34. LEI È LA MIA FAMIGLIA

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Luca's pov

"Che le hai fatto?" Mi domanda immediatamente mia sorella, appena Ale esce fuori come una furia.

Getto con prepotenza il cellulare sul tavolino accanto al suo letto e rispondo: "Niente."

Alza un sopracciglio e ripete con tono più duro: "Che le hai fatto?" Sto per ripetere che non le ho fatto nulla, ma lei mi ferma: "Non dire 'niente'. Non credi di avermi tenute nascoste già troppe cose?" Ha ragione, ma io non posso fare altro che sospirare alla sua risposta.

"L'ho baciata." Dico improvvisamente, mentre mi siedo sul bordo del letto.

Mi scruta attentamente, per poi affermare, in modo ironico: "E sei sterile ora, vero? Ti avrà sicuramente tirato un calcio nelle palle. E io che speravo di essere zia un giorno..." Mi sorride tranquilla, sospirando teatralmente.

È facile per lei: "Guarda che non è così divertente come credi tu." La informo, iniziando a grattare il gomito. Sorride ancora più sfacciatamente.

Ma solo con me esce la sua parte peggiore? È un angioletto con tutti, ma con me le frega zero se risulta stronza: "Ah no?" Continua a sfrottermi.

Diavolo travestito da angelo.

Sbuffo: "No, si è sentita come se fosse... un mio trinfo personale, tipo una vittoria. Dice di aver perso." Annuisce, probabilmente aspettandosi un ragionamento simile da lei.

"Quando parlerete, dille che mi dispiace." Mi dice e io corrugo la fronte: "Non ho capito. Poi 'quando parlerete'? Tu dai tutto per scontato." Scuoto la testa, mentre lei allarga quel sorrisino da ebete.

Vorrei accedermi una canna, sono troppo nervoso e Erika non mi sta aiutando.

Poi mi chiama per nome e allora mi volto verso di lei. Appena incontro gli occhi di mia sorella, lei inizia a spiegarsi: "È scontato che parlerete, perchè la prima cosa che farai uscito da qui, sarà parlare con lei. È un ordine, quindi non ammetto obiezioni. E poi devi chiederle scusa perchè le ho mentito." Si ferma e io non so se voglio che continui.

Mia sorella non mente quasi mai e Ale lo sa. Come si è sentita?

Sa che le ho raccontato un mucchio di bugie in queste settimane e se non si aspettava questo comportamento da me, figuriamoci da mia sorella.

"Mi ha chiamato prima di venire per chiedermi se fossi qui. Pensavo fosse per le vostre solite cazzate e poi volevo vi incontraste, quindi ho detto che non c'eri. Non credevo tutto questo..."

Lo vedo il senso di colpa nei suoi occhi e sorrido perchè lo ha fatto per aiutarmi, poi mi rendo conto che non le ho detto proprio tutto: "Il problema non è stato solo il bacio, ma ho pure appena fatto una scenata di gelosia."

Ammetto con tono basso e anche abbastanza timido. So di aver esagerato, ma quello la guardava come se volesse sbatterla per i corridoi dell'ospedale.

La sensazione del suo corpo guardato in quel modo, da qualcuno che non fossi io, era ingestibile.

"Ma allora sei proprio coglione." Afferma convinta Erika.

Sposto lo sguardo dal suo, ma una voce interrompe quello che sto dire: "E lo scopri ora?" Ci giriamo entrambi verso la porta.

"Papà." Affermiamo un po' sorpresi io e mia sorella.

Da quando mio padre origlia le mie conversazioni? O anche solo le ascolta?

Entra con il suo solito passo deciso, per baciare le guance di Erika e posizionarsi davanti a me. Io ovviamente il massimo che ricevo è una leggera pacca.

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