15. OCCHIONI

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Alessandra's pov

Sono troppo contenta che abbia accettato, anche se la cosa un po' mi agita perchè significa che è veramente grave il motivo di tutte queste sue domande.

Sembra così serio, pensieroso. Nel suo mondo, immerso nei suoi pensieri. Pensieri a me sconosciuti, pensieri che lui continua a tenermi nascosti.

Vederlo così smarrito, mi infastidisce,
mi turba infinitamente.

Mentre mi ritrovo a sperare che sia tutto uno scherzo o uno stupido modo di attirere la mia attenzione, gli faccio il medio per il nomignolo terribile ed umiliante che ha appena utilizzato. Si morde il labbro con forza e io prendo un respiro profondo: "Tu mi hai m..."

Vieniamo interrotti. Di nuovo. Penso che questo sia destino, ormai. Questa volta è "Forte e chiaro" a frapporsi tra noi. Distolgo i miei occhi dai suoi. Prendo il cellulare e leggo il nome sul display: 'buddy'

Istitivamente sorrido.
Istintivamente Luca borbatta: "Affamoc, mancava lui adesso." Sa che significa quel nomignolo, sa chi è.

Simone è uno dei 'pochi amici ma buoni'. Lui l'ho conosciuto alle medie, a differenza di Alex e Sofi, che li ho incontrati alle elementari.

Giulia invece l'ho conosciuta al liceo, ma Simo è un'altra storia. Simo è Simo. Giulia è mia amica, ma Sof, Alex e Simo sono di più. Sono fratelli. Sono dei pilastri fondamentali nella mia vita, qualcuno di cui non posso fare a meno. Sono una sorta di famiglia.

Quel moretto lo conosco da almeno dieci anni, ma solo negli ultimi tre ho iniziato a fidarmi ciecamente di lui. Io sono così. Molto diffidente, ma la prevenzione non è mai troppo.

All'inizio siamo diventati subito grandi amici, ridevamo, scherzavamo, in maniera assurda. Ha una abilità nel farmi ridere che in pochi hanno. E poi, piano piano, quando ho capito che Simone nella mia vita era indispensabile, ho incominciato a fidarmi.

Fidarsi è un verbo che ai miei occhi è sempre stato difficile da mettere in pratica. Per me è stato praticamente incubo imparare a riporre la mia fiducia nel prossimo.

Basta pensare che ho imparato a scrivere a quattro anni perchè credevo che le persone potessero mentirmi quando chiedevo loro di leggermi qualcosa.

Una volta mia madre stava per indicarmi in che bagno dell'autogril divevamo entrare, quando le ho detto: "So che lì c'è scritto donna, tranquilla." Ha pensato fossi una bimba prodigio. Invece ero solo diffidente. A quattro anni.

Quindi non scherzo quando dico che io non faccio fatica a fidarmi, di più. Quando pongo a una persona la mia completa fiducia, mi sembra di porre una parte di me. Un pezzo della mia anima, che so saprà custodire.

E lo so, non è che lo spero, perchè prima ne deve passare di tempo, quella persona ne deve superare di esami.

Simone è una delle poche persone a cui sono veramente affezionata. Lui è sempre stato al mio fianco. Rispettato i miei silenzi. Capito i miei vaffanculo. Sorriso ai miei "Non ti chiederò scusa e non ti dirò che ti voglio bene". Arrabbiato o imbronciato per me miei sfuriate. Compreso le mie insicurezze, che non sono mai stata brava a mostrare veramente, ma che lui ha sempre decifrato ed affrontato con estrema delicatezza ed intelligenza emotiva.

Ammetto di essere spesso troppo fredda, ma la vita mi ha portato a capire che non bisogna fidarsi delle persone. Quasi mai. Non tutte hanno cattive intenzioni, certo, ma comunque questo è un mondo di squali. Sempre meglio prevenire che curare.

Per questo insegnamento devo ringraziere colui che è stato lo squalo più spietato di tutto l'oceano di idioti che mi è gravitato attorno negli anni: mio padre. Lui e la sua indifferenza mi hanno fatto capire che le persone non sempre meritano di avere la parte migliore di te. Spesso devi privarli di quella, perchè non sai mai cosa posso farci, se ci giocheranno, se la rovineranno...

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