CAPITOLO 86

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Pov Lele

Oggi i pensieri sono soffocanti, sono qui a rimuginare sul fatto di presentarmi o meno al suo compleanno, Gian mi ha inviato la posizione della villa in cui si trovano, mi hanno fatto sapere che festeggeranno oggi aspettando la mezzanotte, non so proprio che fare, l'orgoglio mi dice di non presentarmi, ma il cuore.... il cuore mi prega in tutti i modi di fare la cosa giusta, sto impazzendo.

Ho fumato già solo in mezza mattinata, un intero pacchetto di sigarette, sono nervoso e agitato, non so se sono pronto a rivederlo, non credevo sarebbe stato così difficile decidere una cosa così semplice e pure per via delle mie paranoie sono qui a rimuginarci sopra, ho saltato il pranzo non riesco a buttare giù niente, mi sento un groppo in gola e una morsa che mi stringe lo stomaco.

Mi alzo dal letto deciso ad andare in doccia, magari una bella doccia mi aiuterà a liberare la mente e a capire cosa voglio realmente fare stasera. Apro la porta del bagno e mi giro a guardarmi allo specchio, faccio veramente spavento le occhiaie molto evidenti e scure, gli occhi arrossati e gonfi da tutti i pianti di questi giorni, le labbra screpolate e spaccate, un disastro.

Continuo a guardare il riflesso del ragazzo nello specchio, che non mi appartiene per niente, quello sguardo così triste e vuoto non lo vedevo sul mio volto da quando venivo bullizzato da tutti a scuola, adesso sono qui davanti a questo specchio nudo a osservare il mio corpo, non mi sono mai accettato, anche se ho perso peso continuo a non piacermi del tutto, come potevo sperare che uno schifo come me avesse trovato finalmente l'amore, la persona giusta, sono orribile e normale che abbia preferito lei a me.

Continuo a restare lì impalato per un po', ma quando mi accorgo che i miei pensieri stanno diventando troppo brutti, decido di entrare sotto il getto dell'acqua per evitare di fare qualche cazzata, l'acqua calda sul mio corpo mi rilassa leggermente i nervi tesi del collo, ma non aiuta per niente con i pensieri, la mia testa continua a fare viaggi infiniti e ci vuole poco prima che le goccioline di acqua comincino a mischiarsi con le mie lacrime, perché la testa non smette di fare tutto questo chiasso.

ML:"Lele tesoro il tuo telefono squilla.... è Diego"

L:"Lo richiamo io, grazie mamma"

Per fortuna a fermare quel flusso infinito di pensieri c'è stata la voce di mia madre dal salone, amo quella donna e mi spiace che mi veda in questo stato, so che è preoccupata per me e che cerca di non farmelo pesare, la mia mamma è la donna più forte che conosca, ha cresciuto i suoi figli da sola e non si è mai fatta abbattere da nessuno, è un modello per me, mamma è tutto, gli sarò grato per sempre.

Mi avvolsi nell'accapatoio e andai a recuperare il telefono per chiamare Diego e vedere cosa volesse.

Chiamata parabatai⚡

L:"Oi Diè... ero sotto la doccia dimmi"

D:"Come stai Lè?"

L:"E come vuoi che stia?"

D:"Senti Emanuele, stasera ci sarai?"

L:"Non lo so ancora"

D:"Pensaci bene, potresti pentirmene in futuro, ti voglio bene bro ma tu pensaci bene"

E così attaccò, veramente ancora non so cosa fare, mi soffermai a pensare che mi aveva chiamato Emanuele, credo che forse in 14 anni non lo abbia mai fatto, il che mi fa capire che è una cosa veramente seria, che è realmente preoccupato della situazione, mi spiace di aver coinvolto in tutto questo anche lui e Gian, non se lo meritano.

Avevo bisogno di uscire, di andare nell'unico posto qui a Morena dove sapevo sarei riuscito a staccare un po' da tutti i pensieri, in quel parchetto dove ho passato gran parte delle mie giornate no, ad osservare i bambini che giocavano felici e spensierati, senza nessun problema a chi pensare.
Nemmeno quando sono stato piccolo ho avuto quella spensieratezza che contraddistingue i bambini, fin da bambino portavo il peso di cose che erano più grandi di me e che crescendo ho capito non fossero colpa mia, ma allora credevo di sì.

MESSI A NUDO ~TANKELE~🌈💕🍓🔞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora