Scorpius Malfoy camminava avanti e indietro fuori dall'arena, rigirando la bacchetta illuminata da Lumos tra le dita.
Aveva una grossa bruciatura sul dorso della mano che la impugnava, il dolore era pungente, ma il ragazzo sembrava farci a malapena caso.
Dovrei andare da Madama Chips e basta pensò Scorpius, continuando a camminare.
In fondo era giusto. Lui non doveva restare lì... non aveva senso stare fuori al freddo e al buio.
Sarebbe dovuto tornare al castello, al caldo, e farsi guarire la bruciatura.
Tuttavia, fermandosi e abbassando lo sguardo, non poté ignorare la fasciatura biancastra che gli copriva tutta la coscia destra.
Poteva camminare grazie a lei. Era in debito con quella ragazza, in qualche modo, ed era questo l'unico motivo per cui si trovava ancora fuori da quell'arena.
Rose Weasley.
Per quanto si sforzasse, Scorpius non riusciva a ricordare nulla che la riguardasse.
L'aveva trattata male, prima, ne era consapevole.
Lei aveva provato a parlargli e lui, troppo scosso dalla notizia di dover affrontare un drago, si era sfogato urlandole addosso.
Era evidente che l'aveva ferita, glielo aveva letto in faccia.
Ciò che era ancora più incomprensibile per Scorpius, era quello che la rossa aveva fatto per lui dopo che era uscito dall'arena.
Lo aveva curato, rimarginandogli una ferita raccapricciante, senza esitare nemmeno per un secondo.
Scorpius non capiva perché.
L'aveva ferita, eppure lei era accorsa in suo aiuto come se niente fosse, con naturalezza.
Forse dovrei tornare al castello e dimenticarmi questa storia pensò lui, rigirandosi la bacchetta tra le dita.
Le persone che facevano del bene senza pretendere nulla in cambio non gli piacevano. Le guardava con sospetto, senza capire il perché dei loro atti di carità.
Che lui e Rose avessero condiviso un passato, prima che lo obliviassero?
Sentire che c'era una parte dei suoi ricordi assente, che gli avevano rubato, era terribilmente frustrante.
Era come se avesse un vuoto dentro di sé, come se mancasse una parte di lui.
Rose.
Scorpius sbuffò. Le aveva mentito dicendole il motivo per cui l'avrebbe chiamata per cognome.
La verità era che si sentiva stranamente a disagio: la ragazza aveva un nome troppo femminile per i suoi gusti.
D'un tratto un grido ruppe il silenzio della notte, e Scorpius si voltò verso l'arena.
Era stato un grido di dolore, umano, assordante.
Scorpius strinse le labbra, chiedendosi se non stesse aspettando fuori dall'arena soltanto per assicurarsi che la sua compagna di duelli sopravvivesse.
Era difficile immaginarsi quella ragazza a battersi con un drago.
Scorpius si ritrovò a ridacchiare.
Chissà che voto avrebbe ottenuto, quello scricciolo.
Sembrava così debole, così fragile, così triste e facilmente attaccabile...
Per Salazar! Erano bastate due paroline a farla quasi piangere!
Scorpius era sicuro che Rose non avrebbe avuto la stoffa e la grinta di affrontare un drago, o combattere al suo fianco nel Torneo.
Avrebbe potuto chiedere alla McGranitt di cambiare partner oppure...
Un suono orribile fece sobbalzare Scorpius.
Il ruggito del drago.
Tuttavia era molto peggiore di quanto ricordava, sembrava un verso sofferente, il tipo di grido di una bestia ferita a morte.
Scorpius vide una nuvola di fumo grigia innalzarsi sopra l'arena, e corrugò le sopracciglia.
Era scoppiato un incendio? Scorpius sapeva che le rocce frastagliate dell'arena erano ignifughe...
Stava ancora guardando la densa nube di fumo, quando il rumore di una porta che si apriva lo costrinse ad abbassare lo sguardo.
Rose Weasley era appena uscita dall'arena e sembrava a malapena riuscire a reggersi in piedi.
Il Lumos della sua bacchetta le illuminava i capelli incrostati di sassi e sangue, che le colava in una ragnatela sopra la fronte.
Aveva una manica della camicia carbonizzata, che faceva risaltare un'ustione sul braccio ben peggiore di quella che Scorpius aveva sulla mano.
Il resto dei suoi vestiti erano insanguinati, la gonna mezza bruciacchiata e le calze nere strappate scoprivano tagli e ferite sulle gambe.
Fece un paio di passi instabili. Era così pallida che il sangue risaltava sulla sua faccia come un pungo in un occhio.
-Sei rimasto- sussurrò lei alzando lo sguardo e notando Scorpius.
Il biondo si sentì seccare la bocca. Quella ragazza, più morta che viva, lo guardava come se non potesse essere più felice di così al mondo.
Sorrise, non si sa come, dopodiché si lasciò ricadere in avanti.
Scorpius era rimasto immobile, a guardarla cadere, paralizzato sul posto.
Le si avvicinò piano, con cautela, come se la ragazza potesse all'improvviso alzarsi e attaccarlo.
Si chinò e le prese il polso, così sottile e fragile, per controllare se c'era ancora battito.
C'era, lieve ma c'era.
Scorpius si chiese se il sollievo che provava era dovuto alla paura di essersi trovato di fronte a un cadavere.
Lui non la conosceva nemmeno in fondo...
Raccolse la bacchetta che giaceva accanto a lei, ormai spenta e fredda, e la osservò. Non aveva nulla di particolare, nulla che gli rievocasse dei ricordi.
Una luce dorata illuminò il cielo sopra la sua testa, e Scorpius alzò lo sguardo.
Tra la nube di fumo sopra l'arena spiccava chiara e luminosa una scritta dorata.
"Rose Weasley: 9"
Scorpius spalancò la bocca dallo sconcerto, e istintivamente abbassò la testa verso la ragazza svenuta ai suoi piedi.
Nove? Era impossibile... i migliori, Lucien e Hizaki, avevano ottenuto solo un otto.
Nessuno aveva preso un nove.
-È viva?- chiese una voce facendolo sobbalzare.
Scorpius si alzò in piedi trovandosi Thanos Bagman di fronte.
-Sì, è viva-
Il ghigno dell'uomo venne illuminato dalla sua bacchetta, mentre guardava la ragazza stesa a terra.
-Merlino, ora so su chi scommettere i miei galeoni- disse lui compiaciuto.
Si chinò mettendo una mano sotto le ginocchia della ragazza, e una sotto la sua schiena, e la tirò su prendendola tra le braccia come si fa con le spose.
La testa e i capelli di Rose pendevano all'indietro, e la ragazza non sembrava affatto viva.
Bagman fece un paio di passi e si fermò a osservare Scorpius, aggrottando le sopracciglia.
-Notevole- commentò con un ghigno -Ero sicuro che saresti morto dissanguato a metà strada, con una ferita del genere- commentò lui.
Scorpius si sentì stringere lo stomaco dal disagio e schiuse le labbra, senza sapere cosa rispondere.
Era rimasto immobile a fissare Bagman, e quando l'uomo prese a scendere la collina con la ragazza tra le braccia, Scorpius gli corse dietro raggiungendolo.
Bagman aveva ancora un'espressione compiaciuta in viso, come chi guarda il proprio figlio qualificarsi per primo in una maratona.
-Eccezionale- commentò sottovoce, camminando svelto verso il castello.
-Cos'è successo lì dentro?- volle sapere Scorpius.
Bagman abbassò lo sguardo verso di lui, scoccandogli un'occhiata stizzita.
-Non sono affari tuoi, ragazzino- disse duramente.
Scorpius strinse le mani a pugno dalla rabbia e fu sul punto di replicare.
Si trattenne soltanto perché quell'idiota li avrebbe valutati, ed era poco saggio inimicarselo.
-Signor Bagman- disse Scorpius con un tono cortese, cambiando strategia -Per caso c'è un incendio nell'arena? Devo chiamare qualcuno a spegnerlo?-
Bagman tossì una risata -Nah, nessun incendio... il fuoco non dovrebbe propagarsi, le rocce sono ignifughe.. certo che però... trattandosi di... beh, Merlino, forse dovrei davvero mandare qualcuno a spegnerlo...- borbottò l'uomo tra sé e sé.
Ormai erano arrivati davanti al castello, e, sull'enorme portone di legno a due ante, spiccava la figura snella come un giunco di Minerva McGranitt.
-Oh, Filius, per fortuna ci sei anche tu- disse Bagman raggiungendo il minuto professore di Incantesimi, in piedi accanto alla preside.
-Potresti andare a spegnere l'Ardemonio nell'arena? Rischia di propagarsi- chiese Bagman superando il piccolo professore ed entrando nel castello con ancora Rose tra le braccia.
Ardemonio?
Scorpius si immobilizzò trattenendo il fiato.
Non era possibile... l'Ardemonio era un fuoco oscuro, una magia potente...
Si voltò vedendo il professore Vitious correre giù per la collina con la bacchetta in mano.
Scorpius si decise ad entrare dentro il castello, e corse per raggiungere Bagman e la McGranitt.
-Thanos, cos'è successo? Weasley sta bene?- chiese la preside, preoccupata.
Scorpius, a qualche passo dietro di loro, la vide torcersi le mani e guardare la ragazza svenuta tra le braccia dell'uomo.
-Non lo so, Malfoy dice che era viva. Ad ogni modo, Minerva, è un peccato che tu non abbia voluto assistere alle valutazioni- Scorpius vide un sorriso sadico e soddisfatto stamparsi sul viso di Bagman.
-Avevo sentito dire che la ragazzina fosse senza scrupoli e pericolosa, ma questo...- Bagman scosse la testa coperta dal cappello di lana viola -...non potevo credere ai miei occhi. Ha ucciso il drago, Minerva, l'ha bruciato vivo con l'Ardemonio!- esclamò Bagman.
Scorpius sentiva che stava cercando di parlare a voce bassa, ma non ci riuscì.
Eccitazione nella sua voce era palpabile.
-Ecco l'entrata dell'infermeria, portala subito da Madama Chips- disse la preside, ignorando ciò che Bagman aveva detto sul drago.
Scorpius aveva rallentato guardando Bagman entrare nell'infermeria.
Si sentiva più disorientato, come sotto incantesimo Confundus.
Quella ragazza così fragile, che gli era sembrata tanto debole... aveva ucciso il drago?!
-Malfoy, stai bene?-
Scorpius sobbalzò e notò che la McGranitt era di fronte a lui, e studiava con gli occhi azzurrini la fasciatura della sua gamba.
-Madama Chips ha un gran da fare... se non hai ferite gravi ti devo chiedere di aspettare un po'. Puoi sempre sdraiarti su un letto in infermeria se vuoi...-
Scorpius scosse la testa, iniziando a indietreggiare senza guardare la preside.
Doveva trovare Albus. Doveva sapere chi era Rose Weasley.
Corse lungo il corridoio del primo piano, dirigendosi in Sala Grande.
Era ammassata di studenti, tutti accampati vicino alla grande vetrata che mostrava una buona visuale dell'arena.
Scorpius individuò subito Albus: aveva preso il suo binocolo magico, ed era in piedi sopra la tavolata a guardarci dentro.
Probabilmente aveva fatto la telecronaca dei voti in diretta.
Quando Scorpius si fece largo tra le persone della sala, ricevette molte pacche sulle spalle e acclamazioni di gioia, ma superò tutti senza nemmeno guardarli e afferrò Albus per un braccio tirandolo giù dal tavolo.
-Scorp! Buon voto il sette! Dicci, chi avete affrontato? Perché c'è del fumo che esce dall'arena?- chiese subito Albus, guardandolo con gli occhi blu che scintillavano di interesse.
-Vieni- disse Scorpius alzando gli occhi al cielo e trascinando Albus per un braccio, in mezzo alla folla.
Una volta che furono usciti dalla Sala Grande, Scorpius portò Albus verso il cortile.
Faceva molto freddo, e, ora che l'adrenalina era scomparsa, Scorpius lo sentiva pungergli la pelle.
Si fermò di fronte alla grossa fontana circolare in cortile; l'acqua sembrava nera e specchiava i riflessi argentati della luna.
-Chi è Rose Weasley?- chiese subito Scorpius voltandosi verso Albus.
Vide l'amico sussultare e sgranare gli occhi blu, che nella semi oscurità sembravano neri.
-Beh è mia cugina... figlia di Hermione Granger e Ron Weasley, sorella di Hugo Weasley...-
-No- disse Scorpius interrompendolo. Sentiva che la propria pazienza stava raggiungendo il limite.
Possibile che Albus non capisse?
-Intendevo... chi è Rose per me!- sbottò Scorpius -La conoscevo, vero?-
Albus richiuse la bocca e prese un profondo respiro.
-Oh si, la conoscevi eccome- mormorò lui. Scorpius lo vide esitare, come se dovesse scegliere con cura le parole da usare.
Alla fine il ragazzo scosse la testa dai capelli scuri, e la rialzò verso Scorpius.
-Lei era la tua ragazza-
Scorpius inspirò di colpo, e l'aria parve bloccarglisi in gola.
-La mia... cosa?!- esclamò incredulo.
Non ricordava di aver mai avuto una vera fidanzata.
Gli era sempre bastato fare un sorriso, un occhiolino, e aveva avuto chiunque volesse.
Le ragazze, per lui, non erano mai state più di un'avventura di una notte nella Stanza delle Necessità, quando ne aveva voglia.
-Voi eravate più di questo. Eravate innamorati- disse Albus piano, osservando Scorpius.
Scorpius scoppiò a ridere -Amico, non scherzare-
-Non sto scherzando- disse Albus seriamente.
-Tu mi conosci Al, è impossibile!- sbottò Scorpius alzando le braccia al cielo.
Albus strinse i pugni dall'irritazione.
-Ti dico che è così! Tu ne eri schifosamente innamorato, a tal punto che non ti riconoscevo più! Eri cambiato, lei ti aveva cambiato! E se pensi che possa mentirti su una cosa del genere, allora sei un idiota!-
Scorpius sbattè le palpebre, prendendo aria per parlare ma senza sapere cosa dire.
Lui non ricordava niente di lei, ma se davvero si erano amati...
Scorpius sussultò, e di colpo l'espressione ferita della ragazza ebbe un senso.
Lei lo amava ancora.
-Se stai abbastanza bene vai a cambiarti, stasera siamo di ronda- disse Albus, dopodiché girò i tacchi e rientrò nel castello, lasciando Scorpius frastornato.
Il ragazzo si diresse verso i sotterranei, entrando poi nella sala comune dei Serpeverde.
Tutti lo salutavano, tutti gli facevano domande sull'arena, tutti si comportavano come se lo conoscessero.
Scorpius li ignorò e tirò dritto in camera a cambiarsi.
Era di pessimo umore, qualcosa lo agitava da dentro e gli faceva sfilare la cravatta e la camicia macchiata di sangue con movimenti frettolosi. Buttò i vestiti a terra e il suo sguardo si fermò di nuovo sulla fasciatura alla gamba.
Scorpius si sedette sul letto e decise di slegarla; se la ferita si fosse riaperta avrebbe avuto un buon motivo per andare da Madama Chips.
Tolse la garza lasciandola ricadere a terra senza rumore, e restò a guardarsi la gamba.
Una spessa cicatrice rosa scuro correva per tutta la lunghezza di essa. Scorpius ricordava benissimo il solco che aveva avuto, il sangue, la carne scoperta...
Doveva ammettere che la rossa aveva fatto un lavoro eccellente, ricostruendo i tessuti e fermando l'emorragia.
Scorpius si disse che non aveva più bisogno della benda, e finì di rivestirsi.
Una volta infilata la tunica e presa la bacchetta si bloccò, osservando il copriletto verde scuro del suo letto.
Aveva ancora con sé la bacchetta di Rose.
Avrebbe dovuto ridargliela prima o poi. Scorpius la infilò in un taschino della tunica, e uscì dalla sala comune.
-Ti va bene prendere gli ultimi tre piani?- chiese Albus, dopo un po' che camminavano, guardandosi attorno.
Scorpius lo vedeva stranamente teso, quasi in ansia.
-Come mai tanta fretta?- chiese Scorpius guardandolo dubbioso.
-Non ne ho. Ci vediamo dopo- disse frettolosamente Albus accelerando il passo e scendendo la scalinata che portava al terzo piano.
Scorpius sospirò, rinunciando all'idea di capire cosa passava per la testa vuota dell'amico, e continuò la ronda da solo.
Non aveva ancora incontrato nessuno, né al quinto e né al sesto piano, e si stava annoiando a morte.
Si diresse al settimo, l'ultimo del castello, consolandosi con il fatto che una volta finito sarebbe potuto andare a dormire, dimenticando quella folle giornata.
Controllò per prima la torre di Astronomia, soffermandosi qualche secondo a guardare il vuoto e sentire sulla pelle l'aria fredda che tirava nella torre più alta del castello.
Aveva come una strana sensazione. Gli sembrava di esserci già stato, lì, a tarda notte, eppure per quanto si sforzasse... il nulla. Non riusciva a ricordare.
Sbuffò e si voltò scendendo la scalinata che lo riportò al settimo piano, e si diresse verso l'aula di Aritmazia, trovandola vuota.
Controllò infine quella di Divinazione, senza trovare nessun studente al suo interno, e si decise a tornare nei sotterranei.
Tuttavia un rumore lo fece fermare prima che potesse lasciare il settimo piano.
Un rumore di passi così lieve che Scorpius pensò di esserselo immaginato.
Tuttavia trattenne ugualmente il respiro e restò in ascolto, finché non sentì di nuovo quel suono.
Sorrise. Forse la sua ronda stava per prendere una svolta interessante.
Senza fare rumore, si diresse verso la fonte di quel rumore, e sbucò vicino al ritratto di Barnaba il Babbeo bastonato dai Trolls.
Aggrottò le sopracciglia, e vide che c'era una ragazza che camminava piano per il corridoio.
Era di spalle, scalza, e indossava una sottile camicia da notte bianca che svolazzava dietro di lei come il velo di un fantasma.
Scorpius fu colpito da un forte dejavù.
Come se avesse già visto da qualche parte una ragazza girovagare per castello così, a piedi nudi, con una camicia da notte e una cascata di capelli rossi sulla schiena.
Scorpius la raggiunse, affiancandola.
La luce della sua bacchetta le illuminò il viso.
Era Rose Weasley.
La ragazza continuava a guardare il muro davanti a sé, con un'espressione vuota e gli occhi spalancati.
Scorpius a primo impatto non capì perché Rose non si fosse girata verso di lui, nonostante il biondo fosse letteralmente affianco a lei.
Poi capì: Rose era sonnambula.
Scorpius non aveva mai visto qualcuno camminare nel sonno prima, e gli occhi spalancati e vuoti della ragazza gli fecero correre un brivido lungo la schiena.
Aveva letto da qualche parte che, quando succede, non si deve svegliare la persona di soprassalto.
Il rumore di uno scricchiolio lo fece voltare verso il muro, e Scorpius vide delle linee argentate iniziare a espandersi sulla pietra, come una ragnatela, intersecandosi tra loro e dando forma a un'imponente porta a due ante.
La Stanza delle Necessità.
Le porte si spalancarono da sole, e la rossa continuò a camminare entrando nella stanza senza far rumore.
Senza riflettere, e senza sapere dove l'avrebbe portato, Scorpius la seguì.

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Marked
FanfictionRosalie Minerva Weasley è tante cose. È molto bella, con i suoi ricci color rubino e gli occhi azzurro cielo. È una giocatrice eccezionale di Quidditch, ex capitano della sua squadra a Ilvermorny, e ora Cacciatrice in quella di Grifondoro. È una...