60. RIFUGIO

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Luca's pov

Mi risdraio soddisfatto, aggiustando il cuscino sotto la mia testa. Poggio gli occhi sulla porta del bagno e aspetto che esca.

Alessandra per questi tre giorni ha vissuto qui, a casa, con me e i ragazzi. Inutile dire che non li ho neanche dovuti convincere che già adoravano questa richiesta, mia sorella in particolare. Io forse ero quello che approvava di meno.

Non perchè non ami vederla costantemente nei paraggi, non perchè non sorrida come un deficiente ogni volta che mi addormento abbracciato a lei, non perchè non trovo spettacolare osservarla mentre si impegna a cucinare qualcosa per poi fallire miseramente, non perchè non adoro avere la possibilità di passare molto più tempo con lei, ma semplicemente perchè detesto che tutte queste cose fantastiche siano dovute al suo carattere orgoglioso.

Lei è qui solo perché non vuole stare con Sofi e la cosa non mi offende, poichè significa che trova in me una protezione, un riparo, un nascondiglio, un posto sicuro. Solo mi fa dispiacere la situazione che sta vivendo con la sua migliore amica. E la cosa che non sopporto è il modo in cui la sta affrontando.

Ma questo è ovvio. Quando mai siamo d'accordo su come affrontare le circostanza complicate?

In realtà non so totalmente cosa prova, quindi non voglio giudicarla. In questi giorni abbiamo parlato di tutto, tranne che di questo. E, non avendo mai vissuto qualcosa di simile, non posso mentire, dicendo che capisco i suoi sentimenti.

Quindi ho fatto l'unica cosa che bisogna fare in questi casi: l'ho aspettata.

Ho aspettato che fosse pronta ad affrontare anche questo casino, che fosse pronta a guardami negli occhi e dirmi cosa le facesse più male, che decidesse quando e come parlare con Sofi.

E Sofi...bè ha aspettato pure lei.

In questi giorni mi sono impegnato a vivermi al massimo ogni momento con Ale e mi sono reso conto che mi manca davvero vivere con lei. Ma purtroppo neanche questi giorni sono stati completamente sereni. Ho dovuto raccontare a mio padre tutto. E con tutto, intendo proprio tutto. Partendo dall'inizio alla fine. Ogni casino, ogni problema, ogni bugia, ogni cazzata fatta negli ultimi 5 anni è uscita fuori ieri, a pranzo.

Ho prenotato un ristorante e ci sono andato con papà e Erika, si meritava anche lei spiegazione. Mamma la voglio tenere fuori da tutto ciò, ha già abbastanza problemi, non le servono altre delusioni. Sono andato in un ristorante per due motivi: era l'unico modo per stare soli noi tre, avevo bisogno di un pasto decente dopo le pietanze preparate da Franci e Ale che sono stato costretto ad ingerire negli ultimi giorni.

Papà ha semplicemente capito. Niente scenate, urla o cazziatone. Invece mia sorella si è arrabbiata tantissimo, non tanto per i miei gesti, più che altro per le mie bugie. Mi ha insultato talmente tanto durante il viaggio di ritorno che, invece di 10 minuti, sembrava ci avessimo messo 10 ore a tornare a casa. Anche perchè io sono stato zitto tutto il tempo, concordavo con le definizioni che mi stava attribuendo.

Ale invece questi giorni li ha passati chiusa in casa, non ha risposto a nessun messaggio, a nessuna chiamata. Non solo ha ignorato Sofia, ma anche tutti coloro che sono stati con lei in questi giorni, proprio per evitare di toccare determinati argomenti. Non voleva sentire niente e nessuno. Inizialmente credo che tutti ci siano rimasti male, ma poi si sono rassegnati e allora hanno iniziato a chiamare me per chiedere informazioni sul suo stato.

Con lei non ho affrontato il discorso sul fisioterapista e le minacce, l'ho solo accennato il giorno in cui ha scoperto di Sofi. Credo abbia già abbastanza preoccupazioni.

Finalmente i miei occhi smettono di osservare la porta e vengono catapultati nel suo verde. Sorrido.

"Luca dai cazzo..." Si lamenta, puntando su di me uno sguardo di rimprovero. "Dove hai nascosto i miei vestiti 'sta volta?" Domanda, mostrandosi stufa di questa situazione. In realtà, so che è divertita. Mantiene con la mano destra l'asciugamano che le circonda il corpo e mi minaccia: "Sono tre giorni che fai la stessa bastardata, non è divertente." I suoi occhi dicono altro però.

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