Rose stava risalendo la collina, lasciandosi il castello alle spalle e affondando il viso nella sciarpa dei Grifondoro per sfuggire al gelido vento invernale.
Seguiva la folla di studenti che si dirigeva verso l'arena, ma con la mente era altrove.
Ripensava alle ore precedenti passate con Julian nella Stanza delle Necessità, ad insegnargli l'incantesimo Avis.
Il brasiliano aveva proposto all'inizio di allenarsi in cortile, ma Rose gli aveva fatto notare che non potevano rischiare di essere visti dai duellanti di Ilvermorny, perché avrebbe rovinato il suo asso nella manica.
Julian si era dimostrato un allievo capace e portato, e Rose rimuginava sull'unico problema che aveva avuto: il movimento del polso.
Sperava che durante il duello desse il meglio di sé, e riuscisse ad evocare perfettamente l'incantesimo.
-Rose!- gridò una voce dietro di lei, facendola sussultare.
Venne raggiunta da Alice.
La mora aveva la sua stessa identica sciarpa e un capello di lana rosso e oro, da sotto il quale spuntavano i capelli neri cadendo in morbide onde sopra il cappotto scuro.
-Cos'è successo?- chiese Rose appena Alice le fu affianco.
L'amica aveva un'aria stanca, la pelle più pallida del solito e due borse violacee sotto gli occhi gonfi.
Il naso era arrossato, ma Rose non seppe dire se dal freddo o dalle lacrime.
-Non c'eri a pranzo...- mormorò Rose, ricordandosene solo in quel momento.
Si sentì subito in colpa per essere stata così presa dai suoi problemi da non domandarsi come stesse Alice, quella che a tutti gli effetti era la sua migliore amica.
-È successa una cosa ieri sera, alla festa...- disse Alice in un sussurro, e Rose le vide sbattere le palpebre più in fretta per scacciare le lacrime, mentre un lucido e trasparente velo le copriva gli occhi color foresta -...non l'ho detto ancora a nessuno ma sto cominciando a pensare che forse dovrei, forse mi farebbe bene parlarne, lo renderebbe più reale, o mi aiuterebbe ad accettarlo-
Fu così che Rose e Alice si spostarono dalla folla che si dirigeva verso l'arena, e la mora le raccontò ogni cosa.
Aveva lasciato Albus.
Rose sgranò gli occhi ascoltando il suo racconto, e si sentì stringere il cuore quando vide Alice guardare altrove mentre parlava, piangendo silenziosamente.
-Merlino, Alice...- mormorò Rose stringendola in un abbraccio.
La ragazza era più bassa di lei di una spanna, e Rose poté poggiare la testa sul suo cappello mentre l'abbracciava.
-E James mi aveva messa in guardia, sai? Mi aveva detto che Albus voleva solo questo da me, ma non ci avevo creduto...- disse Alice tirandosi indietro, e passandosi i palmi delle mani sulle guance arrossate dal freddo.
-E tu gli avevi raccontato ciò che ti era successo in Francia...?- chiese Rose incredula, vedendo la ragazza annuire.
-Alice... posso solo immaginare come ti sei sentita... so che Albus è speciale per te...- disse Rose mettendole le mani sulle spalle, mentre mora alzava il viso verso il suo, guardandola addolorata -...ma se non ti rispetta o non è disposto a lasciarti i tuoi tempi... allora hai fatto bene a rompere con lui-
Alice strinse le labbra, e annuì con decisione.
La affiancò, e tornarono a unirsi alla folla di studenti che si dirigeva verso l'arena.
-Rose... fa meno male, con il passare del tempo?- chiese Alice.
Proprio in quel momento Rose notò la chioma biondo sole di Scorpius passarle di fianco, insieme a Lucien e Aline.
Vederlo, anche solo di sfuggita, le procurò una fitta di dolore al petto.
-No, non fa meno male- rispose lei, seguendolo con lo sguardo.
Lucien si voltò di scatto, e i suoi occhi corsero verso le due ragazze poco dietro di lui.
Si chinò per dire qualcosa ad Aline, ma la mora sembrò ascoltarlo a stento: pendeva dalle labbra di Scorpius.
Rose provò il forte desiderio di sapere cosa il biondo le stava dicendo.
Lucien scese la collina, andando loro incontro.
-Ciao, Rose. So che te lo stai chiedendo, perciò sappi che Scorpius le sta parlando di Quidditch, e la sta invitando a vedere la finale contro Grifondoro. E, nel mentre le dice ciò, sta pensando che si sente a disagio a giocare contro di te, o anche solo a parlarti o guardarti- Lucien disse tutto d'un fiato, con un sorriso, e Rose ammutolì guardandolo a occhi sgranati.
Il ragazzo parve fare a malapena caso alla sua espressione, e i suoi occhi grigi si spostarono su Alice.
Affiancò la mora, e si misero a parlare del più e del meno. Rose notò che Lucien stava riuscendo a far sorridere di più la sua amica, e ne fu felice.
Passò però il resto del tragitto estraniandosi dai loro discorsi, e pensando a ciò che Lucien le aveva detto di Scorpius.
Anche lui la stava pensando, nello stesso momento in cui l'aveva pensato lei.
Quella consapevolezza le regalò un misto di felicità e tristezza, che non le migliorò affatto l'umore.
Quando raggiunse l'arena insieme a Lucien e Alice, venne assordata dalle grida della folla.
Gli spalti erano pieni zeppi, c'era la stessa piccola banda musicale e James passava tra le gradinate a raccogliere le scommesse.
Rose guardò verso la cabina rialzata di Bagman, e vide che affianco a lui c'era la preside da un lato ed Erica Skeeter dall'altro.
Rose sorrise, pensando che per una volta non sarebbe stata lei il centro dei suoi satirici articoli di giornale.
Lucien le guidò sugli spalti, e a Rose si accartocciò lo stomaco notando che si stava dirigendo verso i posti liberi accanto a Scorpius e Aline.
Vide sulle gradinate adiacenti anche i campioni di Durmstrang e Mahoutokoro, seduti a debita distanza gli uni dagli altri.
Rose pregò che Lucien e Alice passassero oltre, ma i due si sedettero esattamente sulla fila di Scorpius, lasciandole un posto vicino a lui.
Rose li fulminò con lo sguardo, e parvero entrambi molto divertiti.
Sentiva lo sguardo di Aline, seduta all'altro fianco di Scorpius, bruciare come fuoco sulla sua schiena mentre prendeva posto.
Non lo guardò, né gli parlò, ma desiderò ardentemente che Lucien le facesse ancora la telecronaca di ciò che passava per la testa del biondo.
Percepiva forse anche lui la sua presenza? Anche lui, come lei, senza guardarla riusciva a sentire la sua vicinanza, come se parte del suo fianco sinistro formicolasse come quello destro di lei? Era solo a lei che il vento portava alle narici il profumo del ragazzo accanto a sé?
Alice si sporse avvicinandosi all'orecchio di Rose, e mettendovi le mani a coppa per parlarle -Lucien dice che siete entrambi tesi come due molle, e che i vostri drammi mentali lo divertono- la informò Alice con un sorrisetto.
Rose si voltò, rossa in viso, e riuscì a scoppiare a ridere insieme a loro due.
D'un tratto folla esplose in applausi e grida, e la banda musicale si alzò dagli spalti con gli strumenti per intonare un'allegra musichetta.
Rose guardò in basso, verso il centro sgombro dell'arena, e vide i quattro duellanti entrare da una piccola porticina e portarsi al centro del cerchio.
Rose notò che Julian ed Elvira indossavano la violetta uniforme di Castelobruxo, fatta da pantaloni e giacca viola, da sotto la quale spuntava una camicia color glicine.
Le uniformi di Ilvermorny invece erano simili a quelle di Hogwarts: entrambi i ragazzi avevano una camicia bianca, ma Teresa indossava una gonna blu e rossa, e Trevor pantaloni blu; al collo portavano una cravatta dei due colori mischiati in una stampa a righe.
-Benvenuti! Benvenuti a questa seconda sfida!- la voce di Bagman risuonò in tutto l'anfiteatro, e Rose vide che si era alzato nella propria cabina portandosi la bacchetta alla gola per farsi sentire.
-Oggi si sfideranno i duellanti di Ilvermorny e Castelobruxo! Prego, ragazzi, datevi la mano!-
Rose vide Elvira che fronteggiava Teresa con un ghigno mentre le dava la mano, dopodiché si scambiò e fu Julian a stringere la mano a Teresa; stavolta lo sguardo del ragazzo fu duro e deciso.
-Per vincere dovrete stordire gli avversari per quindici secondi, costringere uno dei due ad arrendersi oppure impadronirvi della bacchetta dell'avversario, se ci riuscite!- ricordò Bagman. Rose vide la piuma e il taccuino della Skeeter iniziare subito a prendere appunti fluttuando vicino a lei.
-In posizione!- esclamò poi Bagman.
Rose si sentì stringere lo stomaco dalla tensione, guardando le due coppie allontanarsi e puntarsi le bacchette contro.
-Al mio tre! Uno... due... tre!-
Si scatenò subito l'Inferno.
Vedere entrambe le coppie duellare, dagli spalti, era completamente diverso dall'essere nell'arena e concentrarsi solo sul proprio duello.
Rose faceva correre lo sguardo da Julian e Elvira, riuscendo a malapena a seguirli entrambi.
Elvira, notò Rose con piacere, quando duellava diventava una furia: lanciava lampi colorati ed evocava scudi dorati con una rapidità strabiliante, facendosi persino beffe di Teresa e ridendo di lei.
Julian invece prendeva il duello più seriamente: i suoi incantesimi erano precisi, più controllati, e alternava scudi a magie.
Rose finì per focalizzarsi su di lui.
Non pareva in difficoltà, e nemmeno agitato, anzi, sembrava calmo come le acque di un lago.
Come poteva mantenere un'espressione così controllata? Scomporsi così poco? Essere così tranquillo mentre lei si sentiva rodere lo stomaco dalla tensione?
Spostò lo sguardo su Elvira: la brasiliana sembrava starsi divertendo da matti.
Saltellava qua e là come una ballerina, schivano gli incantesimi di Teresa e ridendo sguaiatamente.
Teresa Wickham invece era furiosa, e attaccava senza più alcun controllo, cercando di centrare Elvira senza riuscirci, e finendo per colpire il pavimento in gommapiuma.
E fu così che, dopo l'ennesimo salto, Elvira si voltò di scatto lanciando un fulmine con la bacchetta.
L'expulso. L'incantesimo che per definizione fa perdere i sensi.
Teresa, accecata dalla rabbia e intenta a lanciare incantesimi, non fece in tempo a evocare uno scudo.
Venne scagliata lontano dal fulmine, e ricadde al suolo restando immobile.
-Uno... due... tre... quattro...- Bagman si era alzato dalla sua postazione e aveva iniziato a contare.
Elvira non gli diede il tempo di arrivare a quindici secondi, e con un Accio attirò a sé la bacchetta di Teresa.
-Teresa Wickham ha perso!- annunciò Bagman.
Rose si sollevò in piedi sugli spalti, applaudendo con forza Elvira come fece anche gran parte degli studenti.
La brasiliana si piegò in un elegante inchino alla folla, dopodiché si diresse verso il corpo inerme di Teresa.
Eseguì l'incantesimo Reinnerva, facendole riprendere i sensi, e le porse una mano per aiutarla ad alzarsi.
Rose temette che Teresa potesse farle del male, ma la ragazza, sebbene scocciata, afferrò la sua mano e si lasciò aiutare a tirarsi su.
Rose spostò poi l'attenzione sul duello di Julian e Trevor.
Il brasiliano duellava ancora con serietà e compostezza, in modo impeccabile.
Rose si chiese se avrebbe usato l'incantesimo Avis o meno.
Allo stesso tempo temeva che lo usasse, perché, se sbagliava il movimento del polso, avrebbe potuto perdere il duello.
Rose stringeva tra le mani il bordo degli spalti su cui era seduta, fino a farsi male, e con il busto si sporgeva in avanti guardando il duello.
-Dai Julian... forza...- si ritrovò a mormorare, sentendo le mani sudare per l'ansia.
Fu lì che Julian prevalse nel duello. Lanciò incantesimi più forti e complessi, che esplodevano sui Protego di Trevor creando nubi di fumo e boati assordanti.
Julian avanzava, e Trevor indietreggiava difendendosi; fu proprio allora, dopo uno Stupeficium, che Julian evocò l'incantesimo Avis.
Rose osservò a occhi sgranati il perfetto movimento del polso, il bilanciamento del peso in avanti, e si sentì spuntare un sorriso quando vide uno stormo di corvi apparire dalla punta della sua bacchetta.
Gli uccelli volarono velocissimi verso Trevor, gracchiando in modo sinistro, e lo avvolsero.
Il ragazzo gridò portandosi le mani alla testa per scacciare i corvi e correndo qua e là per seminarli. Il panico gli aveva fatto cadere la bacchetta di mano.
Rose vide Julian sorridere, e attirarla a sé con l'incantesimo di appello.
-Trevor White ha perso! Castelobruxo vince!- esclamò Bagman.
La folla espose in applausi e Rose schizzò in piedi dalla felicità aggiungendosi ai cori che li acclamavano, portandosi i mignogli agli angoli della bocca e fischiando, e battendo le mani fino a farsi male.
Julian s'inchinò alla folla, come aveva fatto sua sorella, e Rose gli vide agitare la bacchetta e sussurrare qualcosa.
Dalla sua punta spuntò un grosso mazzo di orchidee, e, con un rapido movimento della bacchetta, il mazzo di fiori volò verso la platea.
E non in una direzione qualunque, ma bensì dritto tra le braccia di Rose.
La rossa sgranò gli occhi guardandolo, e alzò la testa verso Julian, sorpresa; il ragazzo le fece un'occhiolino dall'arena, con un gran sorriso stampato in faccia.
Rose arrossì e tornò a sedersi in imbarazzo, notando che quasi tutti sugli spalti la fissavano.
Avrebbe voluto sotterrarsi.
Notò con la coda dell'occhio Scorpius guardarla, e si voltò verso di lui sussultando.
I suoi occhi erano più gelidi del ghiaccio, e, dalla sua espressione, sembrava che avesse appena mangiato un limone particolarmente aspro.
-Stai con quel figo brasiliano?- chiese Aline, spuntando dal fianco di Scorpius e guardandola con un sorriso civettuolo.
Rose strabuzzò gli occhi, arrossendo ancora di più -No, no! Ma che dici!- esclamò lei.
Aline si allungò e strappò di mano a Rose il mazzo di orchidee, osservandolo in controluce con un ghigno.
-Ti ha appena regalato un mazzo di orchidées, mon petit! E poi lo ha visto tutta la scuola come ti guarda...- disse Aline con uno sguardo sprezzante, lanciando poi il mazzo di fiori di nuovo a Rose.
-Se anche fosse, non sono affari tuoi- si intromise Alice, spostando il busto in avanti per lanciare un'occhiataccia alla francese.
-Oh, quindi ho ragione- disse Aline con un ghigno, guardando Alice.
-No!- sbottò Rose guardando le due more a turno.
-Allora perché sei tutta rouge?- chiese Aline sbuffando.
-Perché mi dai su i nervi!- sbottò Rose.
-Ragazze!- Lucien si era alzato, mettendosi tra le due e sollevando le mani -Il duello è finito, ce ne stiamo andando- fece notare loro.
Aline schizzò in piedi come una molla -Vieni, chéri?- chiese abbassando la testa verso Scorpius e accarezzandogli i capelli con le lunghe dita.
Scorpius si scostò, poggiando la schiena alle gradinate -No. E ti ho già detto di non chiamarmi così-
Voltò la testa verso di lei, e, sebbene Rose non potesse vederlo, immaginò quando fosse truce il suo sguardo.
La mora parve offesa, e alzò la testa verso Lucien -Lucién? Viens?-
Il ragazzo indietreggiò di un passo, distogliendo lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli color mogano -Veramente volevo uscire con...-
Aline alzò le braccia al cielo e sospirò teatralmente, per poi voltarsi e allontanarsi come una furia, facendo ondeggiare i lisci capelli neri sulla schiena.
Lucien ridacchiò, e Alice si alzò per affiancarlo.
-Noi andiamo a prenderci una burrobirra a Hogsmeade, vuoi...- Lucien si voltò verso Scorpius -...volete venire?-
-No- borbottò Scorpius incrociando le braccia al petto e guardando dritto davanti a sé con un cipiglio corrucciato.
Lucien guardò Rose, e la ragazza spostò lo sguardo su Alice pensando che forse lasciare loro un po' di intimità sarebbe stata la scelta migliore.
Sì maledì per averlo pensato, ricordandosi in ritardo che Lucien era un legilimens.
-Io credo che cercherò Elvira e Julian per congratularmi con loro, e poi ho anche gli allenamenti di Quidditch più tardi... voi andate pure- disse lei con un sorriso.
Sentì il mazzo di fiori tra le mani perdere consistenza, e abbassò la testa notando che la magia stava svanendo e i fiori scomparivano in piccole scintille blu tra i suoi palmi.
Alice e Lucien annuirono, e si unirono alle ultime persone che stavano scendendo dagli spalti ormai vuoti.
Rose lanciò uno sguardo a Scorpius accanto a sé, immobile e silenzioso come una statua, e si decise ad alzarsi a sua volta.
Fece per passargli davanti e andarsene, quando sentì la sua mano afferrarle il polso.
Il biondo si alzò in piedi con un rapido movimento, sovrastandola con la sua altezza e abbassando il viso verso il suo.
Rose indietreggiò di un passo, sia perché Scorpius le sembrava arrabbiato, sia perché il suo buonissimo profumo le dava alla testa, togliendole lucidità.
-Non hai niente da dirmi?- sbottò lui di colpo, facendola sussultare.
Rose aggrottò le sopracciglia, senza capire cosa Scorpius intendesse, e decise di alleggerire la tensione con una battuta -Il blu scuro ti dona- disse lei indicando il suo cappotto.
Lasciò trasparire più sincerità di quanto avesse voluto, e il biondo sbattè le ciglia chiare, visibilmente confuso.
-Io parlavo di ieri sera- disse poi lui, sbuffando, e infilando le mani nella tasche del cappotto.
-E cosa dovrei dirti? Io non ho fatto nulla di male!- esclamò Rose sentendosi avvampare dalla rabbia, e incrociando le braccia al petto.
-Nulla di male?!- Scorpius sgranò gli occhi chiari -E ubriacarti fino a non reggerti in piedi come la chiami? Una cosa buona?- sbottò lui, furioso.
Rose spalancò la bocca ispirando di colpo l'aria, e stringendo i pugni dall'indignazione.
-Sai forse non lo avrei fatto, se tu non mi avessi usata per poi gettarmi via come il mozzicone di una sigaretta!- sbottò Rose, puntandogli un dito al petto e stringendo gli occhi mentre lo guardava.
-Ti ho chiesto scusa! Te lo ricordi, no? Ti ho chiesto scusa prima di baciarti e...-
-E con questo?!- gridò Rose interrompendolo -È come chiedere scusa a qualcuno prima di prendergli a calci il gatto! Non vale niente! Sei stato crudele! Perché lo hai fatto? Perché prenderti gioco di me in questo modo!- sbottò lei, alzando le braccia al cielo.
-Non mi sono preso gioco di te!-
-Ah no?- Rose emise una risata sarcastica -Perché ti voglio ricordare che mi hai baciata, e poi mi hai scaricata dicendomi di dimenticarmene perché non sarebbe mai più successo! Che motivo potevi avere per fare una cosa del genere? Spiegamelo! Perché io proprio non capisco...-
-Perché sono attratto da te!- gridò Scorpius, interrompendola, e Rose sussultò indietreggiando di un passo, come se le avessero dato uno schiaffo.
-E ieri sera avevo bevuto, e tu eri bellissima, quindi ti ho baciata, sì! E non avrei dovuto, perché Albus dice tu mi ami, mentre io per te provo solo attrazione fisica! Ma, dopo ciò che ho visto poco fa, è evidente che non mi amavi affatto!- continuò lui.
-Che stai dicendo...- mormorò Rose confusa.
-Che è ovvio che ieri sera sei andata a letto con quel tipo!- sbottò Scorpius indicando il centro dell'arena, anche se ormai era vuota e non c'era più nessuno.
-Non è mai successo niente tra me e Julian! Siamo solo amici!- sbottò Rose, offesa.
-Oh andiamo! Un amico e basta non ti regala fiori!- esclamò Scorpius emettendo una risata di scherno.
-Lo ha fatto per ringraziarmi! Perché l'ho aiutato con un incantesimo per il duello!- esclamò Rose esasperata.
-E si può sapere perché aiuti il nemico?!- sbottò Scorpius avvicinandosele e guardandola furioso.
Rose non ce la faceva più, sentiva che avrebbe potuto gridare e piangere dalla frustrazione.
-Perché è stato la persona che mi ha impedito di cadere a pezzi quando te ne sei andato!- sbottò lei, la voce le si incrinò dalle lacrime -Perciò ecco perché il nemico in realtà è mio amico! E non ti permettere di venirmi a dire che non ti amo!- gridò lei, con le lacrime che ormai avevano rotto gli argini.
-Nonostante tutto il tempo che è passato, io ti amo ancora! E sono un'idiota, perché qualsiasi cosa tu possa dire o fare, o per quanto tu possa ferirmi, io ti amo lo stesso. Ed è impensabile che io possa stare con Julian o con chiunque altro, perché non posso smettere di amarti!- Rose aveva gridato l'ultima frase, portandosi le mani tremanti agli occhi e ricadendo a sedere sugli spalti.
Poggiò i gomiti sulle ginocchia e si passò le mani tra i capelli, afferrandoli e stringendoli con forza.
Chiuse gli occhi e s'impose di non scoppiare a piangere, e di mantenere il controllo.
Una parte di lei rise, consapevole che il controllo lo aveva già perso da un pezzo.
Sentì uno spostamento d'aria, e percepì che Scorpius si era seduto accanto a lei.
-Rose...- il modo dolce in cui disse il suo nome non fece che aumentare il dolore che sentiva nel petto.
Le posò una mano sulla spalla, e la ragazza lasciò la presa sui capelli passandosi poi i palmi sul viso per asciugare le lacrime.
-Mi dispiace di aver detto quelle cose...- disse Scorpius piano, e Rose voltò la testa di scatto verso di lui, trovandolo più vicino di quanto si aspettasse.
-Si può sapere perché hai dovuto tirare fuori una scenata su Julian, se per me provi solo attrazione e basta?- chiese lei cercando di moderare la rabbia, e guardandolo severa.
Scorpius sgranò gli occhi, sussultando, e Rose lo vide corrugare lievemente le sopracciglia mentre un velo di confusione si calava sulle sue iridi grigie.
-Non... non lo so- mormorò lui con un filo di voce, poggiando i gomiti sulle gambe e alzando la testa per guardare un punto imprecisato di fronte a sé.
Il vento gli smosse i riccioli biondi, portando alle narici di Rose il suo irreale profumo; avrebbe voluto allungare una mano e scostargli i capelli dal viso.
-Ci sono tante cose che non mi spiego- continuò lui -A volte sento una gran rabbia, sai? Come se ci fosse qualcosa della mia vita che mi fa infuriare, ma non ho idea di cosa sia- spiegò lui, incrociando le mani e abbassando lo sguardo su di esse.
-E poi ci sono i dejavù, i sogni strani in cui ci sei tu, e la sensazione che... è come se...- il biondo si interruppe, stringendo le labbra e prendendo un gran respiro mentre chiudeva gli occhi -...tu hai detto che mi avresti aiutato a ricordare, ma diciamoci le cose come stanno: non hai la più pallida idea di come fare, vero?- Scorpius ruotò la testa verso di lei, e abbozzò un sorriso che fece fare al cuore di Rose una capriola.
-In realtà ho ancora un tentativo che vorrei provare...- mormorò Rose, ricambiando il suo sorriso -...c'è un posto in cui voglio portarti-
Scorpius sollevò lievemente le sopracciglia -Adesso?-
-Sì, adesso- rispose Rose -Hai detto che ti fidi di me- gli ricordò lei.
Scorpius sospirò, guardandola divertito, e si alzò di scatto dalla platea, porgendole una mano.
-Andiamoci allora-

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