41. PERCHÈ MI AMI

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Alessandra's pov

Ripenso a quello che ho appena pronunciato e immediatamente il terrore mi pervade. Se anche dopo questo, che non è stato programmato e che sinceramente ha sorpreso persino me, mi rifiuta?

Ha passato l'ultima mezz'ora a fissarmi con quegli occhi di ghiaccio e le uniche parole che ha detto sono state laceranti per me.

Sono terrorizzata da questa situazione, perchè è la prima volta, dopo mesi, che ammetto ad alta voce che lo amo ancora. Sono spaventata dalla sua reazione, ma anche da cosa porterà la mia rivelazione. Dove andremo a finire?

Ho paura, maledettamente paura, di essere respinta di nuovo, senza alcuna spiegazione. Di rimanere immobile, proprio come sono ora. Non fare nulla adesso e poi ritrovarmi a piangere in camera tra qualche ora.

So che io da qui ne uscirò sconfitta, delusa, arrabbiata, illusa.

Ma tutto cambia quando vedo una lacrima rigare il suo volto.

Faccio un passo indietro, sperando di non aver detto quello che le mie orecchie hanno sentito. È solo stato un attimo di debolezza, un tentennamento dovuto alla disperazione del momento, una speranza a cui mi sono aggrappata solo perchè prima ha detto quelle parole orribili.

Lui, capendo il mio ripensamento, fa un passo avanti e deglutisce: "Tu mi ami?" A questa domanda sono io a deglutire e passo lo sguardo verso la mia destra spaesata, per evitare di guardarlo negli occhi.

Solo adesso mi accorgo che i ragazzi sono ancora qui, intono a noi. Quando la situazione riguarda lui, tutto il resto passa in secondo piano, detesto questa cosa, perchè dimostra quanto lui ancora sia una parte di me.

Guardo afflita tutti, che sono intenti a fissarci, e Ava tossisce lievemente per diminuire la tensione. Ma il suo tentativo viene distrutto da Luca, che mi si avvicina ancora di più e porta l'indice sulla mia guancia destra. Delicatamente sposta il mio volto verso la sua direzione, facendo tornare il mio sguardo sul suo. Non posso sfuggire. Sono in trappola. Non posso più scappare, fingere, nascondermi. Oramai l'ho ammesso. A me, a lui e soprattutto a noi.

E pensandoci sono rimasta qui anche quando mi ha urlato tutte le mie fragilità, ho sostenuto lo facesse apposta per non andarmene, gli ho urlato che ogni volta io torno da lui, che anche se mi incazzo, sbraito, mi offendo, io torno sempre da lui.

E ciliegina sulla torta: gli ho detto di amarlo.

Lo guardo e mi rendo conto che non gli posso più sfuggire, quindi ammetto scontenta: "Ho passato questi due mesi a ripetermi che non è così. Ma mi è bastato un tuo sguardo freddo per riconoscere che invece lo è." Lui deglutisce nuovamente, questa volta più forte, e con ancora la mano sulla mia guancia, mi supplica: "Dillo di nuovo."

Immediatamente nego: "No." Alla mia reazione istintiva, sorride. Mi accarezza lievemente la guancia e, a questo punto, riconosco che sento le mie gambe cedere. Circondo con la mia mano il polso della sua, per poi staccare il suo palmo dalla mia guancia. Non riesco a vivere un contatto del genere perchè so che, nonostante tutte le belle parole e i bei fatti, io oggi tornerò a casa mia da sola e lui rimarrà qui da solo.

Nonostante tutto, non torneremo insieme. Per questo preferisco litigare con lui.

Odiarci renderà tutto più semplice.
Amarci ci distruggerà.

Lui sposta lo sguardo su Lollo, mentre si asciuga il residuo della lacrima precedente: "Io devo dirglielo." Aggrotto le sopracciglia, non comprendo questa affermazione. So che Lollo sa perchè mi ha lasciata, ma non capisco perchè Lù stia chiedendo a lui il permesso di dirmelo.

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