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La trovo in bagno.

La porta è chiusa, ma non a chiave – so che ha paura di restare bloccata da quando era piccola. Dev'essere uscita dalla doccia perché non sento rumore d'acqua, ma solo un buon profumo di fresco e pulito.

Resto con le dita appoggiate sulla maniglia per qualche secondo. Ho le mani sudate, tremano. Ho paura. Il cuore mi batte in gola. Sono sul punto di girarmi e andarmene, ma no.

No. Devo almeno provarci. Se sprecassi anche questa occasione, non me lo perdonerei mai.

Così abbasso la maniglia e mi richiudo subito la porta alle spalle. Stavolta sì, a chiave.

Resto con la fronte appoggiata al legno, le spalle rivolte a Carlotta.

«B.?» chiede con un sorriso che non vedo, ma che sento. «Tutto ok?».

Mi giro. Vengo avvolta da un vapore profumato, che non è opprimente ma mi fa venire caldo comunque. Ha un asciugamano addosso, i capelli bagnati, il viso di un rosa pallido così uniforme...

Non ce la faccio più. Basta.

Mi stacco dalla porta e mi attacco alle sue labbra.

Sono morbide.

Con entrambe le mani le tengo la testa. Lei all'inizio non fa niente, ma proprio niente. Non mi asseconda, non mi respinge. Se ne sta lì, ferma, finché inizio a temere di aver frainteso tutto, di aver fatto lo sbaglio peggiore della mia vita.

Così, terrorizzata, mi fermo. Faccio un passo indietro, con gli occhi puntati a terra, e spero di non ricominciare a piangere.

Silenzio. Non parla. Non fa niente, dannazione, niente!

L'imbarazzo mi soffoca. L'aria si è fatta irrespirabile. Non posso che arrendermi e battere in ritirata. Ci ho provato, onore a me e alla mia vergogna, ma non è andata.

Sto per girarmi e fuggire, quando sento la sua mano sul mio polso. Decisa, forte.

«No» sussurra.

E mi tira a sé.

È reale. È tutto reale, devo ripetermi più volte. Io ho baciato lei e ora lei sta baciando me, e non è impuro o grottesco come ho temuto per tutto questo tempo. È naturale, è delicato e non ha nulla, davvero nulla a che fare col bacio che ho dato a Johnny.

Questo è tutto un altro livello. È intenso, impossibile da contenere.

Ora lo so. Ora lo voglio.

Penso: è questo ciò che dicono le canzoni.

Mi chiedo: sarà l'ultima persona che bacerò per la prima volta?

E intanto, Carlotta mi mette una mano sulla nuca, il bacio si prolunga e io mi meraviglio di quanto sia giusto così. Non sa di errore.

Mi sento intera.

Poi sentiamo la macchina dei miei entrare dal cancello. Ci stacchiamo all'istante, come se avessimo preso la scossa. Lei mi guarda con quegli occhi così grandi e azzurri che potrei dipingerci dentro il mare. Inizia a ridere come una bambina. Come una bambina.

Non posso fare altrimenti, perché è irresistibile. Rido anch'io con una mano davanti alla bocca. Non voglio che mi si cancelli il ricordo di quel tocco sulle labbra.

La luce che entra dalla finestra è forte, me ne accorgo solo ora. Sta scacciando tutto il buio che mi ha infestato la testa in questi mesi e anche gran parte delle mie paure. Le sento sciogliersi come neve al sole. Ed è stata lei, sempre e solo lei.

Carlotta ci è riuscita.

Ha trasformato il mio incubo peggiore in un sogno a occhi aperti.

Ocean EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora