CAPITOLO 17

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Pov Tanc

Erano le 7 e sembrava finalmente che il sonno stesse prendendo il sopravvento, è stata una notte interminabile e Lele non è tornato. Ma a quanto pare qualcuno aveva deciso per me che non dovevo dormire, dato che c'era qualcuno che incessantemente bussava alla porta della camera. Controvoglia dato che sono l'unico sveglio vado ad aprire. E indovinate un po' chi è....

T:"Sei tornato, mi hai fatto preoccupare un casino non farlo mai più"

Dissi mentre lo abbracciavo, ma c'era qualcosa di diverso, di strano, che non era mai successo, Lele non ricambiava l'abbraccio. Restava inerme li tra le mie braccia senza muovere un muscolo, fino a quando mi ha scansato mettendomi una mano sulla spalla spingendomi via. Un gesto piccolo ma che mi aveva ferito, non sono uno che dimostra tanto affetto ed essere respinto in quei rari sprazzi mi ferisce.

L:"Risparima il fiato, non c'è bisogno che fingi per questo caso umano. Ho capito perfettamente, quindi puoi anche smetterla."

T:"Ma cosa dici? Sei percaso diventato stupido durante la notte. Ero arrabbiato ho...."

L:"Non c'è bisogno che ti giustifichi. Sono un disastro, un bambino ai tuoi occhi quindi evita tutte queste formalità. Sono venuto a fare la valigia e vado piuttosto di fretta mi aspettano di sotto."

T:"Io.... Aspetta chi ti aspetta di sotto? Alle 15:00 abbiamo il treno non torni a casa?"

L:"A. Non sono affari tuoi, e B. Si torno, ma ci troviamo direttamente in stazione. Adesso non rompere e fammi fare la valigia non ho tempo da perdere Tancredi"

Tancredi, mi aveva chiamato con il mio nome intero, brutto segno. L'ho ferito ed è passato in posizione di difesa, quando fa così c'è poco da fare bisogna assecondarlo e basta, lasciarlo sbollire fino al secondo round dove arriverà piangendo perché gli manco e mi ulra di tutto in faccia, per poi gettarsi tra le mie braccia e farsi abbracciare.

L:"Quando si svegliano di a Gian e Diego di non preoccuparsi, ci vediamo in stazione. Ciao"

E se ne è andato, lasciandomi qui impalato, con i miei pensieri e i miei sensi di colpa.

D:"Buongiorno, ma Lele non si è visto?"

G:"Che fine ha fatto la sua roba?"

T:"È passato presto, ha preso le sue cose e ha detto che ci troviamo in stazione"

D:"Adesso basta, tu adesso mi dici che cazzo hai combinato, per far attivare in Lele la modalità distaccamento"

T:"Io.... io l'ho accusato di essersi comportato come un bambino per colpa dei suoi complessi del cazzo, con la mia amica Giulia."

D:"TU COSA? BRUTTO PEZZO DI MERDA IO TI AMMAZZO"

Diego è scattato come una molla, se non fosse stato per Gian che lo aveva bloccato e fatto uscire dalla stanza per calmarsi adesso mi avrebbe riempito di botte, e me le sarei meritate. Sono stato uno stronzo con Lele, ho colpito nei suoi punti deboli e Diego lo ha visto soffrire già abbastanza negli anni per permettere a qualcuno di riaprire vecchie ferite.

Non ce la faccio più ho bisogno di dormire, mi esplode il cervello e tra meno di 5 ore abbiamo il treno. Prendo una tachipirina dalla valigia e poi mi metto a dormire.

Pov Lele

Ho dato retta a Valerio, non posso sempre fare il sottone e passare sopra alle cose come se niente fosse, o accadrà che prima o poi esplodo e farò una devastazione intorno a me.

Fatto sta che trattarlo in quel modo ha fatto più male a me che a lui. So quanto sia difficile per lui mostrarsi vulnerabile come stamattina, e cosa più importante so quanto gli costino gesti come un abbraccio, e io sono rimasto lì impassibile. In quel momento ho sentito il mio cuore fare crack, ma ha ragione Vale non posso sempre farmi mettere i piedi in testa, magari così capisce quanto male mi abbiano fatto le sue parole.

V:"Ehi bro a che ora hai il treno?"

L:"Alle 15:00 perché?"

V:"Dai ti porto in un posto fighissimo magari ci mangiamo qualcosa insieme prima che parti"

Mi aveva portato a City Life, ne avevo già sentito parlare, ma non mi aspettavo fosse così figo come posto. Tutto intorno c'è il prato e dentro... beh dentro c'è un mondo, negozi di ogni tipo, potrebbe essere una metropoli nella metropoli per quanto mi riguarda. Peccato non ci sia anche Diego sarebbe andato in estasi.

A proposito di Diego dovrò prepararmi a una bella ramanzina di sicuro.

Era ora... Dovevo andare in stazione salutai Valerio che promise di passare presto a Roma per poter stare così anche un po' con Diego e Tanc, e conoscere finalmente Gian che da come glie lo avevo descritto, diceva che sembrava una persona eccezionale. E lo è davvero, Gian è la parte divertente del gruppo senza di lui mancherebbe una parte fondamentale e poi è quello un po' più ponderato tra noi, quello che riflette prima di fare una cosa. È il più razionale tra noi.

Perso nei miei pensieri sono già arrivato alla stazione, prendo il biglietto controllo i tabelloni e mi dirigo verso il binario, dove ad aspettarmi vedo già i ragazzi.

G:"Lellooooo, mi hai fatto preoccupare. Mi mancava l'orsetto da coccolare"

L:"ahahaha, Gian allenta la presa cosi mi soffochi. Sono stato via solo una sera"

G:"Per me è sembrata lunga"

Gli voglio un bene dell'anima, dà sempre il 100% di se stesso alle persone. È genuino.

D:" Come stai imbecille?"

L:"Tranquillo sto bene"

T:"Ehi ciao"

Mi girai verso Tancredi che come risposta si guadagnò un semplice gesto del capo in segno di saluto. Stavolta non sarebbe stato facile per lui, ha giocato sporco, tirando in ballo cose troppo dolorose, girando il coltello in ferite ancora non del tutto chiuse.

Saliti sul treno Gian era seduto vicino a Diego e l'unico posto libero era quello vicino a Tanc, ma non ci pensavo minimamente a sedermi vicino a lui.

L:"Alza il culo Gian"

G:"Ma c'è posto vicino a Tanc"

L:"Gian hai 3 secondi per alzare il culo da questo posto e metterti seduto con Tancredi, prima che perda la pazienza e ti faccia alzare di peso"

Gian si alzò senza proferire parola, sono un po' nervoso e me la sono presa con lui che non centra assolutamente niente in questa storia.

L:"Gian scusa, sono stato un po' brusco prima"

G:"Tranquillo Le capita a tutti una giornata no"

Presi le cuffiette e appoggiai la testa sulla spalla di Diego, adesso volevo fare una sola cosa dormire fino a Roma.

Dopo 3 ore eravamo finalmente arrivati. Vedevo già tutte le nostre famiglie fuori ad aspettarci.

D:"Ehi allora ci vediamo domani?"

T/G:"Ovvio"

L:"Non contate su di me"

T:"E dai Le, perché devi fa così parliamone"

Ma che vuole, non poteva continuare a stare zitto come ha fatto per 3 ore.

L:" Tancredi non sei l'ombelico del mondo. Domani devo passare del tempo con mia nipote, devo prepararla per la mia partenza o per lei sarà troppo difficile. Ha solo 9 anni"

Detto questo scendemmo dal treno e tornammo finalmente a casa dalle nostre famiglie.

Vi sembrerà assurdo ma Roma mi era mancata anche se sono stati solo tre giorni.
Ma Roma è Roma.

~~~~~ Spazio Autrice~~~~~

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