Luca's pov
"Domani alle 10.00 la dimettono." Mi avverte papà, mentre continuiamo a camminare l'uno di fianco all'altro. Camminiamo avvonti soltanto dalla luce dei lampioni e parliamo tranquillamente, come mai prima d'ora.
Sembriamo un padre e un figlio, come mai prima d'ora.
Sospiro: "Finalmente." Mi sorride e aggiunge: "Domani è pure il compleanno di Ale." Lo osservo silenziosamente, per un attimo rifletto se dirlo o meno e poi mi decido a parlare: "Il suo te lo ricordi." Mi riferisco al fatto che l'anno scorso lui, il giorno del mio compleanno, non mi ha fatto gli auguri, anche se mamma lo ha implorato. E io lo so che mamma lo ha implorato, perchè una sera, con mia sorella, quando è uscito il discorso "papà è uno stronzo" lei mi ha raccontato tutto.
C'è una cosa che adoro di mia sorella: se c'è qualcosa che devo sapere, anche se nessuno vuole che io la sappia, lei me la racconta. E rimane tra me e lei. Comoda o scomoda la verità ce la siamo sempre detti.
L'unica cosa che le ho nascosto in tutta la mia vita è il motivo per cui ho lasciato Ale. I casini di Lollo. I casini che oramai non sono più solo di Lollo. Ma presto, quando saremo fuori da questa situazione, glielo dirò.
Ritorno con i piedi per terra, quando papà sospira rumorosamente. Ha sicuramente capito la frecciatina. Mi scruta attentamente per qualche attimo e probabilmente sta pensando a come giustificarsi. Poi mi stupisce: "Sono stato un pessimo padre con te."
Rimango interdetto dalle sue parole per qualche attimo, ma poi, con un mezzo sorriso, concordo: "Non potevi usare parole migliori." Annuisce e sembra vergognarsi, sembra in difficoltà, è consapevole dei suoi sbagli e la cosa mi fa rimanere piacevolmente sorpreso. Certo, mi spiace che si senta male, ma comunque è colpa sua.
Nella vita prendi delle scelte e lui con me ha preso spesso le scelte sbagliate.
È la prima volta che lo vedo così, che parliamo di questo e sinceramente non pensavo questo momento sarebbe mai arrivato, anche se l'ho sempre sognato. Ma comunque, nell'eventualità, mi sono preparato e non sono più di tanto teso, a differenza sua.
Prende il respiro e afferma: "Lo so che mi odi..." E, nonostante tutto il male che mi ha fatto e il rancore che provo, lo interrompo: "Non ti odio."
Aggrotta le sopracciglia, come se non capisse. È convito lo odi, lo ero pure io prima, ma ora so che non è vero. Infatti aggiungo: "Non potrei mai." Continua a osservarmi perplesso.
Fa un piccolo sorriso e domanda: "Mi stai prendendo in giro, vero?" Nego con la testa e lui sembra sempre più scettico. Quindi ribadisco, osservando la luna perchè non voglio guardarlo in faccia ora: "Non so odiarti, papà." Fa un respiro di sollievo e trovo tutto assurdo.
È assurdo perchè questa situazione era quella giusta per gridargli contro tutta la sofferenza e il dolore provocato da lui in questi anni. Era l'occasione di dirgli quanto mi sono sentito una nullità ai suoi occhi. Di dirgli che è il motivo delle mie più grandi insicurezze. Che è colpevole. E invece lo sto rassicurando e, in pratica, sto ammettendo di volergli bene.
Camminiamo per un altro po' in silenzio, finchè lui ricomincia a parlare: "Ho sbagliato tanto con te, me ne rendo conto." Sembra davvero dispiaciuto, ma non posso dirgli che va tutto bene e che non importa. Perchè importa, eccome.
"Perchè con me sei stato così? Con Erika eri sempre premuroso, lo sei ancora. Io sembravo sempre quello sbagliato, qualsiasi cosa papà, qualsiasi, se la facevo io, per te era un problema." Mi libero da questo peso e lui, sentendo queste parole, pare ancora più afflitto.
Mi spiega nella maniera più sincera possibile: "Credo di essermi comportato così con te perché tu eri tutto quello che ero io da giovane. Un casinista. Luca, parliamoci chiaro, tu non sei mai stato un figlio semplice. Avevi le tue fisse, facevi sempre cazzate, ti dovevo sempre venire a prendere quando facevi qualche rissa o quando ti ubriacavi senza ritegno." Annuisco perchè so che ha ragione, ero un disastro.
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Solo tu lo sai [Capoplaza]
RomanceDAL CAPITOLO 30 ~ "Vostri? Perchè, secondo te, esiste un noi? Cioè esiste un me e Leila?" Quasi le scoppio a ridere in faccia per la sua affermazione. Mentre lei mi fissa insistentemente, si inumidisce nuovamente le labbra e deglutisce. Okay, è in...