciale ancora un po' di tempo. Vedrai che ce la farà- rispose suo padre.
Rose strinse i denti. Era abbastanza forte da farcela? Da rialzarsi dopo ciò che aveva fatto?
Non ne era sicura.

Rose si mise a sedere sul divano, senza guardare le due amiche ma vedendole con la coda dell'occhio.
Si passò una mano tra i capelli sospirando.
-Vado- disse recuperando la sua bacchetta dal tavolino vicino al divano e alzandosi in piedi.
Si sentiva però instabile, e la forza di gravità le premeva sulle spalle cercando di farla ricadere sul divano senza più alzarsi.
-Vuoi che ti accompagniamo?- le chiese Alice, e Rose si voltò trovandola per una volta incerta, senza gesticolare o parlare con gli occhi accesi di luce.
-No, grazie- rispose Rose in un sussurro.
Si decise a uscire dalla Sala Comune di Grifondoro dirigendosi verso l'aula di Incantesimi.
Ignorò gli studenti che le passavano affianco guardandola come se fosse un cane a tre teste.
Chiunque avrebbe pagato per essere al suo posto, per essere il prescelto per il Torneo di magia, ma non lei.
Una volta raggiunta l'aula di Incantesimi, entrò senza nemmeno bussare e si ritrovò addosso gli occhi della preside, del professor Vitious e di Scorpius Malfoy.
Lei non li guardò, e andò a sistemarsi su un banco con un sospiro.
-Sei in ritardo, Weasley- disse la McGranitt squadrandola severamente, ma Rose non le rispose.
Avrebbe voluto dirle che era già un miracolo trovarsi in quell'aula, ritardo o meno.
-Bene! Come penso abbiate immaginato, dovrete esercitarvi prima dell'arrivo dei duellanti delle altre scuole di magia che competono. Mi aspetto il massimo impegno da entrambi...- Rose vide la preside lanciare un'occhiata esitante verso di lei -...il professor Vitious sarà qui ogni giorno alle quattro del pomeriggio, per allenarvi. Come credo sappiate, è stato un campione di duelli-
La rossa si chiese come avesse fatto un mago alto settanta centimetri a essere un campione nei duelli.
-Vi lascio nelle sue mani. Non c'è bisogno che io vi ricordi che rappresentate Hogwarts, vero?- aggiunse la preside, guardando lei e Scorpius con le sopracciglia aggrottate.
-Ci rendiamo perfettamente conto dell'onore che abbiamo ricevuto, preside- disse Scorpius appoggiandosi a un banco e drizzando le spalle.
Rose dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non sbuffare, e si limitò a girare la testa e assumere un'espressione nauseata.
La McGranitt annuì e si diresse fuori dall'aula, facendo tintinnare i tacchi sul pavimento in pietra.
Il professor Vitious, con un colpo di bacchetta, spostò i banchi vicino alle pareti e trasfigurò due cuscini in enormi manichini neri.
-Partiremo dalle basi- disse passeggiando davanti a Rose e Scorpius -Incantesimo di disarmo. Nelle competizioni che affronterete se verrete disarmati per tre volte avrete perso. Per ora vi limiterete a disarmare i manichini, per farmi conoscere il vostro livello... inizia tu Weasley, sono anni che non ti vedo all'opera- disse Vitious con un sorriso gentile, e la rossa annuì scendendo dal banco con un balzo.
Si sentiva sollevata di dover semplicemente disarmare un manichino.
-Expelliarmus!- esclamò agitando la bacchetta verso uno dei due omini neri, e disarmandolo all'istante.
-Ottimo!- esclamò Vitious contento -Davvero eccellente, un movimento fluido e pulito. Ora fallo anche sull'altro- disse il professore con gli occhi scintillanti di soddisfazione.
Rose lo fece, senza spiccicare parola.
-Oho! Gli incantesimi non verbali sono molto più complessi. Bravissima, torna al tuo posto- esclamò Vitious tutto contento, e Rose non poté ignorare l'occhiataccia che Scorpius le riservò appena gli passò di fianco.
-Spaccona- sussurrò il biondo, e Rose gli rispose con un ghigno divertito.
Scorpius eseguì altri due incantesimi di disarmo perfetti, e il professore li fece riprovare altre tre volte assegnando loro un manichino a testa.
-Ottimo! Ora proveremo un altro incantesimo fondamentale, il Protego- il basso insegnante puntò la bacchetta a terra e la sollevò sopra la sua testa, facendo fuoriuscire uno scudo semi trasparente dalla punta.
-Forza, provate- li incitò.
Rose non ebbe difficoltà: a Ilvermorny aveva seguito un corso avanzato di incantesimi.
Notò che anche il biondo se la cavava bene, e dopo un primo scudo un po' debole riuscì a crearne uno perfetto al secondo tentativo.
-Bacchette in posizione. Utilizzerete questi due incantesimi, cercando di disarmare l'altro per tre volte- disse Vitious indietreggiando di qualche passo, e Rose sgranò gli occhi vedendo che Scorpius si posizionava davanti a lei, a due metri di distanza.
"Coraggio, Rose" pensò stringendo la bacchetta nel pugno.
Non poté fare a meno di sentire i palmi delle mani sudare, e il cuore batterle più forte contro la cassa toracica.
Prese un profondo respiro.
-Pronta, rossa?- le chiese Scorpius con un ghigno, mettendosi in posizione di attacco e puntandole la bacchetta contro.
Gli occhi grigi del ragazzo la fissavano con fermezza, mentre Rose si metteva a sua volta in posizione e cercava di ignorare il vuoto che le si era creato alla bocca dello stomaco.
Scorpius spostò il peso del corpo in avanti, avanzando di un passo e agitando la bacchetta verso di lei.
-Protego!- esclamò Rose muovendosi fulminea, e creando uno scudo leggermente rosato che fece dissolvere l'incantesimo di disarmo di Scorpius a un palmo dal suo naso.
Il biondo attese per qualche secondo, come se si aspettasse un attacco dalla ragazza, ma Rose restava immobile a guardarlo cercando di impedire alla sue mani di tremare.
-Expelliarmus!- esclamò lui avanzando di un altro passo, e Rose indietreggiò creando un altro scudo.
Scorpius le lanciò altri tre incantesimi di disarmo, uno dopo l'altro, che la rossa parò senza alcuna difficoltà.
-Pausa!- intevenne Vitious mettendosi in mezzo a loro e guardò Rose con un'espressione corrucciata -Devi attaccare anche tu. È un duello, non puoi continuare così...-
Rose strinse le labbra in una linea dura e distolse gli occhi dal professore, guardando un punto imprecisato dell'aula.
-Forza ragazzi- disse lui indietreggiando, e lasciando spazio ai due.
-Protego!- esclamò Rose parando l'incantesimo di Scorpius, e si fece coraggio lanciando un Expelliarmus a sua volta.
Tuttavia era troppo agitata, e la sua bacchetta ondeggiò in aria senza produrre alcuna magia.
Il biondo ne approfittò disarmandola, e Rose non riuscì a evocare uno scudo in tempo mentre la sua bacchetta volava via cadendo a terra.
Doveva farlo senza esitare, senza lasciarsi sopraffare dalla paura. Raccolse la bacchetta e gridò -Expelliarmus!- girandosi di scatto e attaccando Scorpius.
Si disse che lo stava solo disarmando, che non sarebbe successo niente, ma il suo incantesimo fu troppo forte e sbilanciò il biondo facendolo cadere all'indietro.
-Piano, Weasley!- esclamò Vitious, ma Rose lo sentì appena mentre un ronzio prendeva a fischiarle nelle orecchie.
Vide Scorpius rialzarsi, e disarmarla ancora.
Rose guardò la sua bacchetta cadere a terra un'altra volta, e si chinò per raccoglierla inciampando sui suoi stessi passi.
Le veniva da vomitare, e il ronzio nelle orecchie aumentava di intensità impendendole di sentire ciò che Scorpius le diceva.
Lo vide muovere le labbra, senza far fuoriuscire alcun suono, e guardarla con rabbia.
La disarmò per la terza volta mentre la ragazza lo guardava senza reagire, e la forza del suo incantesimo la spinse all'indietro facendola cadere per terra.
"Sei sempre stata una debole, una codarda" la voce di Thomas vicino al suo orecchio le fece gelare il sangue nelle vene, mozzandole il respiro.
"Come ci si sente a essere a terra, inerme?" le chiese di nuovo.
La sua immagine le apparve dietro alle palpebre chiuse.
Lo vide steso sul pavimento, con la bacchetta ancora stretta in mano e un chiazza rossiccia attorno alla sua testa, sul parquet di legno.
I suoi occhi azzurri erano spalancati, immobili, e conservavano ancora quell'espressione sorpresa... come se non si fosse mai aspettato una cosa simile da lei.
Nemmeno Rose avrebbe mai pensato di esserne in grado.
Tornò con forza alla realtà, mentre tanti puntini neri le danzano davanti agli occhi.
Prese grosse boccate d'aria rendendosi conto che aveva trattenuto il fiato quasi fino a svenire, mentre la testa le girava come una giostra.
-Weasley, stai bene? Devi andare da Madama Chips?- riconobbe la voce di Vitious, e scosse la testa cercando di trattenere la nausea.
-Weasley, non hai una bella cera. Va' da Madama...- Rose non gli fece finire la frase e si alzò di scatto uscendo dall'aula di corsa.
"Tu mi hai ucciso" disse Thomas mentre la ragazza correva per il corridoio, con gli occhi pieni di lacrime.
-No...- disse in un sussurro, e si precipitò dentro al bagno di Mirtilla Malcontenta, piegandosi giusto in tempo sopra un lavandino mentre veniva scossa dai conati.
Fece scorrere l'acqua aprendo il rubinetto con mani tremanti e si sciacquò la bocca e il viso mentre inghiottiva a vuoto cercando di trattenere la nausea.
-Hey! Questo è il mio bagno!- disse la voce di Mirtilla dietro di lei, ma Rose la ignorò chiudendo gli occhi.
Fu uno sbaglio, dato che attraverso le palpebre chiuse vide chiaramente di nuovo gli occhi azzurri che aveva amato, senza vita.
-Non ce la faccio- sussurrò Rose scuotendo la testa -Non posso, non ce la faccio- ripeté.
Decise che sarebbe andata dalla McGranitt a supplicare di scegliere qualcun altro al suo posto, sebbene la preside avesse già rifiutato quella proposta la sera prima.
Doveva trovare un modo per convincerla, perché lei non era abbastanza forte per duellare... non di nuovo.
Non quando ogni ricordo di Thomas le faceva contorcere lo stomaco e rimettere la cena.
Non poteva continuare a ridursi in quello stato.

Scorpius Malfoy rallentò il passo, con il cuore che gli martellava nel petto per via della corsa, ed entrò silenziosamente nel bagno del terzo piano.
Un suono raccapricciante gli fece accapponare la pelle, e mosse un paio di passi vedendo la rossa china su un lavandino e scossa dai conati di vomito.
La vide aprire l'acqua con una mano tremante, e sciacquarsi la bocca mentre Mirtilla le fluttuava attorno dicendole di andarsene dal suo bagno.
Rose appoggiò le mani ai bordi del lavandino stringendolo fino a far diventare nocche bianche dallo sforzo.
Scosse la testa e mormorò -Non ce la faccio- con voce roca, ignorando completamente il fantasma della ragazzina che la rimproverava.
Scorpius abbassò lo sguardo sulla bacchetta di Rose, stretta tra le sue mani.
Le era corso dietro solo per restituirgliela, dato che l'aveva lasciata nell'aula di Incantesimi, ma una parte di lui sapeva che non era solo quello il motivo.
"Rose non è affar tuo" le parole di Albus gli rimbalzarono in testa, e Scorpius strinse la presa sulla bacchetta della ragazza.
No, lei era affar suo adesso. Erano la coppia di duellanti di Hogwarts, tutto ciò che faceva riguardava anche lui.
-Va' a farti un giro, Mirtilla- disse decidendosi a raggiungere la ragazza, e guardando annoiato il fantasma che gli faceva un occhiolino prima di gettarsi nelle fognature.
-Questo è il bagno delle ragazze- disse Rose fulminandolo con gli occhioni blu.
-Quindi?- chiese Scorpius, dicendo la prima cosa che gli era venuta in mente.
Era rimasto spiazzato da quanto fossero grandi i suoi occhi, due pozze d'oceano che lo guardavano con rabbia.
La rossa si scostò dal lavandino e gli passò di fianco, facendo per andarsene.
-Aspetta- disse Scorpius afferrandola per un braccio, e il profumo di fragole di lei lo colpì come uno schiaffo -Hai dimenticato questa- aggiunse porgendole la bacchetta.
-Grazie- sussurrò Rose prendendola.
Alzò gli occhi su di lui, e da quella distanza Scorpius poté vedere pagliuzze grigiastre nel blu delle sue iridi.
-Lasciami il braccio- disse lei, e Scorpius sbattè le palpebre confuso, notando solo in quel momento che la stava ancora tenendo stretta.
Rose si voltò, ma Scorpius non l'avrebbe lasciata andare via così in fretta.
-Che ti è preso, prima?- le chiese, e la vide fermarsi dandogli le spalle.
-Non sono affari tuoi- rispose secca.
-Lo sono invece. Come pensi di poter duellare contro maghi di altre scuole, se non riesci ad affrontare nemmeno me?- le chiese per provocarla.
Come aveva previsto la rossa si voltò; si era aspettato di vederla arrabbiata, ma i suoi occhi erano freddi e vuoti.
Scorpius si rese conto, con un sussulto, che la rossa era spezzata nel profondo.
Riconosceva quello sguardo: aveva gli occhi di chi stava cadendo a pezzi, e rivide se stesso il giorno in cui il cancro aveva portato via sua madre.
-Non ti preoccupare, sto andando a ritirarmi- disse Rose.

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