Alice sorrise. La pianta Tentaculum provò a ustionarle una mano con i suoi rami, ma incontrò gli spessi guanti di pelle di drago della ragazza.
-Ci hai provato, bella- disse Alice con dolcezza.
Prese dal sacco sul tavolo una manciata di terriccio, e la lanciò nel vasetto della Tentacula Velenosa.
Dopodiché trasse un profondo respiro, di terra e piante, e si tolse i guanti posandoli sul tavolo e guardandosi attorno.
La serra non era cambiata negli anni, e non era cambiata nemmeno quando suo padre aveva deciso di lasciare la cattedra di Erbologia e Alice aveva preso il suo posto come insegnante a Hogwarts.
Ne era stata felice. Hogwarts era casa sua, e quella serra aveva così tante storie da raccontare, che Alice non se l'era sentita di abbandonarla.
Passeggiò accanto alla lunga tavolata in legno, e uscì dalla porticina della serra prendendo una boccata d'aria fredda della notte.
Il vento fresco la fece rabbrividire, e Alice si strofinò lo braccia con le mani.
Pensò di tornare nel castello e dormire, ma vide una piccola macchia scura in lontananza volare verso di lei, facendosi sempre più vicina.
Un gufo bruno, che Alice riconobbe all'istante, scaricò una lettera ai suoi piedi e planò di nuovo volando via.
-Huginn, che caratteraccio- commentò Alice con un sorriso, e si chinò a raccogliere la lettera dell'erba.
Era di Rose, e leggendola Alice sgranò gli occhi trattenendo il fiato.
-Hey, tesoro!- gridò una voce facendola sobbalzare.
Alice, che era rimasta immobile a fissare la lettera, alzò di scatto la testa e vide Albus correre verso di lei.
Il ragazzo si fermò a un paio di passi, e infilò le mani nelle tasche dei jeans scuri. Sopra portava una felpa blu, che Alice gli aveva regalato per Natale, e che faceva risaltare il blu dei suoi occhi.
-Stai bene?- chiese lui aggrottando le sopracciglia, e avvicinandosele di scatto.
Alice sbattè le palpebre in fretta, e si sforzò di tirare su un sorriso.
-Sì è che... beh mi è arrivata una lettera da Rose che mi ha un po' sorpresa. Tu hai ricevuto nulla da Scorpius?-
Albus scosse la testa, e allungò una mano per prendere la lettera che Alice gli porgeva.
-No, sono stato sul campo da Quidditch a dissotterare gnomi e lanciarli via...- spiegò il moro, abbassando la testa sulla lettera.
Albus Severus Potter era il nuovo insegnante di volo; aveva preso il posto di Madama Bumb quando era andata in pensione, rifiutando un posto da Cercatore in una prestigiosa squadra di Quidditch svedese.
Non lo aveva mai detto, ma Alice in cuor suo sapeva che Albus era rimasto come insegnate a Hogwarts per lei, per restarle accanto.
-Rose e Scorpius... si sposano- disse Albus con un filo di voce.
Alice lo vide ripiegare la lettera e rimetterla nella busta, con le labbra strette in una linea dura.
-Beh cavolo... mi auguro che Scorp mi voglia come suo testimone, o non saremo più amici- disse lui abbozzando un sorriso, ma Alice aveva ormai imparato a distinguere i sorrisi falsi di Albus da quelli veri.
-Io stavo tornando al castello, ho finito di mettere il terriccio alle Tentacula- disse Alice schiarendosi la gola.
La verità era anche che voleva stare da sola, per lasciare che la delusione la colpisse in pieno come minacciava già di fare.
Lei e Albus stavano insieme da cinque anni ormai, vivevano insieme al castello e avevano anche adottato un gatto di nome Will... eppure Alice aveva sempre sognato, sin da piccola, che suo padre la accompagnasse all'altare un giorno.
Tuttavia quella prospettiva sembrava più che mai solo un sogno. Albus, nonostante tutti quegli anni, non aveva mai accennato nulla sull'argomento e non sembrava nemmeno volerlo fare.
Alice era felice che convivessero e che insegnassero entrambi al castello, e non osava chiedergli di più... era certa che Albus non lo volesse.
Del resto non le era mai sembrato un tipo da matrimonio.
-In realtà ero venuto per portarti in un posto- disse Albus facendola riscuotere dai suoi pensieri.
Alice sollevò le sopracciglia -A quest'ora?-
Albus annuì, e le diede un rapido bacio a fior di labbra prima di prenderle una mano e guidare la ragazza giù per la collina.
Raggiunsero il Lago Nero, e Albus la condusse verso la stessa panchina su cui si erano seduti più di cinque anni prima.
Albus ruotò il busto verso di lei, e Alice lo vide togliersi la felpa bluastra e restare solo con una maglietta a maniche corte.
-Forza, alza le braccia- disse lui con un sorriso, e Alice restò incantata da come i suoi capelli fossero rimasti scompigliati dalla felpa... come quando lo vedeva alzarsi al mattino, con un groviglio color ebano in testa.
-Ma non ho freddo...- tentò lei, ma Albus alzò gli occhi al cielo e le infilò la felpa dalla testa, aiutandola a mettere le braccia nelle maniche.
-Non dire cavolate, stai tremando- disse lui facendosele più vicino.
Alice sorrise, e abbassò il viso prendendo un respiro del profumo di Albus che impregnava la felpa.
-So che la lettera di Rose ha rovinato tutto- disse poi Albus, dopo un po' che Alice osservava la luna specchiarsi sulle acqua calme del Lago Nero.
-Cosa? Oh no, no figurati. Ero solo sorpresa, tutto qua...- si affrettò a spiegare Alice, stringendosi ancora di più nella felpa.
-Ti ho letto la delusione in faccia, Alice-
La ragazza incrociò lo sguardo di Albus per un secondo, e sospirò tornando a guardare il lago.
-Non è come sembra. Io... io sono felice di ciò che abbiamo, davvero.- disse Alice.
In realtà c'era un altro problema di cui non aveva ancora parlato ad Albus.
E non sapeva se farlo, o quando farlo... Lily il giorno prima le aveva consigliato di non far passare altro tempo, e Alice sapeva che non poteva tenerglielo nascosto ancora a lungo.
-Dobbiamo parlare, c'è una cosa che...-
-No, fai parlare me prima- la interruppe Albus -La lettera di Rose ha rovinato tutto perché... perché io programmavo questa serata da settimane, se non da mesi-
Alice lo guardò aggrottando le sopracciglia dalla confusione, e Albus e sorrise circondandole le spalle con un braccio.
-Guarda su- le disse, alzando poi il viso verso la luna.
Alice lo fece, e, all'orizzonte, vide una piccola scia azzurrognola solcare il cielo.
Era la cometa che Albus le aveva fatto vedere anni prima, e stava passando nello stesso identico punto.
-Oh... Albus! Ma avevi detto che passavano una volta ogni cinquant'anni... non capisco- mormorò Alice, voltandosi verso di lui.
Vide il ragazzo piegare le labbra in un sorriso, e abbassare gli occhi blu scuro verso di lei.
-Te l'ho detto solo per fare colpo su di te, e convincerti a uscire con me. In realtà passa ogni cinque anni- spiegò lui.
Alice sgranò gli occhi e spalancò la bocca dall'indignazione -Piccola serpe bugiarda!- esclamò dandogli un pugno sulla spalla.
Albus rise e le prese una mano facendosele di nuovo più vicino, dopodiché alzò il viso al cielo per osservare la cometa, e Alice fece lo stesso.
-Alice tu sei felice con me?- chiese Albus dopo un po' che erano rimasti in silenzio a guardare il cielo.
La meteora era ancora all'orizzonte, che attraversava il firmamento con lentezza.
-Certo che lo sono- rispose Alice, e voltò la testa verso Albus sentendolo spostarsi dal suo fianco e togliere il braccio dalle sue spalle.
Il ragazzo si alzò dalla panchina, dopodiché si abbassò poggiando un ginocchio a terra.
-Alice io ti amo, e voglio passare il resto della mia vita con te...- Albus prese una piccola scatolina di velluto nero dalla tasca, e Alice sgranò gli occhi capendo ciò che stava accadendo.
Si alzò di scatto dalla panchina, inginocchiandosi a terra di fronte ad Albus.
-Non devi farlo, davvero. A me basta ciò che abbiamo e non invidio Rose e Scorpius... non devi pensare di dover... Albus!-
Il moro sorrise, e abbassò la testa rigirandosi la scatolina tra le mani.
-Volevo chiedertelo da molti mesi, ma ho voluto aspettare la notte della cometa per farlo... giro con questa scatolina in tasca da settimane...-
-Albus- disse Alice interrompendolo -Aspetta... c'è una cosa che devi sapere prima di andare fino in fondo con questa cosa, io...- Alice fece una pausa prendendo un profondo respiro -...beh Lily mi ha convinta a dirtelo, e sappi che possiamo sistemare la cosa, davvero, mi basterà andare al San Mungo e tra noi sarà tutto apposto. Non hai nessuna responsabilità, davvero, siamo troppo giovani e Merlino...-
Albus la prese per le spalle, e incatenò gli occhi blu ai suoi -Hey... che succede? Alice tu puoi dirmi tutto, lo sai. Se stai male posso portarti io in ospedale e...-
-Sono incinta- disse Alice tutto d'un fiato, con lo stomaco aggrovigliato come una matassa di fili.
Vide Albus spalancare gli occhi, guardandola fisso senza sbattere le palpebre; dopodiché il ragazzo ricadde seduto sull'erba.
-Non lo avevo programmato io... ho solo ventitré anni... posso andare al San Mungo domattina e abortire...-
Albus sbattè le palpebre, e la guardò ancora più sconcertato di prima -Cosa? Alice! Ma che stai dicendo?-
La mora aggrottò le sopracciglia -Che posso sistemare il problema...-
Albus si alzò di nuovo in ginocchio, guardandola con le sopracciglia aggrottate come se Alice fosse un rebus da risolvere.
-Il problema? Per Salazar Alice, è... noi... noi avremo un bambino- Albus disse l'ultima frase in un soffio, e distolse lo sguardo come colpito dalle sue stesse parole.
Alice vide i suoi occhi blu mare diventare lucidi, e Albus sbattè in fretta le palpebre mentre un sorriso gli si dipingeva in viso.
Tornò a guardarla -È un maschio o una femmina? Se sarà maschio dobbiamo prendergli quelle piccole scope giocattolo in modo che muova i primi passi in volo come fece mio padre... certo, possiamo farlo anche se fosse femmina, ovvio. Se fosse femmina potremmo chiamarla Delia, è il nome di un fiore giusto?-
Alice lo guardò incredula, e desiderò darsi un pizzicotto per assicurarsi di non star sognando.
-Tu... tu lo vuoi?- chiese Alice piano.
-Merlino Alice, certo che si! Speravo che mi rendessi l'uomo più felice del mondo stasera, accettando di sposarmi ma... questa notizia va ben oltre- disse Albus con un sorriso radioso in viso.
Alice si slanciò in avanti, stringendolo con forza tra le braccia. Si sentiva come se potesse scoppiare a piangere dalla felicità, come se fosse un fiume in piena che aveva rotto gli argini.
-Alice ma... ma quindi mi sposi?- chiese Albus vicino al suo orecchio, e la mora si lasciò scappare una risata, poggiando poi il mento sulla sua spalla.
-Certo che sì, Albus Severus Potter, certo che sì!-
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FanfictionRosalie Minerva Weasley è tante cose. È molto bella, con i suoi ricci color rubino e gli occhi azzurro cielo. È una giocatrice eccezionale di Quidditch, ex capitano della sua squadra a Ilvermorny, e ora Cacciatrice in quella di Grifondoro. È una...