Siamo sulla navetta che ci porterà al Mamamia. Noi e altre quarantasette, chiassosissime persone.
Carlotta ci ha sistemate a dovere. Lei indossa un vestito striminzito di velluto fucsia che ha delle bretelle così sottili da sembrare filo interdentale. È più spesso il chocker che ha al collo, ed è tutto dire. Ha voluto essere solidale con me mettendo anche lei un paio di Doctor Martens, ma non è che questo mi faccia sentire più a mio agio. Ok, a me sono stati concessi dei jeans (super attillati), ma la canottiera mi pare decisamente troppo scollata. E non mi ha nemmeno permesso di indossare il reggiseno! Follia.
Daria invece è euforica. Non le capita spesso di partecipare a serate di questo genere, ma in realtà pare nata apposta. Si è fatta truccare da Carlotta, che le ha anche prestato una minigonna di pelle e gli stivali al ginocchio.
Risultato: Daria non sembra Daria, io non sembro io. L'unica che è rimasta fedele a se stessa è lei, Carlotta.
«Allora» comincio io, cercando di coprirmi meglio che posso col giubbino. «Dite che moriremo assiderate in coda?».
«Tranquilla, dentro schiatterai di caldo» mi rassicura Carlotta. Poi, vedendo che Daria sembra un furetto nevrotico, porta l'attenzione su di lei. «Allora, Marco è già lì?».
«Sì, con gli amici» risponde tesa.
«Non essere nervosa, sei una figa pazzesca» le dice con un occhiolino. «E se lui non lo capisce, be', sono certa che lo capiranno tanti altri, stasera...».
Daria accenna un timido sorriso, poi si lascia attraversare da quelle parole e parte a macchinetta. «Ci sta un limone, giusto? Non è avventato, no? Voglio dire, non faccio la figura della battona facile se ci parte un limone, dico bene?» chiede direttamente a Carlotta.
So bene dove andrà a parare questo discorso. I sex talk di Daria ultimamente sono diventati insopportabili e, soprattutto, troppo frequenti per i miei gusti. Io non so mai che risposte darle, perché, voglio dire, che ne so io se è giusto o no baciarsi al primo appuntamento? Che ne so io quand'è il momento di andare fino in fondo?
Ma Carlotta sì. Lei lo sa, o almeno così ci lascia intendere. Così Daria comincia a pendere dalle sue labbra, mentre io me ne sto zitta e buona ad ascoltare.
«Senti, l'importante è che tu non faccia nulla di affrettato. Fai solo quello che ti senti, ok?».
«Sì ma come faccio a saperlo? Cioè, magari mi va di fare qualcosa in quel momento e poi me ne pento il giorno dopo».
La faccia di Carlotta non è rassicurante. Il suo sorriso si ridimensiona. «Be'. Sì. Questo può succedere» ammette.
«E...?» continua Daria, decisa a snocciolare la questione fino in fondo. «Come posso evitare i rimpianti del giorno dopo?».
«Daria, l'unico modo che ti assicura zero rimpianti è non fare proprio un bel niente. Ma anche in quel caso, un bel giorno potresti svegliarti e pentirti di non aver fatto proprio un bel niente».
«Quindi non sfuggo».
«Il punto è» riprende Carlotta «che non devi avere fretta. Quello sì che lo rimpiangeresti, e molto anche».
Detto questo, Carlotta si perde per un attimo fuori dal finestrino. Guardo il suo riflesso, smarginato, opaco, macchiato dagli aloni di alcune piogge passate. Poi guardo lei. Sembra così diversa dalla Carlotta che vedo riflessa nel vetro. Quasi fossero due persone distinte e separate.
Il discorso sembrerebbe chiuso per tutte, ma Daria ci ripensa e riattacca.
«Per te è stato così?» chiede di punto in bianco.
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Ocean Eyes
RomanceLinda ha sedici anni e una vita normalissima. Le sue giornate ruotano intorno a tre cose: skate, amici e scuola. Almeno finché non arriva Carlotta...