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Nonostante abbia cambiato aria e compagnia, l'entusiasmo di Simo non riesce a contagiarmi.

È inutile, ormai ho la luna storta. Giochiamo a carte, a Dixit, a Monopoli, persino a Cards Against Humanity. Tutti si spanciano dalle risate con il black humor, ma non io. Cioè, non io oggi.

Simo non si accorge di nulla – d'altra parte, è tutto preso a versare birre ai suoi amici e a sbaciucchiarsi Gaia. È la sua gran serata, è giusto che se la goda.

Omar se ne sta attaccato alla finestra, così può fumare quanto vuole senza appestare la casa della zia, lasciata libera per l'occasione.

È Johnny che mi si siede accanto. Mi porge un bicchiere di succo d'ananas.

«Allora» comincia. «Mi hai quasi distrutto la portiera nel venire qui, e non ho detto nulla. Hai venduto Parco della Vittoria a Omar senza fare storie, e non ho detto nulla. Però non hai riso alla battuta sui peti veramente puzzolenti, il che mi porta a chiederti: è successo qualcosa?».

Accenno un sorriso mentre bevo un sorso. Mi stringo nelle spalle. «Nah».

«Però continui a guardare il telefono ogni due secondi» nota. «Orologio alla mano».

«Davvero?».

«Già».

«Che fai, mi spii?» rido.

«Sono l'Ispettore Va Tutto Bene, Linda. Qui per servire te e tutti gli invitati alla festa» dice, evitando di rispondere alla mia domanda. «Quindi, dimmi. Chi ti ha fatta arrabbiare? Vado a picchiarlo subito».

Arrossisco perché sta dando per scontato che si tratti di un ragazzo. Il che rende il suo interessamento più simile a una preoccupazione amorosa. E quindi avvampo ancora di più.

«Non puoi picchiare una femmina» dico piano. «Ho litigato con una mia amica. Carlotta, quella bionda, te la ricordi?».

«Direi di sì».

«Io ho fatto la stronza, ma lei più di me. E ora non mi risponde più su WhatsApp» spiego. «Cioè, visualizza ma non risponde, il che è ancora peggio».

«Ok. Be', capita. Vedrai che domattina non vi ricorderete neanche più il motivo del litigio» cerca di tranquillizzarmi. «È la prima volta che vi scontrate?».

«Sì».

«Allora è solo per questo che sei in ansia».

«Le ho dato della puttanella in modo neanche troppo velato» ammetto.

«Ah».

«Però poi le ho chiesto scusa subito dopo. Due volte!».

Lui mi guarda, stringendosi nelle spalle. «Non posso aiutarti come vorrei. Però pensa solo questo: se la vostra amicizia finisce per un motivo così insulso, allora non è davvero amicizia. È adulazione».

«Eh?».

«Ma sì» dice sbrigativo. «Se lei smette di esserti amica solo perché c'è stato mezzo insulto, allora significa che vuole solo essere adulata da te. E probabilmente da tutti quella che la circondano. Me la ricordo, allo skatepark. Mi sembra una che ci sguazza, nei complimenti» va avanti. «Figurati, io do del coglione a Omar praticamente ogni ora. Se fosse uno stronzetto permaloso, avremmo smesso di frequentarci all'asilo».

«Sì, ma tra maschi è diverso».

«Così si dice» concorda. «Ma forse questa storia che le amicizie tra maschi e femmine funzionano in modi diversi è solo una farsa. Io dico che l'amicizia è amicizia allo stesso modo, sempre e comunque. Le regole base sono le stesse: volersi bene e fare cazzate insieme» spiega, sereno e sicuro. «Fine. Tutto il resto è fuffa».

«Sai una cosa?» gli dico dandogli una pacca sulle spalle. «Sei più saggio di Omar, poco ma sicuro».

«E anche più figo» aggiunge lui abbassando la voce.

«E anche più stronzo!» sbotta Omar dall'altra parte della stanza. «T'ho sentito!».

Johnny si alza, ridendo. «Vedi?» mi dice. «Secondo te io mi sono offeso perché mi ha chiamato stronzo? No» conclude con calma. «Così come lui ora non si offenderà se gli darò del cazzone avariato!» urla infine, accentuando le ultime due parole di proposito.

Scuoto la testa mentre li guardo azzuffarsi. Vorrei che fosse così semplice anche con le ragazze. E, ora che ci penso, con Daria effettivamente è così. Ok, litighiamo qualche volta, ma non è mai la fine del mondo. Quante volte ci siamo insultate a vicenda?

Quindi forse ha ragione Johnny. Forse le amicizie funzionano davvero tutte allo stesso modo. Se sono vere. Il che mi porta a chiedermi: e se Carlotta non fosse poi così sincera come credo? Se davvero volesse solo essere adulata?

Riprendo il cellulare e guardo se mi ha risposto. Macché.

Sto per buttarlo un'altra volta in tasca, arrabbiata e un po' confusa, quando lo sento vibrare.

È lei.

Scuse accettate, dice. Sono stata una stronza anch'io, sorry. Ci sentiamo meglio domani, ok? Love you, B., sempre.

Sorrido allo schermo. Non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.

Ocean EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora