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Per tirarmi su, Simo si presenta a casa mia con Johnny e Omar.

«Se tu non vieni allo skatepark, lo skatepark viene da te» mi saluta entrando in camera mia. Sono stati abbastanza furbi da venire a trovarmi quando la mamma non c'è. Simo sa che con papà ha più margine di manovra.

Io grugnisco qualcosa dal letto.

«Gesù, Linda, da quanto non fai circolare l'aria?» sbotta Omar. Scosta le tende e si siede vicino al davanzale, aprendo le ante.

«Ma che cosa sei, un feticista delle finestre?».

«Ti stai rollando una canna?» ride Johnny.

«Porca miseria, sì» conferma senza scomporsi, tenendola in bocca. Poi, dopo averla accesa, la allunga verso di me. «Vuoi? Secondo me ti tira su».

Simo scatta verso Omar e gli tira uno schiaffo dietro al collo. «Coglione magistrale che non sei altro» lo sgrida. Prende la canna e gliela spegne sul davanzale, poi richiude la finestra. «Guarda che sua mamma è peggio di un segugio della narcotici».

«E comunque non ho bisogno di essere "tirata su", ragazzi» dico, ancora sepolta sotto le coperte. «Sono solo malata».

«Sì, certo, come no». Simo ora viene deciso verso di me. Agguanta le lenzuola e con un colpo secco me le toglie di dosso. «Alzati, scema».

«No» protesto lagnosa, allungando la "o" come una bambina. «Ho freddo».

«Siamo tre contro una» sorride Johnny. Si siede accanto ai miei piedi. Credo mi stia lanciando un'occhiata maliziosa. «Possiamo anche prenderti di peso e portarti al bowling».

Mi rannicchio contro la testiera del letto e punto l'indice contro di lui. «Uno, sarebbe violenza su minore». Poi sposto il dito accusatore su Omar. «Due, so essere molto veloce». Infine passo a Simo: «E tre, tu sai bene che ho la mano pesante. Non sfidatemi».

«E quindi vuoi stare qui ad ammuffire?» mi chiede Omar. «E per cosa, poi? Per quella storia che hai fatto la psicopatica con quel deficiente di Claudio?».

«Be', grazie, avevo proprio bisogno di essere chiamata psicopatica».

Simo stenta a trattenere una risata, poi anche lui si siede sul letto. «Guarda che sei tipo la skater del mese per questa tua uscita. Ma lo sai quanti gli vogliono spaccare la faccia?».

Posso immaginarmelo, in effetti.

«Non gli ho spaccato la faccia» lo correggo mesta, ma una punta di orgoglio mi ravviva la voce sul finire della frase. «Solo lo skate».

«E sei diventata il mio sogno proibito, per questo» riattacca Johnny. «Ah, quanto vorrei aver visto la scena. Scommetto che eri super sex...».

«Oh! E allora?» lo interrompe Simo. Lancia un cuscino in faccia a Johnny. «È mia cugina e ti proibisco di fare il cascamorto in mia presenza, cazzo! Un po' di contegno».

Avvampo per l'imbarazzo. Non so come uscirne, quindi mi alzo di scatto dal letto e li caccio tutti da camera mia.

«Ok, ok, via tutti!» esclamo. «Mi vesto e andiamo, d'accordo?».

«Vieni al bowling, allora?» insiste Johnny.

«Sì».

«Posso considerarlo un appuntamento galante?».

Io non rispondo. Tanto ci pensa Simo a dargli un pugno nel fianco e a trascinarlo fuori.

Prendiamo la macchina di Simo e andiamo al Charlie Pub. Per tutto il tragitto resto silenziosa, anche se devo ammettere che l'improvvisata di mio cugino e compagnia bella mi ha sicuramente migliorato l'umore. Cioè, "migliorato"... Diciamo che è passato da zero a un due scarso.

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