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Rose si rigirò tra le coperte, stringendo le labbra dalla frustrazione e spalancando gli occhi.
Le sue palpebrebe non ne volevano sapere di restare abbassate, e il sonno non arrivava.
E Rose sapeva bene cosa la turbava: sfidare Mahoutokoro.
Era stata estratta a cena, e ora la giornata era finita sorprendentemente in fretta e presto sarebbe sorta l'alba che avrebbe dato inizio alla giornata del duello.
Aveva paura, era inutile negarlo.
Paura che Scorpius restasse ferito nel duello, paura che Rose non fosse all'altezza, paura di deludere tutte le persone che contavano su di lei.
Perché se nemmeno Lucien, che era un legilimens, aveva vinto contro Mahoutokoro, che possibilità poteva avere lei?
Stava immaginando quanto sarebbe stata schiacciante la sua sconfitta, quando un rumore lieve la fece sobbalzare.
Nel silenzio assoluto del dormitorio, dove Alice, Lily e Dominique giacevano immobili tra le lenzuola, Rose vide qualcosa muoversi.
Era Huginn, che sbatteva le grandi ali fuori dalla finestra e picchiettava con il becco su di essa.
Orario insolito per ricevere della posta, ma Rose era ormai abituata al fatto che per il suo gufo le ore non esistevano.
Scostò le coperte e scese dal letto in punta di piedi, sentendo la freddezza del parquet sulle suole nude, dopodiché allungò una mano per aprire la finestra.
Huginn entrò gracchiando, e Rose si portò un dito alle labbra imitandogli il silenzio e guardandolo truce.
Vide Dominique rigirarsi tra le coperte con un sospiro scocciato.
Rose richiuse la finestra, e sollevò un braccio per far sì che Huginn atterrasse sul suo polso, aggrappandocisi con gli artigli.
Cercando di fare il minimo rumore, afferrò il plaid da sopra il baule e scese al piano di sotto nella Sala Comune.
Huginn lasciò il suo braccio e atterrò su un mobile, guardandola con la testa reclinata da un lato, come in attesa che Rose aprisse la lettera.
Sussultò notando che era il suo biglietto, quello che aveva messo nel pacco per Scorpius.

"Mi dispiace di aver fatto prendere fuoco al tuo libro, e di averti rovinato la pozione, e di averti rallentato e di aver fatto male ad Aline. So che ti serve una copia nuova di Pozioni Avanzate, e spero di poter rimediare ai miei disastri con questa.
Rose"

La ragazza restò a guardare la sua grafia, rileggendo ciò che aveva scritto, dopodiché ruotò il foglio e vide che sull'altro lato c'era una risposta.
Il suo cuore ebbe un fremito dalla sorpresa e dalla curiosità.

"Non serve che ti scusi. Albus mi aveva macchiato metà libro rovesciandoci il caffè sopra: mi hai fatto un favore bruciandolo.
E poi è stato divertente, anche se Lumacorno ha messo un Troll anche a me.
Scorpius"

Rose restò a guardare la firma a fine pagina, il modo aggrazziato in cui Scorpius faceva la curva della S, con i ghirigori a inizio e fine lettera.
Si lasciò ricadere sul divanetto davanti al camino, con la lettera stretta ancora tra le mani; non pensava che Scorpius le avrebbe mai risposto...
In un attimo si alzò dal divano e tornò in dormitorio, andando più silenziosamente possibile verso il mobile accanto al letto e prendendo pergamena, piuma e inchiostro.
Richiuse lentamente la porta alle sue spalle, e si precipitò giù per le scale tornando in Sala Comune.
Si sedette alla tavolata rotonda vicino alla vetrata e buttò giù una risposta di getto.

"Per Godric! Non è giusto che Lumacorno abbia messo un Troll anche a te! Per un errore mio! Domani parlerò con quel vecchio rospo e lo costringerò a fartelo togliere.
Rose"

La rossa ripiegò il foglio e lo porse a Huginn, che lo afferrò rapido con il becco. Dopodiché spalancò la grossa vetrata per permettergli di uscire.
Rabbrividì sentendo la gelida aria della notte investirla e pizzicarle la pelle.
Si scostò dalla finestra e tornò sul divano, mettendosi il plaid sulle spalle e raggomitolandocisi dentro portando le ginocchia al petto.
Si pentì subito di aver risposto a quel gufo, e desiderò prendersi a schiaffi da sola.
Magari Scorpius aveva risposto solo per cortesia, per buona educazione, e lei non avrebbe dovuto continuare...
Si prese il viso tra le mani dall'imbarazzo, immaginado quanto il suo gufo dovesse avergli dato fastidio a quell'ora.
Di certo non le avrebbe risposto, era inutile stare in Sala Comune a mezzanotte passata, con la vetrata spalancata che faceva entrare aria fredda.
Sussultò quando qualcosa di bianco le ricadde in grembo.
Huginn atterrò vicino a lei, per terra, guardandola di nuovo con la testa inclinata da un lato.
Rose abbassò lo sguardo sul foglio sopra le sue ginocchia e lo prese con impazienza.
Era nuovo, non una risposta dietro a quello che aveva spedito lei, ma una pergamena nuova.

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