Il giorno dopo mi sveglio con il peggior mal di testa della mia vita. Anche se dire "mi sveglio" implica che io abbia dormito, cosa che ho fatto sì e no per due ore.
Saluto i miei, che mi lasciano in custodia a Simo con mille raccomandazioni. Poi lui propone subito di andare a fare colazione fuori.
«No» rispondo secca.
«Invece sì, forza. Tu sei libera di non mangiare, se non vuoi, ma io senza brioche alla Nutella non funziono».
Finiamo, come al solito, da Maggie's Pantry. Di solito ci venivo con Daria.
Entriamo, saliamo le scale e scegliamo un tavolino. L'azzurro pastello delle pareti non basta ad alleviare il mio mal di testa. L'atmosfera rilassata, coi fiori sul tavolo e il parquet chiaro e luminoso, non mi contagia. Non stavolta.
E poi vedo che c'è qualcuno di mia conoscenza poco più in là, il che non fa che innervosirmi ancora di più.
Marta.
Mi fissa. Quando si accorge che l'ho notata, subito volge lo sguardo altrove. Parla con una sua amica, eppure ogni due secondi torna a sbirciare verso di me.
Simo è di ritorno con brioche, caffè, spremuta, biscotti. Non ho dubbi che sarebbe in grado di fare razzia da solo, ma qualcosa mi dice che in realtà ha portato tutto questo cibo nella speranza che anch'io partecipi al suo banchetto.
Comincia a parlare del più e del meno, però io non riesco ad ascoltarlo. Continuo a beccare Marta che mi spia e ridacchia con la sua amica. Così a un certo punto non ce la faccio più.
Mi alzo e vado dritta da lei, che impallidisce.
Mi abbasso sulle ginocchia e poggio i gomiti sul suo tavolino. All'improvviso né lei né la sua amichetta ridono più.
«Allora» sbotto. «Ti va di fare una cosa diversa dal solito e parlarmi in faccia, invece che alle spalle?».
Nessuna delle due risponde. Si fissano a disagio.
«No? Ok, allora lo faccio io» dico. «Smettila di fissarmi, cazzo. Sei fastidiosa e sei anche scema, se proprio devo dirtela tutta. E se ti becco un'altra volta a guardare verso di me, giuro che vengo a rasare anche i tuoi, di capelli. Chiaro?».
Marta è paralizzata. Io mi esibisco nel sorriso più falso che ho e mi rialzo. Sono indecisa se aggiungere altro o meno, ma poi penso che per questa qui non ne vale la pena. Ha già avuto più parole di quante ne meritasse. Quindi le volto le spalle e torno da Simo, che ha seguito la scena dall'angolo opposto della sala senza fiatare.
Dopo neanche un minuto, Marta e la sua amica scendono le scale per andare a pagare. Spariscono. Io faccio un bel sospiro soddisfatto.
«Cavolo. Se avessi saputo prima che la verità ti libera di tante menate, avrei cominciato a dirla prima».
Simo respira a fondo prima di rispondere. Gioca con le briciole dei biscotti, premendole con l'indice. Quando parla la sua voce è bassa, sì, ma non quanto i suoi occhi, puntati sulla tazzina del caffè ormai vuota.
«A proposito di verità... Perché non mi dici davvero cosa è successo?».
Silenzio.
«Voglio dire...».
«Lo so cosa vuoi dire» rispondo brusca. «E la risposta è ancora no. È una delle cinque domande bannate, ricordi?».
Annuisce. Ora ha smesso con le briciole e sta strappando la bustina dello zucchero in mille microscopici coriandoli.
«Dimmi solo...» quasi implora. «Dimmi solo se è quello che penso».
«Non sono mica un'indovina, ti pare?».
Si agita sulla sedia, grattandosi la faccia. Poi raccoglie la forza necessaria a scrutarmi dentro.
«Quel che so è che ti hanno trovata in un bagno di un campeggio. Sola e malconcia».
Lascio che la sua insinuazione aleggi tra noi. Potrei tagliare la testa al toro e dirgli di stare tranquillo, che la mia verginità è ancora al suo posto – ma tutto il resto no. Potrei, dico sul serio, e per un attimo considero l'idea. Tuttavia l'imbarazzo che provo al solo pensiero di dire certe parole ad alta voce mi schiaccia.
Mi si stringe lo stomaco, la vista si appanna.
Solo in tre sappiamo com'è andata veramente. Io, Edoardo e Claudio. E una volta lasciata Senigallia, l'unica custode di questo segreto sarò io.
«Andiamo» sbotto infine.
Devo solo scappare lontano e lasciarmi questa merda alle spalle. Prima che sia lei a prendermi.
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Ocean Eyes
RomanceLinda ha sedici anni e una vita normalissima. Le sue giornate ruotano intorno a tre cose: skate, amici e scuola. Almeno finché non arriva Carlotta...