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-Per Merlino, Lucien, a volte mi chiedo se sei sano di mente!- borbottò Alice, aggrottando le sopracciglia mentre guardava il ragazzo.
Lucien era appena uscito dall'infermeria; aveva diversi punti sul labbro inferiore, un cerotto quadrato sulla tempia e uno zigomo gonfio e bluastro.
-Se ti può consolare, lui non sta messo tanto meglio di me- disse Lucien indicando con un cenno del capo Albus.
Il Serpeverde era uscito dall'infermeria senza lanciare neanche uno sguardo ai due ragazzi in corridoio, e dirigendosi spedito verso la Sala Grande.
-Perché dovrebbe consolarmi?!- esclamò Alice guardandolo truce.
La verità era che non sapeva se essere più arrabbiata con Lucien, che preoccupata per Albus.
-Alice- disse lui cercando il suo sguardo, e la ragazza sospirò esasperata incrociando le sue iridi color fumo.
-So che questo pensiero non ti ha mai nemmeno sfiorato la mente ma... qualcuno doveva dare una lezione a quell'idiota- chiarì Lucien.
Alice aggrottò le sopracciglia dalla confusione, e Lucien sbuffò roteando gli occhi.
-Sei troppo buona. Alice, lui conosce il tuo passato, sa cosa ti è successo in Francia e quanto ciò sia stato traumatico per te... e nonostante questo ti ha messo le mani addosso! È inaccettabile, si meritava anche di peggio...-
Alice strinse le labbra e si passò una mano tra i capelli, indietreggiando e prendendo a passeggiare avanti e indietro.
-Lucien tu non sei... non sei il mio protettore- disse lei fermandosi poi davanti a lui -Non devi salvarmi, né difendermi. Non sono una tua responsabilità capisci?- chiese lei cercando il suo sguardo, appena Lucien lo distolse con una smorfia.
Alice non avrebbe mai voluto che Lucien si facesse male solo per difendere il suo onore. Lei non era nessuno per lui.
-Non è così, tu conti per me; dovresti averlo capito ormai- disse Lucien, rispondendo ai suoi pensieri.
-Perché sono la bambina spaventata che hai salvato in quel vicolo? Non capisco...- mormorò lei.
Lucien le mise una mano sulla spalla e si spostarono dal centro del corridoio, appoggiandosi al muro vicino alla porta dell'infermeria.
-Non sei più una bambina, e nemmeno io lo sono più- le disse Lucien abbassando il viso verso il suo e incrociando le braccia al petto. Il suo sguardo si addolcì di nuovo, e un sorriso gli curvò le labbra facendolo sussultare per via dei punti.
-Sei grande ora, ma sei ancora dolce come quando ci siamo conosciuti e... e resti ancora la ragazza più bella che io abbia mai visto- disse lui piano, abbassando le ciglia nere sugli zigomi, e arrossendo lievemente.
Alice sentì lo stomaco ghiacciarsi, e staccò una spalla dal muro, guardando altrove improvvisamente a disagio.
-Lo so che tu ami lui, lo sento dai tuoi pensieri e ti si legge in faccia... e non dirò di amarti, perché non sarebbe vero- continuò Lucien continuando a guardare in basso, con i capelli color mogano che gli ricadevano sulla fronte.
-Non ti amo unicamente perché mi impedisco di farlo, perché so che non mi ricambieresti ma... se tu mi permettessi di farlo... se tu volessi darmi una possibilità...-
-Lucien- disse Alice interrompendolo, e mettendogli una mano sulla spalla mentre gli si avvicinava di un passo.
Lucien alzò la testa di scatto, guardandola.
Il suo viso pallido era chiazzato di rosa sulle guance, dall'imbarazzo, e i suoi occhi erano fissi in quelli di Alice.
-Lucien io non posso farlo... sarebbe crudele e tu non lo meriti- mormorò lei, dispiaciuta.
-Lo so cosa pensi ma... ma se col tempo io ti piacessi?- tentò lui.
Alice sorrise, scuotendo la testa divertita.
-Tu mi piaci già- gli rispose lei -Tu mi piaci davvero, e se io non avessi già dato il mio cuore a qualcuno allora sarebbe tuo. Non ho dubbi su questo. Sarei pazza di te, perché sei il ragazzo perfetto- disse Alice guardandolo con affetto.
Lucien abbozzò un sorriso triste e sospirò; un'espressione rassegnata gli si dipinse in viso.
-Non ci sarà nessun'altro per te, se non lui. Vero?-
Alice si sentì pizzicare gli occhi dalle lacrime. Non lo aveva voluto ammettere a sé stessa, ma Lucien aveva ragione. E non sapeva se aveva indovinato perché era un legilimens, o semplicemente perché la conosceva.
Alice annuì, battendo in fretta le palpebre per scacciare le lacrime.
-Potremmo almeno andare al ballo insieme? Da amici?- chiese Lucien staccando la spalla dal muro, e affiancando la ragazza.
Alice si stupì di quella richiesta e si vergognò, pensando di non meritare tanta gentilezza.
-Sì- rispose lei, abbassando lo sguardo.
Dopodiché si diressero insieme verso la Sala Grande, per cenare.

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