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Rose si voltò e uscì con passo spedito dell'ufficio della McGranitt; sentiva Julian ed Elvira seguirla poco più indietro.
Scese la scalinata a chiocciola e sbucò nel corridoio dando una spallata ai gargoyle in pietra, che borbottarono contrariati.
Cercò la chioma bionda di Scorpius con lo sguardo ma, come aveva previsto, il ragazzo era già sparito.
-Rose, ti posso parlare?- insisté Julian alle sue spalle.
Rose chiuse le mani a pugno, e si voltò di scatto guardandolo imbronciata.
-Mi sembra che hai già detto tutto quello che pensi di me, prima, con la Skeeter- sibilò Rose.
-Ehm forse è meglio se vi lascio da soli...- disse Elvira indietreggiando di un passo e alzando i palmi delle mani.
-No, Elvira. Me ne vado io, ho sentito abbastanza e...-
-Lasciaci soli, grazie- la interruppe Julian, abbassando il viso verso sua sorella.
La brasiliana annuì e lanciò a Rose un ultimo sguardo preoccupato, prima di voltarsi e incamminarsi per il corridoio deserto.
La rossa spostò il peso da una gamba all'altra, infastidita, e incrociò le braccia al petto. Sentiva il bisogno di prendere a calci qualcosa, piangere e gridare dalla rabbia.
-Avanti parla- sbottò lei -Hai qualche altra cattiveria da dirmi? Spara, sono in vena- spostò lo sguardo su Julian e lo vide guardarla con le sopracciglia aggrottate, concentrato, come se Rose fosse un rebus da risolvere.
-Sei arrabbiata- non era una domanda.
Rose strinse le labbra -Merlino, come sei perspicace! Hai qualche altra perla di saggezza da condividere con me? Tipo che il cielo è azzurro o che tu sei uno stronzo? Qualcos'altro di ovvio?-
Inaspettatamente, Julian sorrise.
Rose si sentì arrossire dalla rabbia, e spalancò la bocca -Ti diverti?- chiese incredula.
Alzò le braccia al cielo e le fece ricadere sui fianchi, voltandosi. Ne aveva abbastanza.
Fece per andarsene ma Julian corricchiò superandola e piazzandosele davanti.
-Aspetta, non te ne andare- chiese lui abbassando la testa verso di lei -È che... mi fai tenerezza. Non stavo ridendo di te, davvero-
Rose lo guardò con diffidenza, e cercò di non soffermarsi troppo sul raggio di sole che entrava dalla vetrata a rombo nel muro, e che gli colpiva l'occhio sinistro facendolo risplendere come un vero smeraldo. Dopotutto era ancora arrabbiata con lui, non poteva lasciarsi distrarre.
-Hai creduto davvero a cosa ho detto prima?- chiese Julian piano.
Rose distolse lo sguardo, abbassando la testa, e il ricordo dello sguardo freddo di Julian e del modo in cui diceva "Rose Weasley non significa un bel niente per me" la fece stare ancora più male.
La rabbia venne pian piano rimpiazzata dalla delusione.
-Certo che ci ho creduto, come potevo non crederci? Non ci parliamo da giorni...-
Julian sbuffò -E pensi che potrei dimenticarmi di te così in fretta? Dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme?- abbassò il viso verso il suo, le sopracciglia ancora aggrottate -Querida, mi sei mancata tanto in questi giorni-
Rose sussultò, sentendosi chiamare con il nomignolo affettuoso che Julian usava sempre.
Abbozzò un sorriso triste -Anche tu mi sei mancato... tu e anche Elvira ovviamente- ammise Rose.
Non l'aveva ancora mai detto ad alta voce, ma sentì come togliersi un piccolo peso dal petto dopo aver detto quelle parole.
Lo sguardo di Julian si addolcì -Non speravo nemmeno di sentirtelo dire-
Rose sbuffò -Lo sai che ti voglio bene... lo dovresti sapere. È ovvio che mi manchi-
Non sapeva cos'altro dire per non complicare situazione. Perché sapeva che Julian l'amava, e lei amava Scorpius ma teneva molto anche a lui... come farglielo capire?
-Ti volevo dire che ho sbagliato- disse poi Julian indietreggiando di un passo e prendendo a passeggiare piano davanti a lei, con le mani incrociate dietro la schiena.
Rose lo guardò confusa, camminare avanti e indietro.
-Quando il biondino è stato obliviato ti sono voluto stare vicino fingendomi tuo amico. Ma non ho mai voluto esserlo. La verità era che tu mi piacevi molto, e io volevo ben altro della semplice amicizia da te... credevo che con il tempo mi avresti amato anche tu...-
Rose sussultò sentendo quelle parole, e indietreggiò istintivamente di un passo. Era la sua sincerità a farla sentire così confusa?
-...mi sbagliavo...- continuò Julian, camminando avanti e indietro senza guardarla -...e tu ti sei affezionata a me, sei arrivata a volermi bene, come un'amica. Mentre io ti ho forzato la mano, continuando a volere di più. La verità è che avrei dovuto essere sincero dall'inizio e volere solo la tua amicizia. E mi sono ovviamente ritrovato con un pugno di mosche... avrei dovuto capire prima che così facendo ti avrei persa del tutto-
Rose fu tentata di dirgli che non l'aveva affatto persa, che sarebbe impossibile, ma restò in silenzio lasciandogli finire ciò che doveva dirle.
-Perciò sono qui per dirti che ho capito il mio errore- il brasiliano si fermò davanti a lei di colpo, avvicinandosele di un passo e portandole alle narici il suo buon profumo -Mi manchi, querida, e stavolta voglio davvero esserti amico... solo un amico, come avrei dovuto essere sin dall'inizio...- le prese una mano, stringendola tra le sue mentre la guardava intensamente negli occhi.
Rose si sentì mancare un battito, e distolse lo sguardo dal suo puntandolo sulle sue mani color caramello che tenevano la sua.
-Che ne dici? Possiamo essere amici, solo amici, per davvero?- le chiese Julian.
Rose si sentì la bocca secca come un foglio di carta.
Cosa avrebbe dovuto rispondergli? Una parte di lei era ancora attratta da lui, e sapeva che in fondo non erano mai stati solo amici... quella parte avrebbe dovuto dirgli di no.
Un'altra però sentiva la sua mancanza, e lo voleva egoisticamente con sé, nonostante sapesse che Julian l'amava e che anche lei provava qualcosa per lui.
E Rose volle essere egoista, anche se non era la cosa giusta da fare. Voleva averlo vicino perché teneva a lui più di quanto volesse ammettere, e le sue giornate non erano più le stesse senza Julian. Aveva bisogno di lui.
-Sì... sì possiamo essere amici- mormorò lei, cedendo.
Il viso di Julian si illuminò di un sorriso, e il ragazzo indietreggiò di un passo lasciando la sua mano.
-Allora vai a prendere la tua scopa e raggiungimi sul campo da Quidditch. Mi devi ancora una uno contro uno, ricordi?- chiese lui.
Rose lo ricordava. Julian glielo aveva chiesto il giorno in cui erano tornati insieme da un allenamento di Rose, prima di gettarla nella fontana del cortile.
Le si attorcigliò un poco lo stomaco al ricordo.
Annuì, e Julian si voltò salutandola con la mano e sorridendo ancora.
Rose andò nella direzione opposta, salendo i piani che la separavano dalla Sala Comune, con la testa in subbuglio.
Era ciò che aveva voluto, essere di nuovo sua amica, ma allora perché sentiva che c'era qualcosa di sbagliato?
Raggiunto il dormitorio si cambiò infilando la divisa da Quidditch dei Grifondoro e uscì dalla Sala Comune con la scopa in spalla.
Scese ogni piano guardandosi attorno, nella speranza di vedere la chioma bionda di Scorpius, e quando raggiunse il piano terra fece tappa nella Sala Grande.
Scorpius non era nemmeno lì, ma in compenso vide Albus con Edward Zabini.
Gli si avvicinò -Hey, Al, hai visto Scorpius?-
Entrambi i ragazzi si voltarono verso di lei e Albus sollevò le sopracciglia scure -Sì. È andato in Sala Comune, ha detto che era stanco, anche se in realtà sembrava arrabbiato- rispose Albus.
Rose distolse lo sguardo sentendo una fitta di delusione e ansia.
Uscì dalla Sala Grande, chiedendosi quando avrebbe potuto parlare di nuovo con Scorpius... e se lui avrebbe mai voluto parlare di nuovo con lei.
Sapeva che era arrabbiato perché la Skeeter aveva tirato fuori la storia della notte passata con Julian, e Rose voleva avere la possibilità di parlargli e spiegare com'erano andate davvero le cose.
L'unica cosa che poteva fare però, era aspettare che lui uscisse dalla Sala Comune dei Serpeverde.
Rose uscì in cortile, stupendosi di come l'aria non fosse più gelida e di come il sole la scaldasse. Febbraio stava finendo, finalmente, e sembrava star portando via quel gelido inverno.
Raggiunse il campo da Quidditch e trovò Julian appoggiato alle gradinate in legno, in camicia e pantaloni della divisa, con ai piedi una vecchia Stellafreccia che aveva visto giorni migliori e una pluffa rossiccia.
-Passamela- disse Rose facendo un cenno verso la scopa -Non c'era niente di meglio nello spogliatoio?-
-No- rispose Julian porgendole la scopa. Rose la afferrò e gli diede la sua Comet 220.
Julian la guardò confuso, e Rose sorrise -Voglio vincere onestamente, e non ci sarebbe competizione se tu volassi con una scopa penosa-
Julian rise -Ma così vincerò io... volerò con la tua scopa!-
Rose scosse la testa incamminandosi verso il centro del campo -Ti farò mangiare la polvere con una Stellafreccia, scommettiamo?-
Il sorriso di Julian si allargò -Se vinco io dovrai portarmi un intero cesto di churros, e dovrai farli tu- le porse una mano, con in viso dipinta l'espressione della sicurezza, e Rose ridacchiò.
-Andata- disse stringendogli la mano.
Dopodiché salirono in sella alle scope, e diedero inizio alla partita.
Rose si divertì come non mai a sterzare, zigzagare con la scopa e fregare la pluffa da sotto il naso di Julian.
Il brasiliano sembrava visibilmente in difficoltà a gestire la veloce Comet di Rose, mentre la rossa non aveva problemi e bilanciare il peso per far dare il meglio di sé alla Stellafreccia.
-Hai barato!- esclamò Julian al tramonto, una volta che furono scesi a terra, dopo che Rose ebbe spedito la pluffa per dodici volte negli anelli e Julian solo per tre.
Rose scoppiò a ridere mentre scendeva dalla scopa con un balzo -E come avrei fatto?- chiese divertita, mentre Julian la affiancava con la sua scopa in spalla.
-Devi aver fatto un incantesimo alla scopa, affinché volasse bene solo con te-  borbottò lui.
-Ah si? Vuoi rifarla con la Stellafreccia? Così non segni nemmeno una volta?- chiese Rose sorpresa, trattenendo a stento le risate.
-Io non giocherò mai più a Quidditch con te, sei un mostro!-
-Un mostro di bravura!- esclamò Rose e l'eco delle loro risate riecchieggiò nel campo deserto mentre camminavano vicini.
-¡Dios mio! Era tutto uno stratagemma per farmi cucinare Churros per te, ammettilo!- esclamò Julian con un sorriso.
-Una scommessa è una scommessa- rispose Rose scrollando le spalle. Evitò di sottolineare che era stato lui a proporre quella scommessa.
Dopo un po' che camminavano risalendo la collina, Julian le chiese -Sei nervosa per la finale?-
Rose sospirò. Aveva cercato di pensarci il meno possibile, ma si rese conto che non poteva evitarlo per sempre.
-Non mi piace l'idea di duellare contro Elvira, o rischiare di farle male... per fortuna, finito questo duello, il Torneo sarà concluso- disse lei facendo spallucce.
Julian la guardò pensieroso -Nemmeno Elvira vuole duellare contro di te... per fortuna a me non toccherà farlo! E poi penso che saprò gestire bene il biondino...-
Rose scoppiò a ridere -Sei così sicuro di vincere?-
-Voglio e devo vincere- precisò Julian, abbassando lo sguardo sull'erba -Ma se anche riuscissi a battere il tuo ragazzo... né io né Elvira potremmo mai battere te-
-Ma se vinceste? Cosa fareste con il premio?- chiese Rose.
Julian abbozzò un sorriso -Con tutti quei galeoni... ce ne andremo dall'orfanotrofio, e prenderemmo una casa in campagna, come Elvira ha sempre sognato, magari con un fiume vicino in cui pescare e... e poi c'è la formazione da Auror anche. Non ho mai pensato seriamente a chi diventare nella vita, perché non ho mai avuto grandi possibilità, ma mi piacerebbe diventare un Auror. Fare qualcosa di giusto, di nobile...  proteggere le persone...-
-Ti ci vedo, come Auror- disse Rose con un sorriso -Sia tu che Elvira. Le divise del nostro Ministero vi sarebbero molto bene tra l'altro-
Julian ridacchiò -Querida, così mi insulti. A me sta bene tutto!- esclamò lui con fierezza.
Rose rise e gli diede uno spintone sulla spalla, senza smuoverlo di un millimetro.
Julian rise insieme a lei, e Rose lo vide guardare davanti a sé e cambiare espressione.
Seguì il suo sguardo, e vide, davanti alle porte della Sala Grande, Scorpius.
Il biondo li guardava con uno sguardo molto più che furioso, e Rose si sentì torcere lo stomaco dall'ansia.
-Beh... ci vediamo, querida- disse Julian allontanandosi di un passo.
-Fermo là!- disse Rose assottigliando lo sguardo -Dove pensi di andare con la mia bellissima Comet?-
Julian sorrise, alzando gli occhi al cielo mentre le si riavvicinava porgendole la scopa.
Rose la scambiò con la Stellafreccia che aveva tra le mani, dopodiché salutò Julian decidendosi a raggiungere Scorpius.
-Hey... Albus mi ha detto che eri nella Sala Comune e...-
-Che ci facevi con lui?- sbottò Scorpius, staccando le spalle dal portone della Sala Grande e piazzandosi di fronte a lei.
Rose aggrottò le sopracciglia, dopodiché abbassò il capo indietreggiando di un passo, e allargò le braccia per mostrargli la divisa da Quidditch che aveva addosso insieme alla scopa che teneva in mano.
-Una partita, non è evidente?-
-E perché vi siete scambiati le scope- chiese Scorpius guardandola con sospetto e con le braccia incrociate al petto.
Rose rise nervosamente -La fai sembrare come se fosse una cosa brutta... era solo per non avere troppo vantaggio, ma ho vinto anche con una Stellafreccia-
Il biondo strinse le labbra e sospirò,  passandole accanto e dirigendosi in  giardino.
-Hey!- esclamò Rose correndogli dietro -Che ti prende?-
Scorpius si voltò si scatto, dando le spalle alla fontana circolare del cortile, e Rose vide che era davvero arrabbiato.
-Mi prende che pensavo avessi lasciato perdere quell'idiota! Sei la mia ragazza, Rose, per l'amor di Salazar!- esclamò Scorpius assottigliando gli occhi grigi e puntandole un dito al petto.
Rose spalancò la bocca -Ma cosa c'entra? E poi quell'idiota è mio amico, e anche sua sorella lo è!- esclamò Rose.
Scorpius scoppiò a ridere, in una risata così sarcastica e fredda che a Rose venne la pelle d'oca.
-Tuo amico? Tu ce li hai già degli amici, non hai bisogno di loro!-
Rose strinse le mani a pugno, sentendo la rabbia divamparle nel petto -Amici? Ti vorrei far notare che ho solo Alice, e che tutti gli altri amici che ho sono la mia famiglia! E poi non mi sembra che spetti a te decidere le mie amicizie...-
Scorpius distolse lo sguardo con un'espressione scocciata -E non credi che io possa avere qualcosa dire, sul fatto che frequenti un tuo ex?-
Rose sollevò le sopracciglia dalla sorpresa -Scorpius! Ma che stai dicendo... io e Julian non siamo mai stati insieme, e siamo solo amici...-
-Merlino! Come fai a guardarmi negli occhi e mentire così!- gridò Scorpius a un palmo dal suo naso.
Rose indietreggiò di un passo -Che stai dicendo...-
-Che c'è stato qualcosa tra voi, vi siete baciati e avete passato una notte insieme a fare Merlino sa cosa...-
Rose spalancò la bocca dallo sdegno, e sentì lo stomaco capovolgersi come se si fosse lanciata nel vuoto -Come puoi pensare questo di me... Scorpius, abbiamo dormito e basta...-
-Allora è anche peggio- disse Scorpius, abbassando la voce, e guardandola con disprezzo -È come pensavo-
Rose lo guardò in preda alla confusione, chiedendosi come potessero essere arrivati a quel punto, con Scorpius che la guardava con rabbia e rancore senza traccia d'amore negli occhi.
-Che stai dicendo...- mormorò Rose.
-Pensi che non mi sia accorto di come hai reagito durante l'intervista della Skeeter? Hai dimenticato che io so leggerti dentro più di chiunque qui?-
Rose richiuse la bocca, senza sapere come replicare, e restò in silenzio a guardarlo.
Scorpius sembrava aver sbollito la rabbia, ma la guardava ancora con freddezza mista a tristezza.
-Non puoi essere sua amica- disse il biondo, dopo qualche minuto di silenzio passato a guardarla -Devi lasciarlo andare, Rose, non puoi stare sia con me che con lui-
-Non capisco... perché...- mormorò Rose piano.
Scorpius strinse le labbra, e distolse lo sguardo puntandolo sulla fontana.
Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa -Non mi è facile dirlo ma... forse hai bisogno che qualcuno te lo dica, per capirlo-
Voltò poi la testa verso di lei, i suoi occhi grigi sembrarono neri nella semi oscurità -Non te ne farò una colpa, Rose, io non ci sono stato per tante settimane e avete passato molto tempo insieme... se faccio uno sforzo riesco a capirlo, sebbene mi faccia male. Non puoi essere sua amica, perché tu... perché tu sei innamorata di lui- disse Scorpius, abbassando lo sguardo mentre pronunciava l'ultima frase.
Rose si sentì come se le avessero dato un pungo nello stomaco, e trattenne di colpo il fiato.
-Scorpius! Ma che stai dicendo, io amo te...-
-Lo so- disse Scorpius interrompendola, senza guardarla -Ma ami anche lui. Devi accettare che non siete solo amici, e che non potete esserlo... no, Rose, fammi finire- disse Scorpius alzando un dito per interromperla, appena Rose prese aria per parlare -Non posso né voglio importi di stare con me. Ti chiedo solo di essere sincera con te stessa, e ammettere che lo ami. Una volta fatto questo dovrai scegliere. Se stare con lui o con me... non puoi avere entrambi.- Scorpius spostò il viso verso il suo, e Rose vi lesse così tanto dolore da sentirsi spuntare le lacrime.
Dopodiché il biondo distolse lo sguardo stringendo gli occhi e voltò la testa, come se il sole l'avesse accecato, anche se era sera.
Le diede le spalle e rientrò nel castello; Rose lo seguì con lo sguardo finché non scomparve.
Fece un paio di passi incerti, sentendosi le ginocchia molli, e si sedette sul bordo della fontana circolare.
Posò la scopa ai suoi piedi e si appoggiò con i gomiti sulle ginocchia guardando fisso l'erba.
Ciò che Scorpius le aveva detto l'aveva colpita nel profondo, e di colpo Rose si rese conto del perché le fosse sembrato così sbagliato tornare a essere amica di Julian.
Perché non potevano esserlo. Perché Scorpius aveva ragione
Si sfregò i palmi delle mani sul viso e sugli occhi, chiedendosi come avesse fatto la sua vita a diventare così complicata.
Non aveva mai pensato che si potessero amare due persone nello stesso momento, e non l'avrebbe mai pensato, se Scorpius non l'avesse messa faccia a faccia con la verità.
Ora doveva sistemare tutto, prima che fosse troppo tardi.

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