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Rose non seppe mai quanto tempo passò nella torre di Astronomia, a fissare il nulla.
D'un tratto però si riscosse, ricordandosi del duello contro Ilvermorny, e si precipitò giù per la scalinata a chiocciola.
I corridoi del castello erano semi vuoti, e Rose si domandò dove fossero tutti, specialmente dove fosse Scorpius. Sperava di potergli parlare prima del duello, e di dirgli che non aveva bisogno di tempo per pensare alla sua proposta.
Voleva dirgli che lei lo amava ancora, nonostante tutto, e che aveva aspettato per così tanto tempo quel momento...
-Weasley!- tuonò una voce alle sue spalle.
Rose si voltò, ormai arrivata davanti alle porte della Sala Grande, e vide Minerva McGranitt camminare verso di lei con passo spedito.
-Dove sei stata? Il duello sta per iniziare! Il signorino Malfoy è già all'arena!- esclamò l'anziana strega, guardandola con un cipiglio corrucciato.
Rose sgrano gli occhi e sussultò. Era passato così tanto tempo?
Fece per superare la preside e incamminarsi verso l'arena, ma la donna la afferrò per un braccio.
-Non c'è tempo. Ti concederò uno strappo alla regola, ma che non ricapiti!-
Rose aggrottò le sopracciglia e prese aria per chiederle cosa intendeva, ma si interruppe sentendo il terreno mancarle sotto i piedi.
La McGranitt si smaterializzò portandola con lei; Rose sentì il mondo capovolgersi e ogni centimetro del suo corpo tirare e allungarsi.
Quando ricadde a terra, in ginocchio, e sentì un gran vociare attorno a lei, contornato da un'assordante musichetta allegra.
-Stai bene?- chiese qualcuno affiancandola, e mettendole una mano sulla schiena.
Rose inghiottì a vuoto la nausea e rialzò la testa notando di essere al centro dell'arena, insieme a Scorpius, e che poco distanti da loro c'erano Trevor e Teresa. I due la guardavano senza nascondere minimamente le risate.
Rose poggiò i palmi a terra e si tirò su, sforzandosi di mantenere l'equilibrio e combattendo contro la nausea e la testa che girava.
Era certa che se avesse avuto qualcosa nello stomaco, avrebbe già vomitato.
-Merlino, odio smaterializzarmi- borbottò Rose prendendo la bacchetta dal taschino della gonna, e raddrizzando la schiena.
Scorpius la guardava con un mezzo sorriso, gli occhi grigi scintillanti e maliziosi, e Rose desiderò più che mai prendergli il viso tra le mani e baciarlo.
Sentiva una scarica di elettricità ed euforia nello stomaco al pensiero che, finito quel duello, lei e Scorpius sarebbero potuti stare finalmente di nuovo insieme.
-Non mi serve tempo per pensarci- disse lei avvicinandoglisi di un passo, e prendendogli una mano.
-Voglio stare con te-
Scorpius sgranò gli occhi, e la guardò con sorpresa; pian piano i suoi occhi si riempirono di felicità e un sorriso a trentadue denti gli illuminò il viso.
Il biondo prese aria per risponderle, ma Rose non seppe mai cosa le voleva dire.
-Benvenuti! Benvenuti a questo nuovo duello! Si sfidano le scuole di Hogwarts e Ilvermorny, prego, datevi la mano come da tradizione!- la voce di Bagman sovrastò il chiacchiericcio nella platea, e Rose voltò la testa verso Teresa e Trevor.
I due erano già al centro dell'arena, ad aspettarli, e Scorpius si mosse verso di loro. Camminarono tenendosi per mano, e Rose sentì che sarebbe potuta scoppiare di felicità.
Scorpius voltò brevemente la testa verso di lei, trovando Rose a guardarlo, e sorrise con una scintilla negli occhi grigi.
Diedero la mano a Trevor e Teresa, e Rose si stupì di non avere il benché minimo disagio o paura verso di loro. Era così felice e concentrata a guardare di sottecchi Scorpius, che nient'altro aveva più importanza.
Quando però dovette fronteggiare Teresa, alzando la bacchetta davanti al viso, Rose decise di concentrarsi.
Lei e Scorpius fecero una decina di passi allontanandosi dai due, dopodiché si voltarono contemporaneamente puntando la bacchetta contro Trevor e Teresa.
-Al mio tre!- gridò Bagman -Uno... due... tre!-
Rose attaccò, spostando il peso del corpo in avanti e avanzando di un passo.
Il lampo del suo Stupeficium, però, non centrò il bersaglio.
Teresa si smaterializzò, nello stesso momento di Trevor, schivando gli incantesimi di Rose e Scorpius e apparendo dall'altra parte dell'arena.
Dopodiché si smaterializzarono di nuovo e Rose si trovò davanti Trevor.
Il ragazzo le lanciò uno schiantesimo, e la rossa lo parò con un Protego all'ultimo.
-Ma che diavolo...- mormorò Rose, confusa.
Fece per attaccare il ragazzo, ma Trevor sparì di nuovo e Rose si trovò davanti Teresa, che le spedì contro un Bombarda.
Rose evocò uno scudo, sentendo l'esplosione schiantarsi su di esso e farlo tremare; le dolevano già le braccia dallo sforzo.
Il suo corpo stava risentendo della nottata di torture, ed era lento, stanco e dolorante.
Vide Scorpius fronteggiare Trevor, e poi Teresa. I due americani si smaterializzavano di continuo scambiandosi di posto, e attaccando sia Rose che Scorpius appena riapparivano.
Rose non aveva mai visto una strategia simile prima, e si stupì che Bagman non avesse già interrotto il duello.
Cercò di colpire Teresa, ma la mora si smaterializzò e Rose si ritrovò di nuovo a dover fronteggiare Trevor. Il ragazzo scomparve appena Rose lo attaccò, e la rossa strinse i denti dalla frustrazione.
I due riapparvero nello stesso momento, davanti a Rose, e lei si preparò a parare i loro incantesimi.
Agitarono le bacchette, tuttavia all'ultimo si voltarono e spedirono una scia di fumo nerastro accanto a Rose.
La rossa si voltò sorpresa, osservando il fumo passarle di fianco e colpire Scorpius.
Il tempo parve rallentare, quasi fino a fermarsi. Rose vide le due scie nere colpire Scorpius allo stomaco e sollevarlo da terra. La forza degli incantesimi spedì il biondo lontano, in alto, troppo in alto; Rose lo vide andare a schiantarsi contro la cupola trasparente che divideva l'arena dagli spalti. Appena il corpo di Scorpius la toccò, la cupola si illuminò di un bagliore azzurrognolo e uno sfrigolio di elettricità pervase l'aria.
Rose si portò una mano alla bocca, sentendo un pugno invisibile colpirle lo stomaco, e il tempo riprese a scorrere più in fretta.
Scorpius ricadde a terra di colpo, come se l'elettricità della cupola lo avesse spinto con forza contro il pavimento.
-Uno... due... tre... quattro... cinque...-
Bagman aveva iniziato a contare, ma Rose non lo sentì più.
Vide Scorpius a terra, steso sulla schiena e immobile, e si sentì mancare il terreno sotto i piedi.
Fece un paio di passi incerti verso di lui, ma qualcosa la fermò.
Un bruciore le incendiò la spalla, e una pressione invisibile la sbilanciò facendola cadere a terra.
Rose si voltò e vide Trevor e Teresa a guardarla con un ghigno in viso, e le bacchette sguainate.
Le loro espressioni soddisfatte furono la goccia che fece traboccare il vaso.
Rose ignorò la spalla ferita e il sangue che le colava sul braccio fino al polso, imbrattandole la camicia.
Si rialzò da terra stringendo con forza la bacchetta nel pugno, e sentendo la furia pervaderla.
Fu una rabbia così primordiale da farle vedere rosso, da farle battere il cuore con forza facendolo risuonare nelle orecchie, da farle tremare tutto il corpo.
Fu tramite quella rabbia, che Rose evocò l'Ardemonio.
Non ebbe nemmeno bisogno di pronunciare la formula ad alta voce; fece ondeggiare la bacchetta sopra di sé e un gigantesco serpente di fuoco fuoriuscì dalla sua punta. Rose lo lasciò uscire e crescere di dimensioni, come mai prima d'allora, e si accorse con un sussulto che aveva occupato gran parte dell'arena.
Vide solo con la coda dell'occhio Trevor e Teresa cercare di domarlo, perché Rose si era già voltata e messa a correre verso Scorpius.
Si buttò in ginocchio al suo fianco, sentendo il fiato spezzarsi in gola.
Erano circondati dal fuoco, le fiamme cremisi gettavano ombre danzanti sul viso cereo e pallido di Scorpius.
Tra i riccioli color oro Rose vide una macchia di sangue impiastricciargli i capelli, e si sentì crollare il mondo addosso.
-Scorpius- disse lei, con la voce roca e asciutta dal fumo. Non osava toccarlo, per paura di aggravare la situazione, ma... il ricordo di Thomas fu travolgente, e Rose si sentì stringere il cuore e riempire gli occhi di lacrime.
Il fuoco attorno a loro si alzò di misura e crebbe. Rose sentiva come un eco in lontananza il rumore delle grida e vedeva dei lampi colorati, ma non ci si soffermò.
-Ti prego svegliati- disse Rose, e un singhiozzo la scosse dolorosamente.
Non poteva essere vero. Non poteva.
Non quando erano stati ad un passo dal riavere la loro felicità.
L'immagine di Thomas steso nello stesso modo, con una macchia di sangue sotto la testa, si sovrapponeva a quella di Scorpius, e Rose non riuscì più a controllare i singhiozzi.
Non poteva aver perso anche lui...
Si ritrovò in ginocchio, a circondarsi il busto con le braccia stringendosi forte; il rumore dei suoi singhiozzi copriva le grida attorno a lei, e il dolore dentro al petto superava di gran lunga quello alla spalla.
Lo voragine che per mesi l'aveva attanagliata si era riaperta, e le sembrò di venire sbalzata all'indietro nel tempo. Come se non avesse fatto nessun progresso, come se la Rose fragile e rotta dentro fosse sempre stata nascosta, in attesa di quel momento.
-Svegliati, ti prego- disse Rose in un soffio, vedendo il viso pallido di Scorpius come una macchia indistinta tra la coltre di lacrime.
Non vide ne sentì nulla all'infuori del suo dolore e della paura di aver perso Scorpius, finché una figura bianca e paffuta non entrò nel suo campo visivo.
Rose si alzò di scatto in piedi, puntandole la bacchetta contro con mano tremante, e notò solo dopo di avere davanti Madama Chips.
L'anziana infermiera era sbiancata, e guardava Rose a bocca aperta.
La rossa si accorse solo in quel momento che al suo fianco erano apparsi altri medi-maghi in camice bianco, che circondarono il corpo di Scorpius steso a terra.
-Tesoro, abbassa la bacchetta- disse una familiare voce al suo orecchio.
Rose vide che Hermione era apparsa al suo fianco, e che le teneva il braccio con una mano facendo una lieve pressione verso il basso per farglielo abbassare.
-Mamma...- sussurrò Rose lasciando ricadere lungo il fianco il braccio che reggeva la bacchetta.
Hermione le accarezzò la testa, circondandole le spalle con un braccio.
-Vieni tesoro, dobbiamo andarcene-
Rose voltò la testa di scatto, e vide i medi-maghi caricare Scorpius su una barella bianca.
-No, non posso lasciarlo, non posso...-
-Rose- disse sua madre con fermezza. Le prese il viso tra le mani, costringendola a voltarsi verso di lei, e la guardò con fermezza.
-Dobbiamo andare via- ripetè Hermione.
-Dove... dove lo stanno portando?- chiese Rose avanzando di un passo e vedendo che Scorpius veniva trasportato via su una barella.
Notò solo in quel momento un altro gruppo di medi-maghi portare altre due barelle, sulle quali c'erano Trevor e Teresa.
Erano quasi irriconoscibili con la pelle rossa e lucida, e gli abiti bruciati.
-Che cosa è successo?- chiese Rose sgranando gli occhi, e voltandosi verso sua madre.
Hermione strinse le labbra e prese un piccolo respiro prima di parlare.
-Torniamo al castello, ti racconterò tutto lì-
Dopodiché circondò la vita di Rose con un braccio, e si incamminarono fuori dall'arena.
Rose non vedeva quasi dove stava andando, e seguiva con lo sguardo le barelle bianche in lontananza.
Quando arrivarono di fronte all'infermeria, Hermione la fece sedere su una panchina in pietra rasente al muro.
-Dove li portano?- chiese Rose notando i medi-maghi uscire dal castello con Trevor e Teresa.
-Al San Mungo- rispose Hermione piano -Tesoro... hai idea di cosa sia successo?-
Rose si voltò verso di lei, guardandola confusa -Scorpius è rimasto ferito... mamma dimmi che sta bene, ho bisogno di sapere che è vivo e...-
L'espressione grave di Hermione fece interrompere Rose.
La donna abbassò la testa e strinse le mani in grembo, sulla gonna del tailleur nero.
-Rose tu hai evocato l'Ardemonio- disse Hermione, senza guardarla, con una voce fredda e impersonale -Un Ardemonio così forte che... Teresa e Trevor hanno provato a contrastarlo, ma il fuoco è cresciuto d'un tratto di intensità e... si sono arresi. Il fuoco stava per bruciare la cupola protettiva che vi divideva dalla platea... gli studenti hanno iniziato a riversarsi fuori dall'arena gridando... io, Harry e Ron, insieme a un altro gruppo di Auror, siamo stati costretti a intervenire per domare le fiamme.
Teresa e Trevor erano ancora vivi ma gravemente ustionati, e c'eravate solo tu e Scorpius circondati dal fuoco...- Hermione rialzò la testa verso di lei, gli occhi nocciola colmi di preoccupazione e lucidi dalle lacrime -...ho avuto paura che il fuoco ti avesse sopraffatta, che tu e Scorpius foste bruciati vivi ma per fortuna non è stato così. Rose mi hai fatta morire di paura per te!-
Hermione si slanciò in avanti, prendendo Rose tra le braccia e facendola sussultare dal dolore appena le toccò la spalla ferita.
La rossa era rimasta senza fiato, a occhi sgranati, e quando Hermione si tirò indietro passandosi le mani sulle guance per asciugare le lacrime, Rose le chiese -Staranno bene...? Trevor e Teresa, vivranno?-
-Credo di sì, al San Mungo hanno un reparto per le ustioni gravi-
Rose annuì, e distolse lo sguardo da quello della madre portandolo davanti a sé.
Si chiese cosa stava facendo Madama Chips per guarire Scorpius, nell'infermeria, e quando avrebbe potuto rivederlo.
-Rosalie- disse Hermione accanto a sé.
Rose si preparò all'inevitabile discorso che la donna le avrebbe fatto; ogni volta che usava il suo nome completo succedeva questo.
Rose voltò la testa verso di lei, prendendo un gran respiro. Hermione aveva un'espressione che reputò strana: un misto di sofferenza e incertezza.
-Non ti chiederò da chi hai imparato un incantesimo oscuro...-
-Da Thomas- rispose prontamente Rose, interrompendola.
Hermione sospirò alzando gli occhi marroni al cielo, dopodiché riprese il suo discorso -Hai perso il controllo oggi, hai messo a repentaglio la tua vita e quella di tutte le persone nell'arena se non fossero intervenuti gli Auror. Tutto per un ragazzo. Tesoro so che lo ami, ma devi andare avanti e lasciarlo perdere...-
Rose scosse la testa, sbuffando, e un sorriso le increspò le labbra.
-Non devo, non devo più- si voltò verso sua madre, e, sorridendo, gli occhi le tornarono di nuovo lucidi.
-Lui mi ama di nuovo mamma, anche se non ha riavuto la memoria. Me lo ha detto prima del duello... quando si sveglierà, staremo di nuovo insieme-
Una ruga di preoccupazione solcò la fronte di Hermione, mentre aggrottava le sopracciglia -Tesoro... ma se lui non si svegliasse?-
-No- disse Rose alzandosi di scatto, e abbassando la testa verso sua madre -Non posso nemmeno pensarci. Non posso perdere anche lui. Scorpius si sveglierà, vedrai-
Qualcuno si schiarì la voce accanto a loro, e Rose sussultò voltandosi.
Dietro di sé trovò l'ultima persona che si era aspettata di vedere: Draco Malfoy.
L'uomo indossava un sobrio completo color fumo, una mano era infilata nel taschino del panciotto grigio e l'altra nella tasca dei pantaloni perfettamente stirati.
I capelli biondi e striati di bianco erano lucidi e ben tirati all'indietro; Rose notò che il colorito dell'uomo sembrava decisamente diverso e che non odorava più di Whisky, ma bensì di un costoso dopobarba.
-Granger- disse Draco facendo scivolare lo sguardo da Rose a sua madre, ancora seduta sulla panca in pietra. Sul viso di Draco apparve l'ombra di un sorriso mentre la guardava.
-Weasley- sottolineò sua madre, alzandosi e affiancando la figlia.
-No, resti Granger- insisté Draco, e Rose si chiese di che diamine stessero parlando.
Rose vide Hermione estremamente rigida, con le mani incrociate davanti al tailleur e lo sguardo fisso in quello di Draco.
Quel contatto visivo venne interrotto dalla porta dell'infermeria, che si aprì, facendo spuntare Madama Chips.
L'infermiera fece un paio di passi, avvicinandosi ai tre, e Rose la guardò in attesa di sapere notizie di Scorpius.
-Non si è svegliato. Ha colpito la cupola magica che circondava l'arena e... è una magia molto potente... non so quando o se si sveglierà. Possiamo solo aspettare e sperare- disse lei torcendosi le mani ed evitando i loro sguardi.
Rose sussultò e sentì un vuoto alla bocca dello stomaco.
-Posso vederlo?-
Fu Draco a chiederlo, anticipando Rose che aveva preso aria per chiedere la stessa identica cosa.
Madama Chips annuì, e Draco fece un paio di passi verso la porta chiusa dell'infermeria. Si fermò appena Rose fece per seguirlo.
-Vorrei stare con mio figlio da solo- chiarì Draco, voltandosi verso di lei e scoccandole un'occhiata glaciale.
-Ma io...-
-Tesoro, lasciagli un po' di tempo da solo con suo figlio...-
-Mamma!- esclamò Rose interrompendola; guardò i due a turno sorpresa e chiedendosi perché Hermione lo stava difendendo -Lui è un mostro! Ha reso la vita di Scorpius un inferno da quando Astoria è morta, e ora pretende pure di impedirmi di vederlo?!- gridò Rose, senza riuscire a trattenersi.
Un lampo di rabbia e tristezza passò negli occhi grigi di Draco -Lo so- disse lui piano, con tono cupo -Non me ne sono reso conto, per tanti anni. Ma ora sì, e non so se Scorpius si sveglierà più o no, ma voglio avere la possibilità di chiedergli scusa.-
Rose sollevò le sopracciglia e richiuse la bocca, senza sapere bene cosa rispondere.
Draco lanciò uno sguardo a Hermione passandole accanto, e sparì oltre la porta dell'infermeria richiudendosela alle spalle.
-Tesoro...- Hermione provò a metterle una mano sulla spalla.
-Voglio stare da sola- chiarì Rose, indietreggiando di un passo.
Voltò le spalle a sua madre e si incamminò per il corridoio, dirigendosi in cortile.
Vedeva distrattamente gli studenti girare alla larga da lei, indicarla e bisbigliare al suo passaggio, ma non se ne curò.
Che pensassero pure che era pericolosa, non le importava. L'unica cosa che contava per lei in quel momento era Scorpius e la paura di non rivederlo mai più.
-Querida!- la chiamò Julian, mentre Rose scendeva la collina allontanandosi dal castello.
Si voltò e vide il brasiliano correre per raggiungerla; le si fermò di fronte e, prima che Rose potesse aprire bocca, la strinse in un forte abbraccio.
-¡Dios Mio! Con ciò che è successo all'arena ho avuto paura che... stai bene? Rose ma sei ferita... la tua spalla...-
La rossa scosse la testa, tirandosi indietro, e il dolore alla spalla tornò a farsi sentire ora che Julian glielo aveva fatto notare.
-Scorpius è... Madama Chips non sa se si sveglierà e...- Rose sentì gli occhi riempirsi di lacrime, e abbassò la testa guardando fisso l'erba.
-Ci sono io, querida. Non preoccuparti- disse Julian riavvicinandosele di un passo, ma Rose si tirò indietro.
Alzò la testa e vide lo stupore correre nei suoi occhi verde foglia; il vento scosse i suoi capelli castano rossicci, portando verso di lei il suo buon profumo tropicale.
-Non posso- mormorò Rose, scuotendo la testa.
Julian aggrottò le sopracciglia -Cosa non puoi?-
-Stare con te- disse subito Rose -Non posso e non potrò mai-
Julian sgranò gli occhi, e sussultò -Rose... ma... ma io ti amo!-
-Io no invece!- esclamò Rose portandosi le mani al petto -Non capisci? Non potrò mai essere felice con te, perché amo già qualcun altro. Mi dispiace, Julian, le cose stanno così-
Julian richiuse la bocca e inspirò di colpo; Rose vide la sua espressione passare dallo sconcerto alla rabbia, e il ragazzo strinse le mani a pugno.
-Elvira me lo aveva detto- mormorò lui guardandola con rancore.
-Cosa?-
-Che mi avresti spezzato il cuore- rispose Julian. Dopodiché le lanciò un ultimo sguardo carico di odio, prima di voltarle le spalle e andarsene risalendo la collina.

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