Alessandra's pov
Mi asciugo velocemente un'altra lacrima e mi prometto che per oggi sarà l'ultima. Anche perchè da quando è uscito lui da questa stanza e sono entrata io, non ho fatto altro che piangere e stringere la mano gelida di Erika.
Intorno a me percepisco ancora l'odore di Luca. Mi rassicura.
Non si toglie di dosso la sensazione che prima fosse tutto troppo giusto. Le nostri fronti attaccate. Le nostre mani unite. Era tutto fottuttamente giusto.
Lui ora ha bisogno di me. E io ne ho tanto di lui. Quindi, per un po', metterò l'orgoglio da parte. Lo farò per Erika. Lo farò per suo fratello, che ora necessita del mio appoggio, e sarei veramente meschina a negarglielo. Ma non nego che una parte di me ha la consapevolezza che non sia solo per Erika.
Luca è la persona che ho amato di più al mondo, sarei ipocrita a negare che vederlo così è stato distruttivo e lacerante.
Vado nel bagno della camera ospedaliera della ricciolina e mi guardo allo specchio. Ho un aspetto orribile. Sono pallida e il mio viso continua ad essere rigato da lacrime, cosa particolarmente evidente a causa della differenza tra la mia pelle con io fondotinta e quella con il fondotinta lavato dalle lacrime.
Prendo un respiro. La vita è un viaggio di imprevisti, questo l'ho capito da tempo. Ma questo imprevisto lei non se lo meritava. Io forse sì. Ma lei no.
Sono una stronza, senza cuore, gelida, orgogliosa, troppo testarda, impassibile, controllata, razionale, anticonformista e quasi sempre esageratamente incazzata, anche senza motivo.
Mi detesto per essere così a volte, ma sono io e ci sono abituata a convivere con me stessa.
Ma lei no.
Lei è dolce, affettuosa, buona, piena di vita, generosa, altruista, disponibile, solare, con il sorriso sempre pronto e sa sempre cosa è giusto fare. E la fa.
Nè lei, nè la sua famiglia meritano una cosa simile. Luca non lo merita.
Così mentre continuo a chiedermi perchè proprio a lei, apro il rubinetto e mi bagno il viso con dell'acqua. Non mi importa del filo di trucco che ho.
L'acqua è gelida, perciò mi risveglia da ogni minima oppressione, ma lo fa momentaneamente. Dopo aver percepito questa sensazione, mi riguardo allo specchio e continuo a rimuginare, mentre mi tampono il viso con l'asciugamano.
Prendo un altro respiro e mi dirigo in camera. Poi afferro la giacca, che avevo lasciato prima sulla sedia, e osservo Erika. È pallida, più di me. Esattamente come Luca poco prima.
Provo dolore, ma non compassione. Non è pena, è sofferenza la mia. Io provo pena solo per chi non sopporto. Non mi piace essere compatita e non voglio comportarmi così con lei.
È proprio il fatto che per Lù non ho concepito pena neanche per un secondo che mi spaventa. Dimostra, ancora una volta, quanto io non riesca a provare rancore per lui.
Lancio un ultimo sguardo alla ricciolina prima di uscire e chiudermi la porta alle spalle. Vorrei chiudermi anche questa storia alle spalle. Vorrei lasciare tutto alle spalle, ma c'è qualcosa, qualcosa di troppo difficile da spiegare, che me lo impedisce.
Appena sono fuori, lo vedo con la schiena attaccata al muro e il braccio sinistro sulle spalle di Fabrizio, che continua a singhiozzare da ore.
Tutti puntano gli occhi su di me, ma io guardo solo Luca.
Il suo sguardo è spento. È lo sguardo di chi sta vedendo le persone più importanti della propria vita soffrire. Cerca di essere forte per gli altri, quando non lo è per niente, non lo è neanche per se stesso. Sta fingendo.
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Solo tu lo sai [Capoplaza]
RomanceDAL CAPITOLO 30 ~ "Vostri? Perchè, secondo te, esiste un noi? Cioè esiste un me e Leila?" Quasi le scoppio a ridere in faccia per la sua affermazione. Mentre lei mi fissa insistentemente, si inumidisce nuovamente le labbra e deglutisce. Okay, è in...