63. COS'HAI?

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Alessandra's pov

"Come stai?" Domando a Lollo, entrando in camera sua e guardandolo rigirarsi nel letto con difficoltà. "Ho passato momenti peggiori." Risponde semplicemente, tentando di comporre un sorriso sul suo viso.

Mi siedo sulla poltrona vicino al suo letto, mentre lui mi scruta attentamente: "Mi avevano detto che avevi salvato uno da un pallottola, ma non ci avevo creduto..."

Ridacchio: "Cazzate, non è successo veramente." Si sistema meglio sul letto: "Bè, in realtà, tre giorni fa è successo." Fa riferimento a quanto accaduto pochi giorni prima alla sua gamba.

Lo informo: "È stato abbastanza fattibile, non aveva colpito aree particolarmente pericolose. Ti ha preso abbastanza di striscio." Sospiro: "Fortunatamente." Mi sorride leggermente, questa volta sembra anche più sincera la curva sul suo viso: "Non avevo dubbi che ce l'avresti fatta."

Scuoto la testa contraria: "Io sì, molti. E ne ho ancora. Sei ancora sicuro che non vuoi farti visitare da un medico? Uno vero magari..." Scuote la testa con una forza, sicurezza, convinzione che continua a farmi preoccupare. Da giorni ormai.

Per quanto abbia cercato di curare la ferita, è sempre di una lesione, procurata da un cazzo di proiettile, di cui stiamo parlando.

Cambia discorso: "Ma quindi sono il primo a cui hai salvato la vita?" Comprendo non voglia tornare sul discorso inerente alla sua salute e rispondo, assecondandolo: "Il primo e l'unico. Quella era una storiella che ci eravamo inventati per Vane, niente di che..." Annuisce, facendo però successivamente un movimento che evidentemente, a giudicare dalla smorfia, lo fa risentire.

"È brutto vederti così..." Ammetto, perchè sono sinceramente abbattuta da questa situazione. Conclude la mia frase: "Ma necessario."

Lo contraddico: "Non è vero, non lo è." Sospira sconfitto: "Sì, invece. Ed è pure mia la colpa, perciò è ancora più necessario."

Ci rimango male a sentire queste parole, soprattutto quando noto il rammarico con cui le pronuncia. Crede di meritarsi questo. Crede sia giusta la sofferenza che sta provando, che gli hanno inflitto.

Per cosa poi? Una cazzata fatta a 15 anni? Uno sbaglio commesso per infantilità, poca esperienza, immaturità?

Come se nessuno avesse il diritto di sbagliare, di comportarsi da ragazzino, di essere un cretino una volta tanto.

"Guardarti in queste condizioni è peggio che vedere Blair scegliere Dan al posto di Chuck..." Lo informo con estrema serietà, riuscendo nel mio intento di smorzare la tensione.

Conferma: "Vederti guardarmi in queste condizioni è peggio che vederti prepararmi i pancake..." Mi fingo immediatamente offesa: "Ehiiii" Mi alzo dalla sedia indignata: "Stronzo, la prossima volta ti lascio morire dissanguato..." Scoppia a ridere di gusto e finalmente un vero sorriso riesce a comparire anche sul mio viso.

Sono giorni che non riesco a sorridere davvero, nonostante i vari tentativi di Luca.

Ciò che è accaduto mi ha destabilizzato troppo. E anche se sono riuscita a gestire la situazione con lucidità in quel frangente, nei momenti successivi all'accaduto sono letteralmente crollata.

Non riuscivo nemmeno ad elaborare il tutto. Un uomo era riuscito a entrare in casa mia ed a sparare ad uno dei miei più cari amici...

Ancora adesso non me ne capacito.

Conclusa la visita al povero Lollo, sono uscita dalla sua stanza, facendogli presente: "Riposa e stai tranquillo, porterò qui un vero medico, giuro." Non gli ho dato tempo di controbattere che ho chiuso la porta e sono andata in salotto spedita dai ragazzi.

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