55. COMANDO IO

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Alessandra's pov

Poggio le mani sulle sue spalle ormai prive di alcun tessuto in grado di dividerci e stringo le mie gambe al suo busto con più forza, come se avessi paura che possa andarsene e lasciarmi di nuovo.

La sua mano sul mio fianco si abbassa lentamente verso i leggins, mentre la sua lingua continua a muoversi con foga nella mia bocca. Perdo qualsiasi capacità intellettuale quando mi morde il labbro inferiore. Ma non mi da nemmeno il tempo di tornare a connettere che riprende a baciarmi.

Non ho fiato, ma non ho la minima intenzione di staccarmi da lui.

È quello che penso, finchè non sento la sua suoneria irrompere nelle mie orecchie con prepotenza. Lui finge di non sentire e sposta le sue labbra dalla mia bocca al mio collo con ancora più veemenza. Colgo l'occasione per riprendere a respirare, ma dopo pochi attimi mi rendo conto che la sua lingua è posizionata sul mio punto debole.

Inarco la schiena, quando mi lascia un leggero morso dietro l'orecchio e poi un bacio a stampo sullo stesso punto.

Sono troppo suscettibile in questo momento, poichè è da tanto che non provo tutte queste sensazioni. E lui se ne rende conto, infatti sorride sulla mia clavicola e riprende il suo lavoro con ancora più impegno e passione.

Bastardo...

Il mio corpo non è abituato a tutte queste attenzioni, se così possiamo definirle. Reagisce in maniera eccessiva, ne sono la prova i brividi che sto cercando di controllare.

Lui, a differenza mia, pare molto più sicuro, disinvolto, come se fosse preparato a questo momento da mesi e stia cercando di non farsi travolgere dalle emozioni.

Io invece sono completamente travolta da lui.

Proprio mentre decide di porre fine a questa tortura, staccando la sua lingua bollente dal mio collo, il telefono riprende a squillare. Sbuffo, ma immediatamente le sue labbra ritornarono sulle mie, fameliche.

Cerco di placarlo, lasciando un bacio casto e appena prova ad approfondirlo, sussurro: "Rispondi."

Non mi dà ascolto e riavvicina la sua bocca alla mia, ma io lo avverto: "Se chiama una terza volta, scordati il secondo sverginamento."

Sbarra gli occhi per la mia minaccia: "È un ricatto?" La sua faccia mi fa ridacchiare, ma comunque annuisco.

Alza gli occhi al cielo e io sciolgo l'intreccio che avevo creato poco prima con le mie gambe. Mi osserva in silenzio per qualche attimo, come a sperare che le riallaci e gli chieda di non rispondere. Ma non lo faccio e la sua figura si stacca dalla mia, imprecando: "Piccola ammaliatrice."

Sorrido, guardando il suo busto scoperto e pieno di tatuaggi.

È bellissimo in questo momento e anche il modo annoiato con cui prende il cellulare ai miei occhi appare affascinante. Cerco di non perdere la testa, guardandolo, ma capisco che mi è impossibile quando lo sguardo cade sulle sue labbra, più rosse e gonfie del solito.

Sorrido: "Ho 22 anni. Non sono piccola." Mi lancia un'occhiata veloce e risponde alla chiamata scocciato.

Indico il cellulare e capisce subito che intendo, perchè mette in viva-voce.

Immediatamente la voce di Franci invade la stanza: "Dove sei?" Il tono sospettoso mi fa sbarrare gli occhi e mimare un: "Te lo avevo detto." Si porta un dito alla bocca come a dirmi di fare silenzio e alzo gli occhi al cielo infastidita.

Sa quanto detesti essere zittita, infatti trattiene una risata per la mia reazione.

"Sono con Alex. Siamo in un locale, credo che ci starò per molto. Stavamo parlando anche del merchandising." Spiega Luca con tono tranquillo, intanto che io mi siedo sul letto in modo da essere più comoda.

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