33

1.4K 83 5
                                    


La domenica passa senza messaggi, senza chiamate.

Me ne sto tutto il giorno in casa, ad ammazzarmi di addominali e Netflix.

Non so cosa mi faccia più male: saperle in giro con quei due o saperle insieme, Daria e Carlotta, a dire brutte cose di me?

Il lunedì, a scuola, Daria non mi parla. Carlotta mi evita nei corridoi. Mi guarda da lontano, mezza impietosita e mezza colpevole, ma non mi scrive nemmeno martedì. Né mercoledì.

Io comincio a trovare nella solitudine una compagna comprensiva, o almeno più comprensiva delle mie amiche. Ammesso che possa considerarle ancora tali.

Me la prendo così male, tutta questa situazione, che persino la mamma sotterra l'ascia da guerra. Per qualche giorno mi lascia stare. Se sto a letto, non viene a sgridarmi.

Mi viene addirittura la febbre, una febbre vera, e comincio a capire quelli che dicono che la mente governa il corpo. Perché la pelle in faccia mi si sgretola. Perché mi prude sempre la testa, e ho il cuoio capelluto pieno di croste. Perché, appena comincio a mangiare, ho subito voglia di vomitare.

È la mamma a volermi lasciare a casa da scuola per una settimana. Io non dico niente, né grazie né no. Forse pensa di essere in parte responsabile del mio malessere.

Eppure neanche la mia assenza da scuola riesce a smuovere Carlotta, né Daria. Non si fanno sentire. Accolgo maggio dalle coperte del mio letto, tirate fin sopra la testa finché fatico a respirare. Guardo quelle due attraverso la lente di ingrandimento che è Instagram. Passo le ore ad aspettare che postino qualcosa, e quando lo fanno passo le ore successive a cercare di dimenticarlo.

Daria ha messo un selfie con Claudio. Sotto c'è un cuore e la data. Cinque maggio. Quindi si sono messi insieme in fretta, eh? Ora la smetterà di piagnucolare sul "trovarsi un bravo ragazzo". Aspetta e vedrai con che razza di elemento sei andata a finire, scema.

Ma per quanto mi faccia male vedere Daria voltarmi le spalle così, senza neanche chiedermi perché, senza neanche pensare agli anni di amicizia che sta buttando nel cesso, è nulla in confronto al male che mi sta facendo Carlotta col suo silenzio.

È lacerante.

Vorrei chiederle come va la tesina, se ha passato la teoria della patente, se è riuscita a fare un ollie perfetto. Ma non lo faccio. E questo mi ammazza ogni giorno di più.

Cerco di chiedermi: perché dovrebbe importarmi? Si è dimostrata bugiarda e doppiogiochista. Dovrei fregarmene di una che al primo maschio di turno mi volta le spalle.

Però me la sogno ogni notte. Conosco ogni suo album di foto su Facebook, a memoria.

Cristo. Mi manca tantissimo.

Ocean EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora