4. TUTTO SI ANNULLA

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Luca's pov

Non ho resistito. Dovevo stuzzicarla. Dovevo capire se le ero indifferente e, fortunatamente, non lo ero. Ma il modo con cui mi ha detto quelle cose, mi ha ferito, mi ha ferito tanto. 

Anche se sapevo avesse ragione, non credevo potesse mai, volutamente, farmi del male, accoltellarmi in quel modo. Non lei. So che lo ha fatto solo per difesa, per paura che lo facessi io, ma perché mi fa così male allora? Perché quel vuoto insopportabile al petto sembra indissolubile?

Forse ha ragione Gio: sono un codardo che non sa affrontare la realtà.

"Ehi Lù tutto bene?" Mi chiede dolcemente Sofia. Questa ragazza è di una bontà unica, so che un po' le sto sul cazzo per quello che ho fatto alla sua migliore amica. Me lo aveva anche detto che ero un "pezzo di merda", ma è troppo buona per portare rancore, per accertarsi che qualcuno, anche un pezzo di merda, stia bene.

Tuttavia io, ovviamente, amo quella stronza e non la ragazza dalla bontà unica seduta vicino a me. Mi sembra giusta come condanna, Dio.

Dal primo istante in cui ho compreso di amare Alessandra , ho desiderato innamorarmi della sua migliore amica, lo avevo capito subito che sarebbe stato meno doloroso, ma sapevo anche che non ero io a scegliere chi amare.
A volte, tutt'ora, penso che se mi fossi innamorato di una ragazza come Sofia, tutto sarebbe stato più semplice. Poi mi ricordo che è impossibile. Non mi innamorerei mai di una ragazza come Sofia, perché non mi innamorerei mai di una ragazza "come" Alessandra.

Sfortunatamente, il mio cuore sa amare solo lei, è legato solo a lei, in pratica una strega questa donna, mi fatto un incantesimo e sbem: la mia vita va a puttane. Che nervi, sono proprio fottuto.

"Sì sì iniziamo?" Svio il discorso. No, ovvio che non va bene. Non va bene niente. Va tutto male. Va tutto tremendamente da schifo. Ava sembra cogliere il messaggio e, infatti propone: "Okay allora io direi di scegliere un posto lussuoso, qualcosa di incredibile...non dobbiamo essere banali."

E così iniziano a discutere sul video per tipo due orette. Bla, bla, bla. Non ho ascoltato mezza parola. Troppo impegnato a pensare a lei ed ai suoi occhi appena mi hanno visto. Sembrava avesse davanti un serial killer, uno che le stava puntando una pistola alla tempia, però almeno non è stata totalmente fredda.

Anzi mi  ha anche rivolto lei stessa una sguardo omicida, quindi non siamo proprio sulla cattiva strada. Ho chance.

"Vado in bagno." Avviso gli altri ed inizio a salire le scale. Mentre passo davanti camera nostra, cioè sua, mi accorgo che la porta è aperta. Okay, forse sto sbagliando, anzi sicuramente, ma non resisto, entro e la prima cosa che faccio è aprire l'armadio. 

Alcune mie felpe sono ancora qui, addirittura anche delle mie magliette. Cosa? Non le ha buttate? Bruciate? O fatte sbranare da cani randagi? Vedo che tiene ancora i regali che le ho fatto, esattamente come io conservo ancora i suoi. Solo che lei è più ordinata: sono in fila, in ordine di data e le date sono scritto su un bigliettino posizionato sotto i regali, leggermente sporgente, dal quale si intravedono anche scritte come 'primo compleanno insieme' o 'primo anniversario' o 'secondo san valentino'.

Li guardo per un po', ipnotizzato. Li abbiamo conservati, entrambi, non solo io. Mi fermo per qualche secondo, al diavolo, non mi devo far suggestionare troppo,  chiude le ante dell'armadio ben consapevole della differenza tra il mio custodirli e il suo: lei si sarà scordata di buttarli, io la notte dormo ancora solo con maglie regalate da lei. 

Non sono pazzo, solo che mi fa sentire ancora legato a lei. Mi fa ancora sentire ancora suo. Come se fosse ancora lì con me, abbracciata a me. Sì, forse un po' pazzo lo sono diventato nell'ultimo periodo. Mi ci ha fatto diventare la streghetta. 

Riapro le ante un secondo per controllare che io non sia diventato completamente matto e che quindi non abbia le visioni. I regali sono ancora lì, sorriso come uno sciocco.

Improvvisamente sento provenire dal piano di sotto, il rumore della porta che sbatte: è tornata.

Scendo velocemente e vedo prima Alex, io e lui siamo sempre stati attaccatissimi, è stato lui, più di tutti, a spronarmi a provarci con lei. Diceva che eravamo perfetti per stare insieme, ma troppo orgogliosi per rendercene conto. Aveva ragione. Ma io l'orgoglio per lei l'ho sempre messo da parte, lei anche con me, ma decisamente meno volte di me.

Tuttavia so che lui, a differenza di Sofia, un po' di rancore lo porta ancora.

È molto simile a lei di carattere, di conseguenza lo è anche un po' a me, poiché io e lei siamo uguali sotto certi punti di vista e opposti sotto altri. Ci sono volte in cui sembriamo essere telepatici, volte in cui sembriamo provenire da mondi opposti. Non so se per noi vale più "Chi si assomiglia, si piglia." oppure "Gli opposti si attraggono." Comunque io non credo a nessuna delle due. Quando ami, ami. Punto.

Alex mi ha detto più volte di volermi uccidere e che l'unico motivo per cui si tratteneva, era che Alessandra gli aveva ripetuto che l'avvenimento accaduto tra me e lei non doveva influenzare la nostra amicizia. Era una cosa tra me e lei, gli altri non dovevano immischiarsi o peggio ancora prendere parti. Non voleva ciò esattamente come non lo volevo io, siamo sempre stati un gruppo di amici affiatato e volevamo continuare ad esserlo, nonostante la nostra rottura.

Fa tanto la dura, ma io so che non è così. Anzi è la persona più buona, altruista, fedele, leale, generosa esistente su questo pianeta di stronzi. Più volte mi ha ribadito di ritenersi una "stronza senza cuore", ma io so che è il contrario di quello che pensa, di quello che la maggior parte delle persone pensa. Lei non voleva che io litigassi con il suo migliore amico anche quando era inevitabile che ciò sarebbe accaduto: lei è la sua famiglia ed io l'ho ferita.

Il mio amico mi abbraccia in modo un po' più distaccato del solito e mi sussurra: "Non fare lo stronzo o ti spezzo qualcosa." Mi irrigidisco di colpo. Lo osservo scioccato: "Non devi proteggerla da me." Affermo a bassa voce abbastanza offeso, in realtà gli sono grato per starle vicino e per difenderla sempre. Lei ha bisogno di appoggio, di sostegno. E so che lui le da sempre il meglio di sè.

Nonostante ciò, però, mi fa male sapere di non poterglielo dare io, ma va bene comunque, perché l'unica cosa che desidero è la sua felicità.

"Tu sei l'unico in grado di farle male, quindi sì, la devo proteggere da te. Solo da te." Boom. Terzo colpo basso della giornata. Se continuo così, cadrò a pezzi. So che è vero, so che è così tanto vero. 

Me lo ha accennato addirittura lei una volta (sempre troppo orgogliosa) che ero uno dei pochi in grado di farla stare male, di ferirla. Forse ero davvero l'unico. Forse non ha solo voluto farmelo sapere in modo esplicito, temeva di darmi troppo potere. Senza sapere che forse io glielo avevo dato quasi subito. Il mio cuore gliel'ho servito praticamente su un piatto d'argento già al primo 'ti amo' e le ho detto chiaramente "Fanne quello che ti pare, basta che lo tieni tu."

Lei era l'unica in grado di far provare a me quel dolore di cui Alex parla adesso, ma, la differenza, ancora una volta, è che io glielo avevo ripetuto almeno un centinaio di volte.

Sono un tipo abbastanza sicuro, ma con lei tutte le mie sicurezze cadono, tutto si annulla.

Varca la porta. E penso esattamente quello che ho appena ammesso: tutto si annulla. Anche la mia salivazione.

Come tanta stronzaggine può abitare in una bellezza così angelica e divina?

Gesù, ora più che un rapper, sembro Shakespeare. Ha pure questo effetto su di me, siamo a posto...

La guardo.

Mi guarda.

Perdo un battito. Sembra che abbia pianto.

No, è impossibile. Lei non piange quasi mai e poi perché mai avrebbe dovuto. Per me? Bella questa... Mi fa il dito medio e si siede lontano da me. Sorrido istintivamente perché ciò conferma che mai e poi mai lei piangerà a causa mia, di nuovo. Da una parte sono contento perché l'ultima cosa che voglio è vederla stare male, per me poi, non vorrei più avere tale responsabilità sinceramente. Dall'altra mi sento un coglione perché io, invece, per lei ho pianto tantissimo durante questo mese. 

Mi è mancata così tanto.

Forse anche io lo sono a lei? Forse quelle felpe non buttate sono la prova della mia improbabile teoria.

Forse. O forse mi sto illudendo.


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