50. SAI CHE SIGNIFICA?

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Luca's pov

Mi sveglio o quasi, sentendo una voce a me conosciuta: "Dai sono le 2 di pomeriggio, ti vuoi alzare?" Non ho ancora aperto gli occhi e sono talmente rimbambito che non so nemmeno chi sia a farmi questa domanda, so solo che ho una voglia immensa di mandarlo a fanculo.

Mugugno qualcosa, ma sinceramente non so bene cosa, e mi giro dall'altra parte.

Nonostante percepisca la luce, non mi dà fastidio. Voglio solo dormire, essere lasciato in pace. Perchè almeno mentre dormo non penso.

E quando penso, penso sempre la stessa cosa, alla stessa persona. E ogni volta mi condanno, mi rovino, mi innietto di veleno, ripensandoci.

Ecco, adesso ci sto pensando...

Ma l'altra persona non ne vuole sapere di lasciarmi in pace: "Lù guarda che mi devi ringraziare." Continuo a tenere gli occhi chiusi e non guardarlo, ma ora, che sono leggermente più sveglio,capisco sia Enzo. Gli faccio un elegante dito medio e torno a non calcolarlo.

Lo sento sbuffare, aprire la porta e dire qualcosa come: "Avevi ragione, è inutile. Fai tu." La porta si richiude.

Dio mio ora si mette anche a parlare da solo...

Alzo la testa, con gli occhi ancora chiusi, per girare il cuscino dalla parte più fresca. Ma quando sto per riappoggiarci la testa, il cuscino non c'è.

Tasto la zona del letto che doveva ospitare il mio amato cuscino. Ma niente. Vuoto. Sbuffo e mi convinco, anche se a fatica, ad aprire gli occhi.

Li strofino con la destra e sbadiglio, volendo soltanto riprendere il sonno. Guardo la parte destra del letto, visto che il mio viso è girato verso destra, e mi copro gli occhi con una mano sul volto, quando incontro la finestra.

Sbuffo nuovamente, ma, in realtà, non so ancora che questa è la parte più semplice.

Il problema vero arriva quando mi giro a sinistra, verso la porta. C'è lei.

Il mio problema. La mia condanna.

Alzo il busto, la guardo e per un attimo non faccio nulla. Rifletto sul da farsi, ma non arrivo davvero a una conclusione sensata. Decido quindi di allungarmi verso di lei e riprendo dalle sue mani il cuscino per poi posizionarlo al suo posto.

Riabbasso il busto e poggio di nuovo la testa sul cuscino. Rimango però girato verso sinistra.

"Luca..."

"No."

So che sta sorridendo appena pronuncia: "Non ho detto assolutamente niente ancora, come fai a dirmi di no."

"Qualsiasi cosa... è no."

Ci sono momenti in cui non la sopporto proprio e questo è uno di quelli.

Il problema è che quando non sopporti una persona non ci vuoi parlare solitamente. Ma con lei non è così.

Ogni volta con lei il mio mondo viene stravolto senza un motivo logico.

Nonostante ora non la sopporti, infatti, sono contento sia qui. Sarei bugiardo se dicessi che non la desidero qui, che non desidero I suoi occhi, parlare con lei.

Ieri alla fine, dopo essermene andato da casa sua, mi ha chiamato due volte. La prima ho lasciato squillare, la seconda ho chiuso.

Dopo che le ho attaccato, non ha più richiamato. Sapeva fosse inutile.

E poi ha un orgoglio mastodontico per sentirsi chiudere in faccia così, due volte poi.

So che le ho fatto del male, riagganciando così. Ma pure io guardando quella scena, mi sono sentito poco bene. Quindi siamo 1 a 1. Riconosco di essere infantile, quando vengo ferito, ma è più forte di me.

Solo tu lo sai [Capoplaza]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora