37a. DIVIDERCI

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Alessandra's pov

"Cristo, vuoi rallentare?" Mi domanda scioccato, ma in realtà divertito, per l'ennesima volta. E io ovviamente non gli do ascolto per l'ennesima volta.

"Guidare mi rilassa." È il modo in cui mi giustifico, sperando che non me lo ripeta più. Ma lui domanda incuriosito: "Sei nervosa?" La verità è che se c'è lui nel raggio di 20 metri lo sono sempre, ma mi limito a un: "Sono nata nervosa." Guardo la strada, ma so che sta sorridendo.

Mi fermo davanti casa dopo i suoi 10 "Rallenta." e i miei 10 "No." E scendiamo. Mi stupisco nel vedere Alex davanti il cancello di casa con le braccia conserte e lo sguardo preoccupato, ma lui annulla ogni mio dubbio: "Simone è qui." Appena vede Luca però spalanca gli occhi: "Oh, pure lui è qui. Merda..."

Ricapitoliamo: Simone è qui, Luca è qui.
Traduciamo: E mo so cazzi...

Mi irrigidisco, capendo che la situazione è disastrosa, il respiro improvvisamente accelera, sapendo che finirà male. Perchè è qui? Non pensavo si presentasse. Non pensavo che pure Luca avrebbe partecipato a ciò. Sapevo non sarebbe stata una questione facile, ma non pensavo così difficile.

La frase che rappresenta la mia vita è: Se una cosa può andare male, andrà male. Murphy è il mio spirito guida adesso e la cosa mi spaventa.

Mi giro di scatto verso Luca: "Torna a casa." È l'unico modo per, non dico sistemare, ma almeno non ingigantire questo schifo. Senza di lui sarà tutto più gestibile. Sono arrabbiata di mio, l'aggiunta di Luca sarebbe troppo. Senza esitazione, mi comunica: "Assolutamente no." Rimango immobile a fissarlo. Non sono sorpresa, lo immaginavo, sono semplicemente frastornata. So cosa sta per accadere. Non controbatto perchè sarebbe inutile e mi dirigo dentro casa. Supero il giardino con Alex alle mie spalle, che mi rassicura: "Troveremo una soluzione." Sospiro e lui ridacchia: "Speriamo di trovarla prima che Luca uccida Simone." Bella rassicurazione...

Entro in casa e lo vedo seduto sul divano con una sigaretta in mano, infatti subito gli ricordo acida: "A casa mia non si fuma." È una cazzata perchè Luca quando viveva qui fumava come un gangster, ma da quando lui se n'è andato è la verità. Nè io, nè Sofi e nemmeno Alex fumiamo, perciò controbatte, spegnendo la sigaretta in un portacenere: "Questo solo perchè sono l'unico del gruppo a fumare." Alzo un sopracciglio e controbatto in modo arrogante: "Gruppo? Quale gruppo?" So che si riferisce a noi 4 e che questo "noi" sta escludendo Luca e tutti i suoi amici, che ora sono pure nostri. La cosa mi innervosisce perchè non ha diritto di inveire contro Lù, anzi dovrebbe scusarsi.

Non riesce a controbattere, perchè mentre Simo si alza e sta per aprir bocca, parla Luca: "Te lo dico io. Parla del suo gruppo, quello degli alcolisti anonimi."

No. No. No. No. No.

So dove sta puntando, anzi ne sono certa e credo che pure Simo abbia colto il messaggio. Mi sembrava strano che non gli avesse già messo le mani al collo, ma ora ho capito. Non lo toccherà, lo massacrerà senza nemmeno sfiorarlo. Sta utilizzando il suo punto debole.

Il fratello di Simo, Andrea, ora è in carcere, perchè qualche anno fa, ha ucciso un signore, poichè guidava in stato di ebrezza. Simone e suo fratello erano molto legati e se c'è una persona che non devi nominare con Simone è proprio Andre, diventa indomabile.

Luca non lo sta ferendo con i pugni, ma con i ricordi, con le parole. Quelle fanno sempre più male.

Da una parte solo fiera di lui perchè non sta usando la violenza, dall'altra lo trovo estremamente da bastardi comportarsi così. Però comprendo il motivo per cui sta facendo questo, perciò non parlo, anche perchè ci pensa Simone a rispondere: "Non tirare fuori argomenti che non puoi tirare fuori." Luca sogghigna: "Quindi tu puoi rispondere a chiamate che non ti riguardano, puoi dirmi come devo comportarmi, puoi tentare di umiliarmi e io non posso nominare quell'assassino di tuo fratello?" Il mio sangue si gela alla parola "assassino" , ma quello di Simone si sta riscaldando, perchè è rosso in viso.

Precedo qualsiasi mossa di Simo, piazzandomi davanti a lui: "Vai a casa, ne discutiamo un'altra volta." Siamo tutti troppo incazzati e la tensione è alle stelle, so che è la cosa migliore, ma il mio amico non risponde, rimanendo immobile. Stringe i pugni e posa lo sguardo su di me: "Davvero lo stai proteggendo?" Sto per rispondere, ma Luca interviene: "Proteggere da chi? Guarda che, anche se sei il fratello di un assassino, io non ho paura di te."

Io non ci voglio credere.

Simone scatta come una molla verso il mio ex, ma per fortuna Alex lo ferma. Io, notando che Luca sta davvero superando il limite, mi giro verso di lui che sorride tranquillo, guardando Simo che si dimena dalla presa di Alex: "Smettila." Sorride di più e mi guarda: "Tu non puoi capire le cose che mi sono sentito dire in quel telefono. Non doveva permettersi. Non doveva mettersi in mezzo. La gente come lui la conosco." Aggrotto la fronte confusa e lui prosegue: "Fanno gli amici, ma alla prima occasione ti pugnalano." Scuoto la testa. Simone non è così.

Luca rotea gli occhi alla mia reazione e a pochi centimetri dal mio viso sussurra: "Ha provato a dividerci." Perdo un battito.

Dividerci? Come si può dividere qualcosa di già diviso?

Ora comprendo il vero problema, ma comunque non appoggio la cattiveria che sta usando: "Non metterti in mezzo a cose che..." Non mi lascia finire, perchè mi urla: "Ma a lui di mettersi in mezzo a noi glielo permetti, giusto?" In realtà, non glielo mai permesso, ma non lo sottolineo e sospiro sconfitta, mettendo le mani tra i capelli. Non ne uscirò illesa da qui. Nessuno ne uscirà.

Intanto Vane, sentendo la voce di Luca, corre giù dalle scale, seguita da Sofi, che rimane allibita nel vedere il mio ex e il mio amico cretino nella stessa stanza. Vane abbraccia Luca che ricambia immediatamente e la piccola gli sussurra qualcosa che non sento, perchè torno verso Simone: "Ti prego, risolviamo io e te. Ma un'altra volta." Lui scuote la testa guardando ancora pieno di astio verso Luca: "No. Risolviamo adesso." Mi spaventa vederlo così aggressivo, non è un tipo violento, ma percepisco la sua voglia di spaccare il naso al mio ex. E la cosa non mi piace.

So che Luca è più bravo di lui a fare a pugni.

"Tu lo hai sentito prima?" 'Sta volta guarda me, che annuisco lievemente. Stringe i denti con forza: "Come cazzo fai a stare dalla sua parte?" Dalla sua parte? Io non sto dalla parte di nessuno. Stanno sbagliando entrambi. Simo si doveva fare gli affari suoi, ma anche Luca. Però è vero che Luca sta reagendo. Cioè ad ogni azione, c'è una reazione e il motivo che ha scatenato tutto questo proviene da Simo. Però ciò non dà il diritto a Luca di fare così o forse una parte di me comprende il comportamento del mio ex. Non so, sono confusa.
Chi ha ragione per davvero?

Lui, notando il mio silenzio, mi guarda deluso: "Sei davvero accecata da lui." Spalanco gli occhi e questa volta rispondo: "Io non sono accecata da lui." Il suo sguardo deluso mi fa male, perciò gli spiego: "Non volevo andasse così. Sono confusa. Non posso prendere una pozione adesso. Però vai a casa." Sento Luca ridacchiare: "Perchè deve andare? Io mi stavo divertendo." E mentre lo prende in giro, io prego che questo casino finisca presto.

Mi volto verso il mio ex e vedo che ha posato Vanessa a terra. Gli faccio notare: "Io credo sia ora di finirla." Vane mi contraddice: "Come? Ma se non si sono nemmeno picchiati?" Rimango a bocca aperta. Come può parlare così?

La sgrido incredula: "Non si picchieranno. La violenza non aggiusta mai le cose." Simone prova a contrastare la mia frase: "Io credo..." Ma non glielo permetto: "Se uno di voi prova a fare del male all'altro, io vi assicuro che non farà più parte della mia vita." Li minaccio cercando di essere il più chiara e lenta possibile, perchè so che entrambi non sono disposti a perdermi.

Non ho calcolato però che Luca è più intelligente e in questo momento ha il controllo: "Ancora con questa storia del fare del male? Ma dai, credo che in famiglia ne basti uno di assassino. No?"

Sa che Simone sta per reagire e ha ragione.

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