5. VALLO A CAPIRE

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Alessandra's pov

"Dai sei sopravvissuta..." Mi prende in giro Sofi. Giro l'ultima volta la chiave nella serratura e la guardo malissimo.

Alla fine, io mi sono tenuta alla larga da lui, evitando qualsiasi contatto, anche visivo, anzi soprattutto. 

Quindi, mentre io lo ignoravo alla grande, lui continuava a fissarmi. Sentivo il suo sguardo bruciare su di me come mai prima d'ora. Mi ha ustionato la pelle. Lo faceva di proposito, ne ho la certezza. Adora provocarmi e sa che io non so essere indifferente alle provocazione, alle sue per lo meno. Speriamo non pensi che, non solo fatico ad evitare di odiare il modo in cui mi vessa, ma che non sono nemmeno capace ad essergli indifferente. Comunque tentativi di impassibilità a parte, sì sono sopravvissuta.

Alex, con voce incuriosita, pronuncia: "Ma io ancora non ho capito. Perché quando ti ha chiesto di parlare non hai accettato?" Ma è scemo questo? Gli rivolgo un'occhiata poco simpatica e: "Accettare di parlare con lui? Ma se non dovrei neanche salutarlo dopo tutto quello che è accaduto." Controbatto abbastanza seccata, non comprendendo come lui non faccia a comprenderlo. 

Allora interviene Sofia: "Ma infatti non lo hai salutato." Sempre dalla mia parte, vedo. Così si becca una seconda occhiataccia. Ai limiti della pazienza urlo: "Ma è così difficile da capire che per me lui non è più nessuno?" Loro sembrano sconcertati.

"Chi?" Chiede, con aria assonnata per il pisolino fatto dopo danza, entrando in salotto con passi lentissimi, Vanessa. 

Vane è mia cugina, ha 8 anni e vive con me perché suo padre (fratello di mia madre, quindi mio zio), dopo della moglie nonché madre della bimba qui presente, ha iniziato a fare il camionista. Il suo contratto di lavoro implica tornare a casa solo per due settimane all'anno. Lo fa solo perché vuole regalare il futuro migliore del mondo a sua figlia.

Gli ho anche spiegato che guadagnavo abbastanza bene da poterlo aiutare, ma non ha voluto sentire ragioni. Quindi, visto che i miei nonni sono troppo anziani per tenerla e i miei genitori troppo impegnati a lavoro, ho deciso di occuparmene io. 

Mio zio è talmente fissato con questo suo modo di vedere le cose che ogni mese mi manda dei soldi. Anche se io non gli ho mai chiesto un centesimo. Anche se lui stesso sa che non c'è bisogno di spedire denaro a una con una casa a due piani che se la passa abbastanza bene economicamente. 

Ma lui è troppo onesto. E l'onesta è roba per pochi. "La più grande tragedia di questi tempi, non è nel clamore chiassoso dei cattivi, ma nel silenzio spaventoso delle persone oneste." Mia nonna materna lo ripete sempre. Sono sicura che questa frase non sia affatto sua, ma mi piace credere di sì.

Io e Vane abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto, mi assomiglia molto, ma a differenza mia lei è più dolce, graziosa, amabile. 

Infatti, occuparmi di lei è una delle cose più semplici del mondo, è una bimba intelligentissima. Ma se ho definito bellissimo il nostro rapporto, quello con Luca è da definire meraviglioso. Lo chiama "Zio Lù", cioè sua cugina è semplicemente "Ale" e il fidanzato di suo cugina lo battezza "Zio". Fantastico, no?

Scatto con la testa nella sua direzione e mi affretto a rispondere: "Nessuno." Contorce il naso e afferma convinta: "Mi stai mentendo. Perché?" Azz... L'ho detto che è una bimbetta piuttosto sveglia eh.

Ma lei mi precede: "C'entra lo Zio Lù, vero?" Pure astuta la piccoletta, sempre affermato che mi assomiglia. "Vane, sono stanca, ne parliamo domani." Chiudo il discorso, come faccio da un mese a questa parte, se si nomina Luca. Lei sbuffa: "È da un mese che ne dobbiamo parlare domani." Ma questa ha 8 anni o sbaglio? 

Mi limito a controbattere con un: "Buona notte." Mi chiudo in camera, come una bambina capricciosa e purtroppo lo ammetto: sembra lei l'adulto. E anche se odio non affrontare le situazioni, questa è più grande di me.

Mentre mi metto il pigiama, dopo una lunga doccia, noto una cosa che quando sono entrata non ho minimamente visto: l'armadio è aperto. Ma io lo avevo chiuso prima di uscire dalla camera oggi!? Ci penso su un secondo... Chi potrebbe aprire il mio armadio?  E perchè? Sofia mi chiede sempre prima quando vuole prendere qualcosa e Vanessa ama giocare con i miei trucchi, ma non è ancora nella fase vestiti. Sto per chiudere le ante quando poso lo sguardo su i regali, i suoi regali.

No, non può essere, è stronzo, ma non fino a questo punto. 

Se è come penso sono fottuta. Non può aver visto che conservo ancora le sue cose. No, no e no. Sicuramente mi sbaglio. Chiudo velocemente l'armadio e accantono i miei pensieri. 

Intanto sento il cellulare sul letto vibrare e, continuando a pensare ad altro, lo prendo in mano. Noto che Erika mi sta chiamando.

Erika è la sorella di Luca.

Quando io e lui ci siamo lasciati, ho cercato di stroncare i rapporti con tutti quelli che facevano parte della sua vita. Sapete com'è... volevo tenermi lontana, irraggiungibile. Almeno per i primi tempi. Ma con lei, come con Sabrina (la madre di Luca) è stato impossibile.

Anche il padre di Lù mi ha chiamato due o tre volte in questo mese, il che è strano visto il suo carattere freddo. Pensandoci bene ha alzato la cornetta più spesso per me nell'ultimo mese che per il figlio nell'ultimo anno.

In realtà, è stato difficile emotivamente anche con gli amici del mio ex, perché ormai erano diventati anche i miei. E pure tanto, Però evitare loro era più semplice perché stavano sempre con lui (motivo per cui allontanarmi come se avessero la peste mi veniva spontaneo e poi avevo una giustificazione valida con loro, ossia il mio ex gli era affianco), mentre Eri e Sabri vivono a Salerno, quindi non passano molto tempo con Luca e perciò tenermi in contatto con loro è stato meno masochista. Più o meno.

Rispondo immediatamente alla chiamata.
"Weee milanese, come te la passi?" Mi chiede con la sua solita spensieratezza e gioia la ricciolina. "Weee salernitana, me la passo di merda e tu?" Le rispondo imitando la sua voce e il suo accento campano. Però io di spensierato ho ben poco, ma lei ormai lo sa, è abituata.

La sento ridacchiare per poi controbattere: "So che lo hai incontrato." What? Come fa a saperlo se è praticamente appena uscito da qui? "Davvero?" Domando abbastanza incredula. Non pensavo parlasse con lei di ciò, cioè mi va bene, ma è strano, lui è molto riservato per quanto riguarda le nostre... cose. 

"Sì.. bhe, lo so perché ora è al telefono con Fabri e l'ho sentito dire di essere venuto a casa tua." Fabrizio è il suo ragazzo. 

Perché Luca chiama Fabrizio per dirgli una cosa del genere?

Lei risponde alle mie domande come se avesse intuito i miei dubbi, sa leggermi nella mente dopo tutti questi anni: "Credo abbia bisogno di sfogarsi con qualcuno, ora che non può farlo con te, spesso chiama Fabri. Con me non lo farebbe mai, credo abbia paura di essere giudicato, mentre di Fabrizio si fida ciecamente, forse perché è un uomo e lo capisce meglio... Vallo a capire mio fratello."

Rimango immobile. Davvero anche per lui non è semplice questa situazione? Ma se l'ha voluta lui?

Erika ha ragione: vallo a capire suo fratello. Eppure questo mistero mi porta un certo fastidio, quasi frustrazione, dal momento in cui io suo fratello l'ho sempre capito. Quello che per tutti è un riservato e enigmatico artista, per me è un libro aperto o perlomeno era.

Cambio, come sempre, discorso e iniziamo a parlare di altro, di tutto e di nulla, finchè non ci salutiamo, augurandoci buona notte. Vado in camera di Sofia, visto che se non si fosse capito abitiamo insieme, per darle il "bacio della buona notte" (sembra infantile, forse lo è, ma lo facciamo da sempre: è un rito). Intanto mi arriva un messaggio, perciò afferro il cellulare, mentre lei mi accarezza una guancia e poi si volta dall'altro lato, sbadigliando.

Giona👑
Domani ti voglio più carica di oggi, passeremo tutta la giornata a lavorare!!

Meglio se sto zitta

Non so se domani sarò in grado di ignorarlo ancora. Sarà una lunga giornata.

Solo tu lo sai [Capoplaza]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora