56

1.3K 76 17
                                    

Per l'ennesima volta, gioca sporco.

Lei non può avanzare, perché è già al di là della linea. È in una posizione sicura. Beve e butta il bicchiere a terra, in attesa delle nostre risposte.

«Allora? Nessuno?».

Edoardo e Claudio si girano verso di me. Non si sforzano neanche di trattenere le risate.

E io...

Be', io ormai ho in circolo più gin che sangue. Sono presente, ma non del tutto. Mi sento troppe cose insieme: spavalda, leggera, spaventata, eccitata da quella domanda.

Penso che mi stia chiedendo di dimostrarle qualcosa. Che ci tengo, forse. Penso che, se magari io esco allo scoperto, allora lei farà lo stesso e tanti saluti a Edoardo. Che userà quest'arma per lasciarlo e passare la notte con me. Altrimenti perché creare quella situazione assurda? Perché buttare lì quella domanda così rischiosa?

Giusto?

Penso, anzi ne sono certa, che questo è il momento in cui sia io che lei smettiamo di mentire. Insieme.

Non chiudo gli occhi. Faccio un passo, e un altro ancora. Il tempo rallenta.

Non mi focalizzo sugli altri, solo su di lei.

La fisso, e con gli occhi pieni di sfacciata speranza aspetto che anche lei faccia quel che deve.

Forza, vieni anche tu, non lasciarmi sola.

Lei smette di sorridere.

Di' qualcosa, dai.

La sua espressione cambia. È come se cadesse all'ingiù, di botto, sciolta dalla presa di coscienza di una realtà orrenda.

Il mio respiro accelera. Smetto di sbattere le palpebre, pregando con tutta me stessa che qualcun altro, alle mie spalle, abbia fatto un passo in avanti. Non importa se per gioco o no. Ho un bisogno disperato di non scoprirmi sola in tutto questo.

Poi ricomincio a percepire le voci che mi circondano.

Lesbica del cazzo.

Lo sapevo, io.

Smettila.

Deviata schifosa.

Eppure continuo a implorarla, con le lacrime che mi riempiono gli occhi e vogliono precipitare giù, e poi ancora più giù, per scavare abbastanza a fondo da non trovare più l'uscita.

Non lasciarmi sola, non lasciarmi sola, non lasciarmi sola qui e adesso. Non così.

Incredibile come ogni cosa cominci da uno stupido, brevissimo attimo.

Ma è così che va. È sempre solo un attimo.

Lei guarda dietro di me, intercetta lo sguardo di Edoardo e si sforza di sorridere. Le sue labbra tremano.

Poi torna da me. E lì mi è chiaro cosa dicano i suoi, di occhi.

Dicono: scusa, non posso, non sono pronta.

Dicono: ho sbagliato, ti ho tradita ancora, sono una bugiarda.

Mi giro.

Sono sola. Nessuno al mio fianco. Nessuno. Solo occhi estranei, giudizi insindacabili, imbarazzo.

Mi asciugo le lacrime e, passo dopo passo, mi allontano da lì. Tendo le orecchie per sentire i passi di Carlotta dietro di me. Ci spero così tanto che devo strizzare le palpebre per sopportare la mancanza di quel suono.

Seguimi. Seguimi. Seguimi.

Ma non lo fa.

No. Non lo fa.

Ocean EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora